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Autore: c l a u d i a    17/08/2013    4 recensioni
Elena non ha più voglia di vivere dopo la morte dei suoi genitori. E' più che distrutta e crede che l'unico modo per non soffrire più sia morire. Lei era pronta a morire su quel ponte, qualcuno l'ha salvata e adesso qualcun'altro la sta salvando di nuovo. Il primo l'aveva salvata dall'incidente, ma il secondo la sta salvando da se stessa. Si tratta di Damon. Sarà cupo e solitario ma conoscendo Elena si accorgerà di non aver salvato solo lei, ma anche se stesso.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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CAPITOLO 10 – Passion and blood.
 

 
POV. Elena
 
“Mi è mancato il tuo profumo.” Sussurrava. La sua voce dolce e profonda mi accarezzava l’orecchio. Era bella quella sensazione. Sentire la sua pelle per quel poco che la conoscevo. Liscia, perfette, un po’ fredda e sicura.

  

 
La sua temperatura corporea era perfetta per la mia, io sentivo era così. Ed amavo stare tra quelle braccia. Era rilassante, non sentivo più paura adesso.
“Sai – cominciai a parlare senza staccarmi dal suo petto – pensavo che quando ti avrei rivisto ti avrei sicuramente picchiato e che avrei fatto di tutto per scappare da te, e invece sono qui fra le tue braccia.” Lo strinsi più forte mentre pronunciavo le tue ultime parole.
Lui però si staccò, lasciandomi sorpresa.
“Aspetta..” si allontanò mentre mi accarezzava il braccio.
“Forse è il momento che tu sappia tutta la verità.” Disse senza distogliere lo sguardo per un momento.
“Non mi interessa adesso. Voglio solo … stare un po’ con te.” Feci un mezzo sorriso.
“Ti prego, è meglio che tu lo sappia. Ci sono molte cose che devi sapere.”
Era serio, un po’ preoccupato. Era come se si sforzasse di dire le parole giuste e mi faceva stare in ansia.
“Vuoi parlarne qui oppure andiamo fuori?” parlare dentro un bagno, dove sarebbe potuto entrare chiunque da un momento all’altro non era una buona idea.
“Non posso farmi vedere dalle tue amiche mentre esco con te dal bagno. Non gli sto molto simpatico, soprattutto a Bonnie.” Guardò il soffitto.
“Ha dei sospetti su di te, ma non me ne ha parlato più di tanto. – Parliamone fuori di qui però.” Risposi pronta.
“Passa la serata con le tue amiche, ti aspetto alla nostra finestra.” Si riferiva alla finestra della mia stanza. Sorrisi a quel ricordo, e mi rattristii pensando che in quel luogo era successo la causa del nostro allontanamento.
Mi congedai da Damon con una carezza leggera sulla mano e uscii dal bagno per raggiungere le mie amiche.
 
“Scusatemi ragazze, non mi sentivo molto bene.” Dissi con finta stanchezza.
“Oh, non preoccuparti … Non hanno ancora portato da mangiare.” Disse Bonnie.
Certo, era difficile fingere di stare un po’ male dopo aver visto una persona che ti fa stare davvero bene. Ma ero costretta a farlo, con loro e con Jenna e Jeremy.
Caroline sembrava un po’ abbattuta e sia io che Bonnie ce ne accorgemmo.
“Care, va tutto bene?” provai a chiedere.
“No, cavolo, non va bene nulla!” sbuffò pesantemente.
“Qual è il problema?” disse Bonnie.
“Il problema è il concorso di Miss Mystic Falls. Il vestito si è ristretto perché mia madre ha avuto la brillante idea di lavarlo in una normale lavatrice. Insomma, era un vestito fantastico e di una certa qualità e andava lavato in una lavanderia professionale. Adesso sembra il vestito di una dodicenne, e io, pure se non ho una seno molto abbondante, non ho certo le tette di una dodicenne!!”
Ok, restare seri era parecchio difficile dopo una scenata del genere.
Scoppiai a ridere con pochi tentativi di trattenermi.
“Ma questi sono solo dettagli che posso riparare! L’altro problema è che non ho un accompagnatore.”
“Nemmeno io ho un accompagnatore, infatti ho deciso che non parteciperò. Il vestito non posso metterlo perché mi sta molto grande e non c’è modo di restringerlo. Quindi ti guarderò insieme al pubblico. Tu sei bella, hai un bel fisico e tanti ragazzi ti sbavano dietro. Troverai sicuramente qualcuno.” Cercai di confortarla con parole sincere.
Caroline era davvero bellissima. Una bellezza semplice ma perfetta per lei. A volte poteva sembrare stupida ma era una ragazza molto profonda se la si conosceva bene. Era innamorata dell’amore, questo si.. forse esageratamente, ma a tutti piace l’amore. Fa soffrire, ma vogliamo parlare di quanto può essere un forte un sentimento del genere quando viene provato davvero e con tutto se stesso?
“Le persone credono che si possono prendere gioco di me solo perché sembro un po’ stupida a volte, e perché sono bionda. Forse dovrei tingermi i capelli!” lo sguardo le si illuminò come se quella fosse l’idea più grande di sempre.
“Caroline, non ci pensare nemmeno!” Urlammo io e Bonnie contemporaneamente.
“Oh, e va bene…” disse abbattuta.
Passò qualche secondo e poco dopo si avvicinarono Tyler e Stefan.
Cosa ci faceva Stefan con lui?!
“Ciao ragazze!” esordì Tyler, il solito farfallone.
“Ehi” continuò serio Stefan.
“Tu – Caroline lo indicò – cosa ci fai con un individuo come lui?” anche io ero parecchio confusa.
“Io e Stefan siamo compagni di squadra adesso, l’ho incontrato qui fuori e stiamo andando insieme al tavolo dei Timberwolves. E poi evita di sottovalutarmi, biondina.”
Caroline lo guardò con disgusto mentre i due si allontanavano.
“Che faccia tosta. E’ proprio uno stupido montato senza cervello.” Non si stavano molto simpatici, a quanto pare.
“Povero Stefan, è pure nella squadra con quei montati … non gli bastava essere già il fratello..”
Di Damon. E’ così che avrebbe continuato se Bonnie non l’avesse zittita.
“Oh dio. Scusami tanto, Elena … è solo che non vi vedete più e quindi pensavo che una battuta non ti avrebbe dato fastidio.”
“Non mi hai dato fastidio, non preoccuparti …” sorrisi.
***
La serata passò tra qualche risata e pettegolezzo. Verso le 23.00 Bonnie mi riaccompagnò a casa con la sua auto.
Stavo per scendere dall’auto ma mi fermai.
“Bonnie, noi non abbiamo ancora parlato di quello che è successo a casa tua qualche mese fa. Io ricordo ancora il tuo sguardo così preoccupato, e strano.” Volevo davvero sapere il perché della sua reazione.
“Si è fatto tardi adesso, non mi va di parlarne adesso, ma ne parleremo … te lo prometto. Buonanotte.”
“Ok … Notte.” Scesi dall’auto e entrai a casa.
Jeremy e Jenna erano entrambi addormentanti sul divano.
Mi fermai un attimo a guardarli e sorrisi di fronte a quella tenera scena.
Jeremy era completamente abbracciato a Jenna mentre lei appoggiava la testa sulla sua.
Jeremy dormiva così con mio padre quando era più piccolo e vederlo così adesso mi fece tornare alla mente tanti bei ricordi.
 
8 anni fa … 24 dicembre.
“Voglio il mio regalo! Voglio il mio regalo!” urlava il piccolo Jeremy.
“Non puoi aprirlo ora, si apre il giorno di Natale.” Disse Elena mentre giocava con le sue trecce ai capelli.
“Ma manca solo qualche ora! E Babbo Natale è venuto prima quest’anno quindi vuole che li apriamo prima! Daaiii!!” Jeremy si inginocchiò di fronte a Miranda facendo gli occhioni dolci e stringendo tra le mani il vestito rosso.
“Oh, e va bene. Ma solo perché i regali sono arrivati prima.”
Jeremy fece un urlo di esaltazione mentre correva agitato per tutto il salone, facendo ridere il resto della famiglia.
Si avvicinò all’albero e prese con prepotenza il suo regalo.
Lo scartò velocemente e gli occhi gli si illuminarono quando vide il trenino giocattolo che tanto desiderava.
“Che bello!” fece per aprirlo ma suo padre Grayson lo fermò prendendolo fra le braccia.
“Lo montiamo domani, piccola peste. Adesso non c’è molta luce e rischieremo di fare un brutto trenino.”
“Uff, e va bene.”
“Elena, tesoro, apri il tuo regalo adesso.” La incoraggiò la madre.
La piccola Elena scartò rapidamente il suo regalo avvolto in una carta rosa con dei fiocchetti viola disegnati sopra.
Era una bellissima casa per le bambole.
“Wow, è fantastica!” Elena abbracciò i suoi genitori per l’entusiasmo.
“Adesso però andiamo a dormire, domani sistemiamo tutto.”
“Ma io voglio vedere la TV!” disse Jeremy.
“E’ tardi, Jer. Non è il momento.” Lo rimproverò Miranda.
“Oh, andiamo, amore… La guardo io insieme a lui. Non preoccuparti.” Rispose suo marito.
Si sedettero tutti e quattro sul divano ma dopo pochi minuti il piccolo Jeremy si addormentò tra le braccia di suo padre. Elena e la mamma, ancora sveglie, andarono di sopra a dormire.
Era stata una bella vigilia di Natale.
 
 
Mancava ancora qualche settimana a Natale, e di certo non sarebbe stato come quelli vecchi.
Andai di sopra nella mia stanza, diedi una spazzolata ai capelli e mi misi il pigiama.
Dopo qualche minuto sentii bussare alla finestra.
Era Damon.
Aprii la finestra ed eccolo lì, con il sorriso sulle labbra e i suoi soliti occhi azzurri splendenti.
“Ehi.” Mi salutò parlando sottovoce, io risposi allo stesso modo.
“Vieni fuori?” disse lui.
C’era parecchio freddo perciò optai per un’altra idea.
“Vieni tu dentro. Sono in pigiama e sentirei freddo lì fuori.”
Entrò con qualche insicurezza mentre io andavo a spegnere tutte le luci lasciandone solo una piccolina accesa.
Si guardava intorno facendo ogni tanto qualche passo.
“Non l’avevo ancora vista per intero.” Scherzò.
“Ti piace?” speravo davvero che gli piacesse.
“Sa di te.” Fu meglio di un milione di sì.
Gli sorrisi semplicemente mentre lo seguivo con lo sguardo vedendolo avvicinarsi alle foto attaccate allo specchio.
“Però, ti sta bene la divisa da cheerleader!” esclamò.
Scoppiai a ridere.
“E anche questo sorriso ti sta così bene.” Mi colpì. Non risi più.
POV. Damon.
La spiazzai, ovvio che lo feci. Era immobile davanti a me e si guardavo intorno come se non volesse incontrare il mio sguardo.
Avrei dovuto dirgli la verità quella sera, quello che avevo scoperto negli ultimi mesi, ma non ci riuscivo. La serata adesso sembrava così perfetta e non potevo rovinare tutto.
Andai verso di lei, ma si scostò andando a distendersi sul letto come se non si sentisse bene.
Per risposta, mi distesi accanto a lei e la osservai.
Stava trattenendo le lacrime, potevo sentirlo dal respiro un po’ affannato, e il battito del cuore che era diventato improvvisamente più veloce.
Non fiatava una parola, e forse se avessi detto qualcosa io, lei avrebbe pianto sicuramente.
Si voltò verso di me e finalmente riuscì a guardare i suoi occhi da cerbiatta.
Silenzio. C’era solo uno scambio di sguardi.

“Tu cosa pensi di me, Damon?” disse all’improvviso.
Come trovare le parole giuste in una situazione così?
Damon Salvatore non rimaneva mai senza parole. E soprattutto con le donne.
“Io penso che tu sia sola, che stai soffrendo. Penso che tu sia testarda, un po’ masochista. Ma sei dolce, e sei bellissima. Sei la ragazza della porta accanto, quella per cui tutti perdono la testa.”
Le confessai.
“Non sono bella, Damon. Guardami. Sono troppo magra, la mia pelle è spenta, ho le occhiaie, i miei occhi sembrano non avere mai luce..”
“I tuoi occhi splendono in questo momento.” La bloccai. E fu bello pensare che forse era per merito mio, perché io ero lì insieme a lei.
Le presi entrambe le mani e me le portai al volto sfiorandole con le labbra.
Elena era ferma, l’unico movimento che notai fu una lacrima che lentamente scendeva verso un angolo della sua bocca. E bloccai anche quella con un bacio.
Le baciai solo l’angolo delle labbra senza approfondire.
Successivamente, però, notai i suoi occhi profondi da cerbiatta osservarmi con stupore.
Era bellissima. Ed era ovvio. Lei era perfetta, su quelle lenzuola bianche e rosa … con una leggera canottiera blu che le cadeva involontariamente sulla spalla magra. La pancia era leggermente scoperta e dai pantaloni molto grandi si vedeva appena il pizzo bianco delle sue mutandine.
Aveva i capelli sulla fronte, appena spazzolati – un po’ di trucco scuro sugli occhi che non aveva ancora tolto completamente, e le labbra rosee e inumidite.
Era una visione divina per me. E così, nella sua semplicità, la trovavo irresistibile.
“Fallo di nuovo.” Sussurrò, per poi spostare il suo sguardo sulla mia bocca che adesso desiderava.
Mi avvicinai con leggerezza andando a sfiorare inizialmente solo il labbro inferiori con piccoli baci.
Fece un respiro profondo andando a posizionare le sue esili mani attorno al mio collo facendomi avvicinare maggiormente. Le lasciai un bacio più profondo, giocando con tutta la sua bocca.
Il bacio diveniva man mano più intenso, quasi violento. Schiuse la bocca permettendo alla mia lingua di raggiungere la sua. La presi per il mento, e la mordicchiai appena.
Non era un gesto da vampiro, ma di una persona che desidera quell’altra che ha accanto a se.
Mi staccai un attimo per farle prendere fiato. Io, come vampiro, non ne avevo bisogno ma lei si. E se fosse stato più semplice forse non mi sarei staccato da quelle morbidi labbra.
Cambiammo posizione, mettendoci entrambi seduti, lei sopra di me.
Ci baciammo di nuovo. Sempre con più impazienza.
Dio, quanto amavo averla così vicina. Spostai i miei baci sul suo collo, accarezzandole nel frattempo  la schiena.
“Non fermarti.” Disse con il respiro spezzato.
Si stava facendo difficile adesso. Forse non avrei dovuto baciarle il collo, perché adesso riuscivo a sentire solo il sangue pulsare sotto la pelle. E io non mi ero neppure nutrito per andare da lei.
Elena fece cadere la canottiera completamente sul suo bacino. Mi soffermai un attimo sul suo seno, mentre lei mi tolse la maglietta.
Non c’era nulla da fare, quel desiderio di amore si stava trasformando improvvisamente in desiderio di sangue. La feci distendere di nuovo sul letto con poca delicatezza. Per distrarmi da quella tentazione, presi a baciarle di nuovo le labbra mentre lei mi accarezzava la schiena lasciando anche qualche graffio. Sospirò pesantemente, gemendo appena, quando cominciai a baciarle di nuovo il seno con più forza.
Dovevo resistere. Ma cominciavo a sentire il mio viso trasformarsi, e i canini allungarsi.
“Damon.. aspetta…”
Sospiravo con affanno e con tutta la forza che avevo riuscii a guardarla negli occhi.
“Mi stai spaventando, Damon!” non gridava, forse per paura di svegliare suo fratello e sua zia.
Guardai i suoi occhi impauriti e mi resi conto che stavo cedendo. Non volevo farle del male, così feci una cosa assurda. Mi morsi il braccio così forte da procurarmi del dolore. E funzionò.
Il mio volto ritornò come prima e distrutto da quella tentazione caddi sul corpo di Elena.
“Scusami … mi dispiace così tanto.” Mi sentivo uno schifo.
“Va tutto bene. Shh.” Elena era scossa, ma mi abbracciò tenendomi vicino al suo corpo.
Mi accoccolai sul suo petto, mentre lei mi accarezzava i capelli con tenerezza.
Tremavo, non mi spiegavo il perché, ma stavo tremando.
“Non è successo niente. Calmati.” Mi sussurrò.
Restammo così quella notte, addormentandoci abbracciati.
POV. Elena
Era passato. Mi aveva spaventato, ed ero ancora preoccupata per quella reazione. Ma alla fine, era normale per un vampiro. E andava bene così, io accettavo il suo lato oscuro.
Damon si addormentò su di me, abbracciandosi alle mie spalle e poggiando la testa sul mio petto.
Io continuavo ad accarezzargli i capelli ed il viso.
Era bellissimo anche così.
“Credo che mi sto innamorando di te.” Gli dissi quando fui certa che stesse dormendo.



   


 







Eeeeeeh, lo so... vi aspettavate una bella scena d'amore ma non è il momento, mi dispiace v-v
Ho già un programma e voglio rispettarlo.
Quindi, questa volta sono più puntuale e probabilemte ci sarà qualche errore in questo capitolo, visto che non ho riletto.
Ma btw, spero che vi piaccia! 
Un bacio!
(sono stata breve questa volta lol)
  
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