Dannati

[Itachi]

Strumenti, ecco la parola a cui penso quando la mia mente vaga sui nostri volti simili, sugli occhi neri corrotti dalla malinconia e dall’odio di un mondo governato dalle guerre.

Non volevo per te il mio stesso destino.

Non volevo per te il mio stesso atroce dolore.

Quanto male ci siamo fatti, eh, Sasuke?

Quanto male posso averti fatto?

Ricordo ancora il modo in cui sorridevi, come ti si illuminava il viso, i capelli neri, lisci, la pelle candida perfetta; come la notte ti intrufolavi tra le mie lenzuola in cerca di un alleato contro il buio.

Eri un bambino.

Ho dovuto, anche se non avrei voluto.

Quanto male ci hanno fatto?

Ne porti ancora le ferite sulla pelle, sulle braccia, le stesse che sono stato io a infliggerti.

Ma tu volevi che ti insegnassi a combattere, ricordi?

Era necessario che tu mi odiassi, quando avrei voluto solamente stringerti tra le mie braccia, odorare quei fili d’inchiostro, baciarti le guance, proteggerti da tutto l’odio del nostro clan, assicurarti una vita lunga e felice, lontano dalle armi, lontano dal sangue, con cui adesso, le tue mani non più così piccole, si sono macchiate tante volte.

Quanto ti ho amato, così puro, così semplice, lontano dalla corruzione del nostro mondo.

Ti guardo adesso, ed anche se sei terrificante non mi fai paura.

Anche se il bambino che eri ha lasciato il posto ad uomo senza pietà non mi fai paura, Sasuke.

Impugna la spada e trafiggimi il cuore, Sasuke, l’hai già fatto così tante volte, senza che te ne accorgessi...

La morte per mano tua sarebbe un così dolce regalo, un modo così perfetto per lasciare il mondo.

E mentre sento il sangue che cola dai miei occhi ciechi, mentre ancora una volta, l’ultima, premo sulla tua fronte due dita, come quando eravamo piccoli...

Ricordi Sasuke?

Mentre ti saluto, immagino a come avrebbe potuto essere, a come avrei potuto stringerti a me, come avrei potuto saggiare le tue belle labbra sottili in un bacio, ogni giorno, e capire che il peso del mio amore sbagliato non sarebbe mai stato orrendo come il peso del peccato con cui invece ho lasciato che ti macchiassi, che mi macchiassi.

Non saprai mai, quanto e come io ti abbia amato, Sasuke, ma non è importante... è sempre stato tutto così sbagliato...anche il mio amore malato.

E’ qui, alla fine di tutto, che mi concedo quel pensiero, il tuo corpo sottile eppure tanto forte sotto il mio, le mie mani su una pelle senza cicatrici, le mie labbra sul tuo collo, su quegli addominali accennati, sulle tue gambe snelle, su di te, le mie dita che esplorano il corpo in cui scorre il mio stesso dannato sangue, lo stesso corpo che in questo ultimo pensiero possiedo con una disperazione che ci ha sempre circondati, era nel sorriso triste di nostra madre, nel ghigno severo di nostro padre. Eri tu, la luce di ogni giorno, la speranza alla fine di un cammino buio che avrei dovuto percorrere da solo.

Dannati, ecco la parola che mi viene alla mente, mentre ripenso ai nostri occhi tanto simili, alla stessa pelle pallida, mentre anche l’ultimo battito risuona nel mio petto stanco.

Siamo stati dannati, Sasuke.

Note:

altamente disonorevole, ma ho sempre notato una certa, sottilissima atmosfera di amore incestuoso tra i fratellino Uchiha...magari sono io con delle tare mentali, in ogni caso, ecco una stupidofic per voi!

Un bacino

Allyn