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Autore: IloveJoseph    17/08/2013    2 recensioni
Eccomi ancora, con una nuova oneshot. Non sarà una Klaroline, ma una Kolnnie. Infatti ho scritto la prima stesura, sul vampiro Kol e sulla strega Bonnie. A dirla tutta, sono dell'idea che bisognasse dare più spazio al personaggio di Kol, che è un vampiro molto furbo e seducente. Con Bonnie, poteva fare, sempre a mio parere, una coppia intrigante. Infatti, nelle poche occasioni in cui sono stati assieme, ho tratto l'ispirazione per questa oneshot.
Spero che vi piaccia. Bacioni! :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kol Mikaelson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era in una stanza buia,  in cui al centro c’era una bara.  Le mura erano bianche, senza quadri, ma solo con una pittura ormai rovinata, e il soffitto aveva delle crepe.  La bara,  era  grande, e sul di essa non c’era neanche la croce. Era insospettita da tutta quella situazione. Non aveva paura, lei era Bonnie Bennett e non aveva motivo di averne. Soltanto che non le era mai capitata una situazione del genere. Nonostante ne avesse  viste di cose brutte e insolite , come ad esempio vampiri,  la sua migliora amica che si innamorava di uno di loro, ancora sua madre che l’aveva abbandonata e poi era diventata un succhia sangue, come anche l’altra sua amica cara Caroline. Il suo ragazzo, il fratello di Elena, il piccolo Jeremy che era  morto poi resuscitato grazie a lei, e poi  da un giorno all’altro divenne un cacciatore di vampiri, così inferocito, tanto da voler  uccidere anche sua sorella, e per finire di morire anche lui. Lei  avrebbe voluto riportarlo nuovamente in vita, ma sua nonna, glielo impedì. Quella si chiamava  magia nera, e per quanto Bonnie se ne fosse avvicinata parecchio, ora doveva allontanarsi immediatamente. Lo fece, nonostante non volesse, doveva farlo.  Insomma, ormai vive tra loro, tra queste creature e tra  i lati oscuri della stessa natura, e li ha anche aiutati, cosa alquanto  strana per una ancella della natura, che dovrebbe disprezzare certi esseri. Ma con la magia, Esther, la madre degli originali, diede vita ai primi mostri. Dunque si sentiva, in un certo senso, responsabile di ogni atto che compissero e  faceva quel poco che era in suo nome,  per aiutare le povere vittime che non c’entravano nulla in tutto quel fracasso.  Aiutava i suoi amici,  cercando di sconfiggere i nemici, e nello stesso tempo proteggendo anche se stessa. Doveva farlo, perché  ormai  era sola. Senza nessuno. Anche il professore Shane, si era dimostrato una delusione. Poteva solo contare sulla sua personalità, forte e incisiva, e seguendola, sicuramente la giovane strega non avrebbe avuto grossi problemi. Ora però, si guardava intorno stranita.  Non sapeva neanche come ci fosse arrivata  lì dentro. Ricordava solo che era ritornata a casa, dopo una lunga giornata tra libri e chiacchierate isteriche con Caroline, ed era stanca morta.  Non aveva neanche mangiato,  era filata dritto in camera sua. Aveva preso, il libro degli incantesimi, per cercare di ripeterne qualcuno e di impararne uno nuovo. La sua concentrazione non era al massimo. Era quasi notte fonda, ed era l’ultimo anno di scuola, prima del diploma, dunque  tutte le sue energie erano impiegate nello studio, e nella tesina. Ciò le fu favorito anche dal fatto che a Mystic Falls, sembrava non esserci più alcun ostacolo. Le cose filavano liscie  come l’olio, e non per essere scaramantici, ma lei non diede importanza a tutta questa calma, che le ispirava poca fiducia. Dal canto suo, la magia era pane per i suoi denti. Non ne poteva  fare a meno. Si sentiva nelle vene ogni singola formula, e abracadabra. Ne era innamorata, e se lo avesse considerato l’amore eterno della sua vita, non avrebbe esagerato. Infatti, da quando aveva scoperto questo dono, così importante ma anche difficile,  si era distaccata maggiormente dal mondo umano, in cui ci sono amici, rimpatriate, feste in cui ci si ubriaca e si fuma, e tanti altri atti da diciassette scatenata.  Lei non era così, e anche se non fosse diventata una strega, comunque non sarebbe mai diventata una di quelle ragazze. E’ timida, dolce, ma nello stesso tempo ragionevole e seria. Ha la testa sulle spalle, ed è molto responsabile per la sua età. Sarà la maglia, sarà il peso delle sue azioni, sarà che Bonnie è sempre stata una  grande donna rinchiusa in un età che non le si addice per niente. Proprio per questo, sapeva porsi dei limiti. Proprio come fece quella notte, in cui non avendo molte energie,  preferì  non abusare della magia. Si era addormentata di punto in bianco.  Quindi, davvero non  riusciva a  capire del perché fosse lì, e di chi ci fosse lì dentro a quella bara.
Voleva avvicinarsi alla tomba, che era distante  qualche metro da dove stava lei. Lo avrebbe fatto, se le gambe non fossero immobilizzate. Non capiva cosa esattamente stesse accadendo. Insomma, c’entrava sicuramente qualche sua antenata, oppure non se lo sarebbe spiegata in un’altra maniera. Qualcuno aveva voluto che lei arrivasse lì, e che vedesse la tomba. Bene, ci era arrivata e la stava anche guardando. Ma non riusciva a muoversi. Una sensazione dentro di sé, le diceva che in qualche modo, chi l’aveva fatta arrivare lì, non voleva che lei aprisse la tomba. Non voleva neanche che le  si avvicinasse. Li c’era il male, ma non intenso come una minaccia per lei, almeno sotto il punto di vista esistenziale non rischiava. C’era un male diverso, molto differente rispetto a tutto quello che era riuscita a sconfiggere, e a sopportare. Ma questa volta, quel male, forse  lei non lo avrebbe potuto mandare via, perché semplicemente non avrebbe voluto.  Pensando ciò, le venne una fitta al cuore.
Ma Bonnie continuava a non capire.
“non avvicinarti più di tanto Bonnie!”
“Nonna? Sei tu?”
“si sono io, e ti ho fatta arrivare qui”
“perché? Perché non posso muovermi?” chiese la piccola strega, con gli occhi spalancati
“stai tranquilla. Non voglio farti del male Bonnie, lo sai! ”
“e allora perché mi hai fatto l’incantesimo di immobilizzazione?”
“perché non voglio che tu apra quella bara!”
“mi hai fatta venire qui solo per guardarla? Che senso ha?”
“non sei qui solo per questo”
“se non vuoi che la apro , non vedo cosa possa fare eccetto che guardarla!”
“la aprirò io per te”
“perché non posso farlo io?”
“perché se tu lo facessi non mi ascolteresti”
“non capisco nonna !”
“ascoltami bene Bonnie. Sei giovane. Sei bella. Sei forte. Sei la strega più competente in questa cittadina. Sei una Bennett, e abbiamo la magia nel sangue. Ci siamo nate, e ci moriremo anche!”
“lo so, nonna ” acconsentì Bonnie alle parole della sua antenata. Ma davvero le era difficile comprenderle. Insomma, questo Bonnie lo sapeva, ma non capiva il perché di questa specie di introduzione, e del motivo per cui non dovesse aprire la bara. Sembrava quasi, che Sheila  temesse che la sua nipotina potesse dimenticarsi di quanto la magia fosse importante nella sua vita. Ma questo non sarebbe mai accaduto, e mai nessuno avrebbe potuto dubitarne.
“e sai benissimo anche che non dovrai mai trascurarla o comunque tralasciarla?”
“cosa significa questo ? Credo di essere sempre stata all’altezza di ogni mio incarico, e di aver sempre fatto le cose giuste!”
“sempre Bonnie?” le chiese seria sua nonna , mentre la Bennett la guardò interrogativa
“la magia nera  rientra tra le cose giuste?”
“no, ma ci rientra l’amore.  Stavo semplicemente cercando di salvare i miei cari”
“mettendo a rischio i tuoi poteri e la tua vita? Questa è dimostrazione che avresti persino preferito a Jeremy la tua magia!” le disse seria , mentre Bonnie abbassò lo sguardo. Non sapeva come difendersi. Lei si era davvero innamorata di Jeremy, e l’idea di perderlo non era accettabile.  Si era affezionata e avrebbe fatto qualunque cosa pur di riaverlo di nuovo tra le sue braccia.
“sono stata punita per questo nonna, e lo sai. Jeremy è andato via per sempre. Io non posso più accedere a quel ramo di magia. Ho capito la lezione, mi è bastata!”
“ma puoi ancora accedere all’amore..”
“cosa c’entra questo?”
“Ascoltami Bonnie, ascoltami bene.  Aprirai questa tomba, e qui ci sarà  per te un ostacolo”
“ostacolo?  Nonna  chi c’è lì  dentro?”
“c’è una persona, importante. Almeno lo diventerà per te. Non ti farà del male, nonostante tu possa pensare il contrario, lui avrà tutto un suo modo per mostrarti affetto, ma ti farà stare bene. Se non fosse così, io non lo lascerei andare”
“Nonna...”
“fammi finire, Bonnie. Non avere paura, andrà tutto bene. Tu lo incontrerai, ma non dovrai mai e poi mai tralasciare la magia. Mai Bonnie. Non rifare più l’errore che facesti con Jeremy. Anche se con lui, il tuo dono è al sicuro, comunque ricordarti che sei sempre prima una strega. O meglio, una Bennett!”  le disse con tono di voce duro, mentre le fece  cenno di avvicinarsi. Bonnie lo fece, essendo stato sbloccato l’incantesimo. Non proferì parola, non aveva capito un tubo di tutto ciò che le era stato detto. Insomma, sembravano parole in libertà, almeno per ora. Andò vicino alla bara, e con il cenno di sua nonna che la guardò dolce, la aprì.
C’era un ragazzo castano. Aveva una camicia bianca, e un pantalone nero. I suoi occhi erano chiusi e sentì il cuore, il suo cuore, quello di Bonnie, battere forte. Stava impazzendo. Non riusciva a fermarsi, mentre i suoi occhi si posavano su quella pelle bianca,  quasi perfetta. Lo guardava, non poteva evitare di farlo, e sentiva ogni emozione ampliarsi e scoppiare dentro al suo cuore. Non le era mai accaduto, neanche con Jeremy.
“ nonna, cosa mi sta succedendo?” disse la strega, quasi impaurita, non capendo della sua reazione
“era questo che intendevo. E’ un pericolo, non per te come strega, ma per te come ragazza!”
“chi è?”
“è Kol Mikaelson!”
“è un originale?” chiese la strega terrorizzata  
“si e non devi temerlo..”
“ma nonna come non posso temerlo? Mi vorrà uccidere!”
“stanne certa che non lo farebbe mai, e comunque tu sai e come tener a bada i vampiri, i cattivi!” le disse sorridendole, mentre quel ragazzo nella frazione di un secondo aprì gli occhi e scappo vià.  Bonnie, guardò la scena accigliata, mentre al suo fianco c’era sua nonna, che dandole un bacio leggero,  sparì anche lei.  
Era sola, con l’angoscia di non rivedere più quel ragazzo, che tanto era bello. Era sola, con la paura che quel ragazzo  sarebbe diventato così importante per lei,  tanto da metter in guardia  sua nonna,  che le aveva ricordato di quanto la magia potesse venire sempre prima di tutto, e che lei non la avrebbe mai dovuta tralasciare, neanche per quel ragazzo,  a primo impatto perfetto!
Subito dopo, con un fruscio di vento, anche Bonnie aprì  i suoi occhi, mentre sentiva ancora  il cuore battere come un razzo. Ora, era nella sua stanza, seduta sul suo letto. Senza sua nonna , e senza alcuna bara. Non c’era traccia di niente e di nessuno, che aveva visto poco fa.
Era per caso stato solo un sogno?!
Questo si chiese la strega, alquanto incredula.
Scompigliandosi i capelli, andò in cucina. Bevve un succo d’arancia, mentre sentiva la testa scoppiare. Non capiva cosa fosse successo poco fa,  intuiva che fosse accaduto qualcosa, ma ricordava  poco, eccetto un nome Kol Mikaelson. Era stato un sogno, ma di solito lei ricordava tutto. Ora le sfuggivano molti dettagli, e non sapeva spiegarsi il motivo. Non ci avrebbe dovuto pensare, se non fosse per il fatto che aveva un’intera giornata per farlo. Infatti la sera ci sarebbe stata una band al Grill,  e li sarebbero andati tutti, compresa lei e le sue amiche. Dunque, se le avesse chiamate avrebbe di certo trovato Caroline, che trascinava Elena per ogni negozio.  Ed in questo momento, Bonnie non aveva bisogno di un vestito, ma di un incantesimo che le spiegasse ogni cosa. Di conseguenza si buttò a capofitto sul suo librone, marrone. Andò nella sezione dei sogni. Sfogliò quelle poche pagine, un paio di volte. Le studiò attentamente, cercando di rivivere anche solo un altro piccolo dettaglio, ma niente. Sembrava che la sua mente fosse annebbiata, o meglio che qualcuno la avesse fatta diventare tale. Come se sempre quel qualcuno, avesse voluto che di quel momento dovesse ricordare solo quel nome, che per ora la riportava solo al cognome di  Klaus, quel mostro.
Cosa significava tutto questo? Coincidenza o meno? Fatto sta, che doveva avere gli occhi aperti, bene aperti.
**
La giornata era passata, non nel migliore dei modi ovviamente. La testa continuava a scoppiarle, e avrebbe tanto voluto dormire se non ci fosse stato quella confusione bestiale. Inoltre, non aveva ancora trovato una soluzione, anche se avrebbe tanto voluto. Però ora basta, non voleva più pensarci. Doveva andare a Grill e divertirsi, era arrivato il momento dato che Elena la sta attendendo fuori alla sua porta.
“cia Bonnie, come sei bella!”
“grazie, Elena. Tu non ti smentisci mai, come sempre” le disse la strega sorridendole, mentre chiuse la porta alle sue spalle
“tutto bene?” le chiese sospettosa Elena
“certo, tutto alla grande.  Caroline, dov’è?”
“è in piena di  una crisi esistenziale”
“non dirmi che non ha ancora trovato il vestito! Insomma, che avete fatto stamattina?”
“veramente ne ha trovati un paio. Infatti doveva scegliere tra il rosso, il verde, e il blu” rispose con tono sarcastico l’amica, mentre stavano quasi arrivando a destinazione
“che faticaccia! Credo che prima delle  ventidue non arrivi”
“lo credo anche io” sentenziò Elena, mentre sorridendo si sedettero ad un tavolo. La sala era quasi piena, e la band si stava preparando.
“Damon e Stefan non verranno?”
“no, non hanno voluto. Ci hanno concesso questa serata tra amiche, ma Bonnie sei certa di stare bene?” le chiese preoccupata Elena. Infatti, la strega non le aveva mai chiesto dei Salvatore, a lei non era mai importato.  In aggiunta la vedeva strana, agitata, diversa. Era pur sempre la sua migliore amica, e a lei non avrebbe mentito.
“Elena, seriamente non lo so..”
“cosa è successo?”
“non lo so. Insomma stamattina mi sono svegliata con un forte mal di testa e con un nome che mi frullava in mente”
“cosa significa?”
“non lo so neanche io. Sembrerebbe quasi, che sia stato un sogno, ma il fatto che io abbia dimenticato quasi tutto è insolito”
“hai trovato qualche risposta nel tuo librone?”
“solo pagine di cose che già sapevo, e che non mi soddisfano la mia domanda!”
“però hai detto che ti frullava un nome stamattina, quale?” le chiese Elena, mentre l’attenzione di Bonnie si spostò su un tavolo affianco al loro. C’erano tre ragazzi.  Due li conosceva molto bene, come anche Elena. Erano Eliajh con suo fratello Klaus. I due originali diversi. Uno onorevole, l’altro disprezzevole. Poi di spalle, con una camicia bianca, che non le sembrava insolita, c’era un  ragazzo con i capelli castani. Lo stava guardando, e si meravigliò della maniera intensa con cui lo stava osservando. Anche Elena ne fu colpita, tanto da risvegliarla  lanciandole addosso un fazzoletto.
“Bonnie allora? Cosa ti prende?”
“Elena scusami. Non so cosa mi stia succedendo. Sono confusa, comunque mi stai dicendo?”
“il nome che ti frulla in testa da stamattina, qual è?” le domandò ancora l’amica, ma la strega continuò a guardare al suo fianco. Non voleva comportarsi così, lei non impallava una sua compagna facendola parlare da sola e non degnandola di uno sguardo, perché troppo presa ad ammirare un ragazzo, che era un perfetto sconosciuto. Ma Bonnie, era sicura di averlo visto in qualche altro luogo. Sapeva chi fosse, o almeno lo sentiva dentro si sé. Ma le mancava sempre qualcosa per esserne certa.
“Bonnieeeeee!”
“Elena, come si chiama quel ragazzo?” chiese la strega sorvolando il richiamo dell’amica
“non credo che faccia per te”
“dimmelo”
“Kol Mikaelson” rispose la Gilbert, e per tutta risposta Bonnie fece cadere il suo bicchiere di aranciata. Lo scagliò a terrò così forte, tanto da far  voltare persino quel ragazzo, persino Kol. I loro occhi si incrociarono, ed entrambi ebbero quasi un sussulto.  Lui aveva riconosciuto quella ragazza, che gli aveva aperto la bara, in cui era stato rinchiuso da suo padre dopo un battibecco. Sorrise nel vedere la sua eroina, se poteva definirla così. Lei invece, era immobile mentre sentiva il cuore battere forte, come stamattina, come nel durante quella notte in quella stanza! Ora infatti ricordava tutto: la stanza, la bara,  sua nonna che le chiedeva di non abbandonare mai la magia, e di non aver paura di lui. Ora si che tornava ogni cosa. La nonna, l’aveva messa in guardia da questo ragazzo, che per quanto non le avesse  fatto del male, comunque  le stava facendo provare belle emozioni. Così belle, da poter trascurare ogni cosa, anche il suo dono.  Bonnie era sicura che questo non potesse accadere mai, e poi mai, ma più lo ammirava e  più  si sentiva morire dentro, mentre i loro sguardi si  posavano gli uni su gli altri.
“Bonnie, stai attenta!” le disse ironico Matt mentre spazzava via i resti del suo disastro
“scusami Matted, ero  in sovra- pensiero” si giustificò la ragazza, tornando a guardare Elena, che  la contemplava maliziosa dato che Kol aveva ancora  gli occhi sulla sua amica strega
“da stamattina lo è! Credo che la nostra amichetta, ci stia nascondendo qualcosa!”
“Elena, cosa stai blaterando?”
“infatti Elena, finiscila. Sono solo un po’ stanca. Sai, troppo studio, troppi incantesimi!” esclamò sorridendo lievemente la  strega
“comunque, seguimi che di là c’è Stefan, che ti vuole” la  informò Matted
“va bene, andiamo. Ma Bonnie non mi scappi tu!” esclamò seria verso l’amica, mentre Bonnie sorrise divertita. Era felice, in un certo senso, che Elena se ne fosse andata. Almeno non doveva dare altre spiegazioni, anche perché avrebbe dovuto darle solo a se stessa dato che si sentiva come alla sua prima cotta.
“Bonnie, questo è il tuo nome, allora..” sentenziò una voce davanti a lei. Era kol, che si stava sedendo al posto di Elena.
Il sorriso di Bonnie  si ampliò di gran lunga.
“e il tuo, a quanto sentito dire, è Kol Mikaelson!” disse la strega, sorridente, mentre l’originale la scrutava silenziosamente
“ho l’impressione di averti già vista!”
“anche io,  per caso tu stavi in una bara ed io all’infuori?”
“quindi sei tu, avevo ragione e ti avevo riconosciuta. Tu mi hai liberato!”
“di conseguenza, non era un sogno quello di stamattina..”
“sogno?”
“credevo fosse tale. Infatti  fin a quando non ti ho visto, ricordavo solo il tuo nome, che mi era stato detto da non so chi durante la notte. Ma non riuscivo a ricordare nient’altro. Poi ti ho visto  e come se fosse un lampo, mi sono ricordata di nuovo di tutto!”
“come mai sei arrivata lì?”
“sinceramente non lo so neanche io. Mi ci ha fatto arrivare mia nonna Sheila!”
“perché?”
“non lo so,  credo che lei si fidi di te”
“ma sono un vampiro, voi streghe ci odiate”
“vedo che i tuoi fratelli non ti hanno raccontato proprio nulla..”
“mi hanno detto che tu sei nostra alleata”
“alt!” lo stoppò la strega, mentre Kol  continuava a studiare ogni suo atteggiamento. Le piaceva come gesticolava con la mano destra,  e anche il modo con il quale chiudeva le palpebre ripetutamente quando era agitata, o ancora la maniera con la quale si muovevano le sue labbra.  Sorrideva, mentre si accorgeva di quanto i suoi pensieri fossero fuori luogo. Non sapeva niente di lei, ma già sembrava di conoscerla. Poi lo aveva salvato, e per lui questa già era tanto.
“io non sono vostra alleata, semplicemente ho aiutato dei miei amici, che non sono certamente i tuoi fratelli, ma Elena, Stefan, Caroline, Tyler, che erano stati messi in pericolo dal tuo  caro fratellino” lo risvegliò con la sua voce dolce e delicata, ma in realtà  per Kol era difficile ascoltarla,  dato che ogni movimento di lei lo attirava, come la voglia di sangue
“Niklaus, è tremendo. Lo è stato persino con noi!”
“e anche tuo padre, da quanto ho capito..”
“purtroppo io ho sempre voluto bene i mie fratelli, anche  Nik! Infatti mio padre lo cercava e sapeva che io potessi dirgli  dove si trovasse Klaus. Per quanto lo abbia odiato nei novecento anni in cui sono stato rinchiuso in una bara per colpa sua , comunque è mio fratello”
“quindi non dicesti a tuo padre ciò che voleva sapere da te, e a rinchiuderti questa volta fu proprio lui, giusto?”
“è andata proprio così!” affermò con un tono di malinconia nel timbro della voce. Bonnie, restò quasi, spiazzata. Non solo dal fascino che mostrava, ma anche dal fatto che stesse raccontando tutto quanto a lei, e che ne fosse davvero dispiaciuto. Sentimento alquanto raro in un vampiro, soprattutto se è un Mikaelson poi.
“mi dispiace”
“perché?”
“perché sono umana, e ho dei sentimenti. Dunque sentendomi dire da una persona, che è stata rinchiusa in una bara da suo padre, solo per salvare suo fratello mi fa tristezza”
“ma io sono un vampiro, sono un mostro Bonnie, non dovresti avere questa compassione per me..”
“se lo fossi stato non avresti certamente ricordato i vecchi momenti con un po’ di malinconia in voce. Come se davvero ti dispiacesse. Anzi, credo  anche che se tu davvero fossi stato un mostro, non avresti salvato tuo fratello, rimettendoci la pelle ”
“può essere anche che mi penta di un gesto del genere”
“si può essere, ma l’hai fatto e questo è un dato di fatto” disse seria la strega, mentre Kol la guardò sorridente. Le regalo un sorriso così bello, che Bonnie temette di  bloccarsi a guardarlo, come una cretina, per un bel po’. Dal canto suo, l’originale più piccolo, avrebbe fatto lo stesso. La studiava con lo sguardo. Ogni suo movimento lo attraeva, e non si era mai sentito così in mille anni. Sembrava quasi, che avesse trovato un qualcosa, che non credeva neanche di cercare, ma che stava nello sguardo di Bonnie. Questo qualcosa, lo costringeva a farlo restare lì impalato, come se fosse un deficiente.
Entrambi, quasi sincronizzati, sorrisero imbarazzati. Si accorsero, infatti, che si guardavano a vicenda. Ma non sapevano il motivo, né tantomeno i pensieri dell’altro mentre si contemplavano.  In realtà Bonnie qualcosa sapeva, ma in quel momento le parole di  sua nonna,  erano un ricordo così lontano, davanti allo sguardo seducente e penetrante di Kol.
“tu sei una Bennett giusto?”
“come fai a saperlo?”
“beh, hai gli stessi occhi di Emily e lo stesso sorriso di Sheila”
“conoscevi entrambe?”
“si, qualche volte le ho intraviste! Credo che tu sia giudiziosa e ragionevole quanto loro”
“cerco di fare sempre la cosa giusta, anche se questo significa aiutare gente come voi” disse ironica la strega, facendo una smorfia disgustata. Per tutta risposta, Kol le sorrise.
“hai mai temuto di fare la cosa sbagliata?”
“no, perché ogni volta che ho aiutato tuo fratello è stato per salvare i miei amici. E ogni volta che ho avuto a che fare con la magia nera, è stato per salvare una persona a me importante!”
“addirittura magia nera?”
“si, dovevo entrare nell’altra parte per cercare di farlo ritornare in vita. Ci sono riuscita, ma a me costò una dura punizione. Fortunatamente ora è passata!”
“devi tenerci tanto a questo ragazzo allora..”
“si, era il fratello della mia migliore amica e..”
“e?”
“ed è stato anche il mio ragazzo!” confessò Bonnie, quasi imbarazzata
“allora si spiega il motivo per cui tu ci tenessi così tanto a lui..”disse canzonatorio Kol e Bonnie non capì perché avesse utilizzato quel tono. Il motivo era molto semplice,  Kol, inaspettatamente, era leggermente irritato. Non aveva le basi, per esserlo. Ma lo era, e non poteva farci niente.
“è stato una persona davvero importante nella mia vita, da strega e non..”
“è stato?”  gli domandò incredulo Kol, mentre lei annuì facendo un grosso respiro. In quell’istante il vampiro si sentì dannatamente stupido. Si era ingelosito di un morto! E anche se era brutto dirlo, a lui poco interessava:  si era appacificato con se stesso, dato che  non c’era più,  e la strega davvero  gli aveva voluto bene, per entrare persino in contatto con la magia nera. Dunque aveva, come dire, più chances! Kol inoltre, si accorse del cambiamento di Bonnie, che era diventata triste quasi.  Non sapeva come farle ritornare l’umore spensierato di prima. Avrebbe voluto dargli un abbraccio, ad esempio,  ma sarebbe stato peggio. Allora decise solo di sorriderle, come se non avesse chiesto né detto niente.
“ehm..ora  io però devo andare!”
“ma come? Non ha  neanche iniziato a cantare la band!”
“sinceramente, questo voglio. Insomma, non vorrei ritornare a casa stordita”
“ma ci ritorni a casa  con un ragazzo di nome Kol, vero?”
“mi stai chiedendo di farmi accompagnare da te? guarda che conosco la strada!”
“lo so, ed anche io. Però assieme il tratto potrebbe diventare più breve..”
“ci sto, così arriviamo prima,  e prima mi allontano da te “ disse scherzosa Bonnie, mentre si alzava dalla sedia, ed il vampiro le si mostrò al suo fianco subito
“guarda che mi sento offeso, perché vorresti andare via subito da me?”
“perché se un originale..”
“ma non faccio del male!”
“hai fatto la rima!” esclamò la strega ridendo a squarciagola, mentre già erano fuori dal Grill.  Anche il vampiro rideva, e la rima non era entrata nei suoi piani.
“non l’ho fatto apposta, credimi è la verità..”
“mi vorresti far credere che un vampiro di oltre mille anni non ha mai ucciso?”
“non intendevo questo!”
“e cosa allora?”
“intendevo che non farei del male a e. Dunque puoi stare certa della tua salvezza fisica e mentale. Mi hai aperto quella bare, ed il minimo è tenerti al sicuro!” le disse sincero, mentre Bonnie distaccò gli occhi dai suoi. Temeva, che se li avessi guardati per un altro po’, avrebbe rischiato parecchio
“grazie, ma so difendermi da sola”
“lo so, sei una Bennet, e questa la dice lunga. Ma sicuramente se ci fosse una creatura di mille anni accanto, sarebbe più semplice ogni cosa..”
“resterai tanto qui, dunque?”
“sarò sincero, ero venuto solo per dare un salutino, ma credo che ora resterò. Si, mi piace questo posto, e la gente che c’è!” sentenziò guardandola, e Bonnie avvampò leggermente le gote.
“ resteresti anche se ti  guardassi  negli occhi e ti farei contorcere i nervi  tanto da farteli  scoppiare?” lo provocò la strega, per mandare via l’imbarazzo
“guardami”
“guarda che non scherzo..”
“neanche io. Guardami negli occhi!” la sfidò, e lei lo fece. Si guardarono, ancora, come se non potessero evitarlo. Anche se lui glielo avesse chiesto, lei gliene era grata. Aveva bisogno di guardarlo, senza che potesse sembrare una cosa, come dire, insolita.
“ed ora vuoi che ti faccia contorcere le nervature?”
“no, perché già lo stai facendo”
“non sto facendo nulla..”
“oh si Bonnie, stai facendo tanto  invece. Mi sento quasi disorientato, e credimi qualunque incantesimo mi faresti non verrebbe mai bene come questo, che mi hai fatto solo guardandomi!” le disse sincero, mentre Bonnie sorrise lentamente. Gli diede una  spinta in avanti, facendolo barcollare  un po’, mentre lui sorrise.
“non dirmi che ti sei imbarazzata..”
“sono molto stranita dal fatto che un vampiro possa essere così sdolcinato!”
“infatti non lo sono..”
“ah no?”
“ho solo detto la verità!” si difese Kol sorridendole, mentre entrambi si fermarono. Ormai Bonnie era arrivata a casa.
“siamo arrivati”
“lo so”
“come fai?”
“perché ti sei fermata!”
“oh beh, sei anche divertente. Mi stai sbalordendo, vecchio vampiro”
“hey, mi offendi. Io non sono vecchio”
“hai mille anni”
“li dimostro?” gli chiese con tono seducente, mentre Bonnie fece di no con la testa
“allora non sono vecchio!” si difese lui
“va bene come vuoi. Ma sappi che l’apparenza inganna!”
“e con questo mi stai accusando di essere vecchio dentro?”
“stai dicendo tutto tu” si liquidò Bonnie, ed entrambi scoppiarono a ridere.
“ora sarà meglio che entri. Ciao Kol, è stato un piacere”
“anche mio Bonnie, e grazie per avermi liberato..”le disse, mentre Bonnie entrava in casa. Si fermò sullo stipite della porta, mentre ripensava al fatto che lo avesse  liberato e che ne fosse felice. Lei  era stata bene con lui, e avrebbe tanto voluto rivederlo. Nonostante di cognome facesse Mikaelson, e lei Bennett. Nonostante sapesse poco di lui, ma quel poco  a lei lui piaceva già  tanto. Nonostante lui fosse un vampiro, un mostro per l’equilibro naturale, e lei invece era una che aveva il controllo sull’ambiente.  Erano diversi, già dalla nascita.  Lui era le tenebre del male, lei la luce della salvezza. Così diversi, ma così affiatati quando erano vicini.
“Bonnie!” la richiamò una voce, per la stanza. Era sua nonna!
“Nonna, sei tu?” domandò la strega, con gli occhi  che brillavano
“si sono, io! e tu sei sempre la solita” la ammonì mentre Bonnie restò in silenzio
“in che senso?”
“cosa fai qui? Lì fuori c’è un ragazzo che attende il bacio della  buonanotte! Suvvia, esci subito..”
“ma è andato via..”
“ah si? Allora affacciati alla finestra e vedi chi c’è!” la incitò, e lei aprendo le finestre lo vide andare avanti e indietro sul suo portico
“lo conosco da poco nonna. E’ un vampiro,   devo andarci piano!””
“ma stanotte ti ho detto un paio di cose a riguardo,  tra cui quella di non avere paura. Non ti farà del male, nipotina cara. Vai, oppure farà brutti sogni!”  le disse ironica, mentre Kol continuava a restare  lì fuori
Bonnie, sorrise e mozzicandosi un labbro, uscì fuori. Voleva rischiare, ne aveva bisogno con l’originale.
“hai perso qualcosa, Kol?”
“si, l’occasione giusta per fare questo” affermò e in un batti baleno prendendole il viso la baciò. Bonnie si sentì nuovamente felice, mentre Kol non era di meno. Nel frattempo, Sheila  fece il suo dovere da nonna, ed ora sarebbe ritorna dall’altra parte più felice,più tranquilla,  dato che sua nipote ora non era più sola e poteva affrontare, tutto quello che sarà, con un aiuto, con un ragazzo, con un vampiro che la avrebbe sempre protetta! 
  
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