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Autore: Iurin    17/08/2013    4 recensioni
Sporadici pensieri di una delle statue animate dalla professoressa McGranitt, prima dell'inizio della battaglia, ad Hogwarts.
Sembrano soltanto degli esseri messi in moto da un pizzico di magia, ma forse, in loro, c'è qualcosa di più.
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Pietrotum Locomotor

 


Muoversi. Camminare
Restare uniti. Restare compatti.
Eseguire gli ordini.
Aspettare.
Combattere.
Difendere.
 
Sul ponte che porta ad Hogwarts si serrano i ranghi. Gomito contro gomito, si attende l’inizio della nuova battaglia, quella che, con molta probabilità, sarà anche l’ultima.
 
Chi vincerà?
È ignoto.
Una cosa è importante: difendere.
 
Gli incantesimi di protezione sono potenti, e daranno tempo sufficiente a tutti per stabilire i ruoli e organizzare le strategie. Non solo a chi si trova all’interno di Hogwarts, ma anche a chi vuole entrarvi con la forza.
Viene dato del tempo, che si esaurirà quando quegli stessi incantesimi verranno spezzati.
Perché si spezzeranno - sì - e in quel momento inizierà tutto.
 
Pronti.
Io sono pronto. So qual è il mio posto.
È qui. Proprio qui.
Per sempre qui.
 
Le statue di Hogwarts, i guerrieri di pietra, attendono ai confini del castello; attendono come tutti gli altri, ma loro non devono prepararsi, devono solo restare ad aspettare.
Che distruggano pure la protezione magica, gli altri; avrebbero assaggiato il dolore causato dalle antiche lame.
 
Lame affilate. Non armi magiche. Ma lame affilate.
 
E poi, alla fine, questo accade davvero: l’aria intorno ad Hogwarts brucia, e tutto si sgretola, come carta attaccata e rosa dal fuoco, che si contorce su se stessa.
Il rosso si riflette opaco sulla pietra dei soldati, ed essi si mettono in posizione, le armi salde in un pugno, lo scudo davanti al corpo nell’altro.
 
Non parlo: non ho lingua.
Non vedo: i miei occhi sono vuoti.
Ma sento. Sento i passi, il vibrare del terreno; sento un grido di guerra, anche se giunge alle mie sorde orecchie come se fosse stato lanciato dall’altra parte del mondo.
Sento la rabbia e sento la fede.
E sento il mio onore.
Uno è il compito: proteggere.
Scacciare. Vincere. Oppure sgretolarsi.
 
I Mangiamorte corrono giù, lungo la collina. Urlano e imprecano, e cominciano a pronunciare maledizioni altrimenti impronunciabili.
I giganti sono con loro, brandendo le loro armi, rozze,, ma comunque efficaci come può esserlo una spada a doppio taglio. Loro sono i primi, ad arrivare al ponte.
 
Mantenere la posizione. Creare un muro, un vero muro di pietra. Non passeranno, crolleranno prima.
 
La prima fila di statue viene spazzata via con due soli colpi della falce del primo gigante, ma il resto del gruppo sembra quasi impassibile. I corpi dei colpiti cozzano contro i parapetti del ponte, frantumandole in parte, e trascinandole nel vuoto assieme a loro. Sulla nuda terra rimangono frammenti di corpi: uno stivale - calpestato e ridotto in briciole da un secondo, enorme gigante - e un braccio privo persino di mano. Poco lontano, visibile a pochi, rotola un elmo solitario.
 
Non vacillare. Combattere a qualsiasi costo.
Difendere Hogwarts.
 
Un gigante cade a terra, ferito ad un ginocchio. In quattro lo infilzano con spade ed asce, e il suo ruggito diventa subito un mugolio sommesso, fino a che non scompare.
Il secondo gigante cade anche lui, giù dal ponte.
 
Che raggiunga i compagni caduti.
Una cosa è essenziale: difendere Hogwarts.
È difendere casa, è proteggere la cosa più importante del mondo. È difendere la vita che altrimenti non avrei.
Anche immobile, anche muro, anche scala, anche statua, Hogwarts è vita.
 
Ma adesso giganti, uomini, aracnidi… sono tutti insieme, e sono ovunque; ogni granitico cavaliere non fa in tempo ad affondare un fendente ed a parare due colpi di seguito che deve anche guardarsi alle spalle, e persino sopra la testa, se non vuole rischiare di venire frantumato a metà senza neanche rendersene conto.
 
Non parlo. Non vedo. Non ascolto.
Ma so qual è il mio posto, e so che è questo ciò che voglio.
Per tutti. Anche per me.
 
L’ennesimo gigante solleva la proprio enorme mazza.
 
So chi sono. So cosa sono.
Sono una statua. Vivo da nemmeno un’ora.
Ma il mio, di cuore, di pietra non è.
 
La mazza cala verso il basso con potenza.










Angolo Autrice:

Salve a tutti! :)
Non ho molto da dire, riguardo questa breve - molto breve - storia. Doveva essere una flaschfic, ma ho superato di poco le 500 parole, per cui... one-shot molto breve, ma spero che possa avere, in qualche modo, colto nel segno. Almeno un pochino xD
Alla prossima! ;D

   
 
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