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Autore: CastaDiva    16/08/2013    0 recensioni
Tre ragazzi Roberto,Anna e Luciano si ritroveranno catapultati in una nuova realtà.Nuova città,nuovi scuola e nuovi amori,alcuni decisamente inaspettati.Riuscirà Luciano ad ottenere il cuore del suo migliore amico? Sopratutto quando questo non ha occhi che per la ragazza più carina della scuola? Fortunatamente troverà aiuto in un inaspettata alleata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Luciano si guardava intorno cercando di mettere bene a fuoco il luogo in cui si trovava. Era un'ambia struttura suddivisa in diversi settori, ognuno per lo sport di riferimento. Appena si entrava nell'edificio ad attendere gli sportivi vi era una reception, andando a parlare con gli addetti venivano fornite tutte le informazioni necessarie riguardo abbonamenti, indicazioni o altro.

<< Ehi, ma guarda un pò chi c'è!! >>

Il ragazzo si voltò e vide Vanessa insieme ad Anna ed alle ragazze della sua squadra. Questa lo raggiunse radiosa in volto e inizi a parlargli. L'argomento ovviamente era l'assenza di Roberto.

<< Te l'ho già detto io che è andato in palestra >> esclamò Anna avvicinandosi ai due << Quell'idiota ha trovato un altro modo per spillare soldi, non bastava andare semplicemente in palestra no, lui vuole anche un personal trainer >>

<< Non essere così dura, sai quanto ci tiene alla forma fisica >> cercò di difenderlo lui. Alla sua fantastica forma fisica, avrebbe voluto aggiungere.

<< Io sono completamente favorevole a qualunque cosa gli permetta di mantenere quel suo fisico scultoreo >> intervenne Vanessa esprimendo a parole ciò che Luciano poteva solo pensare tra sè.<< E' un vero peccato che non esista una squadra di nuoto maschile, sarebbe stato un bel vedere >>

<< Ma che casualità, Vanessa che sbava dietro a un altro ragazzo >> La diretta interessata  si voltò verso l'origine di quella familiare e irritante voce.

<< Maria, che piacere vederti >> disse con ironia la riccia. << Oh, e c'è anche la squadriglia del male al completo, pronta ad acquisire nuove adepte? >>

<< Certo, e tu sei pronta a prendere i nostri scarti? >> ribattè l'altra ragazza. << A quanto pare ne hai già ottenuti qualcuni dalla pre-selezione >> Entrambe erano sul piede di guerra e si sarebbe creato un nuovo scontro se Gino non si fosse frapposto tra le due.

<< Vedete di non incominciare con la vostra solita faida >> disse lui mettendosi di fronte a Vanessa << Maria, immagino che Riyoko ti stia aspettando in piscina insieme alle altre, meglio che tu vada da lei >>

<< Sempre diplomatico eh? >> gli sorrise il capitano della squadra di nuoto avanzando oltre i ragazzi << A dopo >>

<< Brutta strega >> mormorò a denti stretti Vanessa una volta che l'altra ragazza se ne era andata.

<< Ehi ragazzi, qui la tensione si taglia con il coltello, cosa è successo? >> chiese il capitano della squadra di pallacanestro avvicinandosi.

<< I soliti battibecchi tra Vanessa e Maria >> spiegò Gino sistemandosi gli occhiali. << Nulla di nuovo insomma >>

<< Tsk, due belle ragazze non dovrebbero mai litigare, a meno che non sia una battaglia nel fango >> sentenziò l'altro ragazzo.

<< Ecco, ci mancava solo una delle massime di Pietro >> disse Gino sospirando. << Piuttosto, non hai delle selezioni da fare invece di chiacchierare? >>

<< Sempre il solito simpatico >> replicò il capitano << Non sarai mica tu a farci da scribacchino vero? >>

<< No, lui è con noi >> intervenne Vanessa << E se non ti dispiace ora me lo porto via, ragazze in palestra !! >>

<< Non devi fare prima l'accettazione? >> chiese Anna indicando la recption.

<< Ragazze, all'accettazione!! >> si corresse il capitano trascinando la squadra dietro di sè.

 

Il ticchettio dell'orologio della sala d'attesa scandiva i minuti che passavano inesorabilmente. Roberto fissava immobile il suo telefono da dieci minuti buoni. Finalmente dopo poco quella che per lui fu un'interminabile attesa finì. Da una porta posta sulla destra della stanza uscì un uomo che gli fece cenno di seguirlo, cosa che il ragazzo fece immediatamente ritrovandosi dentro un ufficio.

<< Siediti pure, ci vorrà un minuto >> gli disse l'uomo indicandogli la sedia posta di fronte alla sua scrivania. Roberto si sedette attendendo che l'altro iniziasse a parlargli, cosa per cui non dovette aspettare molto.

<< Scusa se ti ho fatto attendere >> disse infatti lui << Come puoi vedere dall'ordine qui dentro sono oberato di lavoro ma del resto è anche naturale visto che ci siamo appena trasferiti >> Finiti i preamboli l'uomo andò dritto al punto < Allora, hai detto di volere un personal trainer giusto? >>

<< Sì, faccio rugby e il mio allenatore una volta saputo che avrei voluto fare palestra per rinforzarmi mi ha detto che avrei fatto bene a prendere un personal trainer per evitare di rovinarmi in fisico sbagliando a fare gli esercizi >> spiegò il ragazzo

<< Hai proprio un bravo coatch >> si lasciò sfuggire l'uomo << Non sai quanti atleti, anche amatoriali, si rovinano il fisico perchè pompati oltremisura >> dopo aver detto questa massima si perse qualche minuto nel leggere i referti medici portategli da Roberto ( ovviamente messi nella cartella del ragazzo dalla sorella che, come previsto, immaginava che sarebbero serviti) << Da quanto vedo... >> esordì << Sembri avere un'ossatura abbastanza possente dunque la tua muscolatura mi sembra adeguata. Quale obbiettivo avevi in mente di raggiungere? >>

<< Purtroppo ho la tendenza ad ingrassare se sgarro troppo con gli allenamenti >> ammise Roberto << Invece mio fratello maggiore qualunque cosa mangi rimane magro come un chiodo così come mia sorella >>

<< Dunque hai un metabolismo lento... >> riflettè il capo della palestra << Se fai delle analisi del sangue il personal trainer potrà anche darti dei consigli sull'alimentazione >>

<< Può farlo? >> chiese dubbioso il ragazzo.

<< Certo >> rispose l'altro << Non sarà accurato come un nutrizionista, e del resto non ne ha le compentenze, ma per quanto riguarda l'alimentazione per un atleta è in grado di svolgere anche questo compito >> detto questo si alz dalla scrivania << Se ora mi segui te lo presento, al momento sta seguendo un' altra cliente, vi metterete daccordo insieme per gli orari degli allenamenti >>

Roberto lo seguì fuori dalla stanza e insieme si recarono nella palestra vera e propria. Era una stanza piuttosto grande fornita di tutti i macchinari del caso. Il proprietario chiamò a sè un suo collaboratore.

<< Roberto, questo è Matteo >> lo presentò << E' uno dei nostri migliori personal trainer, vorrei che fosse lui a occuparti del tuo allenamento >>

<< Piacere >> disse il ragazzo tendendogli la mano.

<< Piacere mio >> replicò Matteo << Allora, a che tipo di allenamento saresti interessato ? >>

Roberto spese  qualche minuto per spiegare nel dettaglio le sue esigenze e i suoi problemi.

<< Una volta che hai finito con il tuo turno passa nel mio ufficio a prendere i suoi dati >> si intromise il capo che doveva tornare alle sue mansioni.

<< Una bella gatta da pelare >> disse il preparatore grattandosi la testa << E capitano sempre a me eh Simone? >>

<< Sei il migliore fratello, non a caso ti mando i clienti più problematici >> affermò l'altro << Ora vi lascio da soli, io vado a sbrigare delle noiose pratiche >> detto questo il maggiore dei due fratelli se ne andò lasciando il ragazzo alle cure di Matteo. Il più grande gli fece vedere i vari macchinari presenti nella palestra chiedendogli ogni tanto se ne avesse già fatto uso e come, giusto per rendersi conto se si trovava di fronte a un novizio o meno. Per quanto riguarda il fronte allenamenti Roberto si dimostrava preparato, quando però Matteo andò a parlare di alimentazioni le conoscenze del ragazzo si dimostrarono scarse. Alla fine della loro breve chiacchierata il preparatore decise di iniziare a mettersi daccordo sul programma d'allenamento. Si sedette insieme al ragazzo su una panca attaccata al muro e iniziò a parlare.

<< Allora, per adesso non ti do nessun programma alimentare, prima voglio vedere bene i referti che ci hai portato, nel caso ci servisse qualcosa te lo diremo subito >> esordì. << Parlando di allenamenti invece dovrei sapere in quali giorni e quali orari sei disponibile >>

<< Ho allenamento di rugby ogni lunedì e giovedi >> spiegò Roberto << Inoltre qualche domenica avrò delle partite >>

<< Lunedì e giovedì eh? >> riflettè Matteo << Se ti va bene facciamo tre appuntamenti a settimana, martedì,venerdì e sabato. I primi due giorni faremo un allenamento più defaticante mentre al sabato sarà più ntenso >>

<< Mi pare perfetto >> disse il giovane.

<< Per quanto riguarda gli orari come sei messo? >> chiese il preparatore. << Sai, in quei giorni alleno un'altra persona che casualmente fa un tipo di allenamento non dissimile da quello che vorrei impostare per te. Mi verrebbe comodo fare due lezioni insieme e penso che anche per te sarà d'aiuto confrontarti con qualcuno >>

<< Per me non c'è nessun problema >> concesse Roberto. Ed era vero, non gli dispiaceva l'idea di avere un parthner di allenamento con cui magari parlare di esercizi, della fatica che comporta mantenere un certo livello etc.  Non aveva mai avuto qualcuno con cui condividere queste cose, a Luciano tutto ciò attinente all'allenamento fisico non era degno di interesse, nella sua famiglia non ne parliamo poi. Suo fratello maggiore è una testa d'uovo sempre chino sui libri, il minore è un bambino. Di Anna manco a parlarne. Gli unici con cui aveva avuto un minimo di dialogo in proposito erano i suoi vecchi compagni di rugby. Il loro interesse in ogni caso non andava oltre il pompare i muscoli per piacere alle ragazze indi per cui Roberto non aveva trovato in loro ciò che voleva.

<< Ok, allora vi presento >> disse l'uomo alzandosi << Ora dovrebbe essere sulla panca per gli addominali sempre che non batta la fiacca come al solito >> detto questo si allontanò lasciando solo il ragazzo. Nel giro di qualche minuto fu di ritorno e Roberto si sorprese non poco nel vedere il suo compagno di allenamento.

<< Roberto, ti presento Rebecca >> fece le presentazioni Matteo. Roberto non poteva credere ai proprio occhi. Una donna?! La sua parthner di allenamento sarebbe stata una donna?

<< Piacere di conoscerti Roberto >> sorrise lei tendendogli la mano

<< Piacere mio >> disse lui mentre l'osservava dal capo ai piedi. Alta all'incirca un metro e settanta,indossava un semplice top e pantaloncini per allenarsi i quali mettevano in bella vista un corpo temprato dai numerosi allenamenti. Ciò che però attirava maggiormente l'attenzione di Roberto era la vistosa cicatrice che solcava la sua spalla sinistra. Di prima vista, sembrava essere il risultato di un taglio parecchio serio.

<< Coraggio Roberto,  segui gli allenamenti di Rebecca, così ti renderai conto di cosa ti aspetta >> disse l'istruttore.

Il giovane ubbidì, lasciandosi guidare dalla donna. Doveva riconoscere che ci sapeva fare, sebbene i suoi carichi fossero decisamente inferiori rispetto ai suoi Rebecca dimostrava una notevole abilità nei vari esercizi. Dimostrava qualche difficoltà giusto quando erano tirate in causa le spalle, a causa della ferità immaginò lui. Avrebbe voluto chiederle a cosa era dovuta ma Roberto riconobbe come fosse una domanda troppo indistreta da fare a una persona appena conosciuta, sebbene questa si sia dimostrata fin da subito molto alla mano. Difatti durante tutto il tempo non aveva fatto altro che trovare qualche espediente per chiacchierare benchè Matteo la sgridasse ogni volta che interrompeva qualche eserciziò perchè troppo impegnata a parlare. Questa cosa andò avanti fino allo scadere del suo allenamento. Mentre lei si dirigeva verso le docce della palestra il preparatore parlà ancora un pò con il ragazzo e dopo una breve discussione su come gli erano sembrati gli esercizi lo lasciò andare a casa mentre lui si preparava ad accogliere un nuovo assistito.

 

<< Alla buon ora Pietro >> esclamò Cordelia con una nota di disappunto << Non ti hanno insegnato che non bisogna mai far aspettare le signore? >>

<< Dubito che ti si possa catalogare nel gruppo delle signore >> ribattè ironico il ragazzo muovendosi verso il centro del campo di pallacanestro seguito dagli altri . A differenza degli altri club sportivi che, o per mancanza di mezzi o di individui, eseguivano le selezioni divisi per sesso le due squadre di pallacanestro esaminavano i canditati insieme. Se la cosa aveva mandato su di giri i ragazzi del club (sebbene le appartenenti alla squadra di pallacanestro non avessero lo stesso blasone di quelle della squadra di nuoto )lo stesso non era per Luciano che tremava al solo pensiero di trovarsi a stretto contatto col loro capitano.

<< Oh, mi sento profondamente offesa dalle tue parole >> scherzò lei tornando poi immediatamente seria << Ti sei ricordato di portare i nominativi di chi si vuole iscrivere? >>

<< Tsk, per chi mi hai preso? >> disse Pietro consegnando i fogli a Caterina che quel giorno sarebbe stata la loro segretaria.

<< Per uno che pensa alla pallacanestro ventiquattro ore su ventiquattro mettendo il resto in secondo piano >> rispose Cordelia incorociando le braccia.

<< Ehm... >> Caterina richiamò l'attenzione di Pietro tirandogli il risvolto della divisa << Non c'è scritta la loro taglia sui nominativi >>

<< Ti sei scordato di chiederla vero? >> indovinò Cordelia.

<< Oh, è una questione di minuti >> il capitano si voltò verso gli altri ragazzi << Ehi, venite qua e dite a Caterina la vostra taglia >>

<< Hai spiegato loro almeno perchè ci serve sapere che taglia portano? >> chiese l'altro capitano.

Il sorrisetto di circostanza di Pietro fece ben capire alla ragazza che non aveva dato nessuna informazione ai nuovi arrivati. Sbuffando Cordelia andò dalle nuove leve, li squadrò uno per uno e iniziò a parlare << Il mio nome è Cordelia, sono il capitano della squadra di pallacanestro femminile, tenetelo bene a mente visto che per ogni domanda riguardante orari, luoghi e qualunque altra questione riguardante la squadra dovrete rivolgervi a me. Per chi se la facesse sotto a venirmi a contattare in classe parlate con lo spilungone e lui mi riferirà >> concluse indicando Luciano. << Ora iniziamo l'allenamento, una volta finito le ragazze andranno alle docce mentre voi vi fermerete con me e Caterina per le questioni burocratiche >>

I ragazzi annuirono e a quel punto Pietro riprese in mano le redini del comando. << Su, fate cinque minuti di corsa intorno al campo come riscaldamento >>. I presenti salvo i capitani e Caterina iniziarono a correre. Una volta finito fu il momento degli esercizi di stretching. Quando finalmente il riscaldamento fu concluso Pietro e Cordelia fornirono le palle ordinando un'altra corsa, questa volta però palleggiando. Come previsto oltre al notevole rallentamento nell'andatura il palleggio comportava diverse difficoltà ai ragazzi soprattutto quelli più alti che fecero più fatica a coordinarsi. Inituile dire che Luciano fu quello con più impedimenti, erano più le volte che rincorreva la palla persa che quelle in cui correva palleggiando. Vedendo che senza un aiuto il ragazzo sarebbe rimasto lì fino a sera Cordelia si mosse in suo soccorso. Gli si avvicinò e con abilità gli sfilò la palla dalle mani per poi palleggiare a sua volta.

<< Tieni il baricentro troppo alto >>lo ragguardò << Non puoi pensare di palleggiare correndo come faresti con una corsa normale, devi coordinare braccia e gambe >>

<< Lo dicevo di non essere portato >> si avvilì lui.

<< Smettila di fare la donnicciola, nessuno nasce imparato >> lo sgridò per poi lanciargli il pallone << Ora concludi la corsa che dopo ti aspettano i tiri liberi >>. Il ragazzo ricominciò a correre cercando di mettere in pratica i consigli di Cordelia. Effettivamente ora riusciva a muoversi decisamente meglio. Come anticipato dal capitano della squadra una volta conclusa la corsa i ragazzi furono richiamati al centro del campo, vennero creati due file per sesso, ognuna posta davanti ai canestri. Dopo un tiro dimostrativo dei rispettivi capitani ogni ragazzo e ragazza fece a turno qualche tiro.

<< Ehi Luciano, vieni un attimo >> disse Pietro. Il ragazzo obbedì al capitano avvicinandosi.

<< Ammetto che è stata colpa mia >> mise le mani avanti Pietro prima che Luciano pensasse subito di aver sbagliato per propria incapacità. << Tu sei molto alto dunque quando sei sottorete non hai bisogno di abbassarti per effettuare uno slancio >>. Il capitano si fece consegnare la palla per mostrargli come fare. << Vedi, non abbassarti, fai questo movimento con il polso e vedrai che riuscirai a centrare il canestro da questa distanza. Per quanto riguarda i tiri da tre invece usa l'altro metodo >>

<< Ti ringrazio >> gli sorrise Luciano che fece per tornare con i suoi probabili futuri compagni di squadra ma il capitano lo bloccò.

<< Oh, dovevi farmi un'altra osservazione? >> chiese cordiale il ragazzo. Rispetto a Cordelia si trovava molto più a suo agio e anche le sue prestazioni, oltre che il suo umore, miglioravano.

<< Solo una semplice curiosità >> disse Pietro avvicinandosi a lui. Gli fece segno di abbassarsi per potergli parlare con la sicurezza di non essere sentito. << Dimmi, da quanto conosci Cordelia? >>

<< Da poco più di un giorno, mi sono trasferito da un'altra scuola >> rispose Luciano.

<< Un giorno?! >> esclamò stupito l'altro ragazzo, abbassando poi istantaneamente la voce una volta accortasi che Cordelia si era voltata verso di loro. << Io pensavo che vi conosceste già al di fuori della scuola, come diavolo hai fatto a entrare così in intimità con lei in così poco tempo? >>

<< In..in intimità?! >> ripetè con vocina stridula Luciano.

<< Sì, intimità >> confermò Pietro << Ha raccomandato di venire a parlare con te se c'è qualche problema... >>

<< Solo perchè siamo in classe assieme >> fece notare il ragazzo

<< E ti è venuta subito ad aiutare alla prima difficoltà >> continuò il capitano << Credimi, non l'ho mai vista fare una cosa del genere durante le altre selezioni. >>

<< Sarà >> disse Luciano dubbioso << Ma in ogni caso non ho capito il tuo interesse >>

<< E' da cinque anni che ci provo con lei senza successo >> confessò Pietro << Ti prego, svelami il segreto del tuo successo >>

<< Ehi voi due, mi dispiace interrompervi ma sarebbe anche ora della partitella >> esclamò Cordelia << Siete con noi o preferite uscire a prendere il the come due signorine a modo? >>

<< Arriviamo, già fatto le squadre? >> chiese l'altro capitano.

<< Certo, per chi mi hai preso?Maschi contro femmine >> rispose lei. << Caterina arbitra e tu spilungone... >> disse indicando Luciano << Io marcherò te e viceversa capito? >>

<< Ehi calma Cordelia, perchè marchi un novellino? Non pensi di metterlo troppo sotto pressione? >> esclamò Pietro.

<< Mi preoccupa di più che lui metta fisicamente sotto pressione una delle ragazze >> disse la ragazza << Mi sembra sia chiaro che sia un completo novizio, non voglio che marcando ci metta troppa fisicità, o al contrario temendo di far loro del male si tenga troppo a distanza. Non penso che tu abbia problemi a marcarmi giusto? Sono il capitano del resto >>

<< No, farò del mio meglio >> rispose il diretto interessato.

<< Perfetto e non ti limitare >> si raccomandò lei << Tanto nel peggiore dei casi oggi mia sorella ha il turno all'ospedale >>

<< E io chi devo marcare? >> chiese Pietro

<< Ginevra, quella ragazza là >> disse Cordelia indicando una giovane che tutto aveva fuorchè una qualche parvenza femminile.

<< Tu mi odi vero? >> domandò ironicamente il ragazzo.

<< Smettila di fare il buffone e prendi, palla a voi >> disse lei lanciandogli la palla per poi dirigersi verso Caterina << Tu sei pronta? >>

<< Prontissima >> rispose lei che in una mano teneva il fischietto.

<< Fatti prima sistemare le maniche >> sospirò Cordelia accorciandogliele << Già è inutile che tu la indossi visto che non ti alleni ma si può sapere perchè hai dovuto metterti la mia vecchia tuta? >>

<< Eh? Questa sarebbe la tua vecchia tuta? >> esclamò stupito Pietro che si era avvicinato alle due.

<< Non è evidente?Guarda come le sta larga >> gli fece vedere la ragazza per poi rivolgersi alla bionda << Tu e le tue strampalate idee >>

<< Ma scusa  tu la volevi buttare, era un peccato, è ancora utilizzabile oltre che piena di ricordi, è con questa che hai vinto il tuo primo torneo inter-scolastico >> disse la più piccola.

<< La volevo buttare perchè non mi stava più e per quanto riguarda i ricordi mi basta che siano nella mia testa, non ho bisogno di un feticcio >> dichiarò Cordelia << Ora però basta chiacchiere, giochiamo prima che faccia notte >>

I due capitani si diressero al centro del campo insieme a Caterina in veste di arbitro. La bionda lanciò la palla in aria con tutta la sua forza, sancendo l'inizio della partita. Con l'ausilio della sua maggiore capacità di salto che compensava la minore altezza Cordelia riuscì ad lanciare la palla a una delle sue compagne di squadra. Immediatamente queste corsero verso il canestro avversario. Non ancora abituate al gioco però non osavano tirare a canestro preferendo attendere la presenza del loro capitano che però era marcata da Luciano. Sebbene inesperte era chiaro per tutte che un passaggio sarebbe stato impossibile, il ragazzo era un novizio come loro ma grazie alla sua stazza non sarebbe stato difficile per lui intercettare la palla diretta a Cordelia tanto più che il capitano gli si era raccomandata di non preoccuparsi di marcare stretto. Vedendo che le ragazze non accennavano a prendere una decisione Cordelia urlò loro.

<< Fate un passaggio basso!! >>

Come svegliata dall'ordine del capitano la ragazza che al momento aveva la palla la lanciò rasoterra verso Cordelia. Questa si allungò verso essa riuscendo a recuperarla per poi riuscire a smarcarsi da Luciano e segnare il primo punto della partita.

<< Non male la marcatura >> lo lodò Cordelia << Tieni presente che però chiunque marcato da te cercherà un approccio basso >>

<< Quindi l'essere alto non è poi questo vantaggio >> disse il ragazzo

<< Certo che lo è, sei molto facilitato nei tiri, nei passaggi alti, oltre ad avere una gambata più lunga >> spiegò lei. << Comunque queste cose te le spiegherà pietro, ora pensa solo a fare buona impressione nella partita >>

Il gioco riprese regolarmente e si concluse dopo appena mezz'ora, tempo che i capitani avevano considerato adeguato per rendersi conto delle capacità di tutti.

<< Ragazze alle docce >> ordinò Cordelia << Voi invece rimanete qui con me >> disse poi rivolta ai ragazzi. Li radunò attorno a sè, iniziando a spiegare. << Ora, in ordine alfabetico dite a Caterina la vostra taglia, lei la trascriverà e una volta che Pietro avrà confermato le nuove iscrizioni vi forniremo la divisa per giocare.  >>

Mentre i ragazzi, uno alla volta parlavano con Caterina il capitano della squadra femminile continuò a parlare << Vi ricordo inoltre, o ve lo dico nel caso Pietro se lo sia scordato, che per rimanere in squadra non dovrete avere neanche una insufficienza. Nel caso accadesse sareste immediatamente esplulsi con possibile riammissione nel caso si rimedi, ma questo rimane a discrezione dei capitani. Chiaro? >>

I diversi cenni di assenso le fecero capire che il messaggio era stato compreso mentre dagli spogliatoi provenivano diversi schiamazzi chiaro segno che le ragazze erano appena uscite dalle docce.

<< Ora andate a lavarvi, io sistemo le ultime cose burocratiche e vedete di non incappare casualmente nello spogliatoio prima che le ragazze siano uscite altrimenti vi prometto che passerete dei grossi guai >> li minacciò Cordelia.

<< Ehm... >> timidamente un novizio cercò di parlare << Il capitano non ci ha parlato delle docce, non abbiamo le cose per lavarci >>

Cordelia si voltò di scatto verso Pietro che cercò di giustificarsi in ogni maniera possibile. Dopo la solita ramanzina la ragazza disse loro di non preoccuparsi e di andare comuque alle docce, ci avrebbe pensato lei a questa incombenza.

I ragazzi andarono così alle docce. Si trovavano in una stanza non lontana dagli spogliatoi. All'interno vi erano una decina di cabinati in cui era garantita la massima privacy.

<< Ehi, siete ancora presentabili? >> chiese Cordelia bussando fuori dalla stanza.

<< Entra pure >> le disse Pietro. Non aspettando un minuto di più la ragazza entrò, portando con sè numerosi prodotti per il bagno spiegando loro che avrebbero dovuto renderli alle sue compagne di squadra una volta finito. Con riluttanza presero i prodotti, tra bagno schiuma profumati, shampoo in grado di mantenere i ricci perfetti e balsami vari c'era l'imbarazzo della scelta.

<< Oh che bello, ora potrò tirare un sospiro di sollievo riguardo alle mie doppiepunte >> scherzò un ragazzo mentre si insaponava i suoi cortissimi capelli.

<< Per non parlare di questo fantastico bagno schiuma con aloe vera, sarò una vera principessa >> gli diede corda un suo amico nel cabinato affianco, facendo una leggera giravolta.

<< Ehi, muovetevi >> intervenne Pietro, l'unico insieme a Luciano a superare in altezza delle porte dei cabinati << Dopo di noi deve venire Cordelia e non ho voglia di beccarmi una ramanzina riguardante la durata della nostra doccia >>

<< Non ti da proprio tregua eh capitano? >> rise di nuovo il ragazzo di prima.

<< Ormai ci sono abituato >> sospirò il ragazzo << Però devo dire che un pochino me lo merito. >>

<< Un pochino? >> ripeterono all'unisono numerosi ragazzi per poi scoppiare a ridere del tentativo del giovane di difendersi. L'atmosfera tesa che c'era durante la partita era completamente scomparsa salvo per Luciano che non una volta aveva alzato lo sguardo da terra. La sua statura infatti gli consentiva facilmente di vedere oltre la porta della sua doccia. Certo, l'essere attratto dai ragazzi non voleva dire sbavare per qualunque corpo maschile avesse visto ma in ogni caso voleva evitare qualsiasi contatto visivo. Da quando Cordelia lo aveva preso in contropiede facendolo, in un certo senso  confessare, temeva che qualunque sua azione avrebbe potuto comprometterlo agli occhi degli altri. Per questo motivo, sebbene avesse concluso da un bel pezzo di lavarsi, aspettò che tutti i compagni di squadra uscissero dalle docce per poi dirigersi negli spogliatoi. Dopo aver atteso qualche altro minuto, sufficienete a parer suo per vestirsi, uscì anch'esso dalla doccia e andò a vestirsi.

 

<< Accidenti, le chiavi della palestra!! >> esclamò Pietro mettendosi le mani nei capelli.

<< Cosa è successo ora? >> chiese un compagno di squadra.

<< Dovrei consegnare le chiavi alla reception ma non riesco proprio a trovarle >> spiegò il ragazzo cercandole disperatamente prima nelle tasche e poi nella borsa.

<< Forse le hai perse nello spogliatoio >> suggerì un altro ragazzo.

<< Forse >> convenne Pietro << Cavolo, non ci voleva questo contrattempo, ancora qualche minuto e mi scade il tiket della macchina >>

<< Posso andare io al tuo posto >> si offrì Luciano << Tanto devo aspettare una mia amica >>

<< Oh mio salvatore!! >> esclamò il capitano << Ti devo un favore, se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiedere >>

Luciano salutò i ragazzi per poi andare nuovamente nello spogliatoio. Per prima cosa controllò le panche dove erano posati gli zaini. Non trovando niente si concentò sul pavimento, magari erano cadute mentre si stava vestendo.

<< Perso qualcosa spilungone? >>

Il giovane alzò gli occhi da terra trovandosi di fronte una Cordelia mezza nuda, con il solo asciugamano a coprirle le parti intime e tra le mani aveva la chiave della palestra. Preso alla sprovvista da questa inaspettata apparizione Luciano indietreggiò grossolanamente, perdendo l'equilibrio cadendo rovinosamente sul pavimento.

<< Non dovrei essere io quella agitata? >> chiese tranquilla lei sedendosi a cavalcioni su di lui, le sue gambe strette intorno alla sua vita.

<< P..perdonami >> si scusò Luciano che nel mentre si era coperto gli occhi << Non era mia intenzione spiarti, cercavo soltanto... >>

<< Oh, non ne dubito >> lo interruppe Cordelia << Non mi sembri proprio il tipo che corre dietro alle ragazze semi-nude. Anzi, in verità direi alle ragazze in generale. >>

Luciano aprì uno spiraglio tra le sue dita per guardare negli occhi la ragazza.

<< Sai...  >> continuò lei << Sono proprio curiosa di sapere perchè hai cercato di evitarmi tutto il tempo quando poche ore prima eri perfino venuto a cercarmi. >>

Il ragazzo tentò invano di scrollarsela di dosso, ottenendo come unico risultato una risata carica di biasimo.

<< Vado in moto da quando ero bambina >> disse Cordelia << Non saranno di certo due scossoni a farmi staccare le mie cosce dalla tua vita. >>

<< Mi metti a disagio >> confessò infine lui << Però allo stesso tempo voglio starti vicino >>

<< Se devo basarmi sulla reazione del tuo amico... >> esordì la mora toccandolo sotto la cintura << Deduco che la tua idea di stare vicino non è sentimentale. Anche così però non è piuttosto prematuro farsi certe idee su qualcuno che conosci da poco? >>

Disse quella che bellamente si siede completamente nuda su un ragazzo. Pensò Luciano.

<< In ogni caso, a cosa è dovuta questa tua affezione nei miei confronti? >> gli chiese avvicinandosi sinuosamente al suo volto, ridendo fra sè della reazione, o per meglio dire, della mancanza di reazione del giovane.

<< Sei stata l'unica a cui ho confessato il mio segreto >> rispose lui.

<< Confessato? >> ripetè Cordelia << Diciamo che ti sei tradito. Comunque non comprendo lo stesso il tuo atteggiamento. >>

<< Avevo, anzi ho, paura di confrontarmi con te >> confessò.

<< Oh, non preoccuparti di questo, non ho intenzione di spifferare ai quattro venti la tua cotta per quel tizio tutto muscoli e niente cervello >> lo tranquillizò lei. << Ora che però abbiamo chiarito il perchè volevi evitarmi mi è ancora oscuro il motivo per cui vorresti avere un rapporto con me >>

<< Vorrei avere qualcuno con cui parlare >> spiegò Luciano << Anche se è da solo un anno che va avanti questa storia comincia a pesarmi tenermi tutto dentro. Vorrei confrontarmi con qualcuno a anche solo sfogarmi. >>

<< E hai deciso tutto da solo che io sarei la persona adatta? >> domandò la ragazza.

<< Beh sì. >> confermò lui << Sei l'unica che ne è a conoscenza e poi sei nella mia stessa situazione. >>

<< Cosa vorresti dire? >> lo attaccò rabbiosa.

<< Caterina >> disse Luciano << Ti piace vero? Insomma, il tuo non mi pare proprio l'atteggiamento di una semplice amica. >>

<< E tu cosa ne vuoi sapere, non mi pare che tu possa farmi la morale sull'amicizia disinteressata >> esclamò lei alzandosi di scatto. << Ci penso io alle chiavi della palestra, tu vattene pure >>

<< Non risolverai niente continuando a negare >> fece lui alzandosi a sua volta.

<< Ho detto che non ho bisogno della morale di un ipocrita >> ribadì il concetto Cordelia. << E ora vedi di andartene prima che chiami qualcuno. >>

Completamente sconfitto Luciano uscì dallo spogliatoio, lasciandola sola. Senza nessuno a disturbarla la ragazza impiegò poco tempo per vestirsi e una volta riportarte le chiavi della palestra all'accettazione si diresse verso l'uscita.

<< Perdonami, Pietro aveva dimenticato le chiavi nello spogliatoio e ho dovuto portarle alla reception al suo posto >> si giustificò di fronte a Caterina che sostava davanti alla sua moto con in mano un casco.

<< Figurati, non ho aspettato molto, e poi non posso proprio lamentarmi visto che mi stai facendo un favore >> disse la bionda.

Cordelia aprì il cruscotto della sua moto facendoci poi entrare a fatica la sua sacca contenente la divisa. Dopodichè si mise il casco e Caterina fece lo stesso. Infine salirono entrambe sulla vettura.

<< Tieniti forte >> si raccomandò la mora all'altra.

<< Sì, però non andare troppo veloce >> disse Caterina stringendosi al corpo dell'altra sapendo come l'amica avesse il vizio di premere troppo sull'accelleratore.

<< Non ti preoccupare, arriverai a casa sana e salva >> la tranquillizzò Cordelia mettendo in moto. Percorsero a velocità moderata la distanza che le separava dalla casa della bionda. In pochi minuti furono di fronte all'ampio cancello che costeggiava la villa della ragazza. Cordelia suonò il citofono e Caterina chiese di aprire il cancello, cosa che fu prontamente eseguita. Lentamente Cordelia guidò la moto fino a raggiungere la soglia della villa. Una volta raggiunta fece scendere l'altra ragazza. Entrambe non si accorsero che qualcuno le stava osservando da una delle numerose finestre della casa.

<< Grazie ancora del passaggio >> disse la bionda togliendosi il casco.

<< Per quante volte vorrai dirmelo? >> rise Cordelia.

<< E'solo che mi dispiace esserti di peso >> si giustificò l'altra imbarazzata.

La mora le sorrise dolcemente per poi posarle un bacio sulla fronte << Tu non mi sarai mai di peso >> A seguito di questo gesto inaspettato dalla villa uscì tutto trafelato un uomo.<< Ehi bellimbusto, togli le mani da mia figlia!! >>urlò.

<< Papà!! >> esclamò Caterina voltandosi di scatto.

<< Niente papà, ti ho già detto che potrai avere un ragazzo solo dopo esserti sposata!! >> sentenziò duro.

<< Ma non ha senso!! >> fece notare giustamente la figlia.

<< Buona sera signore >> salutò cordialmente Cordelia risalendo sulla moto.

<< Non cercare di ingannarmi con la tua cortesia >> esclamò lui << Soprattutto non essere così indisponente verso qualcuno che non conosci >>

<< Papà, ti ha solo salutato >> disse Caterina << E poi ti conosce già >>

<< Davvero? >> chiese stupito l'uomo << Eppure non mi pare di averlo mai visto. Ah, forse lavora per il mio maneggio >>

<< Sono Cordelia signore >> disse la ragazza << Sono amica di sua figlia da quasi cinque anni ormai >>

Il padre impiegò qualche minuto per metabolizzare la notizia << Cordelia, che piacere rivederti, diventi ogni anno più bella, scusa se non ti avevo riconosciuo >> disse infine.

<< Papà... >> Caterina sarebbe potuta sprofondare dall'imbarazzo seduta stante, fortunatamente l'amica non pareva essersela presa e dopo averli salutati entrambi uscì dalla loro proprietà.

 

 

Roberto era appena uscito dalla palestra e si stava dirigendo verso la fermata dell'autobus quando sentì qualcuno suonare il clackson. Incurante del rumore sentito continuò a camminare fino a quando il suonare non si fece più insistente e, per curiosità si voltò.

<< Ehi ragazzone, vuoi un passaggio? >> propose Rebecca agiatando la mano per farsi vedere meglio. In genere Roberto avrebbe rifiutato una proposta del genere, oltre a non voler approfittare della gentilezza altrui non era sua abitudine accettare favori di parsone appena conosciute. La macchina dell'altra però era troppo invitante per desistere, in meno di ventiquattro ore aveva visto da vicino due porsche, mica male. Il ragazzo accettò di buon grado l'offerta di Rebecca. Questa si avvicinò al marciapiede per farlo salire e una volta sistemato ripartì.

<< Allora, dove ti porto? >> chiese lei.

<< Eh?Ah, via Keplero >> rispose Roberto che era intendo a rimirare la macchina.

<< Sei un appassionato eh? >> scherzò Rebecca mentre inseriva nel gps il nome della via.

<< Oh, non sai cosa darei per guidare anch'io una bellezza del genere >> confessò il ragazzo << Purtroppo non penso di potermela mai permettere >>

<< Neanche io >> disse lei << La sto guidando perchè oggi le ho aggiustato un problemino al motore e dopo averti accompagnato la consegnerò al suo proprietario >>

<< Ti permettono di guidare le auto che ripari?! >> esclamò allibito Roberto.

<< Certo che no >> rise di gusto la donna << Quest'auto appartiene al mio fidanzato, me l'ha detto lui di riportargliela una volta aggiustata. Con il mio solo stipendio non potrei prendere neanche le chiavi di questo gioiellino >>

Auto del fidanzato?Una porsche da riparare?Non è che...

<< Per caso il tuo fidanzato è un tipo basso, capelli neri che sembra essere pieno di sè? >> chiese lui per chiarire i suoi dubbi.

<< Sì, è proprio la descrizione di Augusto!! >> continuò a ridere Rebecca. << Lo conosci? >>

<< Oh no, l'ho incontrato per caso a scuola, aveva accompagnato una mia compagna di classe >> spiegò il ragazzo

<< Caterina giusto? >> indovinò lei << Stamattina avrà avuto i capelli tutti in disordine stando su questa macchina >>

<< Non sei gelosa? >> chiese d'istinto Roberto ricordando ciò che in classe si era detto riguardo al matrimonio combinato.

<< Di lei?E perchè dovrei? >> domandò sinceramente sorpresa la donna << E' vero che le vuole bene, ma è un affetto paragonabile a quello che si ha per una sorellina, non c'è niente di romantico e penso che valga lo stesso per lei >>

Un ragionamento adulto senza ombra di dubbio, constatò lui, soprattutto se messo in confronto a quelli che avevano fatto le sue compagne di classe.

<< Siamo arrivati!! >> annunciò Rebecca. Il ragazzo si guardò intorno riconoscendo la via. Dopo averle dato indicazioni sul dove parcheggiare scese dalla vettura.

<< Non ti starai dimenticando questa vero? >> sorrise la donna lanciandogli la cartella.

<< Grazie >> ringraziò lui e dopo averla salutata si diresse verso il suo appartamento.

 

 

 << Papà, mi hai messo in imbarazzo >> si lamentò Caterina mentre insieme al genitore percorreva il viale di casa.

<< Oh, mi sono già scusato, non mi sembra il caso di fare una tragedia >> si difese lui << E poi non è colpa mia se Cordelia sembra un ragazzo >>

<< Così ferisci i suoi sentimenti!! >> protestò la bionda << A nessuna ragazza piace essere scambiata per un maschio >>

<< Va bene, hai ragione, hai ragione >> si arrese il padre alzando le mani in segno di resa << Domani porgile ancora le mie scuse. >>

<<  La cena è quasi pronta, sbrigatevi >>  Caterina e suo padre volsero lo sguardo verso la porta principale della loro casa incontrando l'austera figura della moglie dell'uomo. Capelli castani raccolti in uno chignon, occhi del medesimo colore dal taglio severo così come la sua postura, rigida come una statua, disapprovava qualunque segno di rilassatezza. Sebbene la donna superasse i cinquant'anni ben poche rughe solcavano il suo viso ma  la sua inflessibilità , nell'aspetto come nel parlato la faceva apparire più vecchia rispetto all'età anagrafica. Del resto, fu educata a quella rigida compostezza fin da bambina e con gli anni quegli insegnamenti non fecero altro che rafforzarsi marchiando irrimediabilmente la sua personalità .

<< Posso sapere il motivo del vostro discutere? >> chiese la donna che ora camminava poco davanti a loro.

<< Papà ha scambiato Cordelia per un ragazzo. Di nuovo >> rispose la figlia.

<< Su Adriana,dimmi se non lo sembra >> disse il marito cercando il suo supporto.

Cordelia... Adriana non aveva mai visto di buon occhio quella ragazza. La sua media era ineccepibile e doveva riconoscerglielo ma i suoi modi, oltre che il suo vestiario, erano decisamente inappropriati e la sua amicizia con la figlia la impensieriva. Non voleva che Caterina fosse influenzata negativamente dalla ragazza, non dopo tutta la fatica che aveva impiegato per farla diventare una signorina adatta alla società bene.

<< Per quanto l'atteggiamento e gli abiti possano confondere è senza alcun dubbio una ragazza >> rispose al consorte chiudendo definitivamente quella conversazione a suo dire noiosa e inappropriata.

La cena si svolse come al solito con i genitori impegnati a discutere del maneggio.

<< Filippo non c'è? >> chiese la ragazza notando la mancanza del fratello.

<< E' in camera sua e si rifiuta di scendere >> spiegò la madre << Poco male, dirò alla cameriera di portargli da mangiare in camera una volta che avremo finito  >>

<< Posso farlo io adesso >> si offrì Caterina

<< Libera di farlo ma solo dopo che avremo cenato >> disse la donna << E' tempo che si renda conto di non essere più un bambino >>

<< Non pensi di essere troppo dura con lui Adriana? >> fece notare il marito.

<< Siamo stati fin troppo teneri in questi ultimi anni Riccardo >> tuonò lei << Deve rendersi conto che la vita va avanti, o pensa che lo manterremo fino alla fine dei nostri giorni? >>

<< Come sempre hai ragione >> le concesse malvolentieri lui che al contempo dava ordine alla cameriera di servire il dolce.

<< Io no grazie >> disse Caterina alla domestica << Piuttosto, mi puoi dare la porzione di Filippo che gliela porto in camera? >>

<< Come mai niente dolce? >> inquisì la madre << Devi per caso far colpo su qualcuno? >>

<< No, no, no >> si affrettò a negare la bionda arrossendo all'istante per poi rivolgersi nuovamente alla cameriera sotto lo sguardo preoccupato del padre e vigile della madre. La ragazza seguì la cameriera in cucina uscendo dopo poco con un ampio vassoio che sorreggeva la cena del fratello.

<< Rosario per cortesia leva la zuppa e il dolce dal vassoio >> disse la padrona di casa. La donna ubbidì all'ordine impartitele.

<< Ma mamma, perchè? >> protestò Caterina.

<< E' troppo pesante per te >> rispose Adriana << Non ti preoccupare, riuscirà a sopravvivere anche con ciò che è rimasto >>

Poco convinta Caterina si diresse verso il piccolo ascensore che da ormai quasi sei anni faceva parte della loro casa. Un pò come lei del resto. Premette il pulsante, l'unico, che indicava il primo piano e salì. Percorse il breve corridoio e si fermò davanti all'ultima porta. Bussò sapendo quanto facesse fastidio al fratello che qualcuno entrasse nella sua stanza senza permesso.

<< Filippo, posso entrare? >> chiese da fuori dopo che il suo ripetuto bussare non aveva sortito alcun effetto << Filippo? >>

<< Entra!! >> esclamò brusco il fratello dall'interno della camera. Avendo ottenuto il permesso la ragazza entrò. Ad accoglierla vi era una stanza tenuta quasi del tutto al buio, illuminata appena dallo schermo del computer e dalla lampada posta sul comodino accanto al letto. Filippo si trovava disteso sul letto intento ad osservare chissà cosa sul soffitto.

<< Ti hanno degradato al ruolo di cameriera? >> ironizzò beffardo lui.

<< No, ho chiesto io alla mamma se potevo portarti la cena >> spiegò lei appoggiando il vassoio sulla scrivania del fratello. << Ah, purtroppo non sono riuscita a portare tutto e... >>

<< Adriana >> disse Filippo interrompendola.

<< Cosa? >> chiese lei voltandosi verso di lui.

<< Il suo nome è Adriana ed è mia madre, non la tua >> ruggì il fratello mettendosi seduto sul letto grazie all'ausilio delle braccia. La foga con cui eseguì l'operazione però lo sbilanciò facendogli perdere l'equilibrio. Caterina si mosse velocemente verso il letto cercando di aiutarlo ma un gesto brusco di Filippo le fece capire che non aveva alcuna intenzione di farsi aiutare da lei.

<< Sei solo la figlia dell'amante >> continuò lui a denti stretti << Non chiamarla madre >>

<< E' stata lei a dirmi di chiamarla così >> si giustifico, pur non essendoci alcun motivo per farlo, la bionda. Le sue parole infatti dicevano il vero, era stata proprio Adriana anni fa a dirle che, dal momento in cui lei era entrata a far parte della loro famiglia,  sarebbe stata sua figlia e come tale doveva comportarsi. Certo, all'inizio non fu facile per lei rapportarsi con la donna, ai i suoi modi freddi e impersonali ma il padre le aveva fatto capire che il distacco della moglie non aveva niente a che fare col fatto della sua natura di figlia nata da un tradimento. Col passare degli anni,e vedendo come Adriana si comportasse anche coi famigliari più stretti,le parole del genitore le sembrarono più credibili, non riuscendo però a dissolvere completamente la barriera di formalità presente tutt'ora nel loro rapporto. Questa cosa pesava parecchio alla giovane soprattutto perchè da quando era entrata in quella casa aveva completamente rotto i rapporti con la sua madre naturale. Questo era infatti ciò che i coniugi Parodi messo come condizione alla donna per accettare di inserire Caterina nella loro famiglia. In un certo senso li capiva, già non era facile accogliere da un giorno all'altro un nuovo membro nella propria famiglia. Presentarla agli amici, agli altri famigliari, quella parte iniziale della sua nuova vita non fu certo facile e le cose sarebbero state di sicuro peggiori se oltre alla figlia nella loro vita fosse entrata anche la vecchia amante, soprattutto dal punto di vista di Adriana che oltre a dover accettare e crescere una figlia non sua avrebbe dovuto rapportarsi anche con la donna che, per un breve tempo, le aveva rubato il marito.

<< Tsk, non hai ancora capito che l'unico motivo per cui ha accettato di farsi chiamare così da te è perchè non vuole rischiare di essere abbandonata? >> esclamò beffardo Filippo che finalmente era riuscito a sedersi in maniera composta sul letto. << Del resto, da quando sono diventato un handicappato e tu sei tempestivamente entrata a far parte della famiglia è chiaro chi sarà l'erede della fortuna. Certo, per salvaguardare l'apparenza e il patrimonio è sempre meglio che mia madre rimani la moglie ufficiale ma per essere più sicura della propria posizione quella vecchia volpe ha deciso di creare un surrogato di rapporto materno con te. Non la biasimo per questo, solo perchè suo vero figlio è diventato inutile non deve per forza succedere anche a lei. >>

<< Smettila di parlare così della mamma!! Lei non pensa a certe cose >> strillò la sorella più per autoconvincimento che per una reale replica.

<< Ti ho detto di non chiamarla mamma!! >> urlò lui in maniera così violenta da farlo cadere dal letto. Il suo rimanere rintanato nella propria stanza, il riufiutarsi di compiere qualunque allenamento riabilitativo aveva ridotto il suo corpo ad avere meno forza di un anziano. Le sue gambe, irremediabilmente paralizzate, avevano lo stesso aspetto di quelle di un vecchio. Non che il resto del corpo fosse messo tanto meglio, giusto le braccia e le spalle,  per necessità più che altro, richiamavano con il loro aspetto ciò che fu un tempo Filippo Parodi.

<< Aspetta, ti aiuto >> disse Caterina muovendosi verso la sedia a rotelle del fratello.

<< Non ne ho bisogno. Non ho bisogno di niente!! >> continuò ad urlare lui mentre cercava di tirarsi su << Non ti basta aver rovinato la mia vita? Esci da camera mia, non ho bisogno di te, nessuno ne ha bisogno!! >>

Con gli occhi che le bruciavano dal pianto represso la bionda uscì di corsa dalla stanza dirigendosi verso la propria camera. Una volta chusa la porta alle proprie spalle si abbandonò a un pianto liberatorio.

   
 
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