Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift
Segui la storia  |       
Autore: itshikarii    17/08/2013    4 recensioni
“Ma tu..” dicemmo assieme. “Sei uguale a me!” continuammo assieme. Oddio sembrava tanto una scena da film.
La mia sosia si infilò gli occhiali da sole e si sedette di fronte a me.
“Perché ti infili gli occhiali?”
“Perché non voglio che mi riconoscano..” guardò a destra ed a sinistra prima di rivolgermi una sorriso dolcissimo. “Tu sai chi sono?”
“La mia sosia?” tentai ma sapevo che non era quella la risposta giusta.
“Sono Taylor Swift, la cantautrice americana.”
“E che ci fai qui, in questa piovosa città di Londra?” chiesi curiosa di ascoltare la sua risposta.
“E’ una lunga e stressante storia.”
“Se la tua vita è stressante allora la mia come deve essere?” chiesi con sarcasmo.
“Proviamo a vedere, no?”
“Che vuoi dire?” mi spinsi più vicino a lei e la guardai con uno sguardo impaurito. Lei sorrideva.
“Scambiamoci vita per un mese.”
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Image and video hosting by TinyPic

 
 
(12)
Don’t let me go.
 
 
 
Taylor
 
Un mese e mezzo dopo.
 
“Buongiorno Rose.” Salutai la ragazza che era addetta alla segreteria. Quest’ultima alzò il volto da tutte le sue scartoffie e mi sorrise, sistemandosi gli occhiali sul naso. Si girò con la sua poltroncina con le ruote e prese due caffè da dentro uno sportello. Ne posò uno sulla sua scrivania ed uno me lo consegnò.
“Buona giornata Taylor.” Mi augurò prima di ritornare alle sue pratiche. Buona giornata mi augurava ogni mattina ormai da un mese ed io sorridevo prima di scomparire all’interno del corridoio che mi conduceva alla nuova camera d’ospedale affidata a Jack. Percorrevo tutto il corridoio, arrivavo alla camera numero 138 ed entravo trovando sempre qualche infermiera che davano la controllata mattutina. Mi salutavano e poi mi lasciavano lì, da sola insieme a Jack sdraiato su quel letto senza darci segno di vita.
Ed era in quel preciso momento, quando nessuno mi poteva vedere o sentire, che crollavo: mi sedevo nella sedia lì vicino, appoggiavo la testa nel materasso prendendo le mani di Jack ed incominciavo a piangere a dirotto.
Poi asciugavo le lacrime e parlavo con lui. Gli raccontavo tutti i nostri passati appuntamenti,  gli dicevo come mi sentivo e quanto mi mancava averlo accanto a me.
Quel giorno, verso le cinque del pomeriggio, mentre mi levavo il cardigan, vidi entrare Elisa nella stanza con il capo chino. Quando lo alzò e mi vide fece un piccolo sorriso.
L’unica volta che l’avevo vista era stata quella sera nell’appartamento di Jack.
“Tu sei la ragazza di Jack…” affermò posando la borsa ed il cappotto su una sedia. Mi sorrise. “Sai, anche se non mi potevate vedere, vi ho visto parecchie volte mentre entravate ed uscivate dall’appartamento di mio figlio- mi disse sedendosi e facendomi segno di imitarla.- e non l’ho mai visto così.. felice. Ogni sera la passava con una ragazza diversa e non gli importava niente dei sentimenti altrui. Ma adesso, con te, è cambiato. Gli hai fatto del bene.” Mi sorrise ed io piansi, ritrovandomi stretta tra le sue braccia.
Se Jack era lì, disteso su un letto d’ospedale con il dubbio se un giorno si risveglierà, era solo colpa mia. Colpa della mia bugia che ha distrutto tutto quello che avevamo creato.
“Cara, da quanto non riposi?” mi chiese asciugandomi le lacrime e notando le mie occhiaie.
“Me ne vado verso le sei, quando devono fare degli esami di routine, e faccio un’ora di sonno. Poi vengo di nuovo qui per poi andarmene verso le due del mattino.” Cercai di sorridere nonostante tutto.
“Allora vai a riposare un po’, ci sto io qui con Jack stasera.” Mi sorrise e mi posò il cardigan sulle ginocchia e mi intimò di seguire il suo consiglio.
Le sorrisi grata e così feci.
Uscii dalla stanza e mentre me ne andavo, sbattei contro una ragazzina che teneva in mano un mp4.
“Mi scusi! Stavo ascoltando la nuova canzone di Harry Styles e mi ero distratta.” Mi disse superandomi.
“Harry Styles..?” mi rigirai per poter parlare con lei.
“Si- si fermò anche lei per potermi guardare in faccia e sorridendomi.- Uno dei One Direction. Ha scritto una canzone da solista e si dice in giro che sia dedicata ad una ragazza che non riesce a dimenticare. Ora devo andare, arrivederci!” si affrettò quando guardò l’orologio e la vidi correre verso una stanza in fondo.
Non sapevo che quella ragazzina mi avrebbe potuto dare l’opportunità di aiutare Mary con Harry.
 
Mary
 
“Ciao Tay.” Salutai la bionda che era venuta a trovarmi quel pomeriggio. “Non sei da Jack? Volevo venire più tardi.”
Chiesi mentre andavo in cucina per bere un po’ d’acqua.
“Mary.. ma che ti è successo?” mi guardò con gli occhi sgranati.
Abbassai lo sguardo e capii il motivo del suo stupore: capelli tutti legati in una coda disordinata, accappatoio stile milleottocento, pantofole e contenitori di gelato sparsi per tutta la casa.
“Niente, volevo semplicemente sperimentare come ci si sente dopo la rottura con il proprio ragazzo.” Dissi bevendo tutto d’un fiato.
Da quando avevo rotto con Harry, mi ero segregata in casa, avevo lasciato il lavoro lasciando l’affitto da pagare ad Helen, non uscivo più e mi deprimevo davanti vecchie commedie romantiche mangiando gelato. E quando il protagonista diceva alla sua amata che l’amava io urlavo un non è vero, bastardo! e tiravo il cucchiaio contro il televisore.
Mio dio, mi ero trasformata in una di quelle vecchie zitelle che si vedono nei film.
Allora sarà questa la mia vita? Vivrò con venti gatti?
No, aspetta. Io sono allergica ai gatti; allora vivrò circondata da venti pesci rossi?
“Mary…”
“Che ti immaginavi, Tay? Che avrei superato la rottura come le precedenti? Be’, me l’aspettavo anch’io, ma a quanto pare non è andata così.” Dissi, sedendomi sul banco da cucina.
“Mary, ho la soluzione! Mentre venivo qui, ho fatto delle ricerche. Harry ha scritto una canzone solista e secondo me è dedicata a te. Ed ho anche letto che tra quattro ore partiranno per il tour in America!” mi disse lei, tutta agitata, mentre cercava qualcosa nella borsa.
Prese un mp4 e lo posò accanto a me. Io lo guardai senza toccarlo.
Avevo chiuso con Styles, perché ancora insisteva? Mi aveva detto che non mi amava e stava con me solo per un piano architettato dai manager.
“Ascoltala.” Mi disse lei con un sorriso.
“No, Tay. Ho chiuso con lui.” dissi abbassando lo sguardo.
“So che farai la cosa giusta.” E detto questo mi diede un bacio affettuoso sulla guancia e se ne andò, lasciandomi lì, insieme a quel mp4 del cavolo.
Non l’avrei ascoltata, Harry aveva chiuso con me.
Ma perché più cercavo di ripetermelo più mi veniva voglia di mettere da parta l’orgoglio e correre da lui.
“D’accordo..” sussurrai ed accesi l’mp4 per poi mettermi le auricolari.
Una melodia leggera e suonata al pianoforte era partita.
Ascoltai attentamente le parole e quando arrivò alla fine del primo ritornello ricordai.
I’ll keep my eyes wide open
I’ll keep my arms wide open
Erano le stesse parole che mi aveva detto quella sera che aveva deciso di portarmi a vedere un film all’aperto. Era uno di quei film in bianco e nero che gli piacevano tanto ed alla fine eravamo rimasti sdraiati a guardare le stelle. Poi mi aveva guardato negli occhi e mi aveva sussurrato “Se un giorno dovessimo allontanarci, ricordati che terrò i miei occhi e le mie braccia aperte per aspettarti.”
Quel ricordo piombò nella mia testa mentre c’era il ritornello.
Continuai ad ascoltare in silenzio e riuscii a collegare molte frasi della canzone ai nostri ricordi.
Mi ci volle, purtroppo, più di un’ora per rendermi conto che dovevo andare in quel maledetto aeroporto e parlare con Harry, non importava quello che mi aveva detto in precedenza, sapevo che dovevamo chiarire.
Entrò Helen e nemmeno me ne accorsi, solo quando la vidi posare alcune buste sul tavolo mi resi conto della sua presenza.
Ancora con le cuffie con quella canzone a ripetizione, saltai giù dal tavolo e presi la rossa per le spalle. Gli auricolari mi caddero e la mia migliore amica dal sangue spagnolo mi guardava terrorizzata.
“Mi devi aiutare, devo fermare Harry prima che sia troppo tardi! Aiutami a preparare!” le urlai per poi correre nella mia stanza ed indossare dei vestiti a caso.
Helen mi fece perdere in totale un’ora e quindi significava che avevo ancora un’ora e mezza per raggiungere l’aeroporto e chiarire con Harry.
La mia migliore amica mi augurò buona fortuna e poi entrai dentro un taxi.
“Aeroporto, per favore.” Gli dissi mentre cercavo di sistemarmi la borsa.
“La avverto signorina, troveremo traffico.” Mi disse mentre si metteva in marcia.
“Un buon motivo per andare più veloci.”
Il tassista, purtroppo, aveva ragione. Mancava mezz’ora al decollo dell’aereo dei One Direction e noi eravamo appena arrivati.
“Mi deve quaranta sterline, dolcezza.”
Alzai gli occhi al cielo e cercai nel portafoglio, ma con mio orrore scoprii di avere solo venti sterline. Glieli diedi e scappai dal taxi.
“Signorina, lei mi deve dei soldi!”
Iniziammo così una corsa stile cartoni animati: io che cercavo di correre verso Harry e lui che cercava di prendere me per pagargli la corsa.
Arrivai al gate dove una vocina metallica aveva annunciato il volo dei ragazzi ed avevo anche seminato il tassista.
Arrivai e vidi due guardie del corpo fermarmi, dicendomi che l’aereo era già pieno e pronto per il decollo.
Annui e mi allontanai verso la finestra dove si vedeva l’aereo.
Era finita.
Qualcuno mi bussò sulla spalla e per un tratto mi sentii al settimo cielo, era come in quei film dove la protagonista cerca di raggiungere l’amato, lui sembra partito ma invece è li dietro.
Quando mi girò, però, il mio sorriso cambia ed al posto del ragazzo che amo c’è un tassista tutto sudato e con uno sguardo da serial killer.
“Mi deve dare venti sterline.”
“Non le ho, altrimenti gliele darei. Non crede?” domandai ironicamente prima che questi si avvicinasse spingendomi verso il vetro ed avvicinando il suo brutto muso al mio.
“Allora, può ripagarmi diversamente.”
“Glieli do io i soldi, basta che lasci la mia ragazza.”
Quella voce. Aprii di colpo gli occhi (non mi ricordavo di averli chiusi) e lo vidi mentre trafficava con il portafogli.
La. Mia. Ragazza.
“Che ci fai qui?” gli chiesi, dopo che aveva liquidato il tassista.
Harry sorrise, prima di avvicinarsi un po’.

“Potrei fartela anch’io questa domanda, non credi?”
----------------------------------------------------------------------------------------
È ufficiale, questo è l’ultimo capitolo. Ed il prossimo sarà l’epilogo di questa storia. *piange facendo concorrenza alla fontana di Trevi.*
Ciao, ragazze. Come va? <3
Amo chiedervi come state, perché mi importa di voi e di come state. Mi avete fatta sorridere con le vostre recensioni ed in questo periodo me ne succedono di tutti i colori e l’ultima cosa che volevo fare era sorridere, ma come al solito voi ci riuscite.
Non ho mai ricevuto tante recensioni in una mia storia e non è mai stata tra le prima tra le storie preferite, perciò vi ringrazio di cuore. <3
Tornando al capitolo.
Ho deciso di spezzarlo, altrimenti sarebbe venuto lunghissimo (considerate che c’è ancora Jack da risvegliare, visto che non lo voglio fare morire… OPS, SPOILER?) e l’ho lasciato così.
Stavo ascoltando la canzone don’t let me go ed ho immaginato Mary ed Harry **
AVVISO: nel prossimo capitolo (ancora da scrivere D: ) ci saranno momenti di dolcezza AHAHAHA
Niente stronzate (credo AHAHHA) e sarà la fine della storia. Sigh. Sogh.
Magari un giorno farò qualche OS dedicate a voi su questa FF <3
Comunque, ho iniziato una nuova storia. È divertente-romantica.
Se volete ancora seguirmi (spero, ovviamente se non volete non è per forza) potreste leggerla e recensire c:
vi lascio tutti i miei contatti c:
VI AMO , SIETE TUTTO. <3 

Mi trovate: ask | twitter | instagram

 

 

Se volete, mi troverete ad aggiornare questa nuova storia: Love will make it all right

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift / Vai alla pagina dell'autore: itshikarii