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Autore: Dania Vento    16/08/2013    1 recensioni
amnesia ‹am·ne·ṣì·a› s.f. Perdita totale o parziale della memoria.
John Watson si risveglia in ospedale senza alcun ricordo della sua vita, assieme a lui solo un uomo che dice di essere suo marito. Se lo ricorderebbe se ne avesse avuto uno no? o almeno non si sentirebbe così smarrito, eppure ogni prova sembra sostenere il contrario. dare una possibilità a quest'uomo sembra l'unica scelta che gli rimane. ma non può fare a meno di pensare che questo Jim Moriarty sia troppo perfetto, come se recitasse una parte presa da un copione di un film romantico scadente...
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim Moriarty , John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6
 
 
Mi sono preparato con estrema cura per questa cena, voglio essere al meglio per far capire a Moriarty che le sue parole non mi toccano minimamente e forse cerco di convincermene io stesso, perché sento ancora l’eco della sua voce che mi rimbomba nel cervello.
Cammino con passo serrato per le strade di Londra, il sole sta calando, e non riesco a fermare la mia mente nervosa che analizza tutto ciò che mi sta intorno fino a che non le vedo: le telecamere che seguono i miei passi… Mycroft! Penso con tutto il disprezzo possibile.
Mi avvicino a una in particolare e senza la minima esitazione afferro un sasso dal marciapiede e lo lancio con tutte le mie forze verso l’occhio di Mycroft, distruggendolo e poi riprendo a camminare.
Non l’ho fatto certo perché le parole di Moriarty mi hanno turbato e di certo non per sfogare la mia frustrazione. Mi tremano le mani mentre cammino e i miei movimenti sono scattanti e nervosi, mi ricorda tanto il periodo in cui ho cercato di disintossicarmi dalla cocaina. Infondo è questo che sono: un drogato, e se prima era un po’ di polvere bianca a darmi assuefazione, adesso è un medico militare.
Sono giunto davanti all’enorme villa, sicuramente Moriarty l’ha comprata appositamente per questa occasione, non posso sperare che sia la sua vera base operativa.  Salgo le scale in marmo costatando la pacchianagine di Moriarty con un certo disgusto.  Suono il campanello nervosamente.
Non sono preparato quando John mi apre la porta e mi rivolge quel suo sorriso gentile che mi smuove qualcosa dentro.
 
Oh salve! Il signor Holmes, giusto?”
Il signor Holmes? E chi sono mio fratello? Mi fa più male di quel che dovrebbe, so che ha l’amnesia, ma qualcosa di me dovrebbe ricordarsi, insomma… qualcosa… un minimo, qualsiasi cosa.
 
“Si, sono io”
 
“Prego, entri”
 
Credo di aver messo su il sorriso più falso di tutta la mia carriera.
 
“Jim ti sta aspettando nella sala degli ospiti”
 
Bene! Adesso lui è Jim e io sono il signor Holmes? L’Inghilterra sta per crollare su se stessa.
 
Seguo John nella sala degli ospiti e mi ritrovo faccia a faccia con il ragno che mi sorride gentilmente, ma riesco a vedere lo scherno nei suoi occhi.
 
“Salve Jim, è un piacere rivederti”
 
“Anche per me Sherlock, è sempre bello rivedere un vecchio amico”
 
Ci stringiamo la mano e penso a tutti i modi in cui potrei immobilizzarlo e spezzargli il collo.
 
John affianca il mio peggior nemico, poggiandogli una mano sul braccio, e mai come adesso sono felice di saper recitare bene.
 
Sai John, tu e Sherlock eravate davvero buoni amici, è grazie a lui che ci siamo conosciuti”
 
“Ah, davvero? Lei che lavoro fa signor Holmes? O forse preferisce che la chiami Sherlock.”
 
“Sherlock andrà più che bene. Faccio il consulente investigativo”
 
“E cosa fa un consulente investigativo esattamente?”
 
All’inizio Moriarty si era irrigidito davanti a John, ma sembra calmarsi quando si accorge che John non ha alcuna idea di cosa io stia parlando.
 
“Ma perché non proseguiamo questa conversazione a cena? John ha preparato delle cose veramente ottime”.
 
“Jim esagera, non è niente di che” risponde John, sorridendomi imbarazzato.
 
Ma che dici Jonny! Tu sei fantastico!” e vedo quelle viscide zampe di insetto poggiarsi sui fianchi di John.
Viscido bastardo. E dopo avergli strappato un bacio, ci riconduce entrambi in cucina. Non so se riuscirò ad arrivare al dolce senza aver distrutto qualcosa.
 
Quando ci dirigiamo nella sala da pranzo e tengo gli occhi fissi su di loro, noto le pupille dilatate di John e un lieve rossore sulle guance.
Possibile che Moriarty avesse detto la verità al parco? La lieve tensione tra di loro è palpabile, non ci sarebbe se avessero fatto sesso. La prima soddisfazione della giornata.
John ci porta la prima portata, riso ai frutti di mare, cosa che John non ha mai saputo cucinare.
Jim si porta subito una forchettata alla bocca, e vedo il suo volto come illuminarsi in una espressione di pura gioia. Ammetto che ammiro le sue doti da attore.
 
“Ooh Jonny, è buonissimo! Eccezionale! Non ho mangiato mai niente di più buono in vita mia!”
 
Lo assaggio. Fa schifo. Bugiardo maledetto. Ma John sembra cascarci e sorride allegramente guardandolo. Un tempo guardava anche me così.
 
“Si, non è male” mi limito a dire, forse solo nella speranza che John sorrida anche a me.
 
“Grazie, sign- Sherlock. Lei quindi è un detective? La sua vita deve essere davvero emozionante!”
 
Perfetto, c’è ammirazione nei suoi occhi, sto guadagnando punti.
 
“Si, lo è. Ed è anche piuttosto soddisfacente, ma sicuramente non è bello come il lavoro di Jim. Vero, amico?”
 
Moriarty non si scompone minimante. Mi sorride affabile, versandomi vino nel bicchiere.
 
“Ooh! Vorrai scherzare! Il lavoro in banca è così noioso a volte! L’unico motivo per cui ancora io non ho scambiato le nostre vite è perché se no dovrei rinunciare a John.”
 
Ridacchio. Schifoso bastardo. Spero di rivederti all’inferno.
 
“Lavori in banca?”
 
Aspetta… John non lo sapeva? Bene! Sono molto meno intimi di quel che pensavo!
Trattieniti Sherlock, non è educato scoppiare a ridere nel bel mezzo di una cena.
 
“Ooh! Non te l’ho detto? Mi deve essere passato di mente.”
 
“No, va bene. In fondo questa cena serve ad ottenere qualche informazione in più sul mio passato. Dimmi, sei un buon banchiere?”
 
Moriarty un comune banchiere? Non è tanto diverso dal suo vero lavoro.
 
“Ah, John! Sapesti quanti patti col diavolo tuo marito ha fatto sugellare.”
 
Mi concedo un sorso di vino della vittoria, mentre io e John ridacchiamo assieme mentre Moriarty si limita a sorridere.
 
 
 
 
Aah! Sherlock! Mi fai eccitare quando fai il bambino cattivo! Del resto se ti ho chiamato “sexy” un motivo c’è.
Ma attento! Stai giocando un po’ troppo con il fuoco, non vorrei che ti bruciassi! Aspetta. Io vorrei che ti bruciassi, l-e-n-t-a-m-e-n-t-e e ooh! d-o-l-o-r-o-s-a-m-e-n-t-e, solo il pensiero mi rende così gioioso! Come se fosse Natale! Divertiti pure a fare le tue frecciatine, tanto sono io che mi porto a letto, John!
Oh! Per lo meno, quasi, ma ci sono molto vicino. Sarai sicuramente il primo a cui lo farò sapere.
 
“Sherlock! Così mi offendi, io sono molto meglio del diavolo.”
 
Almeno questa è una delle cene più divertenti che mi siano capitate.
L’unica cosa che vorrei è che John non cucinasse così male! Santo cielo! Se non mi becco una gastrite oggi…beh, quando sarà tutto finito, mi potrò vendicare, potrei fargli ingoiare dei chiodi…
“ ma del resto, detto da te, diavolo, è un complimento”
Ci sorridiamo complici sotto lo sguardo confuso di John.
 come replicherai sherlock?
  
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