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Autore: Rachel_Winchester    17/08/2013    4 recensioni
"Quando si cambia anche la più piccola cosa dal passato si possono avere riscontri catastrofici"
É possibile che con l'intento di migliorare il destino dell'umanità si possa portare ancora più velocemente all'Armageddon?
Dean e Sam. Due fratelli. Due cognomi diversi ... Due mine vaganti.
Divisi dal passato, riuniti dal destino ...
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Capitolo 4: Cruel fate

Si risvegliò stordito …
Aprì gli occhi a malapena e come poté ben notare non si trovava in camera sua o in uno di quegli hotel a 5 stelle dove di tanto in tanto passava le notti con delle “ballerine” .
No, la stanza in cui era in quel momento riversava nella penombra ed era offuscata dal fumo di sigaretta … L’odore insopportabile di muffa, polvere e sudore che aleggiavano nell’aria gli rendeva quasi faticoso il respiro e nella sua bocca poteva ben sentire il gusto del suo sangue che gli colava dal labbro superiore …
 
Dove si trovava? E soprattutto come c’era arrivato?
 
Cercò di stropicciarsi gli occhi, com’era solito fare al risveglio, ma le sue mani erano bloccate dietro la schiena, legate.
Solo in quel momento capì di essere incatenato mani e piedi su una sedia, imbavagliato.
Entrò in panico e si dimenò con più forza, ma l’unico risultato fu un dolore lancinante ai polsi e alle caviglie … Urlò a squarciagola, ma nessuna risposta …
 
… Non ci volle una scienza per capire che era stato rapito …
 
Dopo alcuni minuti di inutili richieste d’aiuto, poté sentire la porta aprirsi, e la luce si accese, provocando ai suoi occhi -abituati ormai all’oscurità-  un forte fastidio, così che fu costretto a richiuderli.
 
Gli si avvicinò un uomo, con il viso coperto da un passamontagna bianco e con una pistola incastrata nella cintura dei pantaloni.
L’uomo sferrò un duro colpo sullo zigomo di Dean, facendogli girare il capo dalla parte opposta, poi lo prese dai capelli e lo portò vicino a sé …
“Ora fai quello che ti diciamo noi, hai capito bene?” gli sussurrò a pochi centimetri dal viso.
“Oh amico, dovresti proprio lavarti i denti, sai?” gli disse Dean quando fu liberato dal bavaglio.
L’uomo, al quanto infastidito dal commento di “quello schifoso riccone”, gli sferrò un altro colpo, sta volta nello stomaco, che lo fece piegare in due dal dolore …
Dean non era abituato a subire botte, ma come prima volta le incassava piuttosto bene: ad ogni colpo si rialzava e guardava con occhi di sfida il suo aggressore, e questo lo colpiva ancora, e ancora, fino a quando però non gli fece perdere i sensi.
 
Per il gonfiore dei pugni incassati fece fatica a riaprire gli occhi, e la sua vista era offuscata …
Nonostante ciò riuscì a vedere che gli uomini nella stanza erano aumentati …
Abbassò lo sguardo e richiuse gli occhi rassegnato …  Il suo volto era livido e sporco di sangue, e delle gocce di sudore gli scivolavano lungo i lati del viso …
Riuscì a sentire le loro voci discutere intensamente:
“Ti avevo detto di dargli uno, due pugni al massimo! Non di ucciderlo! Porca miseria, guarda come lo hai ridotto!”
“Cazzo , se fossi stato al posto mio avresti fatto lo stesso! Chi cazzo si crede di essere sto figlio di puttana!” rispose quello che probabilmente doveva essere l’aggressore di prima.
L’altro sbuffò e gli diede un pugno in pieno volto:
“E che questo ti serva per le volte future! E che serva anche a tutti voi!” si rivolse agli altri uomini presenti nella stanza.
 
 
7 ORE PRIMA
 
Dean uscì di casa e prese la sua moto, per dirigersi verso South Omaha, dove tutti i suoi sogni sarebbero finalmente divenuti realtà.
Era sicuro al 100% che quello sarebbe stato il giorno in cui avrebbe riabbracciato suo fratello, finalmente, dopo tutti quegli anni.
Gli scesero alcune lacrime di gioia, che però furono subito consumate dal vento freddo di quella giornata di febbraio.
 
Riconobbe il negozietto e parcheggiò la moto dalla parte opposta della strada … Prese un lungo respiro e dall’euforia trattenne il fiato per un momento … Un sorriso di commozione curvò le sue carnose e rossastre labbra, e i suoi occhi si illuminarono …
Non ci poteva credere!
 
Ma ad un certo punto un forte dolore alla testa lo fece cadere a terra … Poi il buio …
 
Sam guardò immobile tutta la scena dalla finestra del negozio, come un bambino che osserva il proprio padre andare via per un lungo viaggio …
Si poteva leggere chiaramente il dolore sul suo volto … Ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro … Ormai era troppo tardi per perdonarsi!
 
Dean venne caricato di peso su un furgone scuro mezzo sgangherato … Poi, sette uomini, compreso Sam, salirono a bordo.
Dovevano avere tutti tra i venti e i trent’anni, e tutti vivevano in condizioni disagiate, ai limiti della sopravvivenza, speranzosi soltanto di sbrigare quell’affare e ricevere la propria somma.
Sam no. Sam era combattuto, tormentato, e sul suo volto erano ben visibili delle profonde e scavate occhiaie, che gli facevano dimostrare almeno una decina di anni in più di quanti ne avesse …
Non incrociava mai lo sguardo con quelli che erano sul furgone con lui … Osservava invece Dean, il mezzo del riscatto, che per Sam, invece, era qualcosa di più …
 
… Quel ragazzo sin dalla prima volta che l’aveva visto aveva scatenato in lui una sensazione mai provata prima, che neanche si seppe spiegare … Ai suoi occhi era uno sconosciuto, ma gli dava l’impressione di conoscerlo da una vita … In poche parole aveva un volto familiare
Sam si sentì ancora più in colpa per quello che aveva fatto, e per quello che avrebbe ancora dovuto fare … Si sentiva da schifo, avrebbe voluto mollare tutto in quel preciso istante … Ma cosa sarebbe successo poi?
Scappare come un vigliacco non avrebbe certo migliorato le cose, anzi, se si fosse ritirato sarebbe diventato un testimone scomodo, soprattutto dopo aver visto le facce di tutti i complici del rapimento, e sarebbe sicuramente stato tolto di mezzo …
Quindi cosa poteva fare per stare in pace con sé stesso? …
 
 
 
PRESENTE
 
Di fronte a Dean venne posizionata una telecamera:
“Non importa … Gli faremo girare il video anche conciato così … Magari suo padre si preoccupa e si affretta a dare sto maledetto riscatto!”
“Quindi è questo che volete! Un riscatto! Bè, allora mettetevi l’anima in pace, perché mio padre non vi darà un bel niente … Entro breve la polizia vi sarà già alle calcagna!”  gli disse con tono minaccioso Dean.
“Cerca di tacere e di fare quello che ti diciamo noi, se no tuo padre si troverà costretto a seppellire il tuo cadavere!” - gli disse il capo banda prendendolo dalla maglietta – “Allora, cominciamo a fare ste maledette riprese!”
Un uomo si diresse verso la telecamera e l’accese, poi, un altro, tirò fuori dei fogli scritti in stampatello:
“Devi leggere questi, non modificare niente! Leggi solo quello che c’è scritto qui! Mi hai capito?!”
Dean non rispose e abbassò lo sguardo … Quella situazione stava diventando pesante e sapeva che quelli non scherzavano, bastava aver visto come lo avevano ridotto.
Ad un certo punto la registrazione partì e Dean cominciò a leggere:
 
“Mi chiamo Dean Cleverly, figlio dell’imprenditore Thom Cleverly.
 Se mio padre non versa su un conto svizzero, numero 34369
Una cifra pari a 10.000.000 di dollari entro  48 ore, io vengo ucciso.
Niente polizia, altrimenti lo scambio è saltato.”
 
La registrazione venne interrotta, e la Memory Card della telecamera venne estratta e data ad uno degli uomini presenti.
Imbavagliarono di nuovo Dean, spensero la luce, e uscirono in fila dalla stanza.
 
 

***

 
Thom Cleverly ritornò a casa come sempre alle 8.00 di sera, dopo un lungo ed estenuante colloquio di lavoro con la Burley Corporation.
Come al solito a quell’ora Dean non era in casa, e Thom, si sedette sul lussuoso divano, si accese un sigaro e si mise a guardare la televisione.
Ad un certo punto squillò il citofono collegato alla portineria:
“Mr. Cleverly, è arrivato un pacco urgente per lei” - gli disse la voce dall’altro capo del citofono quando rispose -  “Glielo faccio portare su”
Thom attese qualche minuto e ritirò il pacco. Lo scartò e infilò la videocassetta al suo interno nel lettore.
 
… Quando finì, sconvolto,  si mise le mani fra i pochi capelli bianchi che gli rimanevano in testa e mancava poco che gli venisse un attacco di cuore …
  
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