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Autore: _Deby_    16/08/2013    0 recensioni
Quattordicianni,
troppe parole per descriverlo, poche per capirlo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cara Margaret,
Ho quattordici anni e come qualsiasi futura donna della mia età, ho troppa fretta di crescere e voglia di non sentirmi più bambina.
Ho finito la terza media e ho superato i tanto temuti esami con il massimo dei voti, e questo, come al solito, ha suscitato l'invidia e l'ira di chi mi sta vicino. Ma noi non siamo l'opinione che gli altri hanno di noi, siamo semplicemente noi stessi, importanti anche se anonimi, e l'ultima cosa di cui ho bisogno è la benevolenza altrui. L'adolescenza è già troppo dura così, se poi noi vi aggiungiamo affanni, come il cercare di compiacere gli altri, allora non facciamo che aiutare la vita a metterci paletti davanti. 

Dio sto di nuovo cercando di parlare come un'adulta! 

Fra due mesi comincerò il liceo e sono spaventata. Ho paura che non mi piaceranno i compagni, di non abituarmi  all'ambiente, di trovare professori che non mi capiscano, di non riuscire a studiare le materie al meglio. Ho paura del cambiamento e di non esserne all'altezza.
Siamo ad Agosto e l'estate sta scemando per lasciare spazio, tra poco più di un mese, al clima autunnale. Troppo duro per un corpo semiacerbo come il mio.
L'estate è l'unico periodo dell'anno in cui noi giovani possiamo aspirare ad una vera avventura che può compensare i successivi boriosi e malinconici mesi di scuola. Alla mia età, quattordici anni, il nostro corpo, sopratutto quello di noi ragazze, comincia a cambiare. Comincia a trasformarsi per dare il preludio di quello che diventerà poi un corpo di donna, e non solo, abbiamo anche da scontrarci con la, per noi nuova, influenza degli ormoni che, appena arrivati, schizzano a mille cercando di prendere il controllo, come un bambino voglioso di uscire e scoprire la vita.
Un nuovo sentimento comincia a farsi spazio nei nostri cuori, senza il nostro controllo, e comincia, silenzioso, a far scemare la semplicità tipica dei bambini che ormai non siamo più: l'amore.
A mie spese ho scoperto, forse prematuramente, cosa fosse, uscendone scottata. I ragazzi alla nostra età sono troppo immaturi e non capiscono proprio nulla dell'amore, semplicemente perché non sono ancora in grado di provarlo. E noi ragazze, troppo proiettate in avanti per loro, rimaniamo già a questa età con ferite che non sappiamo come rimarginare, essendo pur sempre alle prime armi.
Una volta ho letto un libro che spiegava perfettamente cosa significa avere quattordici anni. I sentimenti sono amplificati e difficilmente sotto il nostro controllo, probabile quindi che solo superato questo periodo di adolescenza, con più calma si può analizzare razionalmente cosa si è passato, perché sul momento non lo sappiamo nemmeno noi. Vorremo fare tutto ma non sappiamo come si fa, tutto è troppo per degli adulti in miniatura come noi. 
 
 
Vuoi amare e non sai come si fa. Vuoi essere amata e non sai come si fa.
-Alessandro D'Avenia 
 
 
Abbiamo mille paure e mille dubbi, vorremmo esprimerli ma preferiamo tenere tutto dentro e ucciderci lentamente dall'interno, come una specie di masochismo. Finché ad un certo punto, al limite della sopportazione, sputiamo fuori questo verme alla prima occasione che fa vacillare gli argini che ci siamo creati attorno con la speranza di proteggerci. Inutile.
Tutto sembra contro di noi, scoppiamo in pianti isterici senza motivo e le lacrime di dolore si mischiano a quelle di felicità fino a non distinguerle più. 
Le persone diventano un'ancora di salvezza ma che alla fine ci fa affondare con essa.
Quando trovi la persona giusta, che ti chiede "come stai?" perché gli importa, allora diventi dipendente. Dipendente dal parlare di te stessa a qualcuno a cui interessa sul serio. Diventa una droga, perché alla fine capisci che questo ti aiuta a capire meglio te stesso, e chi non vorrebbe capire se stesso? 
Questo è un periodo di transizione che determinerà cosa saremo in età adulta, e bisogna stare attenti alle scelte che si fanno perché dopo tornare indietro è quasi impossibile. Roba che i genitori ci ripetono talmente spesso che alla fine noi non ci facciamo più caso, questa è l'età degli errori.
Margaret, è così difficile avere la mia età, non sai mai cosa vuoi e spesso questo ti fa entrare in contrasto con tutti senza che tu te ne accorga, finché non arrivi a lamentarti del fatto che gli altri non ti capiscono, quando sei tu stesso che non capisci un fico secco di te ed è questa stessa incomprensione che trasmettiamo a chi ci sta vicino. In pratica, se non ci capiamo noi, chi ci deve capire? Babbo Natale?
Un vortice di emozioni e passioni troppo veloce per rimanere fermo nello stesso punto, siamo volubili.

Quattordicianni, troppe parole per descriverlo, poche per capirlo.
 
 
Con affetto, 
Una quattordicenne.



*note autrice*

Questa storia è nata per caso... pur avendo superato da un po' questa età, ho voluto immergermi nei ricordi per descrivere, almeno in parte, quello che prova un'adolescente alle prime armi, trovando anche aiuto in un libro che ho letto ultimamente :)
   
 
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