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Autore: _Underwater    17/08/2013    12 recensioni
E in fine c'era lei. La ragazza dalla quale non riuscivo a staccare gli occhi di dosso: Sally.
Non parlava.
Non rideva e, soprattutto, non si era nemmeno accorta di me.
E per la prima volta, desiderai sentire la risata di una ragazza, con tutto me stesso.
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«Ho detto che tu sei Wendy. E... E Peter Pan è sempre stato innamorato di Wendy, non di Trilli»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.

 

 

 

 

Non sono mai stato uno di quei ragazzi che parlano molto.
O uno di quelli che per far sorridere una ragazza, si mettono in ridicolo per ore.
Sentire il suono di una risata, non mi cambiava il mondo, come sono soliti dire nei film.
"La sua risata è qualcosa di unico, inspiegabile". Tutte cazzate, a mio parere.
«Cazzo! Siamo arrivati! Uh-uh!»
Alzai lo sguardo con un' espressione di disgusto.
Niall stava urlando con le mani in aria e gli occhi che brillavano.
Eravamo in viaggio da cinque ore, ormai.
E sull'auto non si distinguevano le lattine di birra dai pacchi di patatine vuoti.
Avevamo -avevano, in realtá- deciso di passare le vacanze estive in una cittadina vicino il mare.
«Cosa c'è di meglio che stare seduti al sole con il mare e guardare il tramonto con una bellissima ragazza costantemente abbronzata?» aveva detto Louis, cercando si convincermi.
Ma a me non importava molto dove andavamo.
Volevo solo staccare la spina e allontanarmi dalla vita che ero solito fare a New York.
Cosa facevo?
Niente di interessante, secondo me, ma a quanto pare.. Le ragazze trovano molto affascinanti gli istruttori di nuoto.
Quando la macchina si fermó davanti ad una casa in legno, scesi dal veicolo e chiusi lo sportello con un calcio.
«Bella merda» sussurrai, avanzando verso la direzione opposta a quella che doveva essere la nostra abitazione.
«Zayn! Dove vai? Dobbiamo sistemare le valigie!»
Ignorai Niall e ridacchiai, guardandomi intorno.
Arrivai fino alla spiaggia e sbuffai, sporgendomi da una debole ringhiera in legno.
Si vedeva l'oceano e il sole che tramontava.
Agli occhi di un ragazzo romantico, quello doveva essere un meraviglioso spettacolo da godersi insieme ad una ragazza, cantandogli una canzoncina sdolcinata con la chitarra.
Ma per me era solo... Un banale tramonto.
In fondo, cosa c'è di speciale?
Il sole sorge ogni giorno, e non ballo di certo la conga per la felicità.
Allargai il colletto della maglietta e mi passai una mano sugli occhi, faceva pure caldo.
Pochi minuti dopo, decisi di sbarazzarmi della maglia, rimanendo a torso nudo.
Un sorrisino si stampó sulle mie labbra quando, con la coda dell'occhio, vidi una ragazza che a furia di guardare il mio stomaco, andó a sbattere contro un bambino, facendolo cadere sulla sabbia.
Scossi la testa e con la maglietta sotto il braccio, attraversai la spiaggia, subendomi le occhiate sognanti di alcune ragazzine.
Perchè non sbavavano dietro a quelli della loro etá? Me lo chiedevo sempre, ma non avevo ancora ricevuto una risposta.
«Palla!» sentii un urlo, prima che un pallone mi colpisse la nuca.
Ruotai gli occhi al cielo e afferrai la palla che mi aveva colpito.
Feci una smorfia, vedendone il colore: rosa shocking.
«É mia!» una ragazza con dei pantaloncini a jeans ed il sopra di un bikini, si avvicinó imbarazzata.
«Tieni» mormorai lanciandogliela.
«Non volevo colpirti, scusa» afferró la palla e sorrise nuovamente.
Mi aveva appena colpito mentre giocava a pallavolo, che aveva da sorridere?
«Okay» risposi, girandomi per ricominciare la mia passeggiata.
«E ridi ogni tanto!» mi urló dietro.
Corrugai la fronte e girai il busto, tanto quanto bastava per vederla cambiare colore.
«Come?»
«Dimentica» ridacchió innervosita e tornó dai suoi amici.
La fissai mentre raggiungeva un gruppo di ragazzi e scossi la testa, tornando subito dopo a casa.
Attraversai il giardino velocemente e aprii la porta senza troppi problemi, trovandomi all'ingresso.
«Louis?»
Silenzio.
«Niall?»
Quando capii che in casa non c'era nessuno, sbuffai e mi lanciai sul divano, afferrando il telecomando. Ma un foglietto giallo appeso alla tv attiró la mia attenzione.
"La tv è rotta. Ceniamo dalla nonna di Niall, vieni appena leggi. É la terza casa, a destra"
Appallottolai il foglietto e lo lanciai nel cestino, facendo canestro.
Avanzai con passo lento verso il frigo, e decisi di andare dalla nonna di Niall quando mi accorsi che era completamente vuoto.
Iniziava bene, la mia vacanza.
Quando arrivai alla fatidica "terza casa" (che razza di indicazione era quella?) bussai piú volte per farmi sentire.
La porta si aprì e sgranai gli occhi quando una ragazza con la canottiera bianca e sporca di cacao sulla pancia, aprì sorridendo.
Quella non era di certo la nonna del mio amico.
«Oh, scusa. Credo di aver sbagliato casa...» scesi un gradino ma mi bloccai quando sentii la sua risata.
Che aveva da ridere?
«Tu devi essere Zayn!» disse, trascinandomi in casa «Io sono Franny. Ma puoi chiamarmi Fran. Louis e Niall sono andati a farsi un giro prima della cena, arrivano tra un attimo. Sai com'è Niall, non riesce a stare molto tempo senza mangiare e... Oh, nonna! Lui è Zayn!»
Una signora con un grembiule da cucina spuntó da una porta e sorrise.
«Chi, tesoro?» disse, con voce roca.
«Zayn! L'amico di Niall!» urló lei, spingendomi verso quella che doveva essere la nonna di Niall.
«Oh, il musone?»
Iniziavano bene con le presentazioni...
Fran sorrise imbarazzata «No, nonna. Il musone è Harry...»
«Il tuo ragazzo non è un musone!» protestó lei «Ricordo che Niall parlava di Zayn e...»
«Okay, va bene» Fran si arrese e sospiró «Lui è Zayn. Zayn, lei è mia nonna»
Ero l'unico che non riusciva a capire cosa stava succedendo?
La nonna tornó in cucina e attraversai il corridoio in silenzio, diretto verso la porta.
«Dove vai?» Franny mi seguì, schiacciandosi contro il muro per passare e per pararsi subito dopo davanti alla porta.
«A casa»
«Niall mi ha detto che devi rimanere qui e che...»
«Spostati» dissi, cercando di avere un tono calmo e gentile.
Volevano infilarmi in una cenetta di famiglia, nel mio primo giorno di vacanza?
Erano pazzi.
«Oh, musone. Bada a come parli e fatti una scopata ogni tanto. Sono stata gentile con te e adesso tu lo sei con me» sbottó, cercando qualcosa nelle tasche dei pantaloncini.
Sorrise compiaciuta e scartó velocemente un cioccolatino, prima di infilarmelo in bocca.
«Benvenuto, e vieni in cucina. La cena è pronta»
Non so cosa mi spinse a seguirla in cucina, ma lo feci in silenzio.
Quando la tavola fu circondata da persone che non conoscevo, capii che forse avevo giá fatto il primo errore di quella fottutissima vacanza: non dovevo accettare.
C'era Niall, Louis, la nonna, quell'isterica di ragazza e poi... Un ragazzo dai capelli ricci che continuava a ridere, una bambina di circa sette anni, un tipo che parlava fin troppo velocemente, un uomo di circa cinquant'anni e in fine c'era lei. La ragazza dalla quale non riuscivo a staccare gli occhi di dosso: Sally.
Non parlava.
Non rideva e, soprattutto, non si era nemmeno accorta di me.
E per la prima volta, desiderai sentire la risata di una ragazza, con tutto me stesso.

 

 

 

Salve! :)

Inizio col dire che sono sempre una frana con l'angolo autrice di ogni storia nuova.

Quindi, non badate a me.

Non so che dire :')

Spero solo che come inizio vi piaccia. Fatemi sapere se vale la pena postare anche gli altri capitoli (già pronti ehehe)

Un bacio

-Sara 

   
 
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