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Autore: Keya_Loves_Grifis    15/08/2013    1 recensioni
"Era giovane e bella la professoressa: capelli biondi fino alle spalle e occhi azzurri. Più bassa di me, forse 1.70, ma coi tacchi. Indossava i tacchi per venire a scuola, era abile a camminarvici. Il suo corpo sembrava non avere difetti, seno grande, pancia piatta, fianchi larghi e gambe lunghe e sottili. Tutti i ragazzi della classe la guadavano e, probabilmente, si facevano chissà quali fantasie su di lei. Ma una cosa non capivo: perchè tutti mi dicessero quanto fossi fortunato."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Era giovane e bella la professoressa: capelli biondi fino alle spalle e occhi azzurri. Più bassa di me, forse 1.70, ma coi tacchi. Indossava i tacchi per venire a scuola, era abile a camminarvici. Il suo corpo sembrava non avere difetti, seno grande, pancia piatta, fianchi larghi e gambe lunghe e sottili. Tutti i ragazzi della classe la guadavano e, probabilmente, si facevano chissà quali fantasie su di lei. Ma una cosa non capivo: perchè tutti mi dicessero quanto fossi fortunato.
 
-Sly- Alzai gli occhi assonnati dal libro che facevo finta di leggere. -Vuoi continuare tu per favore?- Mi chiese lei dolcemente mentre stava di fronte a me con la camicetta che lasciava trasparire un po' del suo seno. Tutti già fecero più silenzio e mi sentii pesantemente osservato. -Sly- Si chinò avvicinando il suo viso al mio -sembra che tu sia stanco, vuoi andare in infermeria?- Mi chiamava per nome nonostante fossimo in Giappone in una classe di 35 persone di cui probabilmente ricordava a malapena qualche cognome. Forse il mio nome era così piccolo, semplice e sopratutto diverso dagli altri, che le veniva bene ricordarselo. -No professoressa, sto bene, ho solo perso il segno nella lettura- le dissi tranquillamente. Non m'importava dei voti, tantomeno dell'impressione che le avrei fatto. -Va bene, allora ti aiuto a ritrovarlo- venendo di fianco a me e strofinando leggermente il suo braccio contro il mio mentre allungava il dito per ridarmi il segno. Bisbiglii in sottofondo dei compagni. Effettivamente non c'era bisogno che me lo indicasse, bastava solo leggermi la frase. Ma a quanto pare ci teneva a stare a stretto contatto con me, anche se io non lo pensavo minimamente. Dopo avermi dato il segno, tornò alla cattedra ancheggiando. Distolsi lo sguardo da lei visto che me ne importava ben poco e mi voltai verso Natsuo. Era li seduto composto, con una mano che teneva il suo viso, che guardava appassionato la scena. Sorrideva, aveva un ghigno sulla faccia come se fosse fiero di me o comunque contento e allo stesso tempo stupito della situazione. Gli altri compagni sghignazzavano ed altri ancora mi guardavano storto cercando di non farsi notare da me.
 
-Allora, quand'è che te la scopi?- mi disse una voce che provveniva da dietro di me mentre mi dirigevo verso il cancello della scuola.
-Di che stai parlando?- era uno dei miei compagni che cercava di farmi qualche battutina.
-Beato te amico!- Fece un altro di loro. Ero circondato da facce maliziose, ma continuavo a non capire del tutto. Non capivo perchè non m'interessava capirlo.
 
Queste scene si ripetero per giorni: la professoressa continuava a dare attenzioni solo a me all'interno della classe, tutti gli altri non esistevano, o li trattava più freddamente, finchè un giorno mi convocò in sala professori dicendo che voleva parlarmi.
La raggiunsi alle 17:00, dopo che finirono le attività dei club sportivi. Stava tramontando il sole e la luce si rifletteva sui banchi. Eravamo da soli. Portava una gonna a tubino che le arrivava a metà coscia. Si notava un grande spacco. Nessun pensiero. La sua camicia era più sbottonata del solito ed emanava un profumo dolce.
-Sly- iniziò -vorrei parlarti del tuo atteggiamento-
Pensai che forse negli ultimi tempi fossi troppo distratto o qualcosa del genere.
-Prima di tutto, vorrei che tenessi più cura della tua divisa e della tua immagine in quanto siamo in una scuola prestigiosa e nota a tutti- Mi disse schiettamente. Sinceramente non me ne fregava nulla della mia immagine e non capivo cosa c'entrasse con il mio andamento scolastico. Fece un paio di passi verso di me allungando la mano verso la mia cravatta indossata abbastanza male. Il nodo era larghissimo e non la tenevo mai stretta sul collo. -La tua mamma non ti ha insegnato a fare il nodo?- Chiese guardando il mio petto su cui scendeva quel pezzo di stoffa nera. -No, è che... Mi da fastidio se è troppo stretta- le risposi. -Non è poi così fastidiosa se ci fai l'abitudine- disse. Tese anche l'altra mano e iniziò a slegarmi la cravatta. -Non dovresti tenere la camicia fuori dai pantaloni- Aggiunse guadando fin dove arrivava. Velocemente alzava lo sguardo verso i miei occhi e lo riabbassava guardando ciò che stava facendo. -Sly- Mi chiamò dolcemente. -Mi scusi professoressa- Dissi guardando in basso a sinistra -Chiamami Reika quando non siamo in classe, ok?- Appoggiò una mano sul mio petto. Mi accarezzava. Non fece nessun nodo alla cravatta che scivolò per terra. Si mise lentamente in punta di piedi e avvicinò il suo viso al mio. Mi guardava negli occhi, batteva frequentemente le palpebre, il suo seno premeva contro il mio petto, le sue mani stringevano la mia camicia. -Non mi sento molto a mio agio a chiamarla per nome, signorina- Ero fermo e a petto in fuori. Era piccola in confronto a me, mi faceva tenerezza, ma nient'altro. Tornò ad appoggiare tutto il piede a terra e abbozzando un sorriso mi chiese -Sly, ti andrebbe di uscire con me una sera?- Rimasi stupito. Non sapevo che dire, non sapevo cos'era giusto dire. -Non lo saprà nessuno, è solo un'uscita amichevole, magari andiamo in un pub, o al karaoke...- Tentò di rassicurarmi. -Non lo so profes.. signorina Reika... Ho molto da studiare, ho da recuperare un paio di materie, lei dovrebbe saperlo- Staccò le mani dalla mia camicia e le riportò lungo i suoi fianchi. A testa bassa con gli occhi che diventavano lucidi disse -Hai la ragazza Sly?- Non ci capivo niente, non doveva essere un colloquio per discutere del mio andamento scolastico? La professoressa diventò subito più fredda, come offesa da qualcosa -Scusami Sly, ora devo finire di compilare questi moduli, riprenderemo il discorso un'altra volta, non è importante-
Lasciai la sala professori confuso.
 
Il giorno dopo la professoressa non venne a scuola.
-Dov'è finita la tua cravatta, Sly?- Mi chiese Natsuo. In effetti era da quella mattina che mi accorsi di non trovarla. Tutti mi chiedevano perchè non ce l'avessi e inventavo scuse del tipo che era sporca o qualcosa del genere. -Sporca di cosa?- I maliziosi non potevano risparmiarsi queste battutine colme di gelosia e io facevo finta di niente.
 
Passavano giorni e della professoressa e della cravatta non c'erano tracce. Poi mi giunse notizia che la signorina Reika stava male e aveva preso dei giorni di riposo. Quella sera, pensando all'atteggiamento della professoressa dopo aver rifiutato il suo invito pensai ingenuamente di andare a casa sua e portarla al karaoke per farla stare meglio. Mi preparai, indossando una camicia dentro i pantaloni come piaceva a lei e una giacca, più elegante della divisa scolastica. Presi la macchina e andai a casa sua. Non sapevo perchè lo stessi facendo, ma forse solo per mettermi l'anima in pace e per essere sicuro di non avere sensi di colpa. Sapevo dove abitava perchè la vedevo spesso uscire da quella casa per andare a lavoro la mattina. Parcheggiai di fronte casa sua. I fari illuminavano il viale buio e vidi qualcuno che spostava la tenda per guardare. Era lei. -Sly- Mi parve di sentirla. Subito dopo aprì la porta e intravisi Reika con una minigonna, una camicetta gialla e un gilet. Vedevo i suoi occhi lucidi. Si portò una mano al viso per coprire il naso e la bocca, come se fosse emozionata. Si avvicinò alla macchina. -Buona sera- le dissi. -Sly!- -Si, sono io, vuole salire?-
Non perdette tempo e si accomodò nel sedile anteriore a fianco a me. Dopo un istante la sua testa e le sue mani erano appoggiate al mio petto, in attesa di un abbraccio o qualcosa di simile. -Come sei bello- Io? Bello? Sinceramente non me lo aveva mai detto nessuna ragazza. Mi fece piacere. Alzò la testa e mi guardò negli occhi, era vicinissima, sembrava volesse baciarmi. Velocemente mandò indietro il mio sedile e saltò sulle mie gambe. Non sapevo come reagire. -Hai messo la camicia dentro i pantaloni!-
-Eheh. Già. Visto che le piace l'ordine.- Risposi senza guardarla troppo. 
-Ma a me tu piaci più così- Mi sfilò la camicia fuori dai jeans neri. -Quella dell'altro giorno era solo una scusa per parlarti. A me piace come sei e come ti comporti...- Disse quasi sottovoce.  In pratica stava confessando che io le piacevo e, cavolo, era davvero cotta. -Quindi sei venuto per me...- Inutile, non credeva ai suoi occhi. -Si, signorina, mi pesava che ci fosse rimasta male per il mio rifiuto- Mi sbottonava la camicia e dopo che ebbe finito si poggiò sui miei pettorali, con gli occhi chiusi, come se quello fosse il suo letto e volesse rilassarsi. -Grazie. Sei davvero dolce. E bellissimo.- Probabilmente capì che io quella sera non avevo nessuna intenzione di andare oltre con lei, perciò dolcemente e lentamente mi riabbottonò la camicia, mi legò la cravatta, scoprendo così che ce l'aveva lei e mi disse -Dai, andiamo al cinema? Sei venuto per questo, no?- Le sorrisi e l'accontentai. 
 
Il giorno dopo rientrò a scuola. Dalla donna provocante che era, diventò una persona dolce e affettuosa. Solo con me ovviamente.
 
...CONTINUA...
  
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