La sera
l’albergo organizzava un’altra serata, a tema
questa volta, e caso strano era incentrato principalmente sui supereroi.
Non avendo
grandi conoscenze in
questo campo, a parte gli Avengers e Wonder Woman, decisi che mi sarei
travestita da Black Widow, anche perché era il costume
più fattibile che avrei
potuto utilizzare con gli abiti che avevo portato.
Optai dunque per
un corpetto nero, unito da dei lacci
sulla schiena, dei leggins neri di pelle e delle semplici scarpe con il
tacco.
Dopo
essermi guardata allo specchio mi accorsi che io e Scarlett Johansson
avevamo
ben poco in
comune, soprattutto conciata in quel modo, ma non avevo altre scelte,
dunque dovetti
accontentarmi.
Giulia
non si fece sentire tutto il giorno,
ma sapevo che avrebbe passato l’intera serata con il suo
“vecchio amico”,
perciò decisi di limitarmi a mandarle un semplice messaggio.
“Non voglio
chiederti che fine hai fatto perché posso immaginarlo da
sola, stai attenta e
ricordati che dovrai raccontarmi ogni singolo dettaglio.
Io
sto
bene, non preoccuparti, stasera sono alla serata
dell’albergo. Quando vedrai
una Black Widow che non ha niente a che fare con Scarlett Johansson, se
ci
sarai, pensa a me.
Ah
e
anche con Rob è tutto a posto, so che dovrò
raccontarti tutto.
Divertiti,
un bacio”
La
sua risposta mi arrivò poco dopo.
“Sono
quasi esattamente dove immagini tu, diciamo che il mio vecchio amico si
sta
trasformando in qualcosa di nuovo, ma smettila di pensare male.
Eh
si,
comunque, hai davvero molto di cui raccontarmi. Cercherò di
esserci stasera,
solo per vedere come ti sei conciata.
Sarai
comunque bellissima dai, un bacio”
Sorrisi,
misi il telefono dentro una piccola
pochette e mi diressi verso la solita stanza adibita alle feste
dell’albergo.
L’allestimento
era sempre lo stesso della
notte prima, ma a far da contorno c’erano un bel
po’ di persone vestite più o
meno da supereroi..
Diciamo
che ci avevano provato, come me d’altronde.
Mi
avvicinai, come al solito, al tavolo a
prendere qualche spuntino per mangiare, e mi diressi a cercare un
posto.
Anche
quella sera i miei occhi cercavano solo
una persona: Robert.
Dopo
pochi minuti lo avvistai, travestito
da..
Tony
Stark.
Beh,
per modo di dire, diciamo che non
cambiava molto da come si vestiva di solito, ma in qualche modo era
riuscito ad
unire qualcosa al solito Robert che lo avvicinava al personaggio.
Anche
lui sembrava cercasse qualcuno.
Iniziai
a muovere la mano per salutarlo e
sorridergli.
-Hey,
ti stavo cercand..- si interruppe,
inziando a guardarmi dall’alto in basso più volte.
-Wow,
complimenti, niente male. Eccellente
travestimento. Scarlett non riuscirebbe ad essere più sexy
di te-
Sguardo
provocante.
Ok
no
Rob, smettila. Conosci Susan? E’ tua moglie.
-Ne
dubito- risi – ma ti ringrazio per il
complimento. Tu piuttosto, complimenti per il travestimento. Molto
Stark-.
-Vero?
E’ quello che mi riesce meglio. Vado a
prendere qualcosa da bere, aspettami qui-.
Questa
frase fu quella che accompagnò l’intera
serata.
Rob
si avvicinò al tavolo degli alcolici
almeno dieci volte, e il risultato fu che entrambi finimmo per essere
totalmente ubriachi.
Ora
sono io che ho bisogno di essere portata via per un braccio, questa
volta.
-Si
è fatto tardi signorina, la accompagnerò
in stanza, se me lo concede- mi disse barcollando.
-Lei
è molto gentile signore, con piacere-
Ero
davvero ridicola, me ne rendevo conto, ma
non riuscivo a controllare le mie azioni.
L’alcool
prevaleva su quella piccola parte
del cervello ancora lucida.
Riuscimmo
per miracolo ad arrivare alla porta
della mia camera senza cadere, seppur barcollando.
-Bene,
aspetta che prendo la chiave-
La
presi dalla borsetta iniziai a farla
strisciare nella fessura per aprirla.
Robert
era a mezzo centimetro da me.
Iniziai
a farla passare più volte cercando di
aprire la porta, ma niente.
Robert
mi girò con foga e appoggiandomi sulla
porta inziò a baciarmi.
Questa
ci mise un secondo ad aprirsi e
finimmo catapultati nella mia camera.
Stupide
porte e stupide carte magnetiche.
Mi
poggiò sul tavolo attaccato al muro e
iniziò a darmi dei passionali baci sul collo.
Per
quanto potesse venirmi difficile cercare
di usare il cervello in quella situazione, lo fermai.
-No
Robert.
Susan,
ti dice qualcosa? Sei SPOSATO. Non ho
intenzione di commettere errori di questo genere-
-Lei
non è qui, e non sai quanta voglia abbia
di fare l’amore con te ora-
Riprese
a baciarmi con foga, ma lo fermai di
nuovo.
-Robert,
ascolta-
-No,
non voglio rinunciare a te-
-Non
rinuncerai a me, io ti voglio..-
-Anche
io ti voglio tesoro-
-No,
intendevo dire che ti
voglio bene Downey,
e per questo stanotte non
succederà niente. Siamo ubriachi, non faremmo niente di
intelligente, te lo
assicuro-
La
sbronza sembrava lasciare spazio ad un
piccolo sprazzo di intelligenza, finalmente.
Rimase
in silenzio.
Mi
guardò, mi diede un bacio sulla guancia e
se ne andò, senza dire una parola.
Inutile
dire che avevo fatto la cosa giusta,
ma in fondo mi era dispiaciuto davvero tanto.
Decisi
di non pensarci e mi misi a letto.
Il
giorno dopo la luce del telefono mi
svegliò alle nove in punto.
Un
messaggio. Giulia.
“Ieri
avevi detto che mi avresti dovuto raccontare un bel po’ di
cose, credo che ora
si siano anche moltiplicate. Farsi baciare da Downey sulla porta della
tua
camera è stato magnifico, vero?
Sei
una ragazza intelligente e sono sicura del fatto che non sia successo
altro.
E’
sposato.
Chiamami
come ti svegli”.
Da
quel messaggio non riuscì a capire se
fosse arrabbiata con me. La chiamai.
-Hey
Giuli-
-Ciao
tesoro.. Dunque?-
-Dunque
niente, l’ho fermato prima che
potessimo andare oltre. Ma se n’è andato. Ci sto
male, davvero. So di aver
fatto la cosa giusta ma..-
-A
volte le cose giuste sono le più difficili
da fare. Ritornerà, stai tranquilla.
Sapevo
che anche se da ubriaca, il cervello
lo fai funzionare comunque-
Risi.
-Si,
un po’ troppo forse. Devi raccontarmi-
-Sarà
fatto, ci vediamo stanotte, sono da
Marco adesso. Un bacio tesoro-
-Un
bacio-
Marco.
Ecco come si chiamava.
La
mattinata la passai in piscina con un gran
mal di testa. Cominciai a pensare al fatto che la prima notte Giulia
pensava
che fosse successo chissà cosa e ci scherzava, adesso invece
l’aveva presa come
un affare di stato.
Non
importa, è la scelta giusta.
Presi
il telefono e scrissi a Robert.
“Dobbiamo
parlare”.
Ps. Ho deciso di arrendermi con i caratteri, è una guerra persa. Spero che il capitolo vi sia piaciuto comunque, un bacio! :)