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Autore: deatheaters_in_training    22/02/2008    46 recensioni
Dopo la resurrezione di Lord Voldemort, Piton torna da lui e l'Oscuro Signore decide di chiarire una questione in sospeso.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Sorpresa, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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"-La desiderava, tutto qui- lo schernì Voldemort -ma quando lei morì, convenne che esistevano altre donne, di sangue più puro, più degne di lui- " da Harry Potter e i doni della morte

La campana della chiesa decrepita suonò le 10 di sera. Era una serata fredda, nebbiosa, il genere di serata che fa rabbrividire i bambini con troppa immaginazione.
Sull'acciottolato umido della strada risuonarono i passi di due figure, che lentamente emersero dal paesaggio plumbeo: non vi era nessun altro, ma anche se ci fosse stato nessuno avrebbe potuto riconoscere i loro volti, coperti da un nero cappuccio.
-E così... è questo il posto, mio signore?- chiese il primo, con voce tremante.
Seguì una lunga pausa. La figura più alta voltò il viso impercettibilmente verso il suo interlocutore.
-Sì Severus- rispose gravemente -E' proprio questo.-.
Piton rabbrividì, forse per la voce fredda del suo padrone, o forse presagendo gli eventi che di lì a poco avrebbero avuto luogo.
Lord Voldemort si appropinquò all'entrata di un locale dall'aria vivace, dalle cui finestre riecheggiava una musica allegra e il tintinnio di molti brindisi. Aveva già la mano sulla maniglia, quando l'insegnante di pozioni balbettò:
-M... ma mio signore... non vorrete entrare in questo pub a volto scoperto?-
L'Oscuro Signore lo guardò sprezzante:- Chi mai oserebbe mettersi sulla mia strada?-
-Nessuno!- si affrettò a rispondere Piton- Ma mi era parso di capire che volessimo rimanere nell'ombra... dopotutto il Ministero ignora ancora il Vostro ritorno, quindi...- il suo sguardo guizzò furtivo verso gli occhi rossi, le narici a fessura e l'ampia perlacea fronte.
Lord Voldemort sbuffò irritato: -Non hai tutti i torti, mio unto amico-.
Con un fluido movimento fece apparire un paio di Wayfarer scuri dall'aria consumata.
-Questi erano piuttosto “in” nell'81... vanno ancora di moda, vero?- aggiunse in tono alquanto minaccioso. Piton si strinse nelle spalle, confuso.
-Ma che ci parlo a fare con te...- sospirò il Signore Oscuro, inforcando gli occhiali che, in mancanza del sostegno del naso, scivolarono giù ripetutamente, finché il genio del male fece comparire una stringa elastica con cui li assicurò alla nuca.
Con un gioviale -Meglio, no?- entrò baldanzoso nel locale, seguito da un riluttante Piton.
-Due Burrobirre- ordinò alla cameriera.. Dopo aver pagato afferrò i due boccali e pilotò il mangiamorte ad un tavolino un po' discosto.
-Severus- cominciò Lord Voldemort in tono solenne -Io e te dobbiamo fare quattro chiacchiere, non credi?-
Piton deglutì: -Ma c... certo, sire. Vi starete domandando il motivo del mio ritardo nel raggiungervi nel cimitero ma...-
L'Oscuro Signore gli fece cenno di tacere con un gesto infastidito della mano.
-Non è questo il tempo per le tue scuse, Severus.-
L'insegnante divenne, se possibile, più pallido del solito.
-Siamo qui- proseguì Lord Voldemort, in tono mortalmente calmo -perchè voglio parlarti di- qui si avvicinò con aria complice -...femmine!-
-Ehm... prego, vostra oscurità?-
Il Signore Oscuro sospirò spazientito.
-Quella... Lily, di cui ti eri incapricciato, bè, ti è passata, no?- Piton rimase interdetto per qualche istante -Voglio dire, se non pensi ancora a lei, come mai non ti sei sposato? Perché non ti sei trovato una bella purosangue?-
Severus cercò di riprendersi dallo shock:
-Io... ehm... no, non penso ancora a lei. Io... -si guardò in torno affannosamente, come in cerca di ispirazione -Io sono più un lupo solitario... un asceta, ehm... odio chi spreme il dentifricio da metà, lascia l'asse del water alzato... chi mi tira le coperte.- la sua voce si perse in un bisbiglio.
-Bravo Severus!- esclamò Lord Voldemort alzando il boccale di burrobirra, come in un brindisi -Converrai con me, che tutto sommato quella mudblood non era poi un granché! Il mare è pieno di pesci... pesci più meritevoli!-
Piton annuì con scarsa convinzione.
-Chiusa una porta, si apre un portone -continuò imperterrito il Signore Oscuro -Le donne sono tutte uguali, ma c'è una cosa a cui devi veramente badare! Cos'è, lo sai?-
-Che mi voglia bene?- tentò Severus, con vocina flebile.
Voldemort alzò gli occhi al cielo deluso:
-Va bene- concesse – l'attaccamento non guasta, ma io mi riferivo al sangue magico!-
-Oh-
-Dal momento che le tue scelte in questa materia sono piuttosto discutibili, il misericordioso Lord Voldemort è qui per aiutarti.-
Piton, rinfrancato sulla sua incolumità, bevve dal suo boccale.
-Io, l'Oscuro Signore, ti ho portato qui per... rimorchiare!-
Per la sorpresa, Severus sputò la burrobirra addosso al suo interlocutore.
Mentre il Signore Oscuro si asciugava paziente con la manica, lui biascicò:
-Mi scusi?-
-Come dite voi giovani...? Baccagliare? Tacchinare? Trovarti un gancio?-
Piton non poté evitare di portarsi le mani alle orecchie, nell'inconscio tentativo di non ascoltare più le parole del suo padrone.
-Vi prego vostra oscurità... io... vi prego, siate misericordioso...-
Lord Voldemort gli tirò incoraggiante una pacca sulla spalla:
-Coraggio Severus! Bando alla timidezza! Stasera tornerai a casa con una partner. E non sia mai detto che l'Oscuro Signore non è comprensivo!-
-Vi scongiuro, abbiate pietà. Lasciatemi andare... io... vi consegnerò Potter, assassinerò Silente, potrei...-
-Silenzio.- gli intimò e i mormorii di Severus tacquero. -Voglio assicurarmi che le tue infatuazioni non ti portino più in così impuri e pericolosi lidi. Adesso guardati intorno. E' un ordine- aggiunse minaccioso, dal momento che Piton continuava a rimescolare nel suo boccale.
-Vedi niente che ti ispiri?- chiese Voldemort incalzante.
-Bè...- propose Piton -Pensavo che potremmo giocare a freccette!-
La mascella dell'Oscuro Sire si irrigidì, ma Egli, con quello che sembrò uno sforzo sovrumano, proseguì:
-Guarda quella lì- indicò una procace bionda al bancone -Guarda che due... ehm...- furtivamente estrasse dalla tasca una pergamena sgualcita da cui lesse esitante -”che due bocce”...?-
Piton a queste parole spalancò la bocca:
-Vo... vostra oscurità, che dite?-
-Ma sì! Non trovi attraenti le sue protuberanze...- qui Voldemort si portò le mani al petto, in un gesto eloquente.
Il mangiamorte arrossì visibilmente:- Mio Signore, vi supplico abbassate la voce... non gesticolate...-
-E quella lì? Una rossa, di fuoco, come piacciono a te!-
-Quello è un uomo, sire, è scozzese...-
Seguì una pausa imbarazzata, in cui Voldemort consultò nuovamente la pergamena seminascosta dal mantello.
-E quella brunetta che ride laggiù? Non ti fa... ehm...”ribollire il calderone”?-
Piton si strinse nelle spalle:- Sembra molto simpatica...- acconsentì.
L'Oscuro Signore sembrò rinfrancato: -E' già qualcosa, è già qualcosa...- borbottò, più rivolto a se stesso che al seguace – Ora va' da lei... e dille...- scoccò uno sguardo furtivo alla tasca- “Hey, piccola, ti va di...” non riesco a capire che c'è scritto prima di “la mia bacchetta”...- commentò irritato.
-Vostra Oscurità, ma cosa state leggendo?- domandò Piton, avvicinandosi indagatore.
-Niente!- esclamò Voldemort, spingendo il foglio sotto il tavolo.
-Ma quella è la scrittura di Macnair! Non avrà tentato di nuovo di darle consigli in materia di donne...-
-Non ci pensare, Severus- tagliò corto il mago -Ora, sei abbastanza uomo da corteggiarla da solo, o devo imperiarla per darti una mano?-
Piton boccheggiò: -No, per carità! Ci vado, ci vado!-.
Con movimenti rigidi e impacciati, si diresse verso la ragazza sorridente, e le mormorò qualcosa che Voldemort non riuscì a cogliere.
Dopo qualche minuto, l'insegnante tornò al proprio tavolo.
-Allora, come è andata?- chiese l'Oscuro Signore, avidamente.
Piton sospirò ed estrasse un foglietto di carta: -Questo è il suo indirizzo. Mi ha detto di dire al mio “affascinante amico con gli occhiali scuri” di mandarle un gufo-.
Voldemort sollevò lo sguardo in direzione della ragazza, che gli ammiccò con fare complice e seducente.
-Che dire, la giovine ha buon gusto... ma non è certo l'unica donna, vero? Non ti preoccupare... anzi, che ne dici di quella là, accanto al camino?- propose.
-Ma io...- vedendo che l'Oscuro Sire afferrava la bacchetta eloquentemente, Severus concluse con un sorrisetto tirato- vado a parlarle-.
Piton si avvicinò a una giovane dagli occhi chiari e un vestito dai colori vivaci, che giocava a freccette.
-Sì?- domandò quella, notando l'esitazione del mangiamorte.
-Bé... io... ecco... mi chiedevo se volessi... bere qualcosa... con me?-
La ragazza lo squadrò da capo a piedi, soffermandosi sul naso aquilino e sulla chioma unticcia.
-Ok!- decise infine, stringendosi nelle spalle.

Voldemort era decisamente soddisfatto.
Da quasi un'ora ormai Piton era immerso in una fitta conversazione con la ragazza che aveva abbordato.
Li osservò, su un divanetto di fronte al fuoco, che chiacchieravano e ridevano amabilmente.
-L'Oscuro Signore sempre sa!- mormorò tra sé e sé, fregandosi le pallide mani.
Tuttavia, era curioso di sapere come procedesse il corteggiamento.
Afferrato il suo terzo boccale di Burrobirra si diresse verso la felice coppietta.
-Severus! Non mi presenti la tua affascinante amica?- domandò con voce allegra, benchè accompagnata da un'evidente sfumatura di comando.
-Vi presento Maggie Parker... Maggie questo è.... ehm- Piton era in chiara difficoltà- il mio amico... Tom-.
Istintivamente Voldemort sguainò la bacchetta e la puntò alla gola del mangiamorte:- Odio quel nome...- ringhiò cupamente.
-Non dovrebbe!- osservò gioiosamente Maggie -E' un nome così carino... da piccola avevo un criceto, un grosso topone... bé, lo chiamavo Tom. Ed era anche pallidino come lei!-. Lo sguardo di Piton dardeggiò per la sala, come per ricordare al Signore Oscuro che si trovavano in un posto affollato.
Borbottando minacce inaudibili, Voldemort abbassò la bacchetta e si fece posto sul divano tra i due.
-Allora, Parker... Parker... sei forse imparentata coi noti maghi oscuri Parker-Bowles, famiglia famosa per i loro leggendari sortilegi d'amore?- domandò l'Oscuro Signore, salottiero.
Maggie scoppiò a ridere:- Oh no, figuriamoci!- cinguettò – I miei sono netturbini, e non sanno neanche cucinare un uovo.- il suo sguardo si perse nel vuoto, rievocando ricordi lontani -In effetti sono cresciuta con pietanze indiane preparate al microonde... prima che uscissero quei prodotti dietetici così sani...-
Voldemort la fissò sospettoso:- Netturbini? M... microonde? Ma...-
-Bé, certo, io sono nata babbana!-
Seguì un silenzio carico di tensione.
L'Oscuro Signore si voltò verso Piton, come se fosse tutta colpa sua:
-Perseveri nei tuoi errori, mio infedele servo!- sibilò inviperito.
-Ma... io non ho mai...-
-Silenzio! E comunque- continuò rivolto a Maggie -Tu che ci fai qui alla “Coda del Basilisco”, il più famoso pub per maghi purosangue?-
Maggie lo squadrò come uno strano reperto: -Hey Tom, ma dove vivi? Nel Giurassico? Nel Triassico? Nel Pleistocene?-.
Voldemort e Piton si scambiarono un'occhiata perplessa.
-La “Coda del Basilisco” ha chiuso cinque anni fa!- proseguì la ragazza - Comunque non ci andava più nessuno...-
-Oh, come mai?- fece Piton interessato. Il Signore Oscuro sembrava troppo sconvolto per parlare.
-Ha avuto problemi con le licenze per vendere alcolici. Alla fine servivano solo succhi di frutta! In ogni caso, è vergognoso che non ci si possa più divertire senza alcool!- Piton annuì gravemente: -E' proprio vero! Questi giovani, se non sono sbronzi...-
-Oblivion!- lo interruppe Voldemort, scagliando l'incantesimo contro la ragazza. Maggie si allontanò con aria assente e un vacuo sorriso.
-Ma...- obiettò Piton.
-Insomma! Era proprio stupida!- ringhiò l'Oscuro Sire.
Passato lo stupore iniziale, Piton si ricompose e affermò freddamente:
-Avete ragione, mio signore. Donne più... ehm... pure meritano il mio interesse. Non commetterò di nuovo questo sbaglio!-
-Molto bene- sentenziò Voldemort. -Ben detto, Severus!-
-Adesso possiamo andare?- aggiunse Piton, in tono disperato.

Silente era nell'ufficio, circondato dai suoi strumenti d'argento, attendendo trepidante notizie dalla sua utile spia:
-Dimmi Severus, Voldemort ti ha riaccolto?-
-Sì- rispose Piton, solennemente -Ma a prezzo di atroci sofferenze.-
Il preside si avvicinò al professore e gli batté comprensivo una mano sulla spalla.
-Posso solo immaginarle, amico mio. Lord Voldemort non conosce la pietà né il perdono. Il suo cuore è arido come le foglie d'autunno, la sua anima lacerata dalla cruda malvagità e i suoi pensieri divorati da...-
-Preferisco non parlarne- lo interruppe Piton in tono sofferto -Quel che è stato è stato. Posso ritirarmi?-
-Ma certo- convenne Silente.
Dopo una pausa carica di significati, l'anziano mago mormorò con voce rotta:
-Tu sei l'uomo più coraggioso che io abbia mai incontrato, Severus-
Piton annuì lentamente, richiudendosi la porta alle spalle.
   
 
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