Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: LilyProngs    16/08/2013    2 recensioni
"Zio... Tu pensi mai al Paradiso?" domandò Teddy, sembrava finalmente aver trovato il coraggio di porgergli la domanda che tanto premeva di uscire. Harry alzò lo sguardo immediatamente, confuso, e lo osservò. Non aveva appena pensato che fossero incredibilmente simili? In quel momento si rese veramente conto fino a che punto.
"Ci ho pensato molte più volte di quanto non riesca ad ammettere... e tu?" chiese di rimando.
Teddy lo guardò con un'intensità disarmante.
"Ci penso molte più volte di quanto non riesca ad ammettere...".
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pensi mai al paradiso?
Il mio angolo di Paradiso

Stava seduto su quella soffitta da tempo ormai. Aveva deciso di ripulire la sua vecchia Firebolt alla maniera babbana, un po' perché gli piaceva grattare piano la superficie lucida del manico di scopa che lentamente tornava lucido come un tempo, con i continui colpi di spugna... E un po' perché gli piaceva ritargliarsi quel piccolo attimo di serenità.
All'improvviso sentì vociferare giù in soggiorno.
"Buongiorno Andromeda, ti fermi anche tu a pranzo con noi oggi?" sentì la voce della moglie chiedere gentilmente. Fece per alzarsi.
"Oh no cara, devo andare a fare delle commissioni a Diagon Alley oggi, tornerò verso sera, va bene pasticcino?" sentì domandare a quello che indubbiamente era Teddy. Harry ridacchiò tra sé, sapeva che il suo figlioccio odiava quell'appellativo e infatti sentì rispondere: "Sì nonna, ma non mi chiamare pasticcino!Quante volte te lo devo dire?" sentì esclamare con la sua voce cristallina da bambino.
"Ancora una volta credo... Pasticcino!" sentì rispondere con ilarità l'anziana donna. Harry pensò per un attimo che Andromeda provasse un piacere sadico a chiamare le persone con nomi che non sopportavano. Scese in fretta le scale e la trovò avvolta nel suo solito vestito da strega scuro, i lunghi capelli castani abbondantemente striati di bianco raccolti in una morbida crocchia. Il suo sguardo passò subito al bambino al suo fianco che quando lo vide si lasciò uscire un piccolo urletto per poi correre tra le sue braccia.
"Padrinooooo!" esclamò prendendo la rincorsa e saltando in braccio a Harry che lo acciuffò come se fosse un boccino e lo fece girare.
"Teddy!" rispose con un grande sorriso per poi poggiarlo a terra, sotto il suo braccio gli scompigliava i capelli quel giorno di una bellissima tonalità blu notte. Il bambino si divincolava ma non poteva trattenersi dal ridacchiare. Le due donne li guardavano divertite.
"Allora non ti fermi con noi, Andromeda?" chiese nuovamente Harry.
"No, no cari, vi ringrazio... Ginny, a quando la nascita del primo Potter?" chiese con dolcezza guardando il pancione abbondantemente tondo della rossa. Ginny sorrise scoccando uno sguardo ad Harry.
"Se tutto va bene tra tre settimane" rispose.
"Oh che meraviglia!Hai visto Teddy, tra breve avrai un cuginetto acquisito" esclamò la donna guardando il nipotino. Teddy annuì poco convinto mentre stringeva forte la mano del padrino.
"Vieni su con me, Teddy? Stavo rispolverando la mia vecchia Firebolt" propose, Teddy alzò lo sguardo entusiasta.
"Sì, mi piacerebbe tanto!" rispose.
"Allora donne, noi andiamo!" disse Harry con un sorriso, Andromeda si chinò per scoccare un sonoro bacio sulla guancia del nipote e se ne andò.
"Andate pure, io devo finire l'articolo per la Gazzetta..." disse Ginny dando un bacio ad Harry.
"In carrozza!" disse Harry issandosi il bambino sulle spalle.
"Attenti a non cadere!" li reguardì Ginny con un sorrisetto.
"Ma certo zia, sono in braccio ad Harry Potter, cosa mi può capitare?" esclamò Teddy, con estrema fiducia ed ovvietà.
I due si avviarono piano in soffitta e una volta davanti alla porta Teddy scese dalle spalle del padrino. Entrarono nella vecchia stanza polverosa dove la Firebolt era poggiata su un cavalletto.
"Che bella, zio!" esclamò Teddy estasiato. Harry prese uno sgabello e lo poggiò vicino alla sua sedia.
"E' già stata abbondantemente superata, ma è un pezzo d'epoca" disse l'uomo osservando la faccia contenta del bambino.
"Posso darti una mano?" domandò, Harry gli passò uno straccio.
"Certo, tu continua con il manico io mi dedico alla coda" rispose e i due si misero all'opera. Da che erano saliti, nonostante stessero prestando attenzione alla scopa, Harry sospettò qualcosa nei confronti del figlioccio, come se il bambino si stesse trattenendo dal dire qualcosa. Infatti, nel religioso silenzio con cui stavano lavorando, a volte Harry sbirciava Teddy con la coda dell'occhio e lo vide cercare di aprire la bocca più volte per poi richiuderla precipitosamente. Teddy era cristallino nelle sue espressioni, spesso di una sincerità quasi disarmante. Era stato incredibile vederlo crescere davanti ai suoi occhi e notare quanto entrambi fossero simili. Come la loro condizione fosse simile. Rivedeva così tanto del sé bambino in lui, così tanto da sentirsi quasi male.
"Zio... Tu pensi mai al Paradiso?" domandò Teddy, sembrava finalmente aver trovato il coraggio di porgergli la domanda che tanto premeva di uscire. Harry alzò lo sguardo immediatamente, confuso, e lo osservò. Non aveva appena pensato che fossero incredibilmente simili? In quel momento si rese veramente conto fino a che punto.
"Ci ho pensato molte più volte di quanto non riesca ad ammettere... e tu?" chiese di rimando.
Teddy lo guardò con un'intensità disarmante.
"Ci penso molte più volte di quanto non riesca ad ammettere..." rispose quasi in un sussurro ed Harry capì che era arrivato il momento, la consapevolezza più profonda e totale di ciò che gli era successo. Sicuramente avendo sette anni ci aveva già pensato prima, ma era la consapevolezza vera e propria di essere senza i propri genitori. E' una cosa graduale, una presa di coscienza crescente. Ricordava bene quando era capitato anche a lui, ancor prima di scoprire di essere un mago, quando ancora credeva che i suoi genitori fossero morti in un incidente d'auto e lui era stato destinato a vivere con i Dursley. E al paradiso ci aveva pensato un'infinità di volte e durante gli anni ad Hogwarts, dopo tutto quello che era successo, ci aveva pensato ancora di più.
"Pensi a loro..." disse Harry e Teddy annuì, quasi imbarazzato.
"E' normale Teddy... E' la cosa più normale del mondo" aggiunse con dolcezza.
"Ma noi maghi non crediamo nel Paradiso, è una cosa babbana..." aggiunse, forse era questo il motivo del suo imbarazzo.
"Diciamo che chiamiamo con un nome diversi la stessa identica cosa... Sì noi maghi non abbiamo l'idea del Paradiso, anche se ci sono tanti nati babbani che lo conoscono ed ormai è entrato anche nel nostro mondo... Il Paradiso è l'amore, Teddy, un luogo pieno d'amore, una nuova fantastica avventura dopo la vita..." gli spiegò.
"A volte penso che vedrò mamma e papà solo quando non ci sarò più... Tu hai visto i tuoi genitori anche se erano morti, vero? Quando hai affrontato... Voldemort" domandò. Harry abbassò lo sguardo. 
"Sì... Ma non ho mai potuto godermi quei momenti, ero sempre in un grande pericolo quando è successo..." rispose piano.
"A volte penso che mi mancano talmente tanto da non riuscire a sopportarlo... Si può sentire la mancanza di qualcosa che non hai mai avuto?" domandò ancora. Harry alzò nuovamente lo sguardo.
Era stato assurdo per lui notare, quando per la prima volta al suo quinto compleanno si era reso conto di quanto assomigliasse a Tonks. Gli eleganti lineamenti dell'antica e nobile casata dei Black, che lei aveva ereditato e cercato di nascondere con i suoi capelli rosa cicca e gli abiti rokkettari, gli aveva tramandati al figlio. I lineamenti e quel nasino piccolo e dritto, che spesso mutava per scherzo nel grugno di un maiale, cosa che anche Teddy aveva precocemente imparato a fare quando per la prima volta Ginny gli aveva raccontato di quando Tonks mutava la forma del suo naso per divertire lei e Hermione. Sì assomigliava molto a sua madre, eccetto per gli occhi... Aveva gli occhi di suo padre.
Quante volte Harry si era sentito dire quella frase all'inverso... Da tutti, da Remus stesso. Come era incredibile che proprio al suo figlioccio fosse capitata la stessa cosa. Incredibilmente simili, si ripetè nella sua testa.
E guardò dritto negli occhi del bambino. Dei grandi occhi dalla forma allungata e le iridi d'ambra che gli conferivano un'estrema gentilezza nello sguardo, la stessa gentilezza che aveva Remus, quella stessa gentilezza che mai avrebbe fatto dire ad alcuno che dietro quello sguardo buono ci fosse un lupo mannaro. Anche quella caratteristica, una volta che Harry per la prima volta gli aveva detto esattamente: "Assomigli moltissimo a tua madre... Eccetto per gli occhi... hai gli occhi di tuo padre". La prima volta che glielo disse Teddy non aveva capito cosa inteddesse dire ed Harry gli aveva passato le poche foto che aveva di Remus, e l'unica che possedeva di Tonks. Quando Teddy vide quegli occhi per la prima volta, nonostante l'arcobaleno personale che possedeva, non aveva mai cambiato il colore delle sue iridi, neanche per gioco come invece faceva con i suoi capelli. Finalmente Harry rispose.
"Certo che è possibile, Teddy... Anzi quella mancanza si sente ancora di più" disse con franchezza.
"E come si fa a sopportare?" chiese ancora, con un'angoscia nella voce quasi disarmante per un bambino ancora così piccolo. Harry si mosse a disagio sulla sedia, come poteva rispondere? Poi si ricordò quando al suo primo anno ad Hogwarts aveva visto il riflesso dei suoi genitori nello Specchio delle Brame, si ricordò di aver provato la stessa angoscia mista a gioia, di aver desiderato quasi di cadere dentro lo specchio pur di raggiungerli. Era sicuro che quel desiderio accecante di averli con sé era lo stesso che provava Teddy in quel momento e si ricordò ancora la saggia risposta di Silente, che non solo gli aveva dato pace, ma gli aveva insegnato il modo per affrontare tutto quel dolore. E quali parole migliori se non quelle del miglior uomo che avesse mai conosciuto?
"Al mio primo anno ad Hogwarts, una delle tante volte che sgattaiolavo via dai guai, scoprii uno specchio che rifletteva il più profondo desiderio della persona che guardava in esso..." iniziò a raccontare, Teddy l'ascoltava attentissimo.
"Avevo undici anni, avevo passato tutta la mia vita fino ad allora con i Dursley che, be', non mi avevano mai trattato bene e neanche permesso di capire e conoscere i miei genitori attraverso i loro racconti... Ed allora era quello il mio più grande desiderio, conoscerli, anche solo vederli... E li vidi, riflessi nello specchio... Da che li vidi non riuscii più a darmi pace finché Silente non mi scoprì..." continuò e si fermò un attimo quando sentì Teddy sussurrare: "Wow, Silente!".
"Mi spiegò cos'era lo specchio e che era comprensibile che per me, non avendo mai conosciuto i miei genitori, di poterli riverede lì riflessi... Ma poi mi rispose ciò che mi sento di dire a te ora: Non serve a niente rifugiarsi nei sogni, Teddy, e dimenticarsi di vivere" concluse e lo guardò. Teddy lo osservava leggermente confuso.
"E' giusto pensare ai tuoi genitori, è normale sentire la loro mancanza, è bellissimo che cerchi di emularli con i tuoi occhi d'ambra e i capelli colorati e sono sicuro che caratteriamente c'è moltissimo di entrambi di loro in te... Ma non vorrebbero mai che tu rimanessi ingabbiato nel loro ricordo, nel desiderio assoluto di vederli... Vorrebbero, certo, che continuassi a vivere senza mai dimenticarli, ma che continuassi a vivere anche guardando avanti" gli spiegò. Teddy rimase in silenzio a lungo, guardando un punto indefinito nella stanza e poi annuì.
"Sì, ho capito..." sussurrò.
"Credo che il Paradiso sia un luogo pieno d'amore, ma che noi amando riportiamo quel paradiso sulla terra... Trova il tuo modo di portare il tuo angolo di Paradiso con te. Io ti racconterò di loro ogni volta che vorrai così che tu possa portarli nel tuo cuore, e tu cerca più cose possibili che ti rendano felice oltre al loro ricordo in modo tale che il dolore della loro mancanza non ti opprima, ma che ti accompagni. Cerca di renderli fieri di te ogni giorno, perché loro ti guardano e sono con te sempre... Tienili con te, per poi guardare avanti" disse e non potè fare a meno di sentire qualcosa dentro di sé muoversi, un solletico che per un attimo gli fece inumidire gli occhi. Oltre alla forma degli occhi di Remus aveva anche lo stesso sguardo intelligente ed Harry era sicuro che in parte avesse capito.
"Il mio angolo di Paradiso..." borbottò Teddy fra sé. Non era certo di aver compreso in pieno le parole del padrino, ma era certo che le avrebbe capite sempre di più crescendo perché mai le avrebbe dimenticate.
Ci fu un silenzio denso di significato che però Harry si sentì in dovere di spezzare.
"Allora, proviamo a fare un giro a questa Firebolt?" disse con voce più allegra. Teddy fece un sorriso enorme e dopo avergli parlato si sentì leggero, sentì che da quel momento il pensiero dei suoi genitori non sarebbe stato la sua tristezza ma la sua forza. Che non li avrebbe mai dimenticati, che non avrebbe mai smesso di chiedere ad Harry di parlargli di loro ma che d'ora in poi quella nuvola grigia che sentiva accompagnarlo si sarebbe dissolta per lasciar spazio a qualcosa di più allegro, più felice... Non sapeva cosa sarebbe stato, ma sicuramente sarebbe stato meraviglioso.


Eccomi qui di nuovo! All'inizio doveva essere solo una one-shot ma ho deciso invece di metterla come punto di partenza per la mia prima Teddy-Victoire che da tempo ero desiderosa di provare a scrivere. Remus è sempre stato il mio personaggio preferito e ho sempre adorato lui e Tonks insieme, voglio vedere come riesco a gestire il loro Teddy! Anche se non ne ho molto il tempo, anche se a breve ricomincerò l'università, ma è da giorni che avevo quest'idea in testa e dovevo assolutamente buttarla giù!
Spero vivamente che questo primo capitolo vi piaccia e spero commentiate numerosi!

Un saluto,
LilyProngs
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LilyProngs