Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: _Becky    16/08/2013    5 recensioni
Barcellona,Spagna.
Mezza città ha un idolo: Pablo Fuentes.
Fortissimo,umile e intelligente,così lo definisce Marisol: ragazza diciottenne appassionata del calcio proprio grazie a lui. Sogna di incontrarlo un giorno,anche se non ne è completamente certa.
Ma cosa succederebbe se lo incontrasse per davvero,e si scontrasse con l'arrogante e presuntuoso fratellino?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Grazie a tutte le persone che mi hanno sostenuta e consigliato; Grazie ai vecchi e ai nuovi lettori; grazie a chi sapendo che sono una ritardataria cronica ha comunque aspettato che finissi la revisione e pubblicassi il capitolo. Siete i migliori.

CAPITOLO QUATTORDICI

Il mattino seguente quando scesi per fare colazione, già pronta per la scuola, ci trovai Greta e Daniel, che mangiavano ridendo e scherzando.
Appena si girarono e mi videro quasi gli venne un infarto; Trattenni una risata soffocandola con un finto colpo di tosse e mi sedetti al loro fianco versandomi il latte.
“Buongiorno” biascicai.
“ ‘Giorno” risposero all’unisono.
Tutta la colazione si svolse in religioso silenzio, dettato dal loro imbarazzo.
Alle 7:45 in punto dopo che entrambe recuperammo le borse uscimmo per andare a scuola.
Appena ci allontanammo di qualche passo ero già sul piede di guerra, pronta a farle il terzo grado, ma vedendo la sua espressione da ‘ti prego mi imbarazzerei troppo a raccontare’, capii che quella notte sarebbe dovuta essere una cosa personale, semplicemente le sorrisi e la abbracciai.
“Non è successo niente se è questo che vuoi sapere!” gracchiò imbarazzata “E comunque voglio raccontarti la cosa in generale com’è andata.”
“Greta,” la richiamai. “Non ce n’è bisogno, io..”
“No.” Mi fermò. “Sei la mia migliore amica e non cambia il fatto che lui sia tuo fratello, io voglio raccontarti quello che è successo.”
Annuii anche un po’ felice e lei iniziò a raccontare.
Praticamente, quando erano arrivati a casa, Daniel l’aveva messa vestita sotto il getto d’acqua gelato della doccia e una volta –dopo mezz’ora!- che si era ripresa, mio fratello le aveva imposto di parlare. Avevano litigato furiosamente, Greta gli aveva rifilato uno schiaffo e parecchi pugni sul petto, quando all’improvviso l’aveva fermata bloccandole i polsi e baciandola. E così, dopo aver fatto la guerra tra menate e parolacce, dopo essersi baciati, avevano riuscito finalmente a chiarire e finalmente ora avevano deciso di provarci davvero.
Ed io amavo quella coppia, erano belli.
Intanto che Greta mi aveva raccontato, eravamo arrivate nel giardino della scuola e notai che tutti mi stavano guardando.
Lasciai perdere e continuai a ridacchiare insieme a Greta che era davvero felice.
“Ehi, scusa!”
Mi girai vedendo un ragazzino mai visto prima, sicuramente del primo anno, che mi guardava con gli occhi luccicanti.
“Stai chiamando me?” domandai, puntandomi una mano sul petto per indicarmi.
“Si.”
“Dimmi.”
Mi girai completamente affiancata da Greta parandomi di fronte a lui.
“Tu sei Marisol, giusto?”
Aggrottai la fronte, sempre più confusa.
“Si..”
“Senti, tu..Tu..”
Lo guardai stranita.
“Io..?” Lo incalzai.
“Andrés è il mio mito!”
Una risata strozzata mi uscì dalla bocca.
“Beh, buon per te! Aloha ragazzino!” dissi sventolando la mano in segno di saluto e andandomene via con Greta.
Bah, tutti a me capitavano.
“Marisol, Marisol!”
Mi girai per la seconda volta quella mattina , trovando di fronte a me una ragazza di terzo.
“Ciao  Julia!” risposi cortese.
Mi sorrise nel modo più luminoso ed io mi chiesi se ci fosse qualche motivo in particolare che attirasse l’attenzione su di me; infatti qualche secondo dopo, molti ragazzi e ragazze si aggiunsero a Julia.
“Senti..Tu, tu..”
Ma cos’era?
Iniziai ad innervosirmi leggermente, iniziando a capire la causa di quelle balbuzie e l’attenzione rivolta a me dai ragazzi in giardino.
Deglutii, non mi piaceva stare al centro dell’attenzione.
Incrociai le braccia al petto.
“Tu conosci Andrés Fuentes, vero?”
Appunto.
“Si.” Dissi nel modo più innocente possibile.
Parecchi gridolini d’approvazione si susseguirono tra i ragazzini e per fortuna la campanella mi salvò da qualche domanda indiscreta.
“Scusate, devo andare!”
Sloggiai, seguita da Greta.
“Ma perché fanno così?!” chiese Greta.
“Non lo puoi immaginare? Ieri gli allenamenti erano a porte aperte e..”
Appena entrammo in corridoio tutte le ragazze li presenti mi guardarono, chi sprezzante, chi sognante, chi arrabbiato, chi indifferente.
Riservai un’occhiataccia a tutti, perché proprio non sopportavo di essere al centro dell’attenzione e mi diressi a passo di marcia verso un primino con in mano la gazzetta dello sport.
Quando arrivai a destinazione la strappai dalle mani del ragazzetto.
“Ehi!” protestò, poi mi guardò meglio. “..Ma tu sei la fid..”
“SPARISCI!” gli gridai fulminandolo e interrompendolo sul più bello della frase.
Mi guardò impaurito.
“O-okey” e si dileguò.
Aprii la gazzetta affiancandomi a Greta e ovviamente in prima pagina, al posto di starci le ultime notizie del calcio e dello sport, c’era un articolo su Andrés e una foto mia e sua che camminavamo mano nella mano e un’altra quando Andrés mi teneva la mano sulla schiena e temporaneamente mi dava un bacio, al campo.
In alto c’era il titolo: “AVVISTATO PIU’ VOLTE CON LA STESSA RAGAZZA. SARA’ UNA FIAMMA O IL NOSTRO PLAY-BOY HA MESSO AL SUO POSTO LA TETSA?”
Greta aprì la bocca sconvolta ed io buttai a terra il giornale.
“Odio stare al centro dell’attenzione. Odio il fatto che i paparazzi siano sempre in giro. Odio che mi reputino una sua fiamma. Odio tutto, noi non stiamo neanche insieme!” sbroccai, cercando di contenermi, a Greta, che fece di spallucce.
“Hai proprio ragione. Però per il fatto che non state insieme, beh..”
“Greta!” la richiamai, già nervosa di mio.
“Scusa!”
Sbuffai e insieme ci dirigemmo verso la classe, dove ci attendeva il prof di matematica, da solo e con la stessa Gazzetta tra le mani.
Appena mi vide gli s’illuminarono gli occhi ed io roteai gli occhi al cielo.
Come faceva Andrés a sopportare i paparazzi e tutti coloro che lo assillavano?
“Signorina Marisol, buongiorno!”
“Buongiorno.” Risposi educata.
“Buongiorno anche a lei.” Rispose sarcastica Greta, a cui non aveva prestato attenzione.
“Oh, buongiorno anche a lei signorina Greta.”
“Marisol, ma è vero che esci con Andrés Fuentes?”
Dal Lei al Tu, benissimo!
Con un po’ di batticuore, perché che cosa ne sapevo cosa dire, risposi nel modo meno acido possibile.
“Professore, per favore, può evitare di farmi queste domande? Io e Andrés ci conosciamo, qualche volta usciamo insieme, ma per favore, smettetela di guardarmi con gli occhi luccicanti tutti quanti. E’ un ragazzo normale, come tutti gli altri!”
Okay, forse no..
Il professore si infilzò gli occhiali e “Scusami Marisol, non volevo, è che qui tutti i giornali parlano di voi insieme e beh se Andrés ha messo apposto la testa per te non può che farmi piacere.”
Sorrisi inconsapevolmente e biascicai un “Lo spero..”
Il prof sorrise.
“Salutamelo appena lo vedi.”
Annuii.
“Certo.”
 
La giornata di scuola finì in modo che avessi i nervi a mille.
Le oche della classe non facevano altro che farmi domande, i ragazzi nel corridoio mi adulavano quasi ed io avevo solo bisogno di stare tranquilla, e vedere Andrés.
Quando la campanella dell’uscita suonò mi appiccicai a Ben neanche fosse un’ancora di salvezza, cingendogli le spalle nonostante fosse più alto di me e lui il fianco.
“Ben, non ti sei fatto vedere più ieri! Volevo farti conoscere Andrés!”
“Siamo noi che vi abbiamo persi di vista!”
“Ah si, perché siamo stati io ed Andrés ad andarcene!” dissi offesa.
“Daaaai, sarà per la prossima. Io e Pilar eravamo andati a ballare e abbiamo un po’ esagerato con i drink, non mi sembrava il caso!”
“Oh.”
“Già. Dai ora abbracciami!”
Aprì le braccia ed io mi ci fiondai dentro, e quando mi staccai, mi sembrò di vede una mini cooper conosciuta, dopo però, pensai che era stata solo la mia immaginazione.
 
Andrés’ pov
 
Avevo letto i giornali quella mattina, e tutti parlavano in prima pagina di me e Marisol.
Avevo scosso la testa, Marisol non era l’ultima fiamma e sicuramente non le sarebbe piaciuto essere su tutti i giornali.
Buttai l’ultimo nel cestino e decisi: sarei andata a prenderla a scuola anche per tranquillizzarla un po’.
Scesi da casa e misi in moto, arrivando poco dopo alla sua scuola e accostando proprio davanti al cancello.
Cinque minuti più tardi suonò la campanella di fine giornata.
Ah, come mi mancava quel posto; avevo fatto le migliori cazzate e le migliori conquiste basate su ormoni e scommesse.
Ma ora potevo dire che avevo trovato una ragazza diversa: pazza, acida, determinata e soprattutto che mi teneva in riga.
Battei la mano sul volante. Cazzo, stavo diventando proprio una femminuccia!
Finalmente gli studenti iniziarono ad uscire e scesi per vedere un po’ meglio.
Tutti gli studenti iniziarono a guardarmi e a salutarmi, acclamando ‘sei un campione come tuo fratello’ ed io ricambiavo i saluti e ringraziavo cortesemente.
Mi sporsi di più e finalmente la vidi…Abbracciata ad un ragazzo, che scherzavano e ridevano.
Il mio sorriso di felicità al solo vederla con quello li si tolse subito.
Insomma, aveva me e andava ad abbracciarsi un mezzo nano e pure sfigato?
Scossi la testa.
Perché fra tante ragazze che mi avrebbero reso la vita più facile, disposte a fare qualunque cosa per me mi ero andato a scegliere la più complicata della terra?
Mi morsi il labbro a sangue. Sembravo proprio una femminuccia e non mi piaceva per niente.
Scazzato più che mai risalii in macchina sotto lo sguardo estasiato di tutti e partì a tutta velocità.
Perché cazzo le stavo ancora dietro?!
Camminai per un bel po’, finchè qualcuno da dietro suonò il clacson, e guardando dallo specchietto retrovisore scorsi mia cugina: bionda, bella, rifatta a più non posso. Era la solita bella e troia, forse l’unica della famiglia. Vestiva appariscente ed apriva le gambe a chiunque ma io non mi ero mai permesso di dirglielo, tanto a me che importava?! Cavoli suoi che era una troia.
Accostai e lo stesso fece Barbie, scendendo e con un bel vestitino appariscente degno di lei, corto fino a coprirle appena sotto il sedere.
Scossi la testa e scesi anche io, pronto alle sue ultime news di cui sinceramente a me non importava un cazzo.
 
Marisol’s pov

Dopo aver salutato Ben e Greta decisi di farmi una bella passeggiata a piedi, così scelsi la via più lunga che passava per il centro.
Non volevo essere guardata, osservata, fermata, e per prevenire indossai le cuffie del mio mp3 ascoltando le mie canzoni preferite.
Camminando ignoravo tutte le persone che si fermavano a guardarmi e additandomi con la loro compare, ed io non mi giravo neanche a vedere il labbiale: semplicemente non m’importava di loro e non volevo innervosirmi per niente.
Quando da lontano scorsi l’auto di Andrés fermata e lui sul marciapiede un sorriso mi si formò sul viso, che però s’incrinò quando avvicinandomi notai che ero abbarbicato ad una sicuramente ex fiamma, dal vestitino (anzi, fazzoletto!) giallo che le ricopriva a malapena il sedere, tacchi a spillo 12cm, da cui speravo cadesse e si rompesse le gambe e i capelli biondi degni di lei.
Una rabbia montò in me ma mi costrinsi a stare calma e passare per di li come se niente fosse, anzi, evitando anche lui.
Riposi il mio mp3 nella cartella e continuai a camminare, e mentre mi avvicinavo a loro, più la rabbia cresceva.
Stai calma, stai calma, stai calma, stai calma. Respira, contieniti, non urlare, non fare la gelosa, non parlargli, non..
“MA CHE STRONZO!”
Niente, proprio non ce la feci a stare zitta.
Andrés e la gnocca poco di buono si staccarono e lei mi guardò sorpresa.
Andrés, in un primo momento fece lo stesso, poi assunse un’espressione..arrabbiata?!
“Che..” provò a dire, ma la gallina si avvicinò e mi porse la mano.
“Io sono..”
“Non m’interessa chi cazzo sei.” Le dissi abbassando i toni, con un sorriso che in fronte avevo stampato “MADE IN CHINA”.
Lei abbassò la mano guardandomi incredula e a bocca aperta, poi dopo qualche secondo guardò me e poi Andrés per formulare un ‘Oh..’ quasi consapevole.
“Che vuoi?” fu la domanda di Andrés.
Ma era cretino o cosa?
“Che cazzo ti prende?” domandai.
“Che cazzo prende a te?!” sbottò lui.
“Come osi parlarmi in questo modo?” urlai.
“Ti parlo come cazzo mi pare!”
Aprii la bocca incredula.
“Tu, tu. Tu..Sei uno stronzo!”
Dissi, e mi riconobbi come il balbuziente del ragazzino di quella mattina.
“E perché sarei uno stronzo, sentiamo?” disse di rimando ed ormai stavamo urlando entrambi.
“E me lo chiedi? Ieri hai fatto tutto il carino con me ed ora sei..Sei appiccicato a questa qui?!” gridai indicando l’oca bionda che ci guardava con un’espressione sghemba sul viso.
Che cretina era?!
“E tu?”
“IO COSA?!”
“Con chi eri abbracciata prima?”
“A nessuno!!” dissi d’impeto.
“Ha! Io invece ti ho vista sai, fuori scuola abbracciata con un tipo, quindi non venire a dire che io sono uno stronzo perché ero abbracciato a lei, quando la prima stronza qui sei tu!”
Ci pensai un attimo su e quasi volli picchiarlo ma non gli diedi nessuna soddisfazione.
“Direi che siamo pari allora!”
La sua mascella si serrò, i muscoli contratti.
“Direi di si. Ora potresti anche filartela che ho da fare.”
Aveva da fare? Aveva da fare in quel senso con quell’oca bionda?!
“Si è visto quanto ero diversa per te.” Sussurrai stavolta, però mi sentì, perché eravamo vicini.
Intanto la gallina sloggiò, mettendosi in  macchina e partendo, lasciandoci soli nel bel mezzo della discussione.
Boccheggiò un attimo.
“Io..Io..Aah, non vedo perché dovrei darti delle spiegazioni visto che tu non me ne dai, te ne freghi.” Disse passandosi una mano tra i capelli.
“TU te ne freghi. Te ne freghi perché non avresti dovuto reagire così. Te ne freghi perché saresti dovuto venire da me e chiedermi spiegazioni.”
Feci un passo in avanti verso di lui.
“Te ne freghi perché quella tipa si è arrampicata a te e tu non hai fatto niente per staccarti, non le hai detto ‘mi sto frequentando con un’altra’ , sempre che per te sia così.”
Un altro passo verso di lui.
“Te ne freghi perché tu vuoi tutte e ti sei interessato a me solo perché sono complicata e mi vedevi una sfida da superare.”
Ancora un altro passo, e mi ritrovai a pochi centimetri dal suo viso e ad ogni cosa, gli mettevo un dito sul petto con fare accusatorio.
“Te ne freghi perché non mi vuoi davvero. Te ne freghi perché sei uno stronzo.”
E solo in quel momento mi accorsi che eravamo troppo vicini ed entrambi facevamo il viso in avanti per avvicinare le nostre bocche.
“Si, sei proprio uno stronzo..” sussurrai.
“E tu una stronza..” sussurrò di rimando.
“Sei un bastardo.”
“E tu gelosa.”
Eravamo ad un centimetro e le distanze si sarebbero annullate.
“E tu geloso di più, ammettilo..”
Le labbra si sfiorarono e mai come allora il cuore martellò forte nel petto.
“Non sai quanto..”
E detto questo le nostre labbra si unirono definitivamente, in un bacio da prima casto, poi si approfondì e diventò bisognoso e poi ancora dolce.
Legai le braccia al suo collo e lasciai che mi circondasse la schiena e baciasse li, nel centro della città, con una manciata di gente a guardarci li intorno, fermatosi apposta per noi e i paparazzi che avvisati da chissà chi erano già sul posto a scattarci foto.
Si staccò leggermente.
“Comunque quella era mia cugina..” biascicò.
“E quello che ho abbracciato era il mio migliore amico Ben, che volevo farti conoscere ieri.”
Sorrise e tornò a baciarmi e quello fu il momento più bello per noi due, che dopo esserci detestati, arrabbiati, picchiati –io avevo picchiato lui eh!- , aver fatto pace, esserci sfiorati senza mai riuscire ad esprimerci, finalmente ce l’avevamo fatta a fare quel passo in avanti.

 
Ed eccoci qua.
Non picchiatemi, non trucidatemi, non uccidetemi, por favor cc
Ho finito la revisione e poi per sfortuna, ho perso il quaderno su cui avevo scritto metà di questo capitolo. Quindi ho dovuto riscriverlo sul pc da capo e diversamente e ci ho messo un bel po’ di tempo.
Ma come sapete che sono una pigra e una ritardataria cronica sapete anche che mantengo le promesse, e vi avevo detto che era un capitolo BOOM e beh, lo è stato, penso.
Finalmente tutti e quattro i piccioncini si sono decisi a fare un passo in avanti!
Ora bisogna solo eliminare le difficoltà!
Ah, ho una richiesta: Se per favore, nelle recensioni potete scrivermi se volete o meno un messaggio quando aggiorno, perché ci sono persone a cui potrebbe dare fastidio ed altre a cui farebbe comodo, e siccome non voglio che nessuno si arrabbi per i due motivi sopracitati se me lo diceste sarei felice, non dimentiche di farlo!
Domanda: Ma vi piacerebbe un continuo di questa originale? Però i protagonisti non sono Marisol e Andrés, (forse saranno personaggi secondari se ci saranno, dipende da cosa decido per il finale! Naah già lo so, ma non ve lo dico uhuh u.u) bensì Greta e Daniel! Fatemi sapere le vostre opinioni a riguardo e per il capitolo.
 
A presto.<3
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: _Becky