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Autore: simpleGAIMAN    16/08/2013    2 recensioni
Desmond Miles muore il 21 dicembre 2012. O almeno, questo è ciò che ci hanno raccontato. Ma allora perché sta frequentando il Priority College, Newcastle-upon-Tyne, Inghilterra? Come mai è stato inserito in un programma di borse di studio per studenti particolarmente dotati, pur non avendo un talento particolare? E perché il rettore magnifico ed il corpo insegnanti sembrano riservargli particolari attenzioni?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Connor Kenway, Desmond Miles , Ezio Auditore, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Forse non vi è del tutto chiaro quanto sia fondamentale la reputazione, per questa scuola.»

Desmond tiene lo sguardo basso, consapevole del fatto che Kenway può buttarli fuori tutti e quattro senza colpo ferire. Accanto a lui, Daniel Cross ha la mascella contratta, visibilmente adirato. Oltre Daniel, Desmond può vedere i ricci spettinati di Yusuf sovrastare tutti loro, nascondendo alla vista la testa di Connor.

Seduti su alcune sedie nell'ufficio del rettore, sono sovrastati dalla figura di Kenway, che troneggia su di loro guardandoli in cagnesco.

Tre di loro hanno almeno un buon motivo per rimanere: Desmond non vuole tornare al vecchio liceo di New York dove studiava prima, che rischiava di crollargli sulla testa ad ogni respiro troppo forte, e sa per certo che Yusuf non e così smanioso di rientrare ad Istanbul, dove la sua famiglia, una delle più ricche della città, desidera vederlo al più presto sposato. Per quel che riguarda Cross, si dicono strane cose: nessuno sa esattamente dove vivesse prima del Priority, ma ciò che è certo è che la sua situazione era instabile.

Di fatto, l'unico che potrebbe desiderare un'espulsione è proprio Connor. Aveva sempre vissuto in una riserva di nativi americani nei pressi di Boston, ma da un paio d'anni il padre lo aveva fatto trasferire in Inghilterra per tenerlo d'occhio, come diceva lui.

Haytham Kenway è inglese fino al midollo, caratteristica che Desmond trova fastidiosa, ed in più è il classico professore che sembra provare un intenso godimento nel bocciare i suoi studenti ad ogni prova. L'unico che è riuscito ad entrare nelle sue grazie è Charles Lee, uno dei Templari amici di Cross; ma a parte lui, nessuno che abbia avuto Kenway come insegnante ha avuto vita facile. Per fortuna, quando Desmond ha fatto il suo ingresso nel college, era ormai diventato rettore, e così aveva smesso di insegnare.

«Vi rendete conto di quante regole state infrangendo recentemente?» infierisce Kenway. «Oggi avete scatenato una rissa. La settimana scorsa avete ingaggiato un duello verbale poco edificante in biblioteca, dove fino a prova contraria vige il silenzio. Un mese fa, se non ricordo male, nel cercare di punzecchiarvi avete costretto il professor Davenport a sospendere la sua lezione. Devo continuare?»

Silenzio.

«Ho chiesto: devo continuare?»

È Connor a rispondere. «Non è necessario, signore.»

Desmond quasi ride: Kenway non desidera far sapere in giro che Connor è suo figlio, o si potrebbe parlare di nepotismo, così costringe il ragazzo a rivolgersi a lui come ad uno sconosciuto.

«Sono stufo di voi. Questo è l'ultimo richiamo. Alla prossima, siete fuori. E, Cross?»

«Si, signore?» domanda Daniel, che nonostante l'espressione carica di odio assume un tono di voce remissivo e cauto.

«Cerca di evitare di lanciare palle da tennis in faccia ai tuoi compagni.»

Daniel avvampa, ma non dice niente, limitandosi ad annuire. Yusuf fa per alzarsi, ma Kenway gli da un colpo alla spalla con la mano, rispingendolo sulla sedia.

«Non ho ancora finito, Tazim.»

Si fanno attenti: Kenway passeggia avanti ed indietro davanti a loro, come per aspettare il momento giusto per proseguire. Tipico di lui: Desmond detesta ammetterlo, ma quell'uomo sa come farsi ascoltare da qualsiasi tipo di pubblico. Loro malgrado, pendono dalle sue labbra.

Dopo alcuni minuti, Kenway si decide a parlare: «Questo pomeriggio arriverà un nuovo studente, e gradirei gli faceste vedere la scuola. So che è un compito noioso» aggiunge. «Ed è per questo che ve lo affido. Per tutta la settimana sarete la sua ombra, a sua disposizione per qualsiasi necessità. Se vi chiede di ballare, ballate. Se vi chiede di dormire, dormite. Se ti chiede di tirare un pugno al tuo amico Hastings, tu che fai, Miles?»

Desmond deglutisce e fisse negli occhi quell'uomo così odiosamente autoritario. «Gli chiedo da che lato del viso devo colpire.»

«Esattamente. Potete andare, ho sprecato anche troppo tempo.»

I quattro ragazzi scattano in piedi come molle e si affrettano fuori dalla stanza, diventata quasi soffocante. Una volta fuori, Daniel Cross si allontana per conto suo, dileguandosi senza una parola. Desmond è sorpreso: si sarebbe aspettato una serie di improperi, e invece se la cavano con poco.

«Che strano, un nuovo studente a marzo» commenta Connor.

«Che palle, un nuovo studente a marzo» gli fa eco Yusuf. «Sul serio, tuo padre non poteva fare di meglio. E in più, collaboriamo con il grande Daniel Cross in persona.»

Desmond lo guarda con ironia. «Ti ricordo che il grande Cross ti ha tenuto a terra con un piede.»

Yusuf gli lancia un'occhiataccia, poi nota qualcosa alle sue spalle ed indica loro di voltarsi.

In fondo al corridoio, intento a mormorare parole dolci all'orecchio di una bella ragazza, c'è il loro amico Ezio Auditore. Yusuf, già dimenticando l'episodio di poco prima, si avvicina di soppiatto all'italiano e, prendendolo alle spalle, lo circonda con le braccia all'altezza della vita e lo solleva.

«Scusa, Sofia!» dice allegramente. «Te lo riportiamo per l'ora di cena.»

«Yusuf!» esclama Ezio. «Se non mi metti giù, giuro-»

Il turco lo interrompe con una grassa risata. «Che cosa, mi baci a morte? Perché sono sicuro che sai fare solo questo.»

Ezio incrocia le braccia, stizzito, mentre Yusuf raggiunge gli altri due e finalmente lo rimette a terra. Desmond ridacchia, e Connor lancia uno sguardo a Sofia, che ha iniziato a chiacchierare con una sua amica. Rapidamente, il nativo americano gli racconta cosa è accaduto nell'ufficio del rettore Kenway, senza nascondere un certo nervosismo all'idea di dover lavorare con Daniel Cross.

«So di che studente si tratta» commenta Ezio. «L'amica di Sofia ne ha sentito parlare: pare che sia una specie di genio, forse perfino più bravo della nostra Lucy.»

«Non le farà piacere saperlo» commenta Connor.

Yusuf sbuffa. «Spero vivamente che Cross ed i suoi compagni non decidano di prendersela con lui. Non sarebbe un bel modo di iniziare le cose qui dentro.»

Desmond è d'accordo: ricorda i primi giorni al Priority, durante i quali ha fatto l'errore di fare qualche avance a Lucrezia con l'unico risultato di prendersi un pugno in faccia dal fratello di lei. Da una parte, quell'episodio ha avuto i suoi risvolti positivi: ha conosciuto i suoi amici, che sapevano già che tipo di persone fossero i Templari. Dall'altra parte, però, aveva anche fatto sì che Desmond si trovasse dal lato sbagliato della mensa: quello che Cross ed i suoi amici chiamavano “la fazione dei perdenti”. Shaun aveva trovato un nome più interessante: la Confraternita degli Assassini. Tuttavia, era stato l'inizio di una guerra senza esclusione di colpi, e Desmond teme ora che il nuovo arrivato ci si possa trovare invischiato in mezzo.

«Ora devo andare» commenta Desmond. «Ho ancora tantissime pagine da studiare per l'esame con la professoressa De L'Isle, e come sapete quella donna mi spaventa forse più del rettore.»

«Buono studio, amico. A più tardi.»

 

Sono le quattro, e Desmond è in ritardo: la grande meridiana appesa alla parete dell'atrio del college glielo fa capire molto bene. Corre come un forsennato fino all'enorme portone che si apre sul parco esterno, ed attraversa l'area verde come se avesse alle calcagna Giove in persona. Quando arriva ai cancelli, scopre con piacere che lo studente che stanno aspettando non è ancora arrivato.

«Fai con calma, Miles» lo apostrofa Cross. «Tanto non abbiamo fretta.»

Desmond lo ignora, portandosi vicino a Connor e Yusuf. I tre iniziano a parlare a bassa voce dell'organizzazione del compleanno, ma vengono interrotti nuovamente da Daniel.

«Già lo odio questo tizio nuovo» commenta, tirando un calcio ad un sasso. «Io sono qui ad aspettarlo quando potrei essere da qualsiasi altra parte.»

Connor sbuffa. «Daniel, non ti chiedi mai se tu, invece, piaci a qualcuno?» domanda, incrociando le braccia al petto. Yusuf sogghigna, passandosi una mano tra i ricci, ma Desmond è inquieto. Non vuole tirare troppo la corda, con Cross: dopo quanto avvenuto nel pomeriggio, si è reso conto che quel ragazzo così odioso picchia meglio di tutti loro messi insieme, e non gli va affatto di prendersele.

«Come ti permetti?» esclama Cross. «Io ti-»

«Taci, idiota» lo apostrofa Yusuf, indicando la strada asfaltata. «Arriva.»

Tutti e quattro si girano verso il cancello, oltre il quale un furgone bianco si sta fermando; sulla fiancata del veicolo campeggia il logo del Priority College, e seduto nell'abitacolo accanto al conducente c'è un ragazzo.

È chiaramente mediorientale: Iran, forse. Quando scende dal furgone e si avvicina, Desmond può vedere che è alto quanto loro, con un accenno di barba sul viso, e lo sguardo di chi si vede per la prima volta trapiantato in una realtà così estranea da diventare surreale.

Mentre l'autista scarica alcuni bagagli, il ragazzo si avvicina, guardandoli con curiosità.

«Tu devi essere Altaïr» dice allegramente Yusuf, afferrandogli una mano e stringendola vigorosamente. «Ti stavamo aspettando. Io sono Yusuf Tazim.»

«Desmond Miles.»

«Ed io sono Connor Kenway.»

Prima ancora che il giovane Templare possa aggiungere qualcosa, Yusuf interviene nuovamente: «E quel bel faccino laggiù appartiene a Daniel Cross, nostro sommo signore e padrone. Se non farai tutto quello che ti ordinerà, si metterà a piangere.»

«Dacci un taglio, terrorista» lo aggredisce Cross.

Il ragazzo sembra a disagio più per Yusuf ed il suo entusiasmo che per la nuova scuola. «Piacere di conoscervi, io mi chiamo Altaïr Ibn-La'Ahad.»

Il silenzio che segue lo costringe a fare spallucce.

«Potete chiamarmi semplicemente Altaïr.»

Desmond aiuta il conducente del furgone prendendo una delle valige. «Noi abbiamo il compito di mostrarti la scuola. Per ora ti accompagniamo in camera, immagino tu sia stanco, ma per qualsiasi cosa puoi chiedere a noi.»

«Si» conferma Connor. «Se preferisci, possiamo lasciarti un numero di cellulare.»

Altaïr fa cenno di no con la testa. «Grazie, ma non penso sarà necessario. Non preoccupatevi.»

«Bene, allora non ti dispiacerà se io me ne vado» commenta Cross, voltandosi e prendendo a camminare verso la scuola. «Ciao, sfigati.»

Lo guardano allontanarsi rimanendo in silenzio per un po', poi Connor mette gentilmente una mano sulla spalla del nuovo venuto. «Non fare caso a lui. Vieni: se ignori Cross e i suoi amici, questo posto ti piacerà.»

   
 
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