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Autore: Youki    07/10/2004    1 recensioni
Come arrivò Inuyasha nel villaggio di Kikyo 50 anni fa? E cosa faceva Sesshomaru nel frattempo? E come viveva Kikyo? E chi è Sayouki? Scopritelo leggendo la mia fic, già completa, che posterò regolarmente ogni settimana! COMMENTATE COMMENTATE!!! Baci Youki
Genere: Azione, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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UNA STORIA DEL PASSATO
di Youki

Cap 4
Il passato e il futuro: la notte di shingetsu

Il giorno successivo fu per Sayouki il più lungo che potesse ricordare. L’attesa della sera si faceva snervante e le nubi erano tornate a ricordare che era inverno inoltrato. Anche Inuyasha sembrava reagire alle sue preoccupazioni e si aggirava inquieto, parlando poco. Rimanere fermo in quel luogo ad aspettare la notte lo infastidiva profondamente. Si allontanò e dopo un’ora tornò con un po’ di selvaggina per il pranzo, che consumarono in silenzio. Anche la natura stessa sembrava partecipare del senso di aspettativa di Sayouki: il cielo era grigio, i suoni erano attutiti e non un filo di vento turbava la calma oppressiva di quella mattinata. Per tenersi occupati, nel pomeriggio cercarono un luogo più riparato dove spostare il campo in caso ricominciasse a nevicare.
Si stava rabbuiando quando fu Inuyasha a parlare:
-Sta calando la sera, è ora che tu vada incontro al tuo passato.-
Come mai Inuyasha era così solerte?
Sayouki non se lo fece comunque ripetere due volte e si alzò in piedi annuendo.
-Augurami buona fortuna… -
-Tsk! Non essere stupida!- brontolò l’hanyou di rimando facendole gesto con la mano di avviarsi.
-Non so se tornerò in tempo questa notte. Forse ci vedremo direttamente domattina…-
Ad un distratto cenno di assenso del giovane, Sayouki si avviò verso il promontorio.
Inuyasha stette a guardarla finché non scomparve alla vista, quindi si alzò a sua volta e si guardò intorno. Il buio era sceso repentinamente, dato il cattivo tempo, e non aveva un minuto da perdere: raccolse una fascina di legna che aveva messo da parte quel pomeriggio e si avviò verso la piccola grotta che avevano scoperto il giorno stesso prima di trovare il rifugio più ampio dove avevano poi spostato il campo. Quella sarebbe stata una notte senza luna e Inuyasha avrebbe perso tutti i suoi poteri demoniaci per diventare un semplice essere umano. Non voleva che Sayouki lo vedesse in quelle condizioni; se ne vergognava profondamente e non era ancora disposto a rivelarle tutti i suoi segreti, come non era pronta lei, dopotutto. Le avrebbe lasciato il riparo più confortevole in caso fosse ritornata prima del previsto, altrimenti non si sarebbe nemmeno accorta che lui si era allontanato per la notte se fosse veramente tornata il mattino successivo.
Raggiunto il piccolo antro, accese il fuoco e si ritirò sul fondo, quindi attese l’inevitabile trasformazione.

****

Sayouki giunse al villaggio giusto in tempo, prima che cominciasse a nevicare. Era già nascosta tra le ombre all’interno del sacrario quando il monaco che li aveva interrotti la notte prima, entrò sorreggendo il vecchio Sato.
-Vai pure Hideyuki, voglio rimanere da solo a pregare questa notte.-
-Ma...maestro! Credevo che almeno mi avreste permesso di rimanere con voi! Fa freddo e voi siete malato…Non me lo perdonerei mai se vi succedesse qualcosa…- esclamò il giovane monaco che ora Sayouki ricordava bene.
-Cosa vuoi che mi capiti, figliolo?- lo redarguì bonariamente Sato, prendendolo un po’ in giro -Sono vecchio e sto per morire. Posso solo addormentarmi per l’ultimo lungo sonno…- la voce del vecchio era flebile, ma il suo tono non ammetteva discussioni e Hideyuki non ebbe altra scelta che uscire rassegnato.
Sato rimase in attesa seduto su un cuscino, col respiro affannato e quando gli parve che il suo zelante discepolo si fosse allontanato a sufficienza, chiamò sottovoce:
-Sayouki, figliola, sei già qui?-
-Si maestro.- La ragazza si fece avanti, uscendo incerta dall’ombra.
Sato, ormai cieco, non poté vedere che la sua amata allieva aveva subito un drastico cambiamento…perchè nulla in lei suggeriva più che nelle sue vene scorresse sangue youkai...Era divenuta umana.
-Vieni qui bambina e ascolta quello che ho da dirti prima che sia troppo tardi.- Disse subito Sato senza tanti preamboli, spinto da un'urgenza che allarmò Sayouki.
La giovane si inginocchiò allora di fronte al vecchio che, presele le mani, le strinse e cominciò a raccontare.
-Quando tu e Ohjio arrivaste qui, fui io a convincere tuo padre a rimanere. Ohjio aveva molto da insegnare e io avevo molto da imparare…anche da te, mia piccola hanyou- un mite sorriso fiorì sulle sottili labbra del vecchio, quando pronunciò dolcemente quella parola.
-Voi avete sempre saputo, vero maestro? E nonostante ciò mi avete investita sacerdotessa!- la voce della ragazza era incrinata, un po' per lo stupore, un po' per una strana sensazione di sollievo: si era sempre sentita in colpa pensando di aver ingannato il suo amato maestro.
-Si, sapevo tutto, bambina. Ohjio mi raccontò la tua storia e le sue speranze per il tuo futuro. Mi disse che la tua discendenza faceva di te una persona speciale, i cui doni sarebbero stati una grande benedizione se usati nel giusto modo.-
-Per diverso tempo l’ho pensata in modo molto diverso…-
-E ora?-
-Ora non so più…ho rivisto mia madre, o forse era solo un sogno, ma l’ho vista morire e sapevo di essere io la causa…-
Sentendo il tono angosciato della voce della ragazza, Sato intervenne dolcemente:
-Ohjio avrebbe sempre voluto parlarti di lei, ma non ne ha mai avuto la forza. Il dolore per la sua perdita non lo ha mai abbandonato, in quanto il fatto di aver previsto gli eventi, non gli servì ad impedire che il destino si compisse. Ha sempre sperato che tu potessi invece riuscire a cambiare il futuro che il tuo dono ti mostrava. Per questo mi chiese di occuparmi di te dopo la sua morte.-
-Raccontatemi di mia madre, vi prego- implorò la giovane con un nodo alla gola.
Il vecchio fece un profondo respiro e riprese a parlare:
-Rie era il demone dei sogni, una yasha di livello superiore il cui potere consiste nel controllo della mente. Non seppi mai dove esattamente Ohjio l’aveva incontrata, una volta mi disse che l’aveva conosciuta in sogno…fatto sta che si innamorarono e decisero di partire insieme dal villaggio di Ohjio alla ricerca di un luogo ove poter vivere pacificamente. Anche se non era considerata una demone pericolosa, Rie era molto conosciuta in quella regione, avendone lei fatto la sua dimora, e tutti sapevano che era capace di portare il sonno ristoratore alle menti preoccupate e di donare dolci sogni a chi aveva bisogno di un po’ di speranza, ma che era altrettanto implacabile nel dispensare dolore e incubi agli indegni. Purtroppo la superstizione era più forte della ragione e la presenza della yasha nel loro villaggio non era vista di buon occhio dagli abitanti. Pur di stare con lei, Ohjio lasciò la sua casa e si ritirò fra i monti, dove l’anno successivo nascesti tu.-
Qui l’uomo fece una lunga pausa e la ragazza non osò parlare per paura di rompere l’incanto. Finalmente avrebbe saputo tutta la sua storia...
-La loro felicità,- riprese grave il maestro -fu però presto turbata da una terribile visione di Ohjio: ti aveva visto morire ancora in fasce. Quando ne informò Rie, lei rivelò a tuo padre, piangendo, che ciò poteva essere dovuto solo alla tua condizione di mezzosangue, che ti rendeva troppo debole per sopportare lo sviluppo del tuo potere demoniaco. Devi sapere che la Dama dei sogni, come è chiamata la yasha dei sogni, esiste da sempre, ma non è sempre la stessa persona. Rie raccontò che in realtà quella non era altro che una sorta di carica che si tramandava di madre in figlia da innumerevoli generazioni demoniache. Quando la figlia aveva sviluppato a pieno i suoi poteri ed era pronta per assumersi l’impegno (e ciò poteva accadere anche dopo centinaia di anni), la madre le cedeva spontaneamente i suoi ricordi, mentre la sua anima lasciava il mondo per potersi reincarnare in una generazione futura e riscquistare i propri ricordi.-
-I suoi ricordi?- lo interruppe la ragazza senza capire.
-Si, ricordi. La Dama dei sogni conserva i ricordi di tutte le generazioni precedenti, per questo si crede che possa scrutare nel passato. Ma in realtà non fa altro che ricordarlo.-
Sayouki non potè trattenersi dal commentare ironica: -Un circolo vizioso quello delle reincarnazioni...-
Quasi seccato per l’interruzione, come se temesse di non fare in tempo a finire, Sato le strinse le mani e continuò il racconto,
-Così era sempre stato e così avrebbe dovuto continuare ad essere: come aveva ricevuto la sua eredità dalla propria madre, lei l’avrebbe passata a te…Ma non aveva mai pensato che tu non potessi sopravviverle. Ohjio cercò di rassicurarla e le promise che avrebbe fatto qualunque cosa per impedire l’avverarsi di un futuro così terribile: dopo tutto il suo dono gli aveva mostrato in largo anticipo gli avvenimenti, e quindi avrebbe potuto cautelarsi.
Ma non fu così. Anche se ti sottoponevano periodicamente a riti di purificazione e ti tenevano costantemente sott’occhio, era evidente che qualcosa non andava. Eri molto gracile e pallida e nelle notti di luna nuova spesso stavi male e tuo padre si risolse a tornare al suo villaggio natio per chiedere aiuto ai sacerdoti che lo avevano allevato e istruito. Partì una notte di luna piena, con largo anticipo dato che il villaggio distava soli due giorni di cammino. Tu avevi quasi un anno e mezzo e Rie era sempre più in pena sentendoti diventare sempre più debole e percependo avvicinarsi il giorno della tragedia. Non sapeva darsi pace e Ohjio l’aveva lasciata col cuore in pena, cercando di farle coraggio. Purtroppo durante il viaggio si imbatté in una yasha mietitrice di anime che era stata attirata, gli disse, dal profumo della morte imminente. Tuo padre pensò che la sua visione era dunque servita a qualcosa e ingaggiò battaglia con la demone. La uccise per impedirle di avvicinartisi, ma, rimasto ferito, perse i sensi e non fu ritrovato che due giorni dopo. Fu portato al villaggio e curato, ma nessuno prestò attenzione alle parole che disse nel delirio della febbre che lo colpì e nessuno pensò di raggiungere la sua isolata dimora per controllare che tutto andasse bene. Quando, ancora molto debole si ridestò, l’ultima esile falce di luna campeggiava nel cielo stellato di fine estate. Fuori di sé dallo sconcerto chiese aiuto ai monaci che però tentarono di trattenerlo e farlo restare a letto promettendo di mandare qualcuno al più presto; lui non volle sentire ragioni e, preso in prestito un piccolo cavallo da tiro, si lanciò sulla via di casa accompagnato da un vecchio amico e compagno di studi che si era rifiutato di lasciarlo andare solo.- Fece una pausa e davanti agli occhi di Sayouki balenò l’immagine di due uomini a cavallo uno era suo padre, l’altro…l’altro…
-Non arrivarono in tempo.- riprese Sato con un doloroso sospiro. -Era la notte di shingetsu quando Ohjio mise piede nella capanna e vide Rie scomparire davanti ai suoi occhi. Tu invece eri viva e dormivi tranquilla stringendo il kimono di tua madre, tutto quello che era rimasto di lei.- Una lacrima corse sulla guancia raggrinzita del vecchio.
L’altro...era un uomo di qualche anno più anziano, i cui tratti invecchiarono ora davanti ai suoi occhi, fino a confondersi con la realtà.
-L’altro uomo eravate voi!- esclamò Sayouki concitata. Ora tutti i tasselli stavano andando al loro posto e la visione del suo passato era quasi completa.
-Si, ero io. Ho visto tuo padre crescere e diventare sacerdote, ho studiato con lui e l’ho sempre considerato il mio migliore amico. Quando se ne andò con Rie io ne soffrii molto e non smisi mai di rimproverare ai miei compaesani la loro ottusità. Quando poi lo riportarono al tempio, ferito e delirante, capii che doveva essere successo qualcosa di terribile per farlo ritornare al villaggio, ma finché non si svegliò, non seppi cosa lo avesse tanto turbato. Durante la nostra cavalcata disperata mi raccontò della terribile premonizione e di tutti i suoi vani tentativi di curarti e mi indignai profondamente per il fatto che lui non avesse cercato prima il mio aiuto; ma quando giungemmo finalmente a destinazione e intravidi ciò che stava succedendo, l’unica cosa che sentii fu un grande dolore, e la vista del volto di tuo padre mi spezzò il cuore. Rimasi con voi i due giorni successivi e spiegai l’accaduto ai monaci che ci avevano raggiunto il mattino successivo, ma nessuno di noi riuscì a convincerlo a tornare al villaggio.
Alla fine dovemmo desistere e lo lasciammo nel suo dolore. Quando tornai alla capanna per vedere come stavate, Ohjio se n’era andato, portandoti via.
Ho atteso a lungo il vostro ritorno, finché non mi decisi a partire a mia volta. Dopo anni di vagabondaggio giunsi qui e mi fermai, rassegnato. Prova ad immaginare la sorpresa che provai vedendovi arrivare al mio tempio tanti anni dopo! Non poteva essere un caso, di questo ne ero convinto. Era stato il destino, e ne convinsi anche tuo padre.-
-Questa è stata la mia unica casa e qui ho vissuto i miei anni più felici, maestro...- la giovane stava a stento trattenendo le lacrime. Erano troppe le emozioni che stava provando...
-Ma poi te ne andasti…-
-Io…- Sayouki stava per spiegare a Sato ciò che le era successo, ma lui non la lasciò andare oltre, quasi avesse troppe cose da dire e troppo poco tempo per esporle. -Ohjio mi disse delle cose prima di morire. Disse che aveva visto che te ne saresti andata, ma disse anche che saresti tornata quando avessi finalmente ricordato.-
-Ricordato…mia madre?- Sayouki era incerta del modo in cui Sato aveva detto ‘ricordato’. Cosa intendeva? -Ricordato i ricordi di tua madre.- precisò lui sorpreso dall’incertezza della giovane.
-Ma io non ho ricordato nulla…- obiettò lei.
-Ne sei sicura, figliola?- chiese il vecchio con un velo di preoccupazione: -Sono dunque state solo le mie preghiere a portarti qui? Come sapevi che ero io l’uomo che era con tuo padre quella notte?-
-Una visione…- mormorò Sayouki confusa. Una visione del passato non le era mai capitata. O forse aveva condiviso con Sato il ricordo di quella notte, come tempo prima aveva condiviso la visione di suo padre?
-Il Dono di tuo padre, dunque?- sospirò abbattuto il vecchio maestro che non conosceva poi così a fondo i misteri della veggenza. -E’ possibile che per timore che il potere ti uccidesse, Rie abbia messo un sigillo su di te…-
-Ma il potere si è risvegliato! Quel giorno, quando me ne andai...io...- la voce della giovane si spense senza finire la frase e Sato azzardò un’ipotesi.
-Forse ora sei pronta per assumere il tuo ruolo di Dama dei sogni e per questo il sigillo si sta indebolendo...- -Sigillo o no, io non ho il controllo del mio potere e questo mi fa paura, maestro! Non voglio essere di nuovo causa di una strage!- ribatté lei alzando la voce senza volere.
-Devi trovare la chiave. Devi ritrovare i ricordi di tua madre per imparare a controllare il tuo potere. Forse tuo padre temeva qualcosa del genere e per questo mi pregò anche di continuare una sua ricerca…-
Questo nuovo risvolto attirò l’attenzione di Sayouki, che si dispose di nuovo in vigile ascolto.
-Ohjio sapeva che la tua condizione di mezzo demone ti avrebbe causato non pochi problemi, quindi si impegnò per trovare un modo di aiutarti, ma non ne venne mai completamente a capo. Tua madre ti salvò la vita cedendoti la sua eredità youkai e, a quanto pare, sigillando i tuoi poteri in quanto tu non eri ancora pronta a gestirli. Ohjio aveva sperato che io trovassi in tempo ciò che lui aveva cercato invano per gli ultimi dieci anni della sua vita, prima che la tua eredità ti schiacciasse e ti portasse a compiere gesti estremi…Ma io non ne sono stato capace…- la sua voce si assottigliò pronunciando le ultime parole.
Sayouki emise un gemito strozzato: Sato la sapeva responsabile della strage di tre anni prima, ma non la stava accusando; sembrava piuttosto rimproverare a se stesso di non aver parlato prima e di non essere stato in grado di portare a termine in tempo il compito affidatogli da suo padre.
-Non affliggetevi, maestro. Ho passato momenti terribili, ma ho imparato a convivere col mio dolore e la mia dannazione….-
-Non mi sono mai perdonato di averti persa.- l'uomo si sentiva responsabile per l'accaduto -E in questi anni ho dato fondo a tutte le mie risorse per trovare ciò che Ohjio cercava...e finalmente l’ho trovato! Ho trovato il magico gioiello che esaudirà ogni tuo desiderio e ti permetterà di porre fine alle tue sofferenze, ti renderà umana…-
A queste parole la ragazza rimase di sasso: strinse i pugni e non riuscì ad emettere un suono dallo stupore. Dunque per tutto il tempo, nel loro vagabondare, suo padre aveva cercato il modo di renderla umana, nonostante avesse sempre tentato di convincerla ad accettare la propria eredità e lei odiasse profondamente la propria natura...
Ma ora che l’aveva accettata, voleva ancora tornare indietro?
-Puoi decidere quello che vuoi, piccola mia.- Sato aveva intuito che Sayouki era combattuta -Ohjio voleva solo che tu avessi una scelta, per cui, se vorrai, io ti dirò dove si trova quella che si chiama Sfera degli Shikon.

****

Sayouki stava tornando indietro dopo l’incontro col vecchio maestro e si stringeva addosso il mantello che Sato le aveva detto di prendere dalla sua stanza. Si erano salutati poco prima con la consapevolezza che non si sarebbero più rivisti ed il maestro le aveva fatto la sua ultima richiesta: -E ora fammi dormire, Dama dei sogni…-
Sayouki l’aveva accontentato, donandogli (o almeno provandoci) i più bei sogni che potesse immaginare e sapendo che l’indomani Sato non si sarebbe più risvegliato. L’avrebbero ritrovato ancora sorridente accasciato sul cuscino davanti all’altare.
Faceva veramente freddo e nevicava abbondantemente in grossi fiocchi soffici. I suoi piedi calzati nei sandali facevano un rumore attutito sullo strato di neve fresca. Batteva forte i denti e per una volta maledì la notte di novilunio che le aveva tolto i poteri: non poteva tornare al rifugio da Inuyasha in quelle condizioni…essendo hanyou, doveva pur capitare qualcosa del genere anche a lui ogni tanto, ma Sayouki non era ancora pronta per rivelargli questo suo segreto. In fondo era l’unico momento in cui si ritrovava completamente inerme…e ora che aveva scoperto la portata dei suoi poteri, non era poi più così certa che le piacesse tanto quella condizione…inferiore...
Affrettò il passo e cercò di pensare ad un posto ove ripararsi fino al mattino. Fu così che si ricordò di un piccolo antro nascosto che avevano trovato durante quella stessa giornata…

****

Quella notte sembrava non finire mai e Inuyasha non riusciva a prendere sonno: si agitava sentendosi profondamente a disagio e dannatamente indifeso, così umano. Un fruscio all’esterno del suo rifugio lo fece sussultare e balzò in piedi guardingo uscendo a controllare: c’era qualcuno, là fuori, avvolto in un mantello scuro e fermo a pochi metri da lui.
-Chi va là?- intimò Inuyasha, ma non ricevette risposta, perché Sayouki, dal canto suo, era rimasta interdetta nel trovare qualcuno lì.
-I…Inu..yasha?- chiese incerta riconoscendo la voce.
-Sa…Sayouki??!- se possibile il giovane era ancor più stupito di lei per l’incontro inatteso. -Co..Cosa…?-
Pareva che nessuno dei due riuscisse a mettere insieme una frase di senso compiuto e il freddo era tale che entrambi battevano i denti in modo incontrollato.
Sayouki rinunciò a mantenere il suo ultimo segreto, perchè l'alternativa era morire assiderata e avanzò; Inuyasha invece arretrò, incerto sul da farsi, entrando senza accorgersene nel cono di luce proiettato dal fuoco dall’interno dell’antro. Vedendolo la ragazza si arrestò appena fuori dalla portata della luce e allungò una mano per sfiorare i capelli dell’hanyou, ora neri, e le sue orecchie, non più canine: -Ma tu…-
Inuyasha era rimasto impietrito e ora emise solo un rantolo mentre cercava qualcosa da dire, ma la risata improvvisa della ragazza interruppe qualsiasi suo pensiero. Ridendo divertita ‘Ma è impazzita??’ Sayouki fece un ultimo passo e fu così illuminata dal bagliore del piccolo fuoco: non v’era traccia di zanne tra i denti bianchissimi del suo sorriso e quando si calmò un po’ e lo guardò in faccia, lo fece con occhi castani. L’aspetto rimaneva singolare, sembrava straniera, ma era inequivocabilmente umano.
-Fa freddo qui fuori, non trovi?- disse lei sempre battendo i denti e ricominciando a ridere; si strinse addosso il mantello e tirò Inuyasha per una manica per farlo entrare nel rifugio.
Inuyasha era ancora scosso per tutto ciò che era accaduto negli ultimi minuti, ma soprattutto per il cambiamento subìto da Sayouki, e non si riferiva solo alla momentanea trasformazione in umana: pareva felice! Era quasi un mese che viaggiava con lei ed era certo di non averla mai vista così, il suo sorriso non era mai stato così aperto e sincero, e non si era mai rivolta a lui con tale cameratismo.
-Si può sapere che ti è successo?- brontolò a disagio.
Trattenendo a stento il riso che le saliva incontrollato, Sayouki rispose a fatica: -Perché? Non si vede forse?!- e scoppiò di nuovo a ridere.
Inutile, la situazione le sembrava troppo assurda! Lei che vedeva il futuro, ma doveva ricordare il passato, vittima di un destino che pareva prendersi gioco di lei… E poi, ironia della sorte, anche Inuyasha...
Ora aveva quasi tutte le sue risposte, ed era felice, non poteva trattenersi!
Inuyasha rimase con un mezzo sorriso incerto a guardarla calmarsi e riprendere fiato, con le lacrime agli occhi, e di nuovo si stupì del cambiamento di atteggiamento della ragazza quando lei iniziò spontaneamente a raccontargli ciò che aveva saputo del suo passato.
Lasciate cadere tutte le barriere, decidendo di gettare al vento la diffidenza che l’aveva accompagnata per tutta la vita, Sayouki parlò ad Inuyasha delle rivelazioni di quella notte e, soprattutto, della Sfera degli Shikon.
-E’ davvero così potente come dici?! Potrebbe veramente esaudire qualsiasi desiderio?- le chiese concitato quando lei ebbe finito, gli occhi scuri che brillavano di speranza. ‘Potrei dunque diventare full youkai!?’.
La possibilità di porre fine a quella vita, di non sentirsi più inerme e indifeso come in quel momento e di fare finalmente pagare al fratello tutte le umiliazioni subìte, alimentò a lungo il fuoco della determinazione che si era acceso nel suo sguardo.

****

Il mattino successivo Sayouki si destò per prima. Avevano parlato per più di un’ora, poi si erano addormentati accanto al fuoco di cui ora restavano solo le braci. Inuyasha era appoggiato con la schiena contro la parete di roccia e lei si rese conto di aver dormito appoggiata alla sua spalla.
Quella notte qualcosa le aveva dato alla testa?
Si era sentita come ebbra e si era forse lasciata un po’ troppo andare…Lasciarsi andare...Le era mai capitato? Era appena semicosciente ed aveva ancora la testa appoggiata alla spalla di Inuyasha, fissando il suo kariginu rosso, quando la visuale le si sfocò e la stoffa rossa scomparve...Aveva la testa appoggiata al petto nudo e muscoloso di un giovane uomo e lunghi capelli argentei le solleticavano il viso...Arrossendo turbata, si scostò immediatamente dall’hanyou, che si stava svegliando proprio in quel momento. Mentre si stirava sbadigliando, Inuyasha incrociò lo sguardo della ragazza e si osservarono per un attimo, imbarazzati: avevano ripreso entrambi le loro sembianze consuete.
-Vogliamo partire dunque alla ricerca della Sfera?- azzardò lei.
Non sapeva cosa avrebbe fatto una volta trovato il magico gioiello, ma ora sentiva il bisogno di impegnarsi in qualcosa, non fosse altro che per distrarsi da tutti i pensieri che le affollavano la testa. E poi si vedeva che Inuyasha era molto interessato alla Sfera.
‘Segui il tuo cuore’ le aveva detto suo padre, e glielo aveva detto anche sua madre in sogno e nella sua visione, poco prima di morire. Glielo aveva ripetuto Sato la notte prima. L’avrebbe dunque fatto.
Il cuore la portava dove Inuyasha voleva andare.

****

-Mi è stata descritta come oggetto di grande potere- stava dicendo Sayouki mentre procedevano a balzi tra la neve fresca. La neve fluttuava ora fine e leggera, ma durante la notte era caduta abbondante e aveva quasi chiuso l’ingresso della piccola grotta, tanto che avevano dovuto scavare per uscire.
-Ma sappi che è custodita da una Guardiana, una sacerdotessa molto potente.- continuò la giovane.
-Sconfiggeremo quella miko allora! E ci approprieremo della Sfera e poi…- si interruppe ricordandosi improvvisamente con chi stava parlando. Già si era lasciato decisamente un po’ troppo andare parlando al plurale, inoltre aveva fatto una gaffe non da poco con tutto il resto, visto che Sayouki stessa era una miko, per quanto singolare.
-Ehm…- si fermò su un masso aspettandosi un sonoro rimprovero e invece Sayouki gli fece uno strano sorriso, uno di quelli di chi la sa lunga, che stonava su quel suo viso da ragazzina.
-Io non sarei così sicuro di te…- sentenziò guardando dritto davanti a sè, passando oltre.
Quelle parole potevano significare solo una cosa…
-Tu hai visto qualcosa!- l’hanyou era decisamente infastidito da quel suo criptico modo di fare -Dimmi subito…-
Ma la ragazza corse avanti con nella mente l’immagine di Inuyasha che stringeva tra le braccia una giovane e bellissima donna, una miko dai grandi occhi scuri e tristi.
E non era certo lei.
Dove diavolo la stava portando il suo cuore?



Piccolo dizionario di giapponese (senza pretese ^_^ ):
shingetsu: novilunio.
shikon: quattro spiriti.
shikon no tama: sfera dei quattro spiriti.


E presto apparirà anche Kikyo...Cosa pensate che succederà dato quello che che passa per la testa a Sayouki ultimamente???
Lettori miei, qui un commento è d’obbligo!
E per quanto riguarda la questione dell’eredità della Dama dei sogni e del fatto di ricordare i ricordi spero di non essere stata troppo contorta, altrimenti chiedete pure spiegazioni...
Ciao a tutti! Youki
  
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