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Autore: cybilbennett    15/08/2013    2 recensioni
'Caro Diario..
Ho sempre creduto che la mia vita fosse perfetta, che nulla potesse andare storto, fino al giorno in cui ho conosciuto loro.
Mi hanno tolto tutto, ora mi chiedo, come si può continuare a vivere se non ti è rimasta più nemmeno una spalla su cui piangere?"
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Antonella Lamas Bernardi, Bianca Bernardi, Bruno Molina, Leandro Diaz Rivarola, Un po' tutti | Coppie: Antonella/Bruno, Carmen/Leandro, Matias/Patricia
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo III
True love never dies.’

 

 
POV Antonella

Ero tornata a casa da poco, avevo buttato la borsa sul piccolo tavolinetto in vetro da caffè ed evitando di calpestare i cocci degli oggetti rotti che erano a terra mi sedetti sul divano. Nascosi la testa fra le mani ed iniziai a piangere ‘perchè capitano tutte a me?!’ mi chiesi fra i singhiozzi. In quel momento mi venne l’idea di chiamare Bruno, dovevo sfogarmi e lui fu la prima persona che mi venne in mente, poi però cercai di ragionare e cambiai subito idea, non volevo che la voce del rapimento di mia madre si diffondesse in giro, avrei avuto la stampa e i giornalisti alle calcagna e questa era l’ultima cosa che desideravo.
Presi il cellulare e composi un numero, numero che tra l’altro sapevo a memoria.
“Pronto Anto?!”  Mio fratello Fabio rispose subito.
“Ciao Fabio, dovrei parlarti, puoi venire subito a casa?”
“Certo, ma è successo qualcosa?” Mio Dio come era perspicace mio fratello.
“No.. cioè si. Vieni a casa che ti spiego tutto.”
Dopo cinque minuti Fabio era già a casa e, dopo uno stupore iniziale per il disastro che si trovò di fronte, accettò il mio consiglio di sedersi accanto a me e di ascoltare ciò che dovevo dirgli.
Gli raccontai tutto, dall’inizio alla fine e quando ebbi finito di parlare mi sentii come sollevata da un grosso peso.
“Quella donna è pazza! Io vado dalla polizia.” Mio fratello fece per alzarsi, ma io lo bloccai per un braccio e lo feci sedere nuovamente.
“Tu non vai da nessuna parte. Ho parlato con Leandro e ho deciso di cederle il mio contratto discografico, se è questo che vuole.”
“Ma come fai ad essere sicura che poi libererà veramente nostra madre?”
“Non ne sono sicura infatti, ma conosco Francesca e so che non si fermerà davanti a nulla, se è il contratto che vuole stai certo che in un modo o nell’altro lo otterrà.” Fabio annuì ed io gli presi le mani. “Ascoltami fratellino, stasera chiamerò Francesca e mi farò dire il luogo dell’incontro, domani le porterò quel maledetto contratto e potremmo riabbracciare nostra madre, fidati di me.” Gli lanciai un’occhiata supplichevole e lui accennò un sorriso.
“Verrò anche io domani, voglio stare certo che non ti faccia nulla di male.” Lo abbracciai.
“Stai tranquillo, con noi ci sarà anche Leandro.”  
Lui annuì nuovamente. “Hai un caratteraccio sorellina, ma devo essere sincero, sei la persona più coraggiosa che conosca.”
Io mi sciolsi in un sorriso.  “Ti prometto che questo incubo finirà presto, parola di Anto the best.”


Erano le nove di sera, e come da accordo mi recai a casa di Leandro. Mi aprì Carmen che con fare materno, notando la mia faccia, mi chiese cosa avessi.
“Non ho nulla Carmen, devo solo parlare con Leandro, posso?” Lei mi fece entrare e, dopo aver salutato Leandro ci dirigemmo entrambe nel suo ufficio. Lui chiuse la porta, stavolta però non a chiave e si sedette accanto a me porgendomi il telefono.
“Sei sicura di volerlo fare Antonella.”
“Si.” Risposi sicura. “Ora o mai più, non voglio ripensamenti.” Lui mi sorrise -il suo era un sorriso paterno, uno di quelli che ti riscaldava il cuore- io presi il telefono ed iniziai a comporre il numero.
Il telefono squillava.
“Pronto?!” Era la voce di Francesca, un brivido mi percorse lungo la schiena.
“Francesca, sono Antonella.” Risposi fredda.
“Ah, ti sei decisa finalmente honey.”
“Si. Domani ti porterò il contratto firmato, dimmi solamente l’ora e il luogo dell’appuntamento.”
“E’ una località fuori da Buenos Aires, è in campagna. Devi prendere la statale e poi girare in direzione di Mar del Plata. Ci vediamo lì alle sedici in punto, con il contratto.”
“Avrai il tuo contratto, ma tu devi promettere che libererai mia madre.”
“Oh, non preoccuparti.” Ghignò lei. “L’avrai, sana e salva, più o meno.” Sussultai.
“Francesca.”
“Si?”
“Voglio parlare con mia madre.”
Lei ghignò nuovamente. “Te la passo, hai un minuto, non un secondo di più.”
Io deglutii, stavo sudando freddo.
Pulcino mio!” Era mia madre, era lei e sembrava che stesse anche bene.
“Mamma!” Io ero in lacrime.
“Tesoro mio, non piangere.” Aveva sentito i miei impercettibili singhiozzi, mi conosceva troppo bene.
“Come stai?!”
“Io sto..” Prima che potesse continuare sentii una voce in sottofondo. “Dille che stai bene, altrimenti sarà peggio per te.”
“.. sto bene amore mio, non preoccuparti per me.”
Cosa avrebbero fatto a mia madre? O cosa le avevano già fatto? Sentii un nodo in gola, non riuscivo più a parlare.
“Mamma, domani tornerai di nuovo da noi, non preoccuparti.”
“Tempo scaduto.” Dalla cornetta riuscii a sentire solamente la voce di Francesca.
“Mamma, no, non lasciarmi! Mamma, ti voglio bene!”
Aveva attaccato, quella strega di Francesca mi aveva attaccato in faccia.
Leandro lesse la preoccupazione nei miei occhi e istintivamente mi abbracciò.
Io iniziai a piangere. “Leandro, ho paura che abbiano fatto del male a mia mamma, ho tanta paura…”
“Shh.” Mi rassicurò lui, carezzandomi i capelli. “Ti giuro che se la vedranno con me, non faranno nulla di male a Bianca, te lo prometto.”
“Voglio solo che questa storia finisca al più presto, non ce la faccio più.”
“Domani sarà tutto finito Antonella, te lo prometto.”
“Leandro, ho paura a stare a casa da sola, Fabio dorme da Bruno e da Gonzalo.. e io ho paura..”
“Stai tranquilla, dormirai qui stanotte, con Patty.”
Io gli sorrisi. “Grazie Leandro, grazie mille.”
Finalmente, anche se per pochi minuti, mi ero sentita come se avessi accanto a me un papà, quel papà che mi era mancato per tutta una vita.
Di una cosa però io e Leandro non ci eravamo accorti: una persona aveva origliato tutta la nostra conversazione, e quella persona era proprio Patty.

 
 
POV Bianca

“Perché mi hai attaccato il telefono?!” Ringhiai furiosa.
“Ti avevo detto che avevi un minuto Bianca, non concedo nulla in più io.”
“Mia figlia ti troverà e ti farà arrestare, brutta strega!” Lei incrociò le braccia.
“Vuoi che chiami i miei due amichetti?” Sibilò lei. “Ti sei già dimenticata cosa ti hanno fatto?” Disse, indicando il mio labbro gonfio e spaccato. Io abbassai lo sguardo. “No, certo che no vero? Perché tu in fondo sei una persona intelligente, o sbaglio Bianca?” Prese il mio mento fra le sue mani, guardandomi con aria di sfida. “O sei solamente una di quelle tante oche bionde e .. stupide?” Marcò quell’ultima parola con la voce, sorridendomi. Aveva poco da sorridere però, pochi minuti dopo si ritrovò a terra, con anche lei il labbro gonfio e sanguinante.
“Io sarò anche stupida, ma tu sei una strega!” Le sputai contro quelle parole come se fossero veleno. “Sei una pazza Francesca, sei una pazza che non si rende conto delle proprie azioni. Hai monopolizzato il mio ex marito, Roberto, gli hai sottratto tutti quei documenti che riguardavano quella vecchia truffa in Spagna, poi sei venuta in Argentina e ti sei intromessa nella mia vita.” Lei si alzò da terra, io continuai a fronteggiarla. “Mi hai fatto arrestare e con quell’oca di tua figlia avete fatto da padrone in casa mia. Avete cacciato Dorina, Paolo e mio figlio Fabio, avete reso la vita di Antonella un inferno e tanto non vi è bastato. Sai che c’è? Ho sempre pensato che io fossi una persona ed una madre orribile, ma mi sbagliavo, in confronto a te sono un angioletto.” Mi ero sfogata, ora mi sentivo libera e –da un lato- anche felice, ma non avevo assolutamente calcolato gli effetti che potessero avere quelle mie parole. Lei aveva gli occhi iniettati di sangue, si pulì il sangue con la manica della camicia bianca e mi sorrise beffarda.
“Complimenti, bellissimo monologo. Sei una grande attrice Bianchina, da oscar, peccato che quell’oscar non potrai mai ritirarlo.”
Vedi ricomparire i suoi due complici alle sue spalle ed iniziai ad avere seriamente paura.
“Occupatevi di lei. Sistematela a dovere, ma non uccidetela, mi serve viva per ora.” Loro annuirono e si avvicinarono a me; io indietreggiai, trovandomi però con le spalle al muro.
“Vi prego, non fatemi del ma..” Non riuscii a terminare la frase che vidi uno dei due muovere un braccio verso di me, chiusi gli occhi ed iniziai a sentire un sapore salato sulle labbra: era sangue. Mi accasciai a terra con la schiena al muro, la testa mi girava e la mascella mi faceva terribilmente male. Mi tirarono su per un braccio e mi scaraventarono nuovamente a terra. Iniziarono a darmi dei calci, parecchi calci. Sentivo dolore ovunque e non avevo nemmeno la forza di urlare.  Vidi uno dei due estrarre un coltellino da una tasca, sgranai gli occhi ed iniziai a supplicarlo.
“Le tue suppliche non ci servono a nulla.” Mi disse l’altro, bloccandomi le mani. Quello iniziò a squarciarmi prima i vestiti e poi la pelle; non sentivo più dolore, ormai avevo completamente perso la sensibilità in gran parte del corpo.  Mi torturò, lasciandomi sani gli organi interni, ma lo fece solamente perché a Francesca servivo ancora viva. Quando se ne andarono rimasi sdraiata a terra, con in mio vestitino azzurro preferito completamente macchiato di sangue e le lacrime agli occhi. Il mio primo pensiero andò ai miei figli: chissà se li avrei più rivisti? E poi a Leandro, quanto lo amavo e quanto avrei voluto che fosse qui vicino a me. E poi ancora Dorina e Paolo, Fito, Soccorro.. e anche Carmen, si, perché infondo volevo bene anche a quell’insulsa capra patagonica.
“Antonella, Fabio, possiate mai perdonarmi per tutto ciò che vi ho fatto?” Sussurrai, prima di perdere completamente i sensi.

 
 
POV Antonella

Leandro e Carmen avevano preparato il mio letto in camera di Patty, accanto al suo. Erano le undici di sera e ancora non dormivamo; avevamo iniziato a chiacchierare, ridere e scherzare e così riuscii anche a dimenticarmi la storia di Francesca per un po’ di tempo.
“Ehy Anto, allora, come va con Bruno?” Mi disse Patty, facendomi l’occhiolino.
“No, no. Hai capito male dear. Io e Bruno non stiamo insieme.”
“Ma a te piacerebbe però, vero?”  Lei continuava a sorridere: aveva un sorriso meraviglioso, anche con quel maledetto apparecchio.
Oh, se mi sarebbe piaciuto stare con Bruno: è un ragazzo bello, dolce e sensibile. “No, cioè, a chi non piacerebbe un ragazzo come Bruno?” Cercai di distogliere la mia amica dall’argomento ‘Bruno’.
“Oh mia cara, tu sei completamente innamorata!” Sorrise ed iniziò a cantare. “Ay, ay amor, ay, ay amor, lo sientes tú, lo siento yo
“Shh Patty!” La rimproverai tappandole la bocca. “E va bene, un po’ mi piace..”
“Un po’?!”
“Va bene, mi piace tantissimo.” Ammisi. Lei batté le mani entusiasta.
“Lo sapevo, lo sapevo!”
“Ora però mi fido di te e spero che tu tenga tutto questo per te.”
“Certo Anto, non ne farò parola con nessuno.”
Io sorrisi e spensi la luce dell’abat-jour. “Ora dormiamo, ho case importanti da fare domani..”
Ci fu un minuto di silenzio.
“Anto..”
“Si?”
“So della storia di Francesca e di tua madre, vi ho sentiti prima parlare, a te e al mio papà.”
Io non risposi.
“Mi dispiace tanto, se vuoi.. sappi che io ci sarò sempre per te.
Una lacrima mi fece capolino dagli occhi.
“Buonanotte Patty.”
“Buonanotte Anto.”
 
 
Angolo Autrice.

No, vabbè. Grazie mille *O* la storia è arrivata a quota sei recensioni *O* Io vi amo. È ufficiale.
Ringrazio personalmente EvangelineMalfoy, Hola1994, folle shane e Brendahugme per aver recensito e ovviamente tutti gli altri che hanno letto e aggiunto fra le seguite/preferite la fan fiction.
LOVEUALL, CHICAS.
Riguardo al capitolo ho voluto fare un capitolo un po’ sentimentale e un po’ triste (okkay, molto triste çwç) ma dal prossimo la storia prenderà tutta un’altra piega. Mh, mi ero ripromessa di non spoilerare!
Continuate a seguirmi, un bacio :*
  
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