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Autore: Fuffy91    17/08/2013    1 recensioni
“ Insomma, perché non mi dai una possibilità?”
Implorò Dafne, rincorrendo Carlisle, sotto una pioggia torrenziale (...)
Dafne aveva i capelli incollati al viso. Sembrava una sirena appena fuoriuscita dall’acqua.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Successivo alla saga
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Capitolo 3

2013 – Los Angeles

 

“ Sprecate il vostro tempo.”

Disse Sebastian Gregory a Bobby e a Tatiana.

Bobby sgranocchiò una nocciolina, mentre Tatiana sorseggiò la sua birra alla spina.

Si trovavano al ‘Saturday Night’, il locale più in dei bassifondi della città degli angeli.

Bobby si guardò in giro, notando i centauri del tavolo in fondo, guardarle sorridenti e palesemente ubriachi.

Perché sua sorella si ostinasse a frequentare certi posto, non riusciva a capirlo.

Bobby arcuò un sopracciglio e ritornò a guardare il proprietario del pub.

Sebastian era un uomo sulla quarantina, tozzo e corpulento. Aveva un principio di calvizie e folti baffoni neri. Sembrava un messicano in cerca delle sue maracas. Ma, sicuramente, puliva i boccali di birra meglio di lei.

Prese un’altra nocciolina e la masticò con calma.

“ Quindi non l’hai vista?”

Gli chiese con tono confidenziale, rubando la birra alla sorella, buttandone giù un sorso generoso.

Tatiana s’indispettì e ne ordinò un’altra al barista, che gliela porse ammiccando.

Era carino, ma fin troppo slavato per i suoi gusti. In compenso, aveva un buon odore… lo seguì con lo sguardo, mentre si portava la bottiglia alle labbra.

“ No, ve l’ho detto!”

Esclamò a gran voce Sebastian, gettando lo straccio inamidato sul bancone e sospirando esasperato.

“ Sentite, vi ho detto come sono andati i fatti. Quando sono arrivato, l’altra sera, al locale, per controllare gli incassi della sera prima e darle i soldi…”

“ Soldi? Che soldi?”

Lo interruppe Bobby, mettendo da parte il boccale vuoto e rubando la bottiglia per metà vuota della sorella.

Tatiana la guardò male, scuotendo il capo rassegnata.

Il barista le porse una nuova bottiglia, facendogliene già saltare il tappo di metallo.

Tatiana lo fermò con un gesto della mano e un sorriso.

Non aveva più sete.

Il barista fece spallucce e la ripose nel frigo bar, nascosto sotto di lui.

“ Quelli della paga, no?”

Specificò Sebastian, gesticolando e irrigidendo le spalle. Ora, sembrava uno spagnolo incattivito.

“ Perché? Ginny ha lavorato qui?”

Gli domandò Tatiana, guardando Bobby. Avevano la stessa espressione scettica. Ginny che lavorava? Non era concepibile.

Entrambe sorrisero. Nessuna delle due se la immaginava impegnata in un lavoro serio.

“ Ma no, ma quale lavoro! Per l’esibizione del suo gruppo. Hanno fatto un concerto la settimana scorsa. Mai avuto il locale così pieno, ve lo dico io! Per questo, le avevo proposto di esibirsi di nuovo la sera scorsa.”

“ E non si è presentata?”

“ No, a presentarsi si è presentata. Ha cantato e suonato anche. Ma era sola, senza band… L’ho trovato strano. Di solito, stavano sempre insieme.”

“ Chi erano i membri del suo gruppo?”

“ E che ne so! Ragazzini, come lei…”

“ Maschi o femmine?”

Fu sempre Bobby a chiedere.

“ Tutti maschi. Lei era l’unica donna del gruppo.”

Bobby e Tatiana ritornarono a guardarsi, scambiandosi un identico sguardo eloquente. Immaginarono già cos’era successo. Ma sorvolarono sui dettagli dell’improvviso scioglimento del gruppo musicale, chiedendo cose più rilevanti.

 

“ Comunque, al momento di darle il dovuto compenso – io tengo sempre a pagare i buoni dipendenti, anche se non lo sono effettivamente – lei non c’era più. E’ sparita! Puff!”

Disse, chiudendo ed allargando le dita in un gesto significativo, sbarrando gli occhi.

Bobby e Tatiana, entrambe appoggiate al bancone con le braccia, ripeterono all’unisono:

“ Puff…”

Sebastian si portò le mani ai fianchi, annuendo lentamente.

“ Esatto.”

Bobby e Tatiana tornarono a guardarsi. Bobby distolse lo sguardo, arcuando entrambe le sopracciglia e sbuffando. Tatiana si schiarì la voce, ravviandosi i capelli ricci.

“ E’ strano.”

Disse Tatiana.

“ Molto strano.”

Commentò Bobby.

“ E’ quello che sto cercando di dirvi.”

Disse Sebastian, riempiendo un grosso boccale di birra ad un cliente solitario. Gli tirò vicino anche la ciotola delle olive, per tirarlo su. Aveva una faccia lunga e scura.

“ Brutta giornata?”

Gli chiese Bobby, che gli era vicino.

Lui annuì, lentamente e con gli occhi rossi e lucidi fissi davanti a sé.

“ Bevici su e manda a fan culo tutti. E’ così che faccio io e tre quarti della popolazione americana.”

Gli rubò le olive e li immerse nel suo boccale, prima di berlo a sue spese. Diede allo sconosciuto una pacca sulla spalla che quasi lo piegò in due.

“ Dammi retta, omologati. Ti salverai.”

Fece un cenno al barista.

“ Whisky liscio per lui. Mettilo sul mio conto.”

Il barista annuì e servì il cliente infelice.

Bobby tornò ad osservare Sebastian, che ricambiava il suo sguardo prima sorpreso, poi accigliato.

“ Allora, è sparita così? Nel nulla?”

“ E’ quello che ti ho detto!”

“ Ma che cazzo dici? La gente non sparisce così, nell’aria.”

Gli disse Bobby, accendendosi una sigaretta.

Sebastian gliela strappò dalle labbra e la spense nel pugno. Bobby alzò le mani e si accigliò. Sebastian le indicò il cartello ‘Vietato fumare’ dietro di lui.

“ E che cazzo…”

Mormorò, riponendo accendino a scatto e pacchetto di sigarette nella tasca della giacca di pelle.

Tatiana trattenne a stento un sorriso, mentre adocchiava di nuovo il barista. Aveva un sedere niente male… ah, perché era così slavato?

“ Ma non ti ricordi, che ha fatto dopo aver cantato?”

Sebastian fece spallucce e una smorfia.

“ Ah…”

Bobby lo mandò a quel paese con un gesto. Lui fece altrettanto, ma senza enfasi. Si allontanò dal bancone, senza nemmeno congedarsi. Quando sparì nel retro, Bobby tirò fuori una nuova sigaretta. Se la portò alle labbra e fece scattare l’accendino. Il divieto non l’aveva scalfita per niente.

“ E’ un casino.”

Le disse Tatiana, giocando con un’oliva, tenendola in equilibro davanti al suo naso, sostenendola fra i due indici.

“ Già, lo è.”

Rimarcò Bobby, traendo una gran nuvola di nicotina.

“ Non sappiamo dove potrebbe essere. Come facciamo a rintracciarla?”

“ E che ne so? Quello non sa un cazzo e mi ha fatto sprecare una sigaretta.”

Controllò il pacchetto.

“ Cazzo, solo due.”

Richiuse il coperchio di cartone e se lo rimise in tasca, insieme con l’accendino.

“ Dovrò comprarmi un altro pacchetto.”

Si sostenne la sigaretta fra l’indice e il medio della mano destra, dopo aver aspirato e rilasciato altro fumo.

Tatiana capì che era agitata, ma cercava di mascherare il nervosismo con l’aiuto della nicotina.

“ Ginny ci sta facendo perdere tempo.”

Disse, dopo un quarto d’oro di silenzio. Aveva lasciato che la sigaretta si consumasse, senza più accennare a fumarla. La cenere era caduta sul bancone. Il barista si avvicinò con uno straccio inumidito per pulirne la superficie.

“ Lo so.”

“ La mamma è nei casini e lei sparisce. E’ sempre così.”

Disse, con tono di rimprovero. Gettò il mozzicone in un vaso a forma di conchiglia.

“ Be’… lo sai com’è fatta…”

“ Non provare a giustificarla. Ora come ora, è ingiustificabile.”

“ Ti calmi? Non voglio giustificarla.”

“ Ah… ma smettila.”

Disse, bevendo altra birra.

“ Te la prendi con me, adesso? Mi dici che c’entro?”

Le domandò Tatiana, con aria offesa.

“ Non me la sto prendendo con te, ok?”

Disse Bobby, alzando di poco la voce.

“ Sono solo incazzata, perché stiamo perdendo tempo appresso a Ginny, quando a quest’ora potevamo essere da Tasha.”

Concluse, con tono più calmo, ma ancora nervoso.

Tatiana sospirò e guardò davanti a sé. Condivideva con lei, ma non glielo disse. Era preoccupata per la sorella. Cosa le era successo, per correre via, senza la grana?

Il barista le guardò da lontano, mentre puliva un bicchiere. Erano entrambe belle ed aggraziate, nonostante fossero preoccupate. Si sarebbero dette delle modelle o delle dive del cinema… di certo, come Ginny, non appartenevano a quel mondo. Ginny, Ginny… dov’è che l’aveva vista l’ultima volta? Era stato alla festa, giusto? Si, le aveva chiesto…

Ebbe un lampo di consapevolezza.

Si diresse dalle ragazze, immerse ancora nei loro pensieri.

Attirò la loro attenzione, schiarendosi la voce. La riccia di colore le sorrise. Da vicino, era ancora più bella. Si sentì imporporare il viso e per un secondo non capì più nulla. Reazione peggio di un liceale. Scosse la testa, per ritrovare il giusto contegno. Quando si rivolse ad entrambe, aveva la voce roca e fievole. Dannazione… se la schiarì di nuovo, evitando di guardare a destra, dov’era seduta Tatiana.

Provò a concentrarsi solo sull’altra. Ma quegli occhi verdi, lo inquietavano non poco. Tuttavia, parlò con voce più ferma.

“ Scusate, non avevo intenzione di origliare ma… io credo di sapere dove sia la persona che cercate.”

Bobby inclinò la testa di lato, mettendolo a fuoco, decisamente più interessata.

“ Ah, si? Parla un po’…”

Il ragazzo la guardò sorpreso. Era bella di sicuro, ma in quanto a modi…

Tatiana sorrise e lo incitò a continuare con un cenno svagato della mano destra.

Rincuorato, riprese il suo discorso, con tono sommesso, quasi cospiratorio.

“ Conosco da tempo, Ginny. Si è esibita col suo gruppo parecchie volte, nel locale. Non eravamo amici, però nemmeno nemici. Diciamo piuttosto, conoscenti intimi.”

Arcuò un angolo della bocca, socchiudendo gli occhi azzurri. Tatiana si morse il labbro inferiore, non vista da lui. Lo trovava sexy.

“ Non quel genere d’intimità, s’intende. Lei frequentava altri giri e non avevamo molte cose in comune.”

“ Si, si… ti dispiace arrivare al punto?”

Lo incalzò Bobby, che si stava spazientendo. Tatiana le diede un calcio sotto il bancone. Bobby la guardò storta e lei le fece una linguaccia.

“ Insomma, per farla breve, quella sera ero di turno al locale. L’ho trovata alquanto irritata, nervosa ecco… forse aveva litigato con i suoi amici musicisti, dato che non si erano presentati con lei, quella sera, che ha dovuto cantare in acustica. A proposito, è davvero molto brava.”

Si complimentò, on un nuovo sorriso e ricominciando a pulire il bancone. Tatiana annuì e gli sorrise riconoscente, Bobby sbuffò fra le labbra chiuse.

“ Comunque sia, a metà concerto, mi arriva una telefonata dalla cabina del locale. Credevo fosse il rifornitore, quindi ho risposto senza pensare.”

“ E invece?”

Gli chiese Bobby, accendendosi un’altra sigaretta.

Il barista non la rimproverò e i suoi occhi si fecero più intensi.

“ Non era il rifornitore. Era una donna di cui non ho mai sentito la voce, prima d’allora. Mi chiese subito di parlare con Ginny. Io ne conoscevo solo una, così, la chiamai dal palco e la feci avvicinare al bancone. Lei scese subito e si stava già avviando nel retro, dove abbiamo il telefono. Mi stupii. Sembrava quasi che si aspettasse la telefonata. Ebbi il tempo solamente di dirle che la cercavano al telefono. Ginny annuì soltanto e, preoccupata, si diresse nel retro.

Ne uscì dopo una mezz’oretta circa. Lo so per certo, perché ero proprio qui, vicino alla porta che dà sul retro, a servire un gruppo di punk. Ebbi soltanto la possibilità di vederla schizzare via, verso l’uscita. Era di fretta e più ansiosa di quando era entrata per rispondere alla chiamata. Ho tentato di fermarla. Doveva aspettare Sebastian per il pagamento. Sapevo che aveva bisogno di soldi e così… be’, comunque non ho fatto in tempo. Era già andata via.”

“ Allora siamo punto e d’accapo. Tu non sai dov’è, nonostante tu ci abbia raccontato questa storia affascinante.”

Disse con tono serafico Bobby, sbuffando fumo grigio verso di lui. Il barista tossì e si rivolse a Tatiana. Cominciava a temere sul serio quella donna.

“ In realtà…”

Rovistò nella tasca dei jeans, tirando fuori un foglietto stropicciato.

“ Ho trovato questo, vicino al telefono.”

Disse, porgendo il foglietto ripiegato a Tatiana. Lo prese con cura e lo aprì piano.

Bobby si sporse verso di lei, per leggerne il contenuto:

“ Derek,

Se vengono a cercarmi delle tipe strane, dagli questo biglietto. Lascio un indirizzo allegato. Loro sanno già tutto.

Ci vediamo,

G.”

Bobby sporse il labbro inferiore, in una smorfia, arcuando un sopracciglio.

“ Tipe strane?”

Domandò Tatiana, irritata.

“ Credo siamo noi.”

Rispose Bobby, allontanandosi dalla sorella lentamente. Tatiana appallottolò il foglietto e lo mise in tasca.

Derek si stupì.

“ Non v’interessa più sapere dov’è? Forse è a quell’indirizzo…”

Bobby tirò fuori dalla tasca tre dollari e due centesimi e li fece tintinnare sul bancone.

Mangiò un’altra oliva e si alzò dal sedile rotondo.

Lo stesso fece Tatiana, senza pagare naturalmente.

“ No, non credo. Non pensarci più, va bene? E’ un consiglio spassionato.”

Fece un cenno verso l’uscita a Tatiana e si avviò fra i tavoli vuoti verso la porta. I centauri all’angolo le fischiarono dietro. Bobby l’ignorò semplicemente.

Il campanello appeso all’ingresso tintinnò quando uscì.

Tatiana si attardò un po’ di più, prima di lasciare Derek.

Lo salutò con un bacio sulla guancia, annusando furtiva il suo profumo nella piega fra il mento e il collo. Eh, sì… aveva decisamente un buon odore.

“ Grazie mille, Derek.”

Lo ringraziò, mentre si ritirava. Lui rimase immobile e arrossì lievemente quando si accorse di averle appena sbirciato nella scollatura.

Tatiana gli sorrise e sghignazzò come suo solito, in maniera ruvida e giocosa.

“ Sei stato prezioso. Ci vediamo.”

Ammiccò e lo salutò con una mano, mentre si voltava, ancheggiando verso l’uscita.

Derek la guardò ipnotizzato e a bocca aperta, finché lei non scomparve dietro la porta.

“ Dammi retta.”

Disse il tipo al bar. Si era ripreso e sorseggiava il suo whisky. Gli parlava con espressione e tono di voce molto serio, come se gli stesse confessando un omicidio.

“ Donne come quelle appena uscite, sono pericolose.”

Disse, con voce strascicata.

Derek sorrise, alzando appena un angolo della bocca.

Si mise lo straccio sulla spalla e si voltò per aggiustare le bottiglie in disordine sui ripiani.

“ Lo so bene, amico.”

Sospirò, tastandosi con due dita il punto in cui le labbra di lei l’aveva toccato sulla guancia. Gli bruciava ancora.

“ Lo so molto bene.”

Mormorò per poi non ripensarci più.

Sentì un tonfo.

Si voltò, preoccupato. Sorrise subito dopo.

L’uomo era crollato addormentato sul bancone.

Rise piano, fra le labbra vibranti. Certo che se ne incontravano di tipi strani…

Bobby aspettò che la sorella uscisse dal locale, fumando l’ennesima sigaretta indisturbata, sotto la pergola gocciolante.

Stranamente, piovigginava. L’anticiclone era arrivato prima, quell’anno.

“ Che palle. Ci mancava solo la pioggia…”

Disse Tatiana, sbirciando sotto il pergolato, guardando la pioggia cadere come se le avesse fatto un torto.

“ Hai finito di fare la civetta?”

Le chiese, con la voce impastata dal fumo.

Tatiana sorrise, maliziosa.

“ Carino, eh?”

Bobby portò gli occhi al cielo.

“ Bah…”

Uscì allo scoperto, lasciando che le gocce di pioggia la bagnassero.

La sigaretta si spense e lei la sputò in una grata.

“ Finite?”

Le chiese Tatiana, ridendo già.

Bobby le diede una spallata e insieme si diressero verso l’auto.

Quando furono al riparo nell’interno della 500, Tatiana si scrollò i capelli bagnati, schizzando la sorella, che chiuse un occhio di scatto, quando una goccia le arrivò sulle ciglia.

“ E falla finita. Sembri un cane.”

Le intimò, rovistando nel cruscotto. Trovò il cellulare e lo accese.

C’erano tre chiamate perse del vicino Karl e una di Tasha.

Chiamò prima lei.

Rispose al secondo squillo, mentre Tatiana metteva in moto.

Bobby!

Esclamò Tasha dall’altro lato della linea.

“ Si, si… che vuoi? Stiamo arrivando.”

Le disse, frettolosa.

Tatiana si voltò di scatto verso la sorella, guardandola meravigliata.

“ E Ginny?”

Mimò con le labbra.

Bobby annuì scocciata, indicandole la strada da imboccare.

Tatiana alzò gli occhi al cielo e seguì l’ordine alla lettera, svoltando l’angolo e ingranando la marcia.

Dall’altro capo del telefono, Bobby sentì Tasha sospirare, sollevata.

Meno male. Credevo non mi rispondesti per capriccio. Dove siete? Vi ho cercato un’ora fa. Ho chiamato Tatiana cinque volte sul cellulare, ma  partiva sempre la segreteria.”

“ Hai il cellulare con te?”

Chiese Bobby a Tatiana che negò.

“ Ecco perché non ti rispondeva. Non ce l’ha appresso.”

Un altro sospiro, questa volta rassegnato.

Come al solito. Bobby, dovete venire subito.”

“ Si, non appena ripeschiamo Ginny.”

Ginny?

“ Siamo state al Saturday, ma lì non c’è.”

Cosa?! Al Saturday? Ma siete ancora a Los Angeles?

Gridò Tasha dall’altra parte. Bobby socchiuse gli occhi, serrando le labbra.

“ Che cazzo urli, per telefono? Neanche stessi qui con noi.”

Borbottò Bobby, cercando una sigaretta. Si ricordò di non averle più. Imprecò fra i denti e gettò il pacchetto vuoto dal finestrino.

Bobby, come devo dirtelo che la situazione è grave. Devi venire qui, adesso!

La rimproverò Tasha, incurante delle sue sgridate. Il suo tono di voce era concitato e preoccupato insieme. Bobby la sentì ansimare, ansiosa.

“ Tasha, non farti venire nessun attacco di panico. Arriveremo presto. Il tempo di riprendere Ginny e…”

Sprechi il tuo tempo. Ginny non è più a Los Angeles. E’ a Seattle.

Bobby chiuse gli occhi. Ora, era veramente incazzata. E la voglia di fumare si fece più acuta.

“ E che cazzo mi hai mandato a fare, qui?!”

Gridò, come un’ossessa. Tatiana sussultò e si morse il labbro.

Bobby…

Cercò di ammansirla Tasha. Ma la sua voce era tremante.

“ No, Bobby il cazzo! Ginny è lì da te e non ci dici niente?”

Era per questo che vi stavo chiamando. Per dirvelo! Se solo una delle due rispondesse al telefono…

Cercò di reagire Tasha, borbottando velocemente fra le labbra, proprio come Bobby.

Quest’ultima la mandò a quel paese e passò il cellulare a Tatiana.

Lei lo afferrò e accostò l’auto. Bobby scese e si precipitò in una tabaccheria piccola e logora, sbattendo la portiera. Le pagine dei giornali del giorno volavano dappertutto, scosse dal vento.

“ Tasha? Ci sei ancora?”

Ah, Tati… meno male. Con Bobby non puoi parlarci, che ti manda subito a fan culo.

“ Lo sai com’è fatta. E’ irascibile, ma rimane comunque affidabile.”

Le ricordò Tatiana, guardando la sorella prendere a calci lo stand dei giornali. Il povero, anziano proprietario la stava implorando di fermarsi. Gli urlò qualcosa e quello corse a rifugiarsi all’interno del negozio, spaventato.

Le venne da ridere.

“ Ma quindi, Ginny è con te adesso?”

Chiese Tatiana a Tasha, per una conferma.

Si, l’ho detto a Bobby. L’ho chiamata al locale, una settimana fa. Come voi, sapevo di trovarla lì, perché ce lo disse lei stessa, una volta partita per Los Angeles, ti ricordi? Ci lasciò anche il numero verde…

Tatiana disse che lo ricordava bene.

Ecco, quindi l’ho cercata lì e fortuna che l’ho trovata subito. Si è precipitata all’istante. Non ha soldi con sé ed è piuttosto inquieta per questo. Mi ha detto di avervi lasciato un indirizzo.

“ Si, è così. Sai cos’è?”

A quanto so, è l’appartamento di un tizio che le deve cinquemila dollari. In contanti.

Specificò Tasha, sospirando di nuovo.

Tatiana sorrise.

“ Be’, un bel bottino. E noi che dovremmo farne?”

Non l’hai capito? Vuole che andiate a riscuotere, prima di tornare qui. E’ così venale…”

Mormorò Tasha quasi fra sé, rimproverandola.

“ Ha preso da me, è sicuro.”

Scherzò Tatiana, facendo ridere Tasha. Intanto, Bobby era sul marciapiede e fumava tranquilla. Sembrava essersi calmata, quando ritornò in macchina.

Tasha, intanto, era ritornata seria e preoccupata.

Vi prego, Tati… fate in fretta. Ho un brutto presentimento.

Tatiana seppe che stava tremando, anche se dal tono non si sarebbe detto. Ma la conosceva fin troppo bene, per prevedere le sue reazioni.

“ Stai tranquilla. Arriviamo subito.”

Tatiana la sentì sorridere. Quando parlò, era sollevata.

Bene. Vi aspetto, allora. E, Tati… dì a Bobby che…

“ Lo so, lo so… a più tardi.”

Ciao.

Tatiana chiuse la comunicazione e consegnò il cellulare alla legittima proprietaria.

La guardò sorridente. Bobby sbuffò.

“ Cammina. Sbrighiamoci ad andare a casa. Devo dare una lezione a quella smorfiosetta…”

Tatiana rise. Sapeva che si riferiva a Ginny.

“ A dire la verità, avremo una deviazione da fare.

Bobby la guardò confusa, mentre rimetteva in moto.

Tatiana sogghignò.

“ Ti piacerà.”

Detto questo, sfrecciò lungo la strada, diretta verso le zone di periferia.

Più tardi, dopo aver minacciato un ragazzino di circa diciotto anni, con segni d’acne sul viso e capelli lunghi, biondi e sporchi di sudore, aspirante spacciatore d’erba, Bobby si sentiva molto più soddisfatta. In quanto ai cinquemila dollari che spettavano a Ginny, trovò più proficuo dividerli con Tatiana. La giusta punizione per una sorella sfruttatrice.

Chiamò anche Karl, che le urlò contro tutta la sua disperazione. Era dovuto correre a New York, perché il centro trasporti privati l’aveva chiamato. Un carro attrezzi aveva sequestrato il suo adorato suv e in più, oltre a pagare per riaverlo, avrebbe dovuto sborsare fior fiore di quattrini, per coprire l’ammanco di una multa salata.

Come ti è venuto in mente di lasciare l’auto in divieto di sosta per ventotto ore?

“ Scusa, Karl. Te li renderò, lo giuro.”

Ah, Bobby…

Detto questo, scoppiò a piangere e chiuse la comunicazione.

“ Problemi?”

Le domandò Tatiana, continuando a guardare la strada.

Bobby si allungò comodamente sul sedile e si accese un’altra sigaretta, incurante di tutto.

“ No, no… solo un vicino addolorato.”

“ Ah…”

Tatiana accese la radio.

Bobby sogghignò e alzò il volume.

Tatiana sbuffò.

“ No!”

Si lamentò.

“ Oh, sì!”

Esclamò Bobby, cantando l’ultimo singolo di Snoop Dogg.

Tatiana accelerò, lungo l’autostrada.

Sarebbe stato un lungo viaggio e lei voleva abbreviarlo il più possibile.

Quando arrivarono a Seattle, era già tarda notte.

Non si erano fermate un attimo e la 500 era quasi a secco.

Bobby tirò fuori la valigetta con i trecentocinquantacinque milioni di dollari ancora dormienti dal portabagagli, mentre Tatiana si avviò lungo il vialetto della villetta a due piani di Tasha.

Bussò al campanello, proprio mentre Bobby l’affiancava, la valigetta dietro la schiena e la sigaretta spenta in bocca.

Si sentirono dei passi e la porta si spalancò.

“ Bobby!”

 

 

Angolo dell’autrice.

 

Scusate il ritardo. J

Ecco un nuovo capitolo.

Spero vi piaccia.

Fatemi sapere cosa ne pensate.

Un saluto particolare a tutti coloro che seguono e leggono con interesse la mia ff.

A presto e un bacio a voi. J

Sempre vostra,

Fuffy

 

<3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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