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Autore: DamonBonnie7    16/08/2013    2 recensioni
[SOSPESA]
Damon è convinto di amare Elena, così come Stefan. Ma se uno dei due si sbagliasse? E se, invece, capissero di essersi sbagliati entrambi?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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 Ciao a tuttiiiiiiiiiiii!!
Eccomi qui dopo la mia piccola pausa estiva!
Prima di lasciarvi al capitolo volevo avvisarvi che ho deciso di cambiare il nome dell’antagonista. Maddock non mi convinceva e poi richiamava palesemente al Maddox di “The vampire diaries” (cosa del tutto involontaria e di cui mi scuso).
Ho scelto di chiamarlo Athanatos, che in greco significa “immortale”. Mi piace come suona e anche il fatto che abbia un suo significato.
Detto questo: buona lettura! :)

 
 
 
 
 
Quindici anni prima
 
 

L'ennesimo tuono scosse il corpo di Ann. Era un pomeriggio piovigginoso e umido, ma rispecchiava perfettamente l'atmosfera cupa che si era venuta a creare in quella casa.
Ann si voltò, e quello che vide le spezzò il cuore.
Beth era accovacciata vicino a Bonnie e Nadia. Le teneva strette e parlava con voce bassa, quasi avesse paura di spaventarle se ne avesse alzato un po' il tono. Bonnie era attenta, ma riusciva a scorgere le lacrime che si stavano formando nei suoi occhi, mentre ascoltava quello che sua madre le stava dicendo. Nadia, invece, aveva indurito lo sguardo, prendendo per mano sua sorella.
Tra le due, Nadia era sempre stata la più forte e Ann, che era la loro nonna, lo sapeva.
Bonnie era più pacata, più umile e più delicata, connotata da un'eleganza innata che non tutti riuscivano a scorgere. Quasi per sopperire alle caratteristiche della gemella, invece, Nadia era forte, determinata e non si spaventava quasi mai. Bonnie era quella che piangeva se si ritrovava davanti un ragno, Nadia era quella che lo cacciava e che consolava la sorella.

Ann si riscosse da questi pensieri nel momento in cui sentì un singhiozzo. Per un istante, pensò che fosse stata Nadia a produrlo.
Il destino che avevano scelto per lei era ingiusto e triste e lo sapeva, ma non potevano fare altrimenti.
Voltandosi, invece, vide Bonnie completamente in lacrime.
- No, non è giusto! Non deve essere lei! Lei può...può aiutarvi! Può usare i suoi poteri e...e... -
Il suo pianto dirotto non le permise di continuare, ma Ann sapeva che non era finita. Bonnie poteva sembrare fragile in certi momenti, ma possedeva una tenacia che non aveva eguali.
- Bonnie, cerca di capire. Non può essere Nadia. Il suo spirito è più esuberante del tuo e, tralasciando questo, non riesce a controllare del tutto i suoi poteri, mentre i tuoi riescono a rimanere sopiti fino a quando non decidi di usarli. Hai su di loro un controllo che lei non riesce ad avere. -
Beth era disperata. Ann vide sul suo volto una totale sofferenza. Con voce strozzata cercava di far capire ad una delle sue figlie che avrebbe dovuto ospitare nel suo corpo sua sorella e che non avevano scelta.
Non era facile convivere con questo peso e lo sapevano entrambe. L'unica cosa che aveva permesso loro di accettare la realtà dei fatti era stata la convinzione che sarebbero riuscite presto a sconfiggere Athanatos, rendendo quella soluzione solo temporanea.
 

 

Sei mesi prima Ann era venuta a conoscenza di una profezia.
Si riteneva che, nel momento in cui fossero nate due gemelle discendenti dai druidi, di cui una con i capelli rosso fuoco e l'altra con gli occhi cerulei, grazie a loro qualunque essere vivente avrebbe potuto acquisire il potere di tutte le streghe esistenti sulla Terra, diventando pressoché invincibile.
Nessuno ancora sapeva che, quattro anni prima, quelle bambine erano nate e che erano figlie di Beth, la sua primogenita, e quindi sue nipotine. Nessuno, fino a quel momento.
Gli spiriti le avevano fatto conoscere la profezia a causa di Athanatos.

Athanatos era uno stregone dall'età indefinibile, potente oltre l'immaginabile e desideroso di accrescere le proprie capacità.
Era stato presente quando, più di due millenni prima, in una casa piccola e isolata dell'Irlanda, una druida di nome Deirdre aveva pronunciato quella profezia. La sfortunata si era accorta della sua presenza e aveva pensato di fermarlo, perché sapeva chi fosse e quanto desiderasse il potere, ma non era riuscita a trasformare in azioni i suoi pensieri, poiché Athanatos l'aveva uccisa prima ancora che riuscisse a formulare nella sua mente un incantesimo.
Dopo essersi assicurato di essere l'unico a conoscere di quella profezia, Athanatos aveva iniziato a spiare la vita della comunità druida, informandosi sulle nuove nascite e sbarazzandosi di chiunque si fosse messo sulla sua strada. Non amava essere osteggiato e l'aveva dimostrato al punto di accrescere la sua già nota fama di stregone potente e senza scrupoli.
Aveva cercato in lungo e in largo quelle due bambine, minacciando, torturando e uccidendo coloro che avevano provato a fermarlo, nella stupida convinzione che sarebbero riusciti a sconfiggerlo.
Senza che potesse fare niente per impedirlo, i romani avevano conquistato le isole britanniche, portando alla dissoluzione della comunità druida, i cui componenti avevano iniziato a sparpagliarsi in altri paesi, avvalendosi dei loro poteri, senza che lui riuscisse a fermarli.
Impauriti, avevano iniziato a nascondere la propria aura e i propri poteri, facendogli perdere le tracce di tutti loro.
Di tutti, tranne dei discendenti di colei che aveva pronunciato la profezia.
Athanatos aveva stretto con loro un patto: informazioni su quelle bambine in cambio della loro vita.
Ann aveva scoperto che, nel momento in cui fossero nate le due gemelle, solo la discendenza di Deirdre avrebbe potuto sentirlo e, quindi, rintracciarle, pur non possedendo alcun oggetto che appartenesse loro.

La ricerca era continuata nel corso dei secoli, fino a quando Bonnie e Nadia erano nate.
Erano le bambine che quello stregone cercava e, appena avevano iniziato a sviluppare i propri poteri, Olimpia, discendente di Deirdre, l'aveva capito.
Aveva avvisato Athanatos e, davanti ai suoi occhi, aveva cercato le bambine, dicendogli dove trovarle. Athanatos aveva calcolato che avrebbe impiegato poco più di un giorno a raggiungerle e poi aveva ucciso Olimpia e i suoi figli, mettendo così a tacere le uniche altre persone a conoscenza di quella profezia.

Ann non avrebbe mai saputo nulla di tutto questo, se gli spiriti non avessero avuto paura di quello che Athanatos avrebbe potuto fare una volta ottenuti tutti i poteri che desiderava, rivoluzionando in maniera radicale l'equilibrio della Terra.
Così l'avevano contattata e informata che, nel giro di poche ore, sarebbero state attaccate e che Bonnie e Nadia sarebbero state in pericolo.

Dopo aver parlato con sua figlia Beth, avevano deciso insieme che sarebbe stato più sicuro per tutti se si fossero ritirate in un paesino al Nord, dove avrebbero potuto facilmente far perdere le proprie tracce.
Avevano preparato in fretta i bagagli, infilandoci dentro le cose più importanti, sapendo di non avere molto tempo.
Nel momento in cui Beth si stava dirigendo verso la camera delle sue bambine, che erano andate a dormire da poche ore, Athanatos le aveva trovate.
Ann e sua figlia, entrambe molto forti e unite dal legame di sangue, avevano combattuto fino allo stremo delle loro forze. Nonostante fossero sfinite erano riuscite ad avere la meglio su Athanatos, il quale, prima di dissolversi nel nulla, aveva giurato che le avrebbe trovate e che, la prossima volta, non sarebbero state così fortunate.
Appena era sparito avevano svegliato Bonnie e Nadia ed erano partite più velocemente possibile, lasciandosi dietro la città in cui le due bambine erano nate e dove sarebbero cresciute se la loro vita non fosse stata sconvolta.
Dopo qualche ora di viaggio erano arrivate a destinazione e, anche se a fatica, avevano riacquistato un po' della normalità che era stata brutalmente strappata dalle loro vite.

Tutto questo fino a due giorni prima.
 

Dopo mesi di tranquillità, gli spiriti avevano nuovamente informato Ann che Athanatos aveva individuato la zona in cui si nascondevano e che, a breve, sarebbe tornato.
Ann sapeva quanto fosse pericoloso. Non solo aveva testato le sue abilità nello scontro a cui era stata sottoposta tempo prima, ma era anche consapevole che, se aveva allertato gli spiriti, doveva essere molto pericoloso.

Beth era dell'avviso che avrebbero dovuto sconfiggere Athanatos definitivamente, in modo da consentire alle sue figlie di vivere una vita felice, senza essere costrette costantemente alla fuga e alla paura di essere trovate. Era combattiva come una leonessa che, di fronte al pericolo, usava tutte le sue risorse per difendere i suoi cuccioli, e Ann non poteva che essere orgogliosa della tenacia di sua figlia.
Quello di cui però Beth non si rendeva conto era che non avevano né i poteri né i mezzi per sconfiggerlo, indebolirlo ulteriormente o ucciderlo.
Avevano già provato in precedenza a chiedere l'aiuto di altre streghe, ma le loro suppliche non avevano sortito effetto: tutte sapevano che, se non avessero ostacolato i suoi piani, Athanatos non avrebbe fatto loro del male.
Ann le aveva avvisate del fatto che, se fosse riuscito nei suoi intenti, avrebbe acquisito i poteri di qualunque essere magico, ma a nessuno era sembrato tanto grave quanto perdere la vita.
Lo sconcerto di Beth era stato grande. Voleva proteggere le sue figlie ma non sapeva come.
Ann aveva scorto una paura cieca nel suo sguardo quando, dopo averla avvisata dell'arrivo imminente di Athanatos, le aveva detto che non sarebbero riuscite a sconfiggerlo. Sua figlia aveva urlato, pianto, perso il controllo della propria magia e poi si era arresa davanti all'evidenza che non poteva nulla contro di lui.
Avevano fatto ricerche su ricerche per capire in che modo trovare una soluzione, un'alternativa al destino che quello stregone aveva in serbo per le sue figlie.
Beth e Ann, infatti, sapevano già cosa avesse intenzione di fare.
Il rito che aveva in mente Athanatos riguardava la magia nera: due streghe, discendenti dai druidi e unite da un forte legame di sangue, avrebbero trasferito i propri poteri ad una terza persona.
In questo caso, però, c'erano solo due problemi: prima di tutto Bonnie e Nadia avrebbero dovuto trasferire i poteri di qualunque essere magico, e poi, a causa dell'incantesimo che le avrebbe prosciugate, sarebbero morte.

A seguito di ore di ricerche andate a vuoto, Ann era inorridita e preoccupata. Avvertiva la paura di Beth, al suo fianco, e per un attimo la sentì impossessarsi anche di lei. Non sapevano cosa fare e la possibilità di perdere Bonnie e Nadia non era minimamente pensabile.
Ann lasciò che la paura si propagasse in ogni angolo del suo corpo, consapevole che non sarebbe riuscita a fermarla.
Poi, ritrovando la calma che le era propria, capì cosa dovevano fare.

Se non potevano sconfiggere Athanatos per impedirgli di portare a termine il rito, potevano impedirgli di trovare la cosa che gli serviva di più: le due streghe.

Dopo esitazioni e incertezze, avevano deciso di 'nascondere' Nadia nel corpo di Bonnie. Sarebbe stato sicuramente un incantesimo complesso e, forse, avrebbe affaticato eccessivamente Ann, ma avrebbe fatto qualunque cosa per poter salvare le sue nipotine e le altre creature magiche.
Avrebbero dovuto rendere Nadia incorporea, facendola diventare solo spirito, che poi avrebbero dovuto imprigionare nel corpo della sorella. In questo modo, Athanatos non avrebbe più avvertito la presenza delle due gemelle e non sarebbe più riuscito a trovarle.

Prima di scegliere quale delle due bambine avrebbe dovuto ospitare l'altra, Beth e Ann avevano vissuto un profondo dissidio interiore. Sapevano che non fosse giusto favorirne una al posto di un'altra, ma sapevano anche quanto fosse necessario 'sacrificarne' una per salvarle entrambe.
La scelta era ricaduta su Bonnie per due motivi fondamentali: prima di tutto era più pacata e difficilmente avrebbe attirato l'attenzione su di sé; poi non aveva la tendenza, come Nadia, ad usare i propri poteri, che rimanevano per la maggior parte sopiti dentro di lei. Avrebbe potuto essere una bambina normale, come tante altre, senza che nessuno sapesse quanto fosse potente né che possedeva una sorella gemella rinchiusa nel suo corpo.
Se ogni cosa fosse andata secondo i piani, Bonnie avrebbe dimenticato tutto. Avrebbe dimenticato la vita che aveva condotto fino a quel momento, la fuga, sua sorella, la madre, la nonna.
L'avrebbero affidata a qualcuno di normale che avrebbe saputo come tenerla al sicuro. Ann non sapeva quanto tempo sarebbe durata questa soluzione. Rabbrividiva al solo pensiero che potesse essere permanente, ma sapeva che non avrebbero avuto molte possibilità di far tornare tutto com'era in maniera rapida.
Beth, invece, era convinta che quella situazione non sarebbe durata per più di qualche mese. Aveva solo bisogno di tempo: tempo per capire come sconfiggere Athanatos, trovare l'aiuto che le serviva e cancellarlo dalla faccia della Terra. In questo modo avrebbe permesso alle sue figlie di vivere una vita normale, dimenticando la piccola parentesi di quei mesi di cui, comunque, non avrebbero ricordato niente, una volta finito tutto.
 

 
Ann fu riportata alla realtà da un altro singhiozzo di Bonnie, più forte del precedente.
- No, non capisci, mamma! Non puoi... -
- Adesso basta! Sei tu che non capisci! -
Nadia guardò Bonnie con uno sguardo gelido. Non si era mai rivolta così a sua sorella, ma stavolta era necessario. Bonnie era delicata, buona e generosa e non le avrebbe mai permesso di sacrificarsi se non si fosse mostrata dura e decisa con lei.
- Devo fare questa cosa. Se non la smetti di fare i capricci la mamma e la nonna potrebbero farsi molto male, non lo capisci? Dobbiamo fare come dicono loro, così saremo tutti al sicuro. -
Il corpo di Bonnie fu percorso da un tremito, ma non singhiozzava più. Aveva ascoltato la sorella rapita dalla sua forza e dal suo coraggio.
Dopo qualche secondo lo sguardo di Nadia si addolcì e le sorrise.
- Hai sentito la mamma, durerà poco. Poi potremo ricominciare a bere i frappé al cioccolato della nonna, a giocare con la palla e a guardare i cartoni. Tornerà tutto come è adesso. -
Mentre Nadia parlava, Ann vide gli occhi di sua figlia riempirsi di lacrime e diventare troppo colmi per poterle trattenere ancora.
Beth abbracciò le sue bambine, così piccole e coraggiose, così belle e forti, ognuna a suo modo, e non riuscì a contenere un pianto incontrollato.
- Andrà tutto bene, ve lo prometto. Io...io...staremo di nuovo tutte insieme e saremo felici. -
Bonnie e Nadia strinsero forte a sé la loro mamma, senza piangere, senza emettere il più minimo rumore.
Si fidavano di Beth e di Ann ciecamente, come solo un bambino può fare. Quelle due donne le avevano cresciute e avevano contribuito a renderle quello che erano e quello che sarebbero diventate.
Nel momento in cui si staccarono da Beth, andarono ad abbracciare la loro nonna, che fino a quel momento era rimasta in disparte.
Mentre Ann provava a rassicurarle con parole dolci, non sapendo quanto sarebbe riuscita a rasserenarle, il campanello suonò.
Non fece nemmeno in tempo a sollevare la testa che Beth era già andata ad aprire alla porta e la sentì dire:
- Theophila! –

Dopo essersi liberata dall'ingombrante cappotto appesantito dalla pioggia, Theophila aveva abbracciato prima Beth e poi Ann. Quest'ultima l'aveva chiamata il giorno prima spiegandole la situazione.
Conosceva Ann da quando erano bambine e, sebbene col trascorrere del tempo si fossero perse di vista, la loro amicizia non ne aveva mai risentito. Theophila sapeva quanto fosse rischioso l'incantesimo che volevano utilizzare per salvare le due bambine, ma sapeva, alla stessa maniera, quanto fosse inevitabile in quella circostanza.
Nonostante non praticasse la magia da più di dieci anni, aveva già eseguito quell'incantesimo tempo addietro, per cui non si era meravigliata quando Ann l'aveva chiamata per chiederle il suo aiuto. L'aveva sentita scusarsi per il disturbo e per il fatto che, se avesse accettato di farsi coinvolgere, l'avrebbe costretta a risvegliare i suoi poteri, ma Theophila l'aveva tranquillizzata subito. Sapeva che sarebbe arrivato il momento di fare di nuovo i conti con la magia ed era felice che accadesse per aiutare Ann.

Dopo aver abbracciato Beth e sua madre, Theophila si concentrò su quelle due bambine che la stavano fissando.
Una aveva dei ricci rosso fuoco e il viso a forma di cuore; i suoi occhi sembravano attenti e spaventati al contempo. L'altra, invece, aveva dei voluminosi capelli castani, che le ricadevano ondulati sulle spalle, e i suoi occhi cerulei la scrutavano per capire chi fosse e che ruolo avesse in quella storia.
Sorridendo, si avvicinò a loro.
- Ciao! Io sono Theophila, un'amica di vostra nonna. Mi ha parlato molto di voi. Tu dovresti essere Bonnie mentre tu Nadia, giusto? -
Le bambine annuirono, rilassandosi leggermente.
- Sanno già tutto. Mentre ti aspettavamo Beth ha parlato con loro e...beh, sono pronte. -
Ann guardò Theophila con un misto di ansia e trepidazione e la sua amica se ne accorse. Le sorrise dolcemente e iniziò a spiegare cosa avrebbero dovuto fare.
- Per nessuno dei due incantesimi occorre nulla. Niente candele, ramoscelli di qualche pianta o cose simili. Sono incantesimi che possono pronunciare solo streghe molto potenti, che non hanno bisogno di nulla di tutto ciò. Per far diventare Nadia solo spirito è necessario che si posizioni in questo punto, mentre noi tre - disse indicando se stessa, Beth e Ann - dobbiamo disporci in circolo intorno a lei. Dobbiamo connetterci tra di noi e poi richiamare il potere della natura e dei suoi quattro elementi. Non serve altro. Poi dovremo pronunciare questo incantesimo. -
Beth annuì, mentre Ann si avvicinò alle sue nipotine, dicendo:
- E per il secondo incantesimo? -
- Il secondo è un po' più complesso. È necessario che lo spirito di Nadia si disponga davanti a Bonnie, in modo che le due bambine si trovino faccia a faccia. Dovranno pronunciare quest'incantesimo - disse indicando una pagina del suo grimorio - contemporaneamente. Il contatto visivo tra loro non dovrà interrompersi neanche per un secondo durante la recitazione dell'incantesimo. Quando avranno finito, per pochi secondi Bonnie sarà una specie di porta attraverso la quale solo Nadia potrà passare. Dovrà essere veloce, perché Bonnie tornerà normale nel giro di pochi secondi e, nel caso in cui non riuscisse ad entrare nel suo corpo, non potremmo ripetere l'incantesimo prima che siano trascorse ventiquattro ore, e mi è sembrato di capire che non ci sia molto tempo. -
Theophila vide che lo sguardo di Nadia era attento e concentrato, mentre quello di Bonnie era spaventato.
- Io...io non credo di farcela. Insomma, e se chiudessi gli occhi? Se pronunciassi male l'incantesimo? Se... -
Beth si avvicinò a Bonnie e la strinse forte. Avvertiva la sua paura e la capiva. Aveva paura anche lei. Temeva che l'incantesimo potesse non riuscire o riuscire male, che potessero rimanere ferite, che il corpo di Nadia non si 'smaterializzasse' o comunque non completamente.
Provava la paura cieca che solo una madre può provare quando sa che deve fare qualcosa di pericoloso per salvare la vita dei propri figli e non ha scelta.
- Andrà bene. Sarai brava e non succederà niente di male. -
Beth lo sussurrò nei morbidi capelli di Bonnie, sperando che fosse vero, sperando che quell'incubo finisse il più velocemente possibile.

Mentre sua sorella, sua madre, sua nonna e Theophila si disponevano per recitare il primo incantesimo, Bonnie rimase in disparte a guardarle.
Osservava Nadia e cercava di capire cosa provasse. Vedeva il suo sguardo concentrato e serio, le sopracciglia leggermente aggrottate per lo sforzo di rimanere perfettamente immobile - come le aveva detto prima Theophila -, le labbra strette. Chiunque l'avesse vista in quel momento avrebbe pensato che fosse una bambina coraggiosa, che non aveva paura di niente, ma Bonnie sapeva che non era così. A differenza sua, Nadia non era un libro aperto nemmeno per sua madre. Si mostrava forte e indipendente, nonostante avesse solo quattro anni. Con il tempo aveva imparato ad esserlo per tutte e due e non le era mai pesato.
Bonnie però la conosceva meglio di chiunque altro ed era riuscita a scorgere in lei la paura.
Se ne accorgeva sempre, quando sua sorella aveva paura. Nadia non urlava, non tremava, non scappava, non piangeva. Quando era impaurita, cosa che non succedeva tanto spesso, a Nadia iniziava a muoversi ritmicamente l'indice della mano destra. Era una specie di tremolio quasi invisibile di cui non si era mai accorto nessuno. Nel movimento leggero di quell'unico dito, Nadia sfogava la sua angoscia, la sua paura, quasi senza accorgersene.
Probabilmente Bonnie era stata la prima e l'unica persona ad accorgersi di quel piccolo dettaglio e, in quel momento, per quanti sforzi sua sorella facesse per fermarlo, riuscì a notare quell'impercettibile movimento.
Nadia aveva paura. E, come tutte le volte in cui Nadia aveva paura, Bonnie non sapeva cosa fare.

Theophila, Ann e Beth stavano per iniziare a recitare l'incantesimo. Nadia avrebbe dovuto tenere gli occhi chiusi, ma, un istante prima di farlo, cercò con lo sguardo sua sorella. Nel momento in cui incrociò il suo sguardo si rese conto di averle lanciato involontariamente una richiesta di aiuto. Per la prima volta da quando erano nate Nadia aveva bisogno che Bonnie fosse quella coraggiosa. Aveva bisogno di cederle il posto, aveva bisogno che si prendesse cura di lei.
Era sempre stata forte per entrambe e lo sarebbe stata ancora, ma in quel momento aveva bisogno che Bonnie le trasmettesse un po' di coraggio.
Probabilmente sua sorella lo capì, perché le rivolse il sorriso più bello e luminoso che le avesse mai visto sulle labbra, e a Nadia non servì altro.

Il primo incantesimo era stato eseguito senza nessun intoppo, ma adesso era necessario portare a termine anche il secondo.
Ann vide le sue nipotine disporsi frontalmente l'una all'altra e le si strinse il cuore. Avevano imparato l'incantesimo che avrebbero dovuto pronunciare e aspettavano solo un segnale da parte di Theophila.
Pochi istanti dopo, iniziarono a recitarlo.

Appena ebbero finito, Nadia si avvicinò a Bonnie. L'idea di entrare nel corpo di sua sorella le sembrava strana e assurda, ma si fidava ciecamente di sua madre e sua nonna e, per qualche motivo che non capiva, anche di quella strana donna che era arrivata lì poco prima. Le avevano detto che non avrebbe ricordato niente del tempo trascorso nel corpo di Bonnie, che sarebbe stato come addormentarsi e svegliarsi una volta finito tutto, e lei ci aveva creduto. Sperava solo che finisse in fretta.

Quando gli occhi di Nadia si trovarono a pochi centimetri da quelli di sua sorella, Bonnie le sentì dire:
- Ci vediamo presto. Ti voglio bene. -
Non riuscì nemmeno a pronunciare le parole "Ti voglio bene anch'io" che Nadia era già sparita dentro di lei.
Nel momento in cui le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi, Bonnie perse i sensi.

Ann vide Bonnie accasciarsi al suolo e Beth correre prontamente verso di lei, prenderla tra le braccia e cullare le sue figlie, sebbene il corpo che stringeva fosse uno solo.
- Ora dobbiamo andare. Unendo le nostre forze riusciremo a teletrasportarci a Fell's Church, una cittadina tranquilla in cui, anni fa, mi sono trasferita anch'io. Lì potrete lasciare Bonnie alla famiglia McCullough. Sono brave persone che conosco da anni e che se ne prenderanno cura nel migliore dei modi. Poi, appena Athanatos sarà stato sconfitto, potrete tornare a prendere entrambe. -
- Si, andiamo, prima che sia troppo tardi. Ma...Theo, sei sicura che riusciremo a teletrasportarci? Voglio dire, ci vogliono anni di pratica per riuscirci e poi... -
- Non ti preoccupare, Beth, ce la faremo. Io ho già affinato questa tecnica tempo fa, sebbene non la usi da molto, per cui vi basterà 'sintonizzarvi' sulla mia stessa lunghezza d'onda. E poi tu e tua madre siete unite dal legame di sangue più forte che esista, sono sicura che andrà tutto bene. -
Theophila sorrise in maniera rassicurante, mentre osservava quella giovane donna tenere tra le braccia Bonnie, ma il suo sorriso venne incrinato dalla preoccupazione.
Prima di rendersi conto di cosa stesse accadendo vide il volto di Beth impallidire improvvisamente, mentre un'espressione piena di orrore le alterava i lineamenti dolci del viso.
Voltandosi, si ritrovò a guardare negli occhi Athanatos.
-Stavolta non mi sfuggirete! Non riuscirete a portarmi via ciò che mi appartiene! - lo sentì dire.

Accadde tutto in pochi secondi.
Sentì Ann urlare "Andate via, ci penso io a lui!", Beth protestare che non voleva lasciarla e vide Athanatos, in quel frangente, scagliare un potente incantesimo su Ann, che riuscì a schivarlo tempestivamente.
Mentre Ann contrattaccava, Theophila afferrò Beth e la trascinò lontano.
- Pensa a Bonnie e Nadia, pensa a loro! Quello che abbiamo fatto sarà stato vano se non scompariamo subito! -
- Ma mia madre... -
- Ann è forte e se la caverà! Ci raggiungerà dopo, ora dobbiamo andare! -
Theophila e Beth si disposero l'una di fronte all'altra, pronte a teletrasportarsi. Dalla sua posizione, Beth riusciva a scorgere una minima parte dello scontro tra sua madre e Athanatos, sebbene la sua visuale fosse quasi totalmente intralciata da Theophila. Lo scontro non stava volgendo a favore di Ann e Beth se n'era accorta, ma doveva concentrarsi sul luogo in cui sarebbero andate, per cui fu costretta a distogliere lo sguardo da quella scena.

Appena finirono di pronunciare l'incantesimo, Beth si voltò verso sua madre. Vide, quasi come in una scena al rallentatore, un'ondata di potere investirla e il suo corpo accasciarsi al suolo. I suoi occhi erano sbarrati e spenti e un rivolo di sangue fuoriusciva dalla sua bocca.
Mentre l'aria che aveva trattenuto nei polmoni, a quella scena, stava per esplodere in un urlo, sentì Athanatos gridare:
- NOOOOO! -
Poi sparirono.
 

Theophila osservò Beth tornare verso di lei.
Aveva appena affidato Bonnie - e Nadia - ai signori McCullough. Sul suo volto si vedevano i segni del dolore che provava. Oltre a dover lasciare le sue figlie con degli sconosciuti per chissà quanto tempo, aveva appena perso sua madre.
Appena fu abbastanza vicina l'abbracciò, consapevole di cosa stesse provando in quel momento.
- Mi dispiace così tanto che sia andata così. Io...mi dispiace per Ann, tanto. -
Beth annuì tra le sue braccia, rendendosi conto solo in quel momento che anche Theophila aveva appena perso la sua migliore amica.
- Come...come faremo adesso a sconfiggerlo? -
La voce di Beth era rotta a causa del pianto trattenuto troppo a lungo.
- Non lo so. Non lo so, ma troveremo un modo, te lo prometto. -
Theophila le sorrise in una maniera che non convinse nemmeno se stessa, temendo, per la prima volta, che non esistesse alcun modo per risolvere quella situazione.
Poi, osservando la casa che aveva appena ospitato Bonnie, cinse le spalle di Beth e si allontanò da lì con lei.
 

 
 
 



Allooooora!
Questo capitolo è ambientato quindici anni prima rispetto al resto della storia ed è incentrato su quello che è successo a Bonnie e a Nadia. Vengono introdotti due nuovi personaggi, che sono mamma Beth e nonna Ann! Spero di essere riuscita a renderle bene…:D
Spero che si capiscano le dinamiche della storia e le intenzioni di Athanatos. Dopo aver saputo della profezia ha cercato queste due bambine in lungo e in largo per farsi trasmettere praticamente tutti i poteri del mondo.
Nel prossimo capitolo la storia riprenderà da dove l’avevamo lasciata, ossia Theophila che ha appena finito di raccontare il tutto a Meredith, Matt, Elena, Damon e Stefan e vedremo un po’ di reazioni.
Volevo dirvi solo una cosa: prendete con le pinze le poche informazioni sui druidi che ho scritto. Dovrebbero essere corrette ma potrebbe esserci qualche imprecisione..:)
Per il resto…spero di aver compensato alla mia assenza con questo capitolo. Sono riuscita a renderlo due volte più lungo degli altri (sono orgogliosa di questa cosa, si vede?)! xD
Mi farebbe piacere leggere delle recensioni in cui mi dite cosa pensate di questa storia e della sua evoluzione! :D
Grazie ancora a tutti quelli che leggono, seguono e recensiscono questa storia.
Alla prossima!

DamonBonnie7
  
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