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Autore: RevengeXXX    16/08/2013    2 recensioni
*Dalla storia*
Era un posto strano quello.
Non era neanche certa di come ci fosse arrivata in quella specie di ufficio grigio sporco e tetro.
Era come una ridottissima saletta d'attesa per niente per niente pulita in cui si era ritrovata poco dopo la sua morte.
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-E poi che è successo?-
-E poi ho fatto talmente bene quelle cose che ho smesso di pensare-
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OS senza alcun significato ne pretesa,scritta all'una di notte in un'ora circa perché sì.
Commenti ed insulti sempre ben accetti c:
Genere: Commedia, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                Like ghost in the snow, like ghost in the sun
 


Era un posto strano quello.
Non era neanche certa di come ci fosse arrivata in quella specie di ufficio grigio sporco e tetro.
Era come una ridottissima saletta d'attesa per niente per niente pulita in cui si era ritrovata poco dopo la sua morte. Già, la sua morte.
Si era addormentata, o almeno così le era sembrato, con il cuore a pezzi e il sangue che scorreva da tutte le parti disperdendosi per la sua cameretta.
Sarebbe stato un bel casino se i suoi l'avessero scoperta, ma ora che si era "risvegliata" si sentiva quasi più leggera, come se non dovesse avere paura di niente, come se ormai non ci fosse più nulla da perdere.
Beh,non aveva perso poi un granché: certo, non aveva la minima idea di dove cavolo fosse il suo mp3, e a 16 anni, dopotutto quello che aveva appena passato, la sua musica era l'unico rimpianto che si portava dietro nell'oltretomba.
Era ferma su una di quelle minuscole sediette da fin troppo, ma di sicuro, ora non poteva dire di soffrire l'intorpidimento.
Aspettava che la signora al bancone la chiamasse per il riconoscimento del suo stesso cadavere, non si poteva mai sapere, e che le desse quello strano volantino con le istruzioni per l'aldilà che avevano ricevuto tutti quelli prima di lei.
La porta da cui lei stessa era entrata si aprì per l'ennesima volta e ne entrò una vecchietta sulla settantina che quasi quasi sapeva già cosa aspettarsi.
Semplicemente si sedette al primo posto libero dopo aver preso il numerino dal distributore ed aver controllato il tabellone luminoso mezzo guasto accanto al bancone.
Iniziava proprio ad annoiarsi a stare li senza fa niente, ma d'altronde non è che fosse mai stata tipa da agire, ed il fatto che fosse li ne era una prova alquanto sconfortante, a dirla tutta.
Aveva notato già da un po' che la donna, (avrà avuto venticinque anni o giù di li), accanto a lei cercava di fare conversazione con chiunque, ma il banchiere con la pallottola in fronte e la barista con la gola tagliata non avevano saziato la sua voglia di fatti altrui, così si era concentrata su di lei, che non avendo niente di meglio da fare, aveva risposto a quel terzo grado a cui erano stati sottoposti gli altri.
-Hey scusa, ti posso disturbare? Sai, qui non so davvero come ammazzare il tempo- rise da sola per la sua battuta fuori luogo mentre qualcuno nella saletta si girava a guardarla male e qualcun altro alzava gli occhi al cielo.
-Spara- si maledisse mentalmente per la pessima risposta.
-Ho notato che sei molto giovane, ed il fatto di trovare una come te qui è abbastanza triste-
-Naa, forse fino a qualche ora fa poteva essere triste. Ora non è assolutamente niente-
-Vita deprimente? Eppure sarai appena adolescente. Sfortunata in amore?-
Sfortunata? Oh sì, decisamente sfortunata in amore e non solo.
-No beh, diciamo che in amore è stato un vero disastro, tipo… una vera catastrofe. Fortuna che è finita-
Ma ovviamente la sete di gossip non si poteva poteva essere placata così.
-Eh, adesso esageri, cioè quanto può essere stata disastrosa la tua situazione sentimentale?-
-Abbastanza da portarmi a fare cose per non pensare, cose che mi facessero stare male fuori, in modo da non pensare a quanto male stavo dentro-
-Non ti seguo ma comunque… e poi che è successo?-
-E poi ho fatto talmente bene quelle cose che ho smesso di pensare, di stare male dentro. Mi dispiace solo che mamma dovrà ripulire tutto il casino che ho lasciato, ma almeno ritroverà la lametta del rasoio che cercava da un anno-
Sì ok, magra consolazione, ma meglio di niente.
La bionda ossigenata le stava per fare un'altra domanda e la precedette.
Si era stufata di dare tutti quei dettagli.
-Oh, è il mio turno- si avviò al bancone con un certo giramento di palle.
"Nota mentale per l'aldilà/qua/ovunque sia: mai attaccare bottone con un'altra morta se sembra la sorella sciattona di Paris Hilton"
La signora occhialuta del ricevimento aprì il cassettone alle sue spalle e fu come vedersi allo specchio.
La sua stessa vista in quelle condizioni non le dispiacque poi tanto.
Con sollievo notò una cuffietta penzolare dalla tasca della felpa nera e si affrettò a riprendersi l'mp3, mentre faceva u cenno con la testa come per dire "Sì, sono proprio io".
Prese l'opuscolo con le istruzioni e camminò verso la porta infilandosi gli auricolari.
Solo dopo averla oltrepassata si accorse dell'unica cosa importante al momento e quasi urlò senza rendersene conto.
-Oddio, non ho portato il caricabatteria!-
  
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