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Autore: Lynn Lawliet    16/08/2013    2 recensioni
"Per certi versi Keiko era proprio uguale a suo padre: parlava fluentemente il tedesco, si vestiva in modo assurdo e soprattutto, soprattutto si divertiva a giocare con il tempo."
Dieci incontri, dieci ricordi, dieci momenti della vita di Keiko; raccontati da Mephisto, Amaimon, Rin, Yukio, Shiemi, Shima, Kamiki, Bon, Koneko e Shura
Genere: Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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BON
 
Bon ripassava mentalmente un mantra dopo l’altro, constatando con felicità di ricordarseli tutti: aveva l’esame per diventare Aria la settimana seguente, e intendeva passarlo con il massimo dei voti, esattamente come aveva già fatto un anno prima con quello di Dragoon. Sotto quel punto di vista, era piuttosto fiero di se stesso: sarebbe stato il primo in famiglia ad ottenere due maister. E proprio per questo, deciso com’era a passare l’esame, si era detto Bon, doveva studiare in ogni momento libero. Certo, quello non era proprio del tutto un momento libero, ma infondo quel giorno in armeria non c’era nessuno, e non se la sarebbero presa se ripassava un po’. Però, accidenti, dovevano darglieli proprio in quel periodo i turni di lavoro ai magazzini? Lo sapevano perfettamente che doveva studiare più possibile. Bon, almeno a detta sua, doveva essere uno degli esorcisti più sfruttati del secolo. A quel punto, però, lo sproloquio interno di Bon era stato interrotto dal rumore della porta dell’armeria che si apriva (ma certo, una delle tre volte annue in cui qualcuno visitava quella dannata armeria doveva cadere proprio quando era di turno lui!). Da dietro lo stipite si affacciava una ragazzina sui dodici anni. Che diavolo ci faceva una bambina della sua età in un posto del genere? A quanto pareva Bon lo avrebbe scoperto presto, visto che la ragazzina si era avvicinata a lui, osservando incuriosita gli scaffali della stanza, stipati fino all’orlo di armi micidiali di genere vario. Era stato solo quando lei era arrivata a qualche metro da Bon che lui aveva notato le orecchie appuntite, che facevano capolino da sotto un cespuglio viola e disordinato. Certo, non c’era nessuna coda in vista (dopotutto a loro non piaceva mostrarla) e Bon aveva superato ormai da un po’ la storia morte-ai-figli-di-satana-sempre-e-comunque, ma rimase lo stesso sorpreso: nonostante sapesse che qualche demone superiore militava tra le truppe del Vaticano, era raro vederli in giro. Alla ragazzina, però, non sembrava importare molto della sua espressione diffidente, infatti gli aveva sorriso caldamente (mostrando due inquietanti canini affilati) e aveva iniziato a parlare con una vocetta allegra:
“ciao Ryuji Suguro. Esquire Keiko Pheles a rapporto! Sono qui per scegliere la mia arma!”
“aspetta un attimo… tanto per cominciare, per ritirare un’arma ci vuole un permesso! Ce l’hai? Poi il tuo cognome… non sarai mica imparentata con Mehisto Pheles? E, per la cronaca, come diavolo fai a sapere come mi chiamo?! Noi non ci conosciamo, vero?”
La ragazzina lo aveva squadrato con aria annoiata.
“sì, ho il permesso, sì, Mephisto è mio padre, e no, il nome ce l’hai scritto sulla targhetta.”
Va bene, effettivamente Bon aveva dimenticato di avere appesa alla camicia una targhetta identificativa, ma questo non toglieva che quella ragazzina fosse imparentata con il tizio più assurdo dell’intera accademia. E poi gli ricordava un po’ troppo Rin Okumura… però, infondo, sebbene all’inizio Rin gli stesse antipatico, avevano finito per diventare amici… anche se non glielo avrebbe mai detto in faccia!
“sì, bene. Fammi vedere il permesso, allora.” e lei gli aveva allungato un foglio di carta rosa che riportava, in una grafia elegante, la scritta “sì, tesorino, prendi pure tutte le armi che vuoi! Dal tuo papà che ti vuole tanto bene.” il tutto seguito da una sfilza di X che probabilmente stavano per altrettanti baci. Beh, una cosa del genere era decisamente nello stile di Mephisto.
“d’accordo… non sono sicuro se questa… cosa si possa definire un regolare permesso, ma… seguimi, andiamo a scegliere la tua arma.”
“evvai!- aveva esultato la ragazzina- sono anni che aspetto questo momento!”
“ah sì? E che tipo di arma vorresti?”
“un’arma da fuoco… studio per diventare dragoon.”
Bon aveva risposto con un mugugnio indistinto… tutto sommato quella ragazzina non era poi così male.
Bon l’aveva guidata attraverso l’intricato reticolo degli scaffali, mostrandole un’ama dopo l’altra. Il commento che lei faceva, però, era sempre lo stesso:
“non va bene.”
O almeno lo era stato fino a che Bon non aveva intravisto un grilletto argentato sotto un mucchio di shuriken. Aveva tirato fuori il grilletto e la pistola che c’era attaccata, e l’aveva mostrata a Keiko. E solo in quel momento si era reso conto di quanto l’arma fosse bella: era fatta di uno strano metallo argenteo alternato ad una pietra nera e lucente, e, soprattutto, era coperta di eleganti intarsi a spirale.
L’arma perfetta per quella ragazzina.
Lei però non diceva nulla e si limitava ad osservarla con gli occhi sgranati.
“se non ti piace la metto via…” aveva detto Bon, un po’ deluso.
A quelle parola Keiko si era ripresa improvvisamente e gli aveva strappato di mano la pistola, stringendola al petto
“no! È bellissima! Grazie Ryuji Suguro!” aveva gridato, per poi sorridergli riconoscente.
Bon l’aveva osservata per un attimo, sorpreso, ma poi aveva sorriso a sua volta.
“se preferisci puoi chiamarmi Bon.”.
Chissà, si era detto Bon guardando Keiko sorridere, che non avesse trovato anche lui qualcuno in grado di commuoverlo.


angolini dell'autrice della pazza
blah, blah, blah, nulla da dire, blah blah blah, spero vi piaccia.

your faithful

Lynn

  
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