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Autore: YlariaJongIn    18/08/2013    1 recensioni
Proprio pochi secondi dopo, però, sentì la porta del salone chiudersi lentamente, così che decisi di voltare lo sguardo verso colui che mi aveva colto in fragranza, pensando fosse stata Ketty.
“Sei già torn..” Non terminai nemmeno la frase, che mi accorsi di avere tutt’altra persona di fronte a me rispetto a quella che immaginavo
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kai, Kai, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HAIRDRESSER:

"Ascoltami bene Ylaria, ora devo andare al corso d’aggiornamento in cui verranno presentate le novità di quest’anno, come ad esempio per il servizio del taglio, ci sono varie tecniche che verranno utilizzate specialmente a livello di tagli a strati progressivi. Durerà due orette, quindi non potrò essere presente in salone. Le chiavi te le ho lasciate sopra al bancone, così quando hai finito di pulire il negozio per bene, se non viene nessuno, chiudi la porta e torni a casa. Ti chiamerò più tardi, per avere indietro le chiavi e vediamo poi se ho bisogno del tuo aiuto. Mi raccomando rispondi sempre al telefono, qualunque persona sia, e fai una bella pulizia con lo straccio specialmente nei due espositori vicino alla vetrata, e se viene qualcuno, se non ha niente di particolare da fare, come lo shampoo, una piega o un colore semplice lo puoi far accomodare e fargli tutto tu. D’accordo?" Disse tutto d’un fiato, Ketty, la titolare del negozio.

Riuscì appena ad abbassare il capo, facendole capire che avevo compreso perfettamente la sua direttiva, prima che chiudesse la porta alle sue spalle, allontanandosi con passo affrettato per raggiungere più velocemente la sua macchina nel parcheggio di fronte.

A quel punto, mi sentì molto nervosa a causa della mia incertezza a gestire un salone di bellezza da sola.

Era vero che avevo già un anno di esperienza lavorativa, quindi una maggior conoscenza nel campo del lavoro, rispetto a quando andavo a scuola, però non ero mai arrivata ad avere questa responsabilità. Mi sentivo molto ansiosa, ma allo stesso tempo, in quel preciso istante ero un lavoratore indipendente, perciò avevo la possibilità di svolgere il mio servizio nel tempo da me stabilito.

Ero davvero felice di questo, ma la mia timidezza, anche se poco visibile, provocava brutti scherzi, perciò ero molto spaventata all’idea di accogliere e accontentare il cliente.

Alla fine, mi guardai attorno, e mi accorsi che non stavo facendo assolutamente nulla oltre a pensare alla mia insicurezza, perciò, presi straccio e spray e cominciai a pulire tutto il locale, specie nelle zone più sporche.

Passai tutto il balcone e i vari espositori con i prodotti adagiati su di esso e gli riposi con un ordine differente, in modo da dare un’immagine più vivace e solare, dato che eravamo nel mese di Luglio.

Terminai il tutto con la pulizia dei lavelli, con apposito sgrassatore e successivamente con la pulizia del pavimento, iniziata con la scopa, per eliminare i capelli ed eventuale polvere. Mentre lo feci, mi accorsi che alla radio fecero sentire la canzone di Will i Am That Power. Sentivo che mi dava la carica necessaria per concludere il mio lavoro. Difatti, per una ragione ancora del tutto sconosciuta, mi ritrovai a ballarla, con dei movimenti assurdi, ma almeno coordinati alla musica e a cantarla con la mia voce perfettamente stonata, utilizzando il manico della scopa come microfono. (Classica Immaginazione)

Mi sentivo così realizzata in quel momento, che persi totalmente il controllo della mia immagine.

Ricordo ancora, me stessa riflessa nello specchio della prima postazione, con il dito puntato su di esso, con una certa convinzione, nata da chissà quale "io" interiore e con in mano sempre la solita scopa, ormai diventata microfono, in cui mi espressi con una certa approvazione.

Proprio pochi secondi dopo, però, sentì la porta del salone chiudersi lentamente, così che decisi di voltare lo sguardo verso colui che mi aveva colto in fragranza, pensando fosse stata Ketty.

"Sei già torn.." Non terminai nemmeno la frase, che mi accorsi di avere tutt’altra persona di fronte a me rispetto a quella che immaginavo.

Indossava una maglietta a maniche corte di color azzurro molto intenso, tendente al blu con delle fantasie astratte nella parte frontale di color nero e bianco. Lo scollo a V che presentava faceva intravedere una parte delle sue clavicole, leggermente inclinate, abbastanza definite. Inoltre, era particolarmente aderente nei lati del torace rendendolo ancor più dettagliato, facendo attirare l’attenzione. Essa scivolava appena nel jeans aderente di color nero, visibilmente comodo, leggero, che dava un tocco più morbido alla sua postura. Ed infine, degli anfibi neri, con i lacci intrecciati, annodati, che fuoriuscivano dalla scarpa. Dominavano nell’outfit ,rendendolo più aggressivo e più sofisticato. Le parti maggiormente evidenti del suo fisico, come le braccia e il viso, erano quelle che nel suo complesso lo rendevano attraente e che lo caratterizzavano. Le braccia, in particolare, erano a forma d’onda, più importante nel bicipite rispetto all’avambraccio, con l’aggiunta delle vene leggermente in trasparenza, che sottolineava la loro struttura. Ed infine, il viso, rappresentato da una pelle dal colorito abbronzato, morbida e curata, dagli occhi molto grandi, a mandorla, leggermente chiusi nella parte iniziale, ma più ombreggiati verso la fine, facendo nascere una leggera punta. L’occhio era di color marrone scuro, simile al cioccolato fondente, lucidi e molto significativi nel volto. Il naso, era schiacciato ma di grandezza proporzionata, invece, le labbra erano abbastanza carnose, con delle piccole ombreggiature verso l’estremità ed un rigonfiamento al di sopra del labbro superiore, facendolo sembrare quasi doppio, ma che racchiudeva divinamente la sua bellezza asiatica.

Rimasi davvero sbalordita e stupefatta da quella sconfinata bellezza e perfezione, da quasi sembrare un Angelo o una creatura fantastica, con una certa assomiglianza ad un essere umano.

Non trovavo le parole per cominciare una conversazione. Ero completamente bloccata, avendo la sensazione di avere un nodo in gola che non si riusciva a disfare nemmeno con tutta la forza di questo mondo.

"I’m sorry…ehm…" Balbettò tutto ad un tratto, toccandosi la nuca, come simbolo di insicurezza e timidezza.

Mi resi conto, che non parlava la mia lingua, perciò non esitai ad aiutarlo, anzi, mi ricomposi immediatamente e posai tutto il materiale per andare ad accogliere il cliente con un bel sorriso sulle labbra e con tutto il coraggio che ci voleva.

"No, no, is ok. No problem. Where are you from?" Domandai in modo tranquillo senza farlo preoccupare.

"I’m from Korea." Rispose con uno sorriso raggiante, ma molto nervoso.

"Wow! I like very much Seoul, is a very beautiful city. (e anche tu comunque non sei per niente male, tesoro XD)" Continuai in modo rilassato, anche se non avevo idea se stessi parlando correttamente in inglese. "Anyway, Do you want a haircut?"

"Ne" Rispose annuendo, con la sua voce profonda ma allo stesso tempo delicata e molto impacciata.

"Ok, please, take a seat here." Conclusi voltandomi e nascondendomi per pochi secondi nel magazzino all’ interno del negozio, per riprendere fiato e per controllare il cuore che continuava a battere all’impazzata.

Era stata una delle giornate più fortunate, ma anche una delle più difficili da gestire e da controllare, visto lo stato delle mie mani che continuavano a tremare, assieme al respiro ansioso che tormentava i polmoni.

Non potevo di certo rimanere un’altra ora li dentro. Dovevo uscire ed affrontare la paura, nonostante tutti questi problemi. Decisi così, di ricominciare con dei respiri lenti e tranquilli, in modo da avere maggior concentrazione su di essi, piuttosto che aver l’attenzione sul Bonazzo Asiatico.

Finalmente uscì, con in mano un asciugamano nero da fargli indossare, per il servizio dello shampoo e con il solito sorriso, un po’ timido ma allo stesso tempo il più avvicinabile che potessi aver mai fatto in tutta la vita. Vidi che aveva già appeso la giacca di pelle che si era tolto appena entrato nel salone e che si stava dirigendo verso i lavelli, con una camminata leggermente dondolante e con una postura da ballerino, perciò non esitai a chiedergli se gli piaceva danzare.

"Do you like dance?" gli domandai, cercando di non guardarlo negli occhi per l’imbarazzo, ancora in piedi, vicino al lavello, con l’asciugamano teso, pronto per essere appoggiato.

"Yeah I dance every day" Rispose con un certo entusiasmo, alzando le sopracciglia.

"Ok, please seat here" Dissi a bassa voce, dato che ormai era molto vicino a me.

Fortunatamente, nel salone, oltre che nei posti di lavoro, non avevamo parecchi specchi, specialmente nei lavelli. Perciò non persi l’occasione di osservare più attentamente il suo atteggiamento e il suo modo di sedersi, fingendo di scegliere lo shampoo più adatto al suo tipo di capilizzio*.

Terminato il tutto, allungai leggermente le braccia accanto alle sue spalle, per mettergli il famosissimo asciugamano, che stavo tenendo in mano da circa 20 minuti.

"Che c***o ci faccio ancora con sto coso in mano! Mettiglielo su no?!" Pensai nervosamente tra me e me, ridendo un pochino sotto i baffi per la mia reazione.

"Please, the towel"

"Arassò" Rispose velocemente, sporgendosi gentilmente in avanti, lasciandomi fare. Così, che finalmente riuscì ad adagiarlo sulle sue spalle larghe, infilandogli leggermente la mano all’interno del colletto della maglia, per evitare di bagnarli il collo. Successivamente, ritornai nella mia postazione, cioè dietro il lavello, allungando le mani verso la sua testa, facendola adagiare molto lentamente ad esso.

Mi sentì , così soddisfatta di aver toccato il suo collo caldo, e la sua pelle così morbida e vellutata, che per poco mi fece sognare, facendomi distrarre dal mio lavoro.

Dimenticai il tutto per un attimo, decidendo di aprire l’acqua, e di indirizzare il getto d’acqua verso il palmo della mano, per verificare la corretta temperatura. Poi, lo puntai verso i suoi capelli, chiedendogli: "Is the water fine?"

Rispose facendomi il segno dell’Ok verso di me, non aprendo bocca.

"Thanks" Dissi facendo un mezzo sorriso, avendo una strana sensazione, come se le guance mi stessero per esplodere da un momento al’altro, ma continuai comunque, cercando di trattenermi il più possibile.

Difatti, cominciai a bagnare tutti i capelli, aiutandomi con la mano, evitando che eventuali spruzzi o gocce ricadessero sul suo viso. Inoltre, mi sentivo realizzata, dato che gli avevo toccato quei lunghi e soffici capelli di color castano medio, leggermente dorato, molto simile al cioccolato. La sensazione che provavo in quel momento era di gran piacere e soddisfazione immensa, tanto da eseguire un eccessivo risciacquo, accarezzandogli i capelli e perdendo la cognizione del tempo.

Mi accorsi di aver sott’occhi lo shampoo per cute grassa, facendomi ricordare che ormai era il giusto momento per farglielo. Così, lo presi velocemente e ne versai una piccola quantità sulla mano, portandole subito verso la sua testa, prima che mi scivolasse nel lavandino. Iniziai il massaggio dalla nuca, con dei movimenti rotatori, continuando nel centro e nei lati, raggiungendo la parte frontale.

"Is the massage fine?"

" Yes, i like soft massage"

"Perfect" Conclusi entusiasta all’idea di effettuarglielo, dato che a nessuno piaceva questo tipo di massaggio, ma che io ero davvero un’esperta a farlo. (Sicuramente un’esperta per lui XD)

………

Stavo ripetendo il massaggio da ormai 5 minuti, ma stavo godendo di brutto, tanto da far cadere sbadatamente una piccola goccia dritta verso la sua guancia, andando in panico per qualche millesimo di secondo, ma prendendo immediatamente un piccolo fazzoletto che avevo in tasca, per pulirlo molto delicatamente, non facendogli arrossire la zona strofinata.

"I’m sorry, i didn’t pay attention" Dissi mordendomi le labbra per tale figura.

"No problem" Rispose trattenendo la mia mano tra la sua e fissandomi quasi per farmi assicurare dell’accaduto.

Non potevo di certo evitare quello sguardo, penetrante e profondo, che mi faceva sentire protetta ma anche un pochino imbarazzata, a causa del suo bellissimo colorito e dell’energia che trasmetteva, ottimo ad ipnotizzare ed avvelenare gli occhi della malcapitata.

Così che stupidamente mi lasciai andare, facendo un piccolo apprezzamento, che avrebbe aumentato ancor di più la figuraccia che avevo appena fatto.

"Your eyes are very intense"

"Oh Omo! Ottokè?! Thank you" Disse abbassando immediatamente lo sguardo, arrossendo un pochino dall’imbarazzo, avendo inoltre il mio viso a pochi centimetri dal suo.

Gli feci un mezzo sorriso e poi mi voltai verso gli armadietti con un’espressione piuttosto scioccata e preoccupata, per colpa della mia reazione istantanea.

"Oddio! Adesso che faccio?! Pure intensi dovevo dire?! Non è che penserà che sia una maniaca" Pensai sbuffando, ma cercando di far finta di nulla, concludendo con il risciacquo finale.

"Ok, Ok momento… Non sta dicendo proprio nulla. Ci sono due opzioni: 1. Non vede l’ora di andarsene, 2. Si sta rilassando. Credo sia più probabile la prima, ma non voglio fasciarmi subito la testa, magari non lo sta pensando. Forse sono io la pazza qui dentro… Oddio sono pazza… Oddio che bei capelli che ha…Che bello che è. Ok ok non pensiamo più, concentriamoci nel lavoro. "

Finalmente terminato anche ciò, presi un asciugamano pulito e gli asciugai per bene i capelli, evitando che gocciolassero fino al posto di lavoro, usando molta delicatezza proprio come piaceva a lui.

Non feci in tempo a toccargli la spalla, per indicargli il posto, che si alzò da solo, sedendosi nella prima poltrona di pelle, molto morbida e comoda. Successivamente mi diressi nel piccolo magazzino nella mia destra, per prendere la mantellina da taglio e il carrello appena pulito con pettine e forbice da taglio. Mi avvicinai a lui, per mettergli la mantellina, facendola scivolare divinamente sul suo torace e cominciai a spuntargli appena i capelli, iniziando dalla nuca fino alla parte frontale.

Tagliare i capelli era una delle mie specialità oltre al massaggio, perciò ero davvero molto felice di eseguirglielo, non rischiando di tagliare orecchie, come a molte parrucchiere capitava. Ero molto precisa, ma allo stesso tempo veloce ed efficiente, per questo motivo avevo molte clienti che preferivano di gran lunga i miei tagli, anche perché cercavo di creare qualcosa di diverso.

Tagliai molto velocemente la zona della nuca e quella del vertice, tanto che ormai mi restava solamente la parte frontale, perché il tipo di taglio era molto semplice da eseguire, effettuando solamente una piccola spuntatina sulle punte per regolarlo complessivamente.

Arrivata ormai negli ultimi ciuffi frontali, gli chiesi gentilmente se potesse voltare la sedia nella mia direzione, così che potessi rifinirglielo con gli ultimi dettagli. Lui senza esitare lo fece, fissandomi negli occhi con un’espressione seria, ma molto attraente e definita, che per un attimo mi fece perdere la concentrazione, facendo sbadatamente scivolare dalle mani le forbici nella mantellina, esattamente a livello della sua pancia.

In quel momento, andai in panico, non sapendo cosa fare, se lasciarle li oppure prenderle.

"D’accordo adesso le prendo…adesso le prendo…" Pensai tra me e me, prima di effettuare l’azione, con la mano protesa in avanti, il busto e la testa immobile, ma con lo sguardo rivolto su di esse.

"Fhh"

"Cosa?" Urlai dentro di me, cercando di non fare nessuna espressione facciale "Non può essere successo davvero? Ma che sfortuna!"

Le forbici erano scese nella zona più in basso

"E e e adesso cosa faccio?" Pensai traumatizzata. "Non posso toccargli il…insomma non posso prenderle"

Solamente in quel preciso istante mi accorsi che il ragazzo mi stava fissando con una certa preoccupazione.

"I’m sorry, C-c-c-an you give me the scissors please?"

Con gli occhi ancora del tutto spalancati rispose: " Ne"

Subito le afferrò e me le porse molto gentilmente, cominciando a sorridermi.

Mi sentivo esattamente come una bambola, con un’espressione indefinita, e con la postura del corpo come quella precedente. Ormai i nervi, i muscoli e le ossa non gli sentivo quasi più e cercare di riprendere il movimento era un’idea ottima ma impossibile.

"Are you ok?" Domandò ritornando alla sua espressione preoccupata

Poco dopo mi resi conto della situazione, e il mio cervello riprese a funzionare , comandando al corpo di ricomporsi e tornare ad assumere una posizione accettabile.

"Yeah I’m sorry" Risposi mordendomi le labbra

"Oh You bite your lips? I do that too" Aggiunse indicandomi le labbra

"Really? Keke" Dissi con un gran sorrisone

Dopo una piccola pausa, continuai :" Ok, i’m about to finish the cut"

"Yeah" Rispose annuendo

La lama affilata della forbice che continuava a tagliare le ciocche di capelli bagnate, continuavano a ricadergli sul suo viso, facendo scendere qualche goccia sulla guancia sinistra e sulla bocca, definendo maggiormente i suoi allineamenti, da farlo sembrare quasi irreale.

"Ma sono pazza o tutte queste situazioni mi fanno pensare di essere all’interno di un manga giapponese?"

Non sapevo più che fare ormai con quel bellissimo ragazzo. Troppo bello per essere vero.

Dopo tutti quei pensieri e quelle immagini, terminai il taglio

"Ye! I finish! " Conclusi alzando le braccia in aria

"i’m happy" Disse con il tono della voce un po’ più basso del normale, dato che era molto rilassato

"Perfect"

Presi tutti gli strumenti utilizzati e li riposi al proprio posto, togliendo successivamente la mantellina e l’asciugamano al ragazzo e utilizzando per finire un piccolo pennellino per eliminare i residui di capelli attaccati al collo o al viso. Prima pulendogli il suo meraviglioso collo, morbido con esso e poi con una piccola salvietta tutto il viso, potendogli toccare nuovamente le sue guancie, il suo naso e la sua bocca, anche se stavo solamente tamponandogli velocemente il tutto.

"Thank you so much" Rispose avendo il mio viso di nuovo molto vicino al suo

"Nothing" Gli dissi con un filo di voce, anche se in realtà dentro di me avrei voluto urlarlo al mondo

Concluso il tutto, continuai con la piega, prendendo phon e spazzola termica, per renderli dritti e impeccabili, anche se lo erano già al naturale, leggermente mossi.

"You’re hair are very very beautiful" Commentai senza nemmeno esitare un pochino. Pensando che ormai ci avevo preso gusto a fargli complimenti.

"Really? Thank you, you too. I really like blonde hair" Aggiunse usando un tono della voce un po’ buffo

Per poco non mi misi a ridergli in faccia spudoratamente "Thank you…ehm"

"Kai"

"Thank you Kai"

"Ok d’accordo, ha detto che gli piacciono i miei capelli, insomma che gli piacciono le bionde? Oddio!"

Sentivo che prima o poi avrei perso il controllo del mio corpo, diventando gelatina informe, con solamente visibili ancora i capelli e probabilmente anche gli occhiali da vista. I vestiti invece si sarebbero tranquillamente trasformati insieme a tutto il restante. Era davvero un pensiero stupido, ma dopo questa, potrei dire di essere scoppiata a ridere come un’imbecille.

"What?" Mi chiese lui parecchio incuriosito

"Oh for your voice, is very funny" Gli risposi continuando a ridere

Non ero sicura che mi avesse compreso, ma dalla sua espressione divertita pensavo proprio di si

"Yeah, i know"

Finita la piega molto velocemente, presi la piastra e la accesi attendendo qualche minuto che si scaldasse, lasciandola adagiata sopra al carrello. Tutto ad un tratto però, vidi che stava fissando il mio camicie, in particolare la targhetta con soscritto il mio nome "Ylaria"

"You’re name is Ylaria?"

"Yes" Risposi, attendendo ancora qualche minuto per la piastra.

"Ok…Ylaria, what’s your telephone number?" Mi chiese incuriosito, mordendosi il labbro inferiore

"Is 347******, but why?" Gli chiesi rimamendo immobile ma con il cuore che batteva a mille dalla contentezza e dalla sorpresa.

"Because i want to know you"

"Really? Me too" Commentai ancora del tutto scioccata, avendo una presenza di fronte a me che aspettava una risposta abbastanza soddisfacente.

"I finish with the hair straightener, Ok?" Dissi cambiando discorso, concentrandomi su ciò che dovevo fare

"Ok"

Presi la piastra con la mano destra e il pettine con la sinistra, passando una ciocca alla volta per definire maggiormente la piega dritta, non creando delle bruciature nei nodi di capelli che si potevano formare ed evitando di toccarli il più possibile per non rovinarli, anche se sinceramente avrei voluto toccarglieli per l’eternità, da quanto erano soffici, vellutati, voluminosi e sottili.

Non ci misi molto tempo, anzi devo dire che in 3-4 minuti gli terminai senza alcun problema.

"I finish!" Dissi avendo concluso quella bellissima ora passata assieme ad un Coreano. Gli toccai la spalla e lo accompagnai alla cassa, dopo aver molto velocemente messo in ordine il più grosso.

Solamente in quel preciso istante, camminando davanti a me, mi accorsi che il suo fisico era ancora più bello, specialmente la sua schiena, perfettamente definita e le sue gambe, che con quel pantalone stretto, lasciava intravedere la loro forma, atletica ed allenata.

"One moment please" Dissi andando in magazzino per prendere il blocchetto con le ricevute.

"Ne" Disse intanto prendendo il suo portafoglio

Arrivata in magazzino, presi quella maledetta ricevuta che stranamente, quando doveva, non si trovava all’interno del secondo cassetto, ma all’interno di buste vuote abbastanza inquietanti, vicino al mobiletto dei trucchi.

"Succede sempre così, quando arriva il più bello del mondo… non si è mai pronti." Pensai mentre uscì

"Ok, i’m here. Anyway, Are 18 euros"

Kai, dopo avermi dato la somma, mi lasciò altri soldi come mancia.

"Thank you so much" Gli risposi inchinandomi appena, dato che in Corea si faceva, come segno di rispetto.

"Nothing" Rispose facendomi uno dei suoi ultimi sorrisi, particolarmente significativi

Li porsi immediatamente la ricevuta, e lo ringraziai nuovamente, dato che in Italia, specialmente a Eraclea, in un paesello pieno zeppo di contadini, non davano quasi mai la mancia per le ragazze giovani.

A quel punto, immaginavo che non lo avrei mai più rivisto, ma quella giornata così emozionante sicuramente non l’avrei mai dimenticata, per nessun motivo al mondo. Mi bastava il pensiero.

"This is your cellular?" Mi domandò, dopo aver indossato la sua giacca di pelle

"Yes, Why?" Gli domandai, anche se da una parte immaginavo cosa stesse per fare

Immediatamente lo afferrò, lo aprì e successivamente digitò lo schermo in una velocità supersonica.

"Che diavolo stava facendo?" Pensai rimanendo ferma davanti alla scena

"Ok i finish!" Concluse cercando di imitare il tono della mia voce come avevo fatto precedentemente, porgendomi il telefono, effettuando una leggera oscillazione delle sue braccia e delle sue gambe, facendomi vedere un piccolo passo di danza.

"Wow! You dance very well! You’re very good" Commentai con molta sincerità, dopo aver guardato lo schermo del telefono, con la rubrica aperta, avendo il suo nome e il suo numero in primo piano

"KimJongIn:P" Lessi ad alta voce, sorridendo "This is your name?" Gli chiesi incuriosita

"Ye!" Rispose sorpreso della mia reazione

"Why Kai?"

"This is my stage name" Commentò con la sua vociona impacciata

"Wow, but i prefer Kim"

"Call me as you like" Rispose tranquillamente

"Ok, Anyway thank you so much for give me your number. I’m very happy "

"Nothing, Ylaria…Ylaria…I very like this name" Aggiunse, bloccandosi, prima di voltarsi con un certo fascino mai visto prima, come se stesse ballando invece che di farlo normalmente.

"Bye, Kai" Conclusi salutandolo in modo molto accogliente, dirigendomi verso di lui, accarezzandogli appena il braccio prima di uscire dal salone.

Ma proprio nel preciso istante in cui lo feci, mi afferrò velocemente l’avambraccio destro, trascinandomi verso di lui, ritrovandomi con il suo viso a pochi centimetri dal suo, appiccicata al suo torace.

"Ciao Ylaria" Mi disse, avvicinando la sua bocca al mio orecchio, facendo trasformare completamente la sua voce impacciata ad una molto profonda e sicura di sé.

Successivamente, fece un passo all’indietro, lasciando la stretta al mio braccio, e concludendo in bellezza con il suo "mezzo sorriso" (SmirkXD) che solo lui sapeva fare e uscì dal negozio, camminando verso la sua macchina.

Devo proprio dire che quella giornata era stata davvero molto impegnativa, riuscire a controllare le emozioni in un campo simile non era una cosa da poco, specialmente se si trattava di un ragazzo molto carino, un po’ impacciato, ma con un lato misterioso, che si poteva notare solamente quando ballava. Volevo conoscerlo meglio, anzi volevo proprio sapere chi fosse.

*capilizzio: l’insieme di cute e capelli XD

 

 

 

 

 

  

  
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