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Autore: boreal lele    18/08/2013    0 recensioni
Salve a tutti popolo di EFP!
SI AVVISANO COLORO CHE SEGUIVANO LA FIC CHE ESSA RIMARRà IN SOSPENSIONE FINO A NUOVO RITROVAMENTO DELLA PASSIONE PER ESSA DELLO SCRITTORE.
Spero che ciò che ho scritto fino ad adesso sia di vostro gradimento, vi auguro buona lettura!
Estratto:
... Solo in quel momento avvertì una fitta di dolore alla spalla destra. Un dolore lancinante che fece scomparire ogni cosa intorno a lui. E sentì una voce familiare chiamarlo, o , per essere più precisi, insultarlo...
(i personaggi sono un po' OOC, vi chiedo perdono)
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Cameron, Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Le cronache dei mercenari

-25
 Il Potere dell'Odio

La donna assisa sul trono posò lo sguardo su Scott con fare sprezzante, con la mano destra ancora spalancata verso di lui e la sinistra impegnata ad arricciarle una ciocca bionda dei suoi lunghi capelli. Il drago era lontano da lei, accasciato contro il muro verso il quale lei lo aveva scaraventato. Era sopravvissuto nonostante il suo dardo magico lo avesse colpito in pieno petto. Le parve strano rivederlo in piedi dopo appena pochi secondi. Su di lui non avrebbe scommesso una moneta di rame bucata dopo averlo visto fare quel volo. Invece era resistito. Peccato, sarebbe morto lo stesso a breve.
Scott, da parte sua, non si era aspettato nulla di ciò che era avvenuto. Non si era aspettato di vedere una donna sul trono oltre il velo viola, non si era aspettato che lei lo guardasse indifferente, come se lui non stesse stringendo in pugno un’arma che avrebbe potuto tranquillamente aprirle il cranio in due, e non si era aspettato nemmeno che lei spalancasse la mano e da quella ne scaturisse un dardo magico abnorme. Non aveva previsto che gli eventi avrebbero potuto prendere una piega del genere.
Si rialzò gemente e barcollante, ancora stordito dalla potenza della magia, e raccolse da terra Divoratrice di Odio, protendendola davanti a sé, non senza una certa difficoltà a causa del dolore sparso su tutto il corpo, dovuto all’attacco appena subìto. Gli incantesimi di protezione che Owen aveva fatto incidere sulla superficie della sua armatura lo avevano riparato dall’influsso magico, ma non dal violento impatto che ne era seguito.
La donna assisa sul trono si alzò in piedi e avanzò con passo calmo, come se l’inferno della battaglia che si era creato nella sala la lasciasse del tutto indifferente. Indossava con grazia estrema una tunica di tessuto nero come l’inchiostro che le cadeva perfettamente sul corpo, risaltando le sue curve mozzafiato come se le fosse stato cucito addosso. Portava il colletto alzato in modo che nemmeno un centimetro della carne del collo rimanesse scoperto. L’unica zona visibile del suo corpo era il volto, il volto di una donna bellissima e glaciale. Persino le mani erano state nascoste da un paio di guanti di velluto nero. Le uniche rifiniture presenti erano sul petto, ed erano formate da due linee bianche e parallele che le scendevano fino ai piedi seguendo le sue forme.
Scott riconobbe fin dal primo sguardo il suo abbigliamento. Era sicuramente una strega di Desolveris. Aveva incontrato alcune adepte di quella setta molti anni prima, quando, durante una missione, aveva ingaggiato un breve ma cruento scontro contro di loro. In quell’occasione aveva dovuto darsi alla fuga per riuscire a raggiungere i suoi compagni, ma non aveva dimenticato l’abilità che avevano dimostrato.
-E tu chi diavolo sei? Io voglio il tuo padrone, non una semplice strega. Levati dai piedi!- Le intimò. Lei come risposta spalancò nuovamente la mano, e in breve un secondo dardo magico si abbatté sul drago. Le sue labbra si erano piegate in un ghigno spaventoso.
Scott si scansò appena in tempo per evitare l’attacco. Divoratrice di Odio, ormai sfavillante fra le sue mani, saettò in direzione della donna ancora prima lei che se ne potesse rendere conto, tagliandole una ciocca di capelli di netto e tracciando sulla sua guancia destra un sottilissimo taglio.
Lei si ritrasse, aggredendolo verbalmente con una moltitudine di feroci insulti, come se il gesto dell’avversario le fosse costato un arto.
-La pagherai bastardo! Morirai nel peggiore dei modi!- La sua furia si sfogò con una raffica di incantesimi terribilmente violenti, solo due dei quali andarono a segno, risultando poco efficaci grazie alle protezioni magiche dell’armatura. Scott si alzò in volo, spiegando le sue ali di drago e tentando un assalto aereo. La strega eluse il tentativo erigendo una barriera di roccia attorno a sé con un semplice cenno della mano.
-Riconosco il tuo potere, strega, ma ti ripeto che non sei te che voglio. Portami dal tuo padrone!- Le ordinò digrignando i denti mentre sorvolava la sua barriera.
-Davvero non hai ancora capito, pel di carota?- Il tono irrisorio dell’avversaria lo fece imbestialire oltre ogni dire. La luminosità di Divoratrice di Odio aumentò enormemente, spiazzando il suo stesso padrone, che la mulinò impetuosamente contro la barriera di roccia che li divideva, sbriciolandola con un unico, sordo boato.
-Cos’è che avrei dovuto capire, fattucchiera da due soldi?- Esclamò trionfante, fermandosi a mezz’aria per contemplare la distruzione causata dal terribile potere della sua spada.
La strega però era già alle sue spalle, anche lei in volo grazie ad un incantesimo. Spalancò entrambe le mani sulle sue ali e due nugoli di nebbia nera le avvolsero completamente, costringendole a ritirarsi, facendolo precipitare al suolo.
-Avresti dovuto capire che la persona che stai cercando in realtà sono io, stupido idiota!- I due nugoli neri che poco prima avevano fatto cadere il drago avvilupparono le sue mani, trasformandosi in un paio di lucenti guanti ferrati completamente neri. Non appena ebbero completato la mutazione, la donna cadde in picchiata su Scott, atterrando sulle nocche metalliche dei guanti, che frantumarono i lastroni di granito del pavimento e del muro, abbattendolo in parte. Aveva mancato di parecchio il suo avversario, ma nonostante ciò l’onda d’urto lo spazzò via comunque.
Scott si rialzò subito, pronto a riprendere lo scontro. L’ultimo attacco della sua avversaria lo aveva gettato nuovamente nella mischia della battaglia. Fu allora che si accorse che DJ, Lord Lightning e gli altri suoi uomini erano riusciti a resistere egregiamente ai loro nemici fantasma. Ormai il combattimento contro quei dannati guerrieri spettrali stava volgendo al termine a loro favore, soprattutto grazie alla difesa che avevano approntato, disponendosi a testuggine e affrontando un nemico per volta tutti in gruppo, eliminandolo senza dargli speranza di salvezza. Fu però anche costretto a constatare che il loro numero si era dimezzato. Quelli in grado di combattere erano sì e no una quarantina, e continuavano a cadere nonostante la loro eccezionale strategia a causa della grandinata delle frecce che continuava ad abbattersi su di loro.
Fu proprio una freccia che per poco non lo trafisse alla gola a destarlo dai suoi pensieri. Con la coda dell’occhio si accorse che la strega lo stava caricando di nuovo, pronta a devastarlo con i suoi guanti infernali. Provò a spiegare di nuovo le ali, ma, come previsto, non ci riuscì. Quella dannata fattucchiera gliele aveva bloccate con una delle sue stramaledette stregonerie. Invece di scappare per evitare il suo attacco, Scott le corse incontro, stringendo Divoratrice di Odio con entrambe le mani. Quando le fu vicino, fece cozzare la lama sfavillante contro i suoi guanti ferrati, spezzandoli e riducendoli di nuovo a due nugoli di fumo, che in pochi istanti si diradarono.
-E così sei tu il famigerato“Signore dell’Ovest”. O forse sarebbe meglio dire “Signorina” … Sai, dalla tua voce e dall’ombra che proiettavi contro il velo, credevo tu fossi un uomo grande e grosso. Ma immagino che tu lo facessi apposta per evitare che qualcuno scoprisse la tua vera identità … Sono pochi gli uomini che si fanno comandare dal gentil sesso, o sbaglio?- La schernì crudelmente, ormai certo di averla in pugno. Lei gli sorrise tranquilla, creando fra le sue mani una spada nera simile a Divoratrice di Odio. La sua copia però mancava sia dei bagliori prodotti dall’originale, sia delle sue venature rosse.
 -Hai ragione, mi fingevo un uomo proprio per questo motivo. Ma non t’illudere che io sia da meno di qualsiasi altro comandante!- La strega si lanciò all’assalto, incrociando la sua lama con quella di Scott. Lui rispose prontamente all’offensiva intercettandola e respingendola con forza. Evitò di nuovo una freccia che lo stava per trafiggere alla spalla destra, poi lanciò la sua controffensiva. Menando fendenti a destra e a manca costrinse la sua avversaria contro il muro, chiudendole ogni via di fuga via terra.
-Mi era giunta voce che tu non ti sentissi troppo bene negli ultimi tempi. Da dove l’hai trovata tutta questa energia per combattere?- Le domandò mentre lei gli scagliava addosso uno dei suoi dardi magici, che evitò prontamente rotolando di lato. A quella domanda la strega sghignazzò sadicamente, posando su di lui i suoi occhi color azzurro ghiaccio.
-A questa domanda potrebbe benissimo rispondere l’amichetta di tuo fratello Mike, caro mio. E immagino tu sappia cosa intendo … - Scott si bloccò di colpo, sgranando gli occhi inorridito.
-Non avrai osato … - Lei rise ancora più forte, deridendolo deliberatamente. Approfittò del suo stupore per lanciarsi nuovamente in una raffica di fendenti e affondi ai quali lui riuscì a malapena a sottrarsi.
-Avrei voluto organizzare una cerimonia in grande stile, con presenti entrambe le principesse, alle quali avrei strappato il cuore. Avrei voluto dimostrare la mia crudeltà e superiorità davanti a tutta la popolazione elfica. Ma purtroppo il tempo stringeva e la sorellina minore non si trovava. In più il tuo assalto alla mia nuova residenza ha accelerato i tempi, quindi ho dovuto accontentarmi di una sola delle due sorelle. Certo, il suo potere mi ha in parte ristabilito, ma voglio essere al pieno delle mie forze quando finalmente riuscirò a conquistare tutto il mondo conosciuto. Perciò non temere, anche la fragile principessa Dawn presto raggiungerà la sorella.- Scott cadde in ginocchio, stremato dal combattimento. I colpi e le magie della strega erano aumentati d’intensità man mano che lo scontro si protendeva nel tempo. Non voleva credere alle parole della strega, si rifiutava categoricamente. Il timore che però stesse dicendo il vero si fece strada comunque nella sua mente. Lei parve leggergli in volto la sua incredulità e decise di dare il colpo di grazia alla sua sicurezza.
-Se non mi credi, nella stanza qua a fianco c’è la prova di quanto dico.-Disse indicando alle spalle di Scott una porta laterale seminascosta dal trono.
-Entra, io non ti attaccherò nel frattempo. Non ho motivo di tenderti un’altra trappola, è più divertente vederti soffrire mentre comprendi la verità.- Scott, riluttante, indietreggiò fino ad arrivare in prossimità della porta, sempre evitando di dare le spalle alla sua pericolosa avversaria. Spalancò la porta e con un balzo fulmineo fu dentro. Era una stanza piuttosto piccola, immersa nella penombra, completamente spoglia, fatta eccezione per un letto a baldacchino al centro della stanza, sul quale giaceva compostamente il corpo di una ragazza, coperto da una leggera coperta bianca. Scott le si avvicinò, incredulo, fin quando non fu abbastanza vicino da poter distinguerne i tratti. I capelli lisci e rossi come fiamme erano sciolti sule spalle e alcune ciocche le coprivano gli occhi chiusi.
Era proprio Zoey. Somigliava quasi a un angelo. Un angelo morto. Era chiaramente visibile, in prossimità del cuore, un esteso alone rosso color sangue rappreso che macchiava il lenzuolo. Scott le corse accanto, chiamando il suo nome con tono angosciato, ma lei non diede cenno di risveglio. Provò a toccarla ma ritrasse la mano quando avvertì sotto le dita il gelo della sua carne. Era morta, e lui non aveva potuto fare nulla per salvarla. Il suo pensiero andò immediatamente a Mike e Dawn. Come avrebbe fatto a metterli al corrente della sua morte? Aveva promesso loro che l’avrebbe riportata indietro sana e salva, e invece aveva miseramente fallito. Anzi, probabilmente aveva anticipato la sua morte.
Cadde in ginocchio per la seconda volta, con la bocca e gli occhi spalancati dall’orrore. Lasciò cadere a terra la spada, mentre le lacrime cominciavano a farsi stata prepotentemente nei suoi occhi. Riuscì a stento a trattenerle. Avrebbe voluto urlare e strepitare per il dolore, ma la voce gli era morta in gola non appena aveva constatato la morte di una delle ragazze che aveva giurato di proteggere.
Rimase lì immobile per alcuni minuti, come pietrificato nel suo muto urlo di disperazione. Poi la raggelante risata della strega di Desolveris lo raggiunse, scuotendolo nell’animo come fosse stata una secchiata di acqua ghiacciata.
-Visto che dicevo la verità, stupido rettile che non sei altro? Le ho strappato dal petto il cuore che era ancora viva e poi ne ho assorbito il potere. Le modalità di assorbimento dovrebbero esserti abbastanza chiare.- Scoppiò di nuovo a ridere leccandosi le labbra, mentre Scott si voltava verso di lei in un movimento rigido del busto, gli occhi ancora sbarrati dall’orrore.
Il drago sentì dentro sé una furia disumana crescere e invaderlo come un fiume in piena. Quel mostro di strega doveva morire ad ogni costo, doveva pagare per ciò che aveva fatto. Afferrò Divoratrice di Odio, stringendola in pugno con tutte le sue forze. La lama splendette come mai aveva fatto fra le sue mani, tanto da poter illuminare a giorno l’intera sala del trono e le stanze adiacenti. Avvertì una voce proveniente dalla spada ordinargli di nutrirla con tutto se stesso. E lui, in preda al dolore e alla collera, le obbedì.
Gettò un ruggito terrificante che scosse l’intero castello dalle fondamenta, poi si alzò di scatto, fiondandosi contro la strega, interrompendone la risata. La spada lo guidò come un maestro guida un bambino. Lo spinse a impegnarsi al massimo nel combattimento e a desiderare ardentemente la morte della sua avversaria. Le scatenò contro tutta la sua ira, esibendosi in una raffica micidiale di fiammate e di fendenti mortali. Lei, presa alla sprovvista, continuò a indietreggiare, cercando disperatamente di difendersi dall’improvvisa offensiva del drago. Ogni colpo che subiva la feriva in parti diverse del corpo. In breve, sulle braccia, sulle gambe e perfino sul volto, si delinearono tagli più o meno rilevanti, dai quali fuoriusciva a fiotti il suo sangue, nero come la pece.
Il potere dell’Odio prese il controllo di Scott, spingendolo a battersi come una belva ferita. Ogni suo movimento era mirato a uccidere nel peggior modo possibile la strega di Desolveris che aveva ammazzato così  barbaramente la principessa Zoey. Non ragionava più ormai, i suoi gesti erano diventati completamente meccanici. La spada gridava vittoriosa riempiendogli la mente, impedendogli di pensare. Il suo furore la stava nutrendo come quello di nessun altro prima di lui.
La strega si librò in volo per sfuggirgli, ma lui riuscì a liberare le sue ali e a inseguirla. Mai prima di quel momento Scott aveva sperimentato un potere simile. Si sentiva invincibile, capace di frantumare il mondo a mani nude. Lo inebriava, e più ne provava, più ne voleva, come con una droga irresistibile. E così continuò ad alimentare la spada, la fonte della sua forza. Raggiunse la strega e la scaraventò al suolo con un’unica fiammata. Lei eresse una nuova barriera di granito, che però non resistette all’impatto con la spada di Scott. Finì in frantumi ancora prima di essere completata, rovinando addosso alla sua creatrice, che vi rimase sepolta sotto.
Il drago, insoddisfatto, ritrasse le ali e si precipitò sulle macerie, scavando come un forsennato alla ricerca della sua nemica, del tutto intenzionato a farla fuori con le proprie mani. Fu proprio quell’azione sconsiderata a capovolgere le sorti del combattimento. La strega si teletrasportò alle sue spalle e, prima che lui potesse accorgersene, lo colpì a bruciapelo alle spalle con un potentissimo dardo magico, sollevandolo in aria. L’esplosione sollevò un polverone che avvolse tutti i presenti, lasciandoli storditi. Le risa sguaiate della donna spezzarono il silenzio che era seguito all’esplosione.
-Credevi davvero di potermi battere? Illuso! Nessuno può nulla contro di me! Nessuno!- Fra le sue mani si formò un pugnale, che lei sollevò subito sopra la testa, pronta a fenderlo non appena avesse intravisto il corpo del drago.
Lui era più in là, frastornato dalla detonazione ma ancora vivo. Il potere dell’Odio lo aveva abbandonato, facendolo tornare quasi lucido. Dopo esser stato colpito aveva perso Divoratrice di Odio, che gli era scivolata di mano non appena era crollato a terra. La strega lo raggiunse ancora prima che lui riuscisse a rialzarsi.
-Riconosco il tuo potere, rosso. Purtroppo per te sei troppo stupido per un potere del genere. Terrò io la tua spada dopo averti eliminato.-Disse torreggiando sul nemico, ormai stremato e impotente. Al drago tornarono alla mente le parole di Dawn riguardo all’esito di quella battaglia, e si diede dello stupido per non averle creduto a tempo debito. Lei lo aveva avvertito e supplicato di non andare, ma lui da perfetto idiota aveva ignorato i suoi timori. E ora pagava con la vita il suo errore. Lo rammaricò sopratutto il pensiero di non poterla vedere più.
La strega calò il pugnale, ormai sicura della propria vittoria. Quando, però, arrivò a un soffio dal suo volto, una potentissima torre di fuoco scaturita dal terreno la travolse, separandola dalla sua preda.
Scott rimase sbigottito da quell’imprevisto aiuto che gli aveva salvato la vita. Cercò con lo sguardo Trent Pentoir, che era l’unico presente oltre a lui e alla strega a poter effettuare un incantesimo del genere. Trent però era lontano da lui, impegnato come gli altri in combattimento. Non poteva esser stato lui il suo salvatore, non si era nemmeno accorto di ciò che stava accadendo al drago.
-Va tutto bene, amico?- Scott si girò verso la voce che gli aveva rivolto la domanda, trovandosi davanti una mano tesa in cenno di saluto. Il suo proprietario era basso e magro, somigliava quasi ad un ragazzino dalla pelle color ebano, e portava un paio di occhiali troppo grossi per la sua testa. Scott sgranò gli occhi alla sua vista, sussultando.
- Cameron?- Sussurrò incredulo. L’amico si esibì in un sorriso divertito, facendo involontariamente risaltare la cicatrice biancastra che divideva il suo volto a metà.
-Sei sorpreso, eh? Dopo ti spiegherò tutto, però ora concentriamoci sul nemico.- Gli porse Divoratrice di Odio, che evidentemente aveva trovato e raccolto prima di soccorrerlo, indicando la strega che stava tornando alla carica, più furiosa che mai. Quando però lei si accorse di non potercela fare da sola e in quelle condizioni contro due avversari di quel livello, arrestò la sua corsa, esibendo una smorfia di fastidio.
-Un giorno ci rincontreremo, drago! E allora non sarai così fortunato da ricevere l’aiuto di un tuo alleato!- Dopodiché si dissolse in una nuvola di fumo, portando con sé i guerrieri fantasma rimasti, lasciando a terra le loro armature vuote.
Urla di vittoria si levarono dai sopravvissuti, una trentina di guerrieri in tutto, che si spensero subito non appena videro entrare nella sala del trono ormai semidistrutta uno dei soldati che erano stati lasciati di guardia all’entrata del castello. L’uomo raggiunse trafelato Scott, e ancora prima di poter riprendere fiato, gli urlò una notizia che lasciò tutti i presenti basiti:
-Gli Uomini dell’Ovest! L’intero esercito nemico è a meno di mezza giornata di marcia dalla capitale!-.

  
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