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Autore: Annetta    22/07/2003    1 recensioni
Aya e Karin, due amiche per la pelle. chissà mai che una gita possa sistemare la loro situazione sentimentale...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blue Moonlight

Autore: Annetta

Disclaimer: I personaggi qui presenti sono tutti inventati da me, e qualsiasi riferimento a fatti o persone è puramente casuale

Tipo: originale

Raiting: PG (almeno penso; al massimo PG 13)

Genere: Romantica

Nota dell’autrice: è la prima ff originale che scrivo, pietà se qlc risulta poco chiaro, anzi, sono benissimo accette critiche varie e commenti! Anche quelli non costruttivi (è meglio di niente, no? Vuol dire che qualcuno ha avuto la briga di o leggere la ff, o almeno di perdere tempo a scrivere ‘bleah’ ^_-)

Ringraziamenti: si ringrazia l’egeria e il polivalente (il polivalente con tutti i suoi fighi ^_^) per l’idea (l’egeria è tipo magistrale, mentre il polivalente è un liceo dove per ogni classe ci sono tre sezione: una studia scientifico, una linguistico e l’altra classico), e poi ringrazio il mio grande amore! Ah, dimenticavo: ringrazio il mio gatto, la mia nipotina, il grande amore della mia vita 4ever and now Renato Sannio e il grande amore della mia vita 4ever and now (ma al secondo posto dopo Renatino mio bello e caro) Andrea Cardillo!

Renato 6 unico, io ti guardavo fin dai primi tempi (ti ricordi la 1° edizione di men in black?)

Grazie anche alle mie amiche, e agli amici del mare!

Personaggi:

Aya Matsura: nonostante lei studi mezz’ora al giorno prende sempre il massimo dei voti(in questo mi assomiglia), è una vera pazza sostanzialmente e quando ama lo fa con tutta sé stessa. Si affezziona molto alle persone

Karin Morisaki: la grande amica di Aya, sono vicine di banco e condividono tutto; è piuttosto… ‘libertina’ per quanto riguarda i ragazzi, ma quando vuole sa concentrarsi su uno solo

Yusuke Nankasu: è uno studente di terza, ha un anno in più di Aya e Karin; … non dico altro, è il mio peronaggio preferito e non voglio rovinarlo (chissà perché è il mio preferito? Assomiglia al mio amore!)

Akito Tadai: è il migliore amico di Yusuke, ed è un po’ merito suo se alla fine l’amico si sblocca. È un grande ^_^

Satoshi : inizialmente è il grande amore di Aya

 

BLUE MOONLIGHT

 

Primo giorno di scuola, ormai era il secondo anno. Aya sospirò: adesso si sentiva a casa in quella scuola, aveva delle buone amiche, una in particolare che le era molto vicina…. Ma le mancava qualcosa, le mancava LUI. Con la mente era già al mare…

Quell’estate aveva conosciuto un ragazzo molto particolare, e se ne era innamorata. Una cosa seria, peccato che non contraccambiata; lui si era messo insieme a sua cugina, addirittura…

“oh, Satoshi… -ripensò al ragazzo: alto, con un bel fisico. I capelli castani, gli occhi quasi grigi… e poi così simpatico, così solare… irresistibile. Aya aveva sofferto molto a causa sua, aveva litigato con sua cugina, che pur sapendo quanto Aya ci tenesse… glielo aveva portato via, da sotto il naso. Ma lei non aveva ancora smesso di amarlo, nonostante la lontananza, nonostante il non essere ricambiata. – sapessi quanto mi manchi, Sathoshi!” aveva il suo numero di telefono, e quello di cellulare; ma si auto imponeva

la sua amica Karin le si avvicinò

“ehi, Aya! Vieni qui, ti ho tenuto il posto in ultima fila vicino al mio! Non ti immagnerai mai che cosa mi è successo, hai presente Reisuke, quello del treno? Me lo devo fare ^_^ ha detto che ci sta con me!!!” l’osservazione fatta dalla felice Karin la buttò sulla realtà: se lei si faceva così tanti tipi, perché lei non aveva combinato niente con Satoshi?

Sapeva ben che ‘al natural’ non era una bellezza, ma sapeva altrettanto bene che ‘messa bene’ non aveva proprio niente da invidiare a sua cugina. E allora perché?

“e Jiro? Non lo vedi più?” disse sorridendo e appoggiando la cartella per terra, di fianco alla sedia

“bè, lui mi chiama ancora, ma io gli catto tutti gli squilli, non me ne frega più niente di quell’idiota… e lui non lo capisce! Che stupido!- poi la sua espressione si fece supplicante- Aya? Amica mia? Vero che mi vuoi bene? Muovi le chiappe!”

L’altra si fece rassegnata, e iniziò a camminare

“cosa c’è, chi devi vedere?”

Karin si avvinghiò al suo braccio

“^_^ Naozumi! ^_^”

ragazzi, ragazzi… non aveva niente altro in mente, solo ragazzi. ma non sapeva darle torto, non solo Aya era una maschilista (nel vero senso della parola) ma amava l’intero genere maschile, e in particolare un certo Satoshi…

“eccolo là, guarda che figo! E porta la divisa larga, da rappettaro! ^_^ che gnocco”

Aya squadrò l’oggetto del desiderio dell’amica. Carino, senza dubbio

“… mah, sarà…” dopotutto piaceva a Karin. Carino, sì, ma piaceva a Karin, e Aya era una vera amica. Poi lasciò scivolare lo sguardo verso gli amici di Naozumi. Carini… soprattutto uno, biondino, decisamente niente male. Ma lei aveva Satoshi. Si girò e ritornarono in classe

“davvero non c’è nessuno che ti piace, nessuno in particolare?”

Aya ripetè il solito ritornello, che ormai Karin sapeva a memoria

“sì, mi piace Satoshi”

 

i giorni passavano, decisamente troppo lenti senza Sathoshi. Amore… Karin e Naozumi stavano intortando a distanza, nel senso che si fissavano a vicenda per ore e ore ma in pratica non combinavano niente; ma Aya voleva vedere l’amica con un ragazzo fisso, e la indirizzava nelle braccia di Naozumi. Così passarono due mesi, senza combinare niente. Karin si faceva tanti ragazzi ma guardava solo Naozumi, e Aya pensava ancora al suo Satoshi. Passava gli intervalli davanti alla classe di Naozumi, visto che Karin richiedeva la sua presenza, e così, seduta sul termosifone, si guardava in giro. certo che quel biondino era carino, Yusuke era davvero il migliore. Si era tagliato i capelli, e ora li portava in piedi.

Aya scivolò dal termosifone, e vide la sua amica Karin avvicinarsi triste

“vieni, andiamo via di qui!”

“Karin che cos’hai, non vuoi vedere il tuo Naozumi?”

lei si voltò arrabbiata

“il mio Naozumi? Il mio Naozumi? Sai che fa il mio Naozumi? Ci prova con Mysha, quello stronzo. E io che in questo periodo non guardavo nessun altro, da un po’ non mi facevo nessuno… ma adesso quel coglione cambia musica, ed evita di continuare a guardarmi! Anzi, sai che ti dico? Noi non dobbiamo cambiare abitudini per colpa sua, non verremo sempre qui come al solito, e se mi guarda di nuovo gli chiedo che minchia vuole!”

abitudini? In realtà avevano iniziato a venire lì perché Karin voleva vedere Naozumi… Aya sospirò

“e allora torniamo là, manca ancora un po’ alla campanella!”

 

sei mesi. Aveva fatto il calcolo che erano sei mesi che amava Satoshi, ma notava che adesso il suo entusiasmo era smorzato… avrebbe dato di tutto pur di rivederlo, ma rimanere così, a distanza… guardò l’orologio: otto meno un quatro, sì, Yusuke era già arrivato a scuola. Il suo passo si fece più veloce, Yusuke era già--- si accorse dei suoi pensieri: non era nuova a quei ragionamenti, a quella voglia di vedere un ragazzo, a quell’emozione prima di incontrarlo… non si stava per caso innamorando di Yusuke? Tirò un lungo sospiro: forse riusciva a dimenticare Satoshi, una volta per tutte… ormai era in ballo, sapeva che si stava innamorando di Yusuke ma non facva niente per fermarsi: lui era così… così… bello, uno che pigliava… poi dicevano pure che fosse maschilista, e questa cosa la faceva impazzire! Ma… non voleva che il suo diventasse un’amore così, tanto per essere. Si mise alla prova, e osservò Yusuke. Ma non ci riusciva, le scattava qualcosa che la paralizzava, le sue guancie si irrigidivano e si piegavano in un sorriso idiota… non poteva mentire a sé stessa, Yusuke le piaceva. Oltre all’aspetto fisico, aveva un non so che che lo circondava, e osservandolo bene capì che non era la prima volta che lo notava: a chi la dava a bere, in quei mesi non aveva dimenticato Satoshi, ma aveva sempre guardato Yusuke.

Karin arrivò, e vedendole quell’espressione chiese curiosa

“alt: chi è il fortunato?”

Aya si morsicò le labbra, e arrossì. L’amica si voltò, e squadrò i ragazzi che c’erano nel corridoio che fissava Aya

“allora… Daisuke?”

“… no…”

“Kazuaki?”

“… no…”

Karin diventò impaziente, ed elencò una serie di nomi

“Akito? Jin? Ken?”

Aya abbassò lo sguardo, e sussurrò

“Yusuke…”

“CHE COOOOOOOSA? Quello lì… bè, i gusti sono gusti, ma c’è di meglio, te lo assicuro!”

Aya guardò di nuovo verso Yusuke… non se ne era mai accorta prima, ma le suscitava un’infinità di sensazioni, emozioni, sentimenti…

 

Di tempo ne era passato, parecchio… quasi due settimane. Irrilevante forse, ma a lei sembrava tanto. Ogni giorno era diventato talmente intenso che valeva per mille; così quattordici giorni sembravano molti di più. Dal momento in cui si era accorta che Yusuke le piaceva, i suoi sentimenti avevano subito un crescendo vorticoso, e adesso gli moriva letteralmente dietro

“mi piace trooooooppo…” di fianco a lei, Karin le diede una leggera gomitata

“perché non ti decidi a dirglielo allora?” Aya, dopo qualche istante, si riprese dal suo stato di estasi

“fuori discussione, scordatelo. Ma è troooooooooppo figooooooo!”

“tu sei fuori, è assolutamente escluso, non pensare neanche a una cosa del genere!!- coma avrebbe potuto spiegare a Karin le sue ragioni? Lei non voleva sentirsi umiliata, aveva paura, una maledetta paura che le impediva di abbattere le barriere attorno a sé. Sentiva di avere dentro qualcosa che non andava: che male c’era a dire ad un ragazzo… che gli voleva bene? Per lei era un ostacolo imbattibile, una prova insuperabile.

Ma d’altronde era praticamente sicura di un rifiuto, e non sarebbe riuscita a sopportarlo. Paura… - ti prego, lascia perdere Karin”

L’altra era perplessa: si capiva che Aya teneva tantissimo a Yusuke, e allora PERCHÉ?! La guardò, cercando di percepire un’indizio, un minimo dettaglio che le chiarisse la faccenda, ma non trovò niente. La campanella suonò, e le due ritornarono nella loro classe.

La solita classe, che ormai era diventata famigliare ai loro occhi, ma ricca di piccoli particolari a cui ormai non faceva più caso: nell’ultima fila, sui loro due banchi avevano intagliato i nomi dei ragazzi che li piacevano; sul suo ce ne erano un’infinità, e ormai la bidella si era rassegnata a vederli, mentre su quello di Aya ce ne erano solo due, di cui uno cancellato con della carta vetrata e sul quale era stata messa una vernice dello stesso colore del banco; così ora solo loro due sapavano che chi aveva un tatto sensibile, passando il dito sopra l’angolo, poteva sentire le lettere che componevano la parola Satoshi. Nell’angolo opposto c’era inciso il nome di Yusuke, intagliato profondamente e artisticamente da una mano che lo ripassava ogni giorno, metodicamente ma con amore.

Il profesore di turno fece l’appello, e poi distribuì i test che avevano compilato il giorno precedente. Karin guardò malinconica il suo: 63, come al solito… poi sbirciò il punteggio dell’amica, che non aveva fiatato

“cacchio, addirittura 98!!!!!!!!!!!!!!!!!! Fantastico, sei stata bravissima, come al solito!!!!”

Aya le sorrise, abbastanza felice, e spinse il foglio del test all’intarno di una cartelletta trasparente che conteneva tutti i risultati delle sue prove scolastiche, sempre impeccabili

“grazie Karin, a te come è andata? –vide il 63, e si mostrò più contenta per quel voto piuttosto che per il suo- brava, sei migliorata! Lo sapeva che ce l’avresti fatta, hai visto che studiare insieme ha funzionato?”

era davvero una bella amicizia la loro… e Karin voleva in qualche modo ricompensare tutto l’affetto che Aya le aveva sempre dato.

 

Correva veloce nel corridoio, cercando la sua vittima: ma dove si cacciava Akito? Lo conosceva abbastanza bene perché era un’amico di Naozumi, e ai tempi in cui lui le piaceva ci aveva parlato qualche volta… ma la cosa più importante era che era amico di Yusuke, e avrebbe potuto aiutarla nella sua impresa; ovviamente non gli avrebbe svelato il vero motivo, ma un piccolo favore poteva ben chiederglielo…

Sapeva che Yusuke e Akito tornavano a casa insieme, e che Yusuke era il responsabile della sala computer il lunedì. E quel giorno era proprio lunedì…

Aveva lasciato in classe Aya, pregandola di aspettarla perché avrebbe dovuto fare una cosa breve, e sperava che anche Akito facesse lo stesso… in caso contrario si sarebbe inventata qualcosa.

 

“scusate sempai…”

Yusuke e Akito si svavano infilando le giacche: aveva fatto appena in tempo!

“sì?” le risposero loro due, contemporaneamente. Lei attirò a sé Akito

“ho bosogno di te sempai Tadai: devo stampare questo dischetto, e i computer sono già tutti spenti! Lo so che l’orario è già finito, ma la professoressa mi uccide se domani non ce l’ho! Sarà una cosa di un minuto solo!”

“ok Morisaki, ok…” rivolse uno sguardo interrogativo a Yusuke, ma Karin lo intercettò e prevenne

“non ti preocupare sempai: sempai Tadai torna subito, aspettalo pure qui perché sarò veramente breve! Solo una stampa ^_^ allora, andiamo?”

i due si rassegnarono, si tolsero le giacche

“ok Morisaki, andiamo! Torno subito Yusuke!”

 

Aya guardò l’orologio: erano già passati dieci minuti! Karin le aveva detto che andava nella classe di quelli del terzo anno per chiedere un favore, e viso che Aya si sentiva sicura credendo Yusuke già a casa andò a prelevare l’amica, o almeno ad avvertirla che se ne sarebbe andata senza di lei.

Yusuke si era seduto su un banco, e guardò per l’ennesima volta l’orologio: alla faccia del minuto… sentì bussare lievemente allo stipite della porta già aperta, e si girò. Vide una ragazza del primo anno in (stato di semi coma, ma lui non ci fece caso) che cercava di scusarsi

“mi dispiace sempai, cercavo una mia amica… me ne vado subito!!!”

e intanto ribollivà dentro di sé

‘questa me la paghi!!!!!! Vendetta, tremenda vendetta!!!!’

Yusuke saltò giù dal banco

“no, aspetta, la tua amica è andata nell’aula computer, tornerà tra poco (spero)”

che bel sorrisoooooooooooo! Aya si sentiva già sciogliersi, temeva di svenire

“ah! Ahah… -rise imbarazzata- spero che non debba stampare la ricerca di geografia, che è lunghissima!”

lui stesse un po’ sopprapensiero

“doveva stampare una cosa su un dischetto verde… dì un po’, chi avete di geografia: la Kudamono?”

“s-sì, proprio lei… -strinse imbarazzatissima la mano che lui le porgeva- piacere, Aya Matsura…”

“Yusuke Nankasu, il piacere è mio! … dì un po’ Matsura, sei sicura di stare bene?”

porgendoli la mano lui le aveva sorriso di nuovo, e lei era andata in tilt

“s-sss-sì, ho solo un po’ caldo…”

“bè, ci credo, nel corridoio il riscaldmento è al massimo, e si soffoca… vieni in classe, tanto anche io devo aspettare il mio amico Tadai che se ne è andato con Morisaki…”

lei appoggiò timidamente la cartella su un banco, e si sedette imitando Yusuke

“grazie…”

‘sto facendo una di quelle figure di merda colossali con questa cazzo di timidezza… se solo riuscissi parlare un po’ più liberamente, ed a non essere così legata!!!’

“ma Morisaki non è quella che un po’ di tempo fa c’aveva l’intorto con Naozumi?”

“sì, ma è una storia vecchia… perche che lui ci provasse anche con Mysha…”

stava iniziando l’estate, e faceva un casino di caldo

“lo sapevo, ma secondo me scherzava solo con quella Mysha, Morisaki non avrebbe dovuto lasciare perdere tutto solo per quella cosa!”

“ma come?! Insomma, il tuo amico avrebbe dovuto decidersi, non poteva tenere il piede in due scarpe!”

si interruppe, accortasi di avere detto un doppio senso terribile… lui però rideva allegro

“complimenti Matsura, complimenti… comunque per il momento non aveva ancora messo ne una scarpa né l’altra! Ahah…”

sollevata si mise a ridere anche lei, ormai più spigliata. In quel momento arrivarono Karin e Akito, e la ragazza aveva un’espressione da . Aya le sorrise, tranquillizzandola, e scese dal suo sedile

“noi dobbiamo andare, ciao ragazze!”

“ciao sempai!”

 

le due si avviarono verso casa, e Aya camminava a mezzo metro da terra

“è trooooooooooppoo bello! Che sorriso che ha!!!!!!!! Porca vacca, è troppo gnocco!”

“calmati, calmati! Che cosa avete fatto?”

“abbiamo parlato un po’, ma è stato troppo bello! Mi ha sorriso! ^P^”

le vacanze estive si avvicinavano, e con esse anche il giorno della gita che avrebbe premiato due classi della scuola. Aya si recava tutti i giorni al tempio per fare un’offerta, e appendeva all’albero della fortuna ogni giorno lo stesso bigliettino, con su espresso il desiderio che vedeva la classe prima E e la classe terza A come le protagoniste della gita.

Tempio o no, offerte o no, fortuna o no, le classi scelte furono proprio le loro. quando l’altoparlante annunnciò la notizia Aya si abbracciò freneticamente a Karin

“evviva, evviva! In gita con YUSUKE!!!!!!!”

“e con Naozumi…” sottolineò tristemente l’altra. Aya fermò i suoi festeggiamenti

“mi dispiace Karin-chan…” Karin però sorrise

“non ti preoccupare! Avrò l’occasione di fare vedere a Naozumi che cosa si è perso! Ahahahahahah!”

 

la gita si faceva in montanga, alle terme del monte Fuji. La mattina della partenza Aya era sovreccitata, ed era pronta ore prima alla fermata dell’autobus che gli avrebbe portati a destinazione. Si sedette vicino a Karin, facendo attenzione a poter vedere il viso di Yusuke dal suo sedile. Lui si mise cinque sedili dietro al suo, fortnatamente alla fila opposta, così stando girata sul fianco e fingendo di dormire non avrebbe dato nell’occhio, e si sarebbe potuta gustare il ‘suo’ Yusuke. Dopo qualche kilometro però lui si era addormentato, e anche lei cadde nelle braccia di Morfeo, ignara della discussione ch avveniva tra Karin e Naozumi, seduto davanti a loro…

 

Aya era in camera con Karin e un’altra ragazza di terza che conosceva abbastanza bene: poteva ritenersi soddisfatta. Karin aveva tentato di parlarle un paio di volte, ma erno sempre state interrotte, così ora Aya si faceva la doccia, chiedendosi il motivo della felicità dell’amica. La ragazza di terza, Fuu, bussava alla porta del bagno

“hai finito? Eddai che anche io devo lavarmi… nche se penso che per stasera rimarremo in camera: fuori c’è una tempesta incredibile, e il riscaldamento funzione solo nelle camere!”

“logico, per una volta che vengo alle terme le vasche devono essere per forza inagibili ^_^#… entra pure, io ho finito!” disse uscendo dal bagno. Aveva un paio di jeans, ma a causa dei capelli bagnati sopra indossava solo un reggiseno. Fuu rimase a bocca aperta, indicando due ragazzi seduti su uno dei letti. Poi si nascose prudentemente in bagno

“AAAAAAAHHHH!- Aya era spaventata: che ci facevano lì Yusuke e Akito? Era talmente confusa che invece di coprirsi si nascondeva la faccia; poi però dopo qualche secondo ritornò in sé, e cercò di entrare in bagno-esci maledetta!!!! Grrrr…” si rassegnò, e raggiunse l’armadio, infilandosi una maglietta

“non ti preoccupare Matsura: non abbiamo visto niente, sta tranquilla… -disse Tadai- anche se a dire la verità Yuske ti ha fatto per un attimo i raggi x!”

l’altro gli diede una gomitata

“taci deficiente! Tranquilla Matsura, non…”

Aya si era un po calmata, ed era diventata meno rossa. Prese da un cassetto una piastra elettrica, aprì l’anta dell’armadio con lo specchio e si mise a cavalcioni su una sedia

“lo spero… che vergogna… -disse imbarazzata, mentre fissò in cima alla nuca i capelli, lasciandone solo alcuni sciolti e facendovi passare sopra la piastra- come mai qui? Dov’è Karin?”

“bè… mi ha detto che ha tentato di dirtelo, ma siete sempre state interrotte… noi due siamo i compagni di classe di Naozumi, e stanotte dobbiamo dormire qui per lasciare campo libero ai due piccioncini…”

“scusa? –disse lei incredula- e… perché proprio qui? Insomma, in camera di due ragazze…”

“per non coinvolgere altra gente… se li scoprono i professori li ammazzano, così meno gente lo sa meglio è.”

Ormai Aya si era rassegnata, e cercò solo di non pensare che avrebbe dormito tutta notte con Yusuke

“a, interessante… bè, allora… benvenuti!”

Fuu non accennava ad uscire dalla doccia, e anche i ragazzi erano impazienti di lavarsi anche loro. intanto le altre due si ripetevano che non era certo una situazione ortodossa… avevano già mangiato, e non rimaneva che aspettare l’ora di dormire. Meno male che la camera era grande, e non avrebbero avuto problemi… Aya aveva appena finito di lisciarsi i capelli, e cercava un modo per non pensare che Yusuke si stava facendo la doccia, nudo con solo una parete a dividerli… camminava nervosa su e giù per la stanza, mentre Akito era andato a fare provviste di cibarie da un amico, e Fuu stava finendo di asciugarsi i capelli. In quel momento però la porta non era chiusa a chiava perché Akito non era ancra entrato, ed entrò la Kudamono

“dov’è Morisaki?” chiese sospettosa

“è andata a chiedere a una nostra compagna di classe lo shampoo! Sarà qui tra poco!”

lei si tranquillizzò un poco, ma prima di uscire chiese

“e in bagno chi c’è?”

“n-nessuno, stavo entrando io adesso! Ho fatto scorrere un po’ l’acqua perché era fredda…”

fece cenno di entrare, ma la Kudamono non si schiodava

“e non entri? Sarà calda adesso! –così, più imbarazzata che mai Aya fu costretta ad entrare, sperando che Yusuke avesse capito e si fosse coperto- voi giovani d’oggi non avete il rispetto per le cose, bla bla…”

Aya girò lentamente la maniglia, e si infilò all’interno del bagno. Intanto da fuori la Kudamono aveva iniziato una predica sul risparmio…

Yusuke si era messo in vita un asciugamano, e rideva un po’ della situazione. Aya era rossa più che mai, e si corpiva gli occhi in tutti i modi possibili e immaginabili.

‘che figo a torso nudo!!!!!!!!!!! Basta, non devo pensarci, non devo non devo! Ma è trooooppo figo!!’

finlmente la Kudamono se ne andò dal bagno, buttantdosi a terra dallo stress, mentr Fuu si spanciava. E quando arrivò Akito anche lui si mise a ridere, mentre Aya era più rossa che mai

“che cavolo di situazione… e tu Matsura, ne ai approfittato? Di un po’, cosa avete fatto?” disse ridendo

“niente, non ho visto niente!” vedendola imbarazzata Akito la circondò coon un braccio

“povera piccola Aya… ti posso chiamare Aya, vero? Dai, io scherzo quando dico queste cose, non devi prendertela!”

Yusuke uscì dal bagno, e squadrò non poco il braccio di Akito intorno ad Aya. L’amico si sciolse dall’abbraccio

“che c’è Yusuke, geloso che tu in dieci minuti di ramanzina eri praticamente nudo e non ci hai combinato niente? Fai bene a roderti, eheh!” disse, battendogli una pacca sulla spalla. Poi si dedicò alla borsa piena di cibo, che si era procurato saccheggiando le altre camere. In quell’istante la porta bussò timidamente, e i ragazzi andarono in confusione: la Kudamono era già passata per l’ispezione, chi poteva essere? I due maschi furono mandati in bagno, e Aya aprì

“ah, sei tu Sora! Entra pure…“

 

dopo qualche istante Aya diede il via libera ai due ragazzi in bagno, ma quando uscirono notarono le novità

“ennesimo cambio di camera: Sora era venuta qui a chiederci la piastra per i capelli, così gli ho offerto di lisciarglieli io; Fuu per stanotte rimane al posto di Sora, e lei rimane qui con noi”

il caso voleva che Sora fosse innamorata di Akito… e Fuu e Aya lo sapevano…

“ciao Misaki, tutto bene?”

“ciao Tadai, sì, grazie, tutto bene… Aya mi ha detto che tra Karin e Naozumi va tutto per il meglio…”

“pare di sì”

Sora, così dolce e carina, faceva molta tenerezza in Aya

“pssst! Nankasu!”

“chiamami Yusuke”

“ok…………………… - ‘no, non devo tentennare, devo dirgli di Sora!!!!!!!’ – a… ascolta, il tuo amico Tadai ci sta con Sora?”

“ancora con ‘sta storia? è da un po’ che lei tenta, vi ho detto che a lui non interessa!”

“eddai, almeno in qesta vacanza potrebbe starci! Che gli costa dopotutto?”

i due guardarono la coppietta di amici, che parlavano cortesemente tra di loro

“davvero li vedi bene insieme? Non sei gelosa di Akito? Mi pare che non ti era dispiaciuto quando lui ti ha abbracciato…” disse Yusuke, un po’ seccato

“COOOOOSA?! IO NON-“ si interruppe di scatto: aveva urlato, e Tadai e Sora la guardavano interrogativi. Yusuke la salvò in corner

“non preoccupatevi, non è successo niente, le ho solo chiesto se… se è vergine” disse con convinzione, suscitando in Aya il più grande imbarazzo che avesse mai provato. Il suo volto aveva passato tutte le gradazioni possibili ed immaginabili, e ora la vista era offuscata da molte stelline scure che coprivano lentamente la visuale.

Si accasciò sulla poltrona, e si corpì la faccia con le mani

“eh no Yusuke, non devi essere così diretto co le ragazze! Devi andarci piano, una cosa alla volta!” rispose Akito divertito. L’altro fece alzare dalla sedia Aya, e la trascinò vicino alla portafinestra aprendola

“dai, vieni a prendere una boccata d’aria…”

una volta fuori richiuse la finestra, e si sedette sul pavimento del balcone

“cosa cavolo ti è venuto in mente?!” chiese Aya ancora sotto lo psichedelico effetto della frase

“bè, non sei contenta? Adesso quei due sono soli soletti in camera, noi stiamo qua il tempo che loro possano farsi, o almeno iniziare… menomale che abbiamo il balcone coperto: con questa tempesta!”

“bella boccata d’aria che mi fai prendere! Comunque, ritornando al discorso di prima: non è certo a me che piace Yusuke: è a Sora? A me non piace proprio!”

“sarà…”

“certo che sì!” Aya sospirò, e guardò il volto del ragazzo… era proprio bello… diede una veloce occhiata all’interno della camera: quei due erano seduti a kilometri di distanza l’uno dall’altro, e parlavano amichevolmente

‘peccato per Sora: nonostante l’occasione d’oro Akito non le concede niente…-poi fissò di nuovo Yusuke- in culo la sua occasione, in culo il mio imbarazzo!’

prese un respiro: aveva ancora la mente annebbiata, ora niente le pareva più naturale. Si avvicinò, e senza che lui potesse accorgersene lo baciò…

 

“ehi, ehi! Certo che la tua amica ci va forte!“

Sora si avvicinò ad Akito, per guardare fuori dalla finestra: Aya e Yusuke si baciavano

“bè… io--“ si bloccò all’improvviso: Akito la stava baciando!

 

La porta si aprì

“BUONGIORNO GENTE ^_^-le due coppiette si interruppero: sulla porta della camera stava un’imbarazzata Karin- ops, ho interrotto qualcosa…”

Aya non aveva detto niente, ma silenziosa si era alzata ed era entrata nella stanza, con lo sguardo basso

“ehi, aspetta Aya…” inutile, lei non lo ascoltava… Yusuke si alzò a sua volta e la seguì

“very sorry, non mi aspettavo questo… skiusatemi, ma ero venuta a prenderela mia borsa, tra…”

“… una bottarella e l’altra?” completò ironica Aya

“oh, scusa se non ti avevo detto niente… ma mi sembra di aver capito che anche qui la situazione…”

“hai capito male, noi stavamo giusto per andare a dormire… tu vuoi rimanere qui, o ritorni là?”

il tono spento di Aya si era fatto supplichevole nel pronunciare quella domanda, e Karin la guardò interrogativa: aveva visto benissimo che stava baciando Yusuke, perché ora le chiedeva di fare di nuovo cambio?

“non ti preoccupare Morisaki, vai pure da Naozumi, tanto dormire per dormire…”

Karin si sentiva imbarazzata: Yusuke le aveva detto di andare, e Aya di rimanere, che fare?

“ma sì, vai pure… ha ragione Nankasu, dormire per dormire…” disse la ragazza, togliendola dall’impiccio. Intanto Akito e Sora avevano ricominciato a baciarsi, rintanati in un cantuccio

“bè, allora io vado! Buonanotte bella, tvb!” disse, baciando la guancia di Aya

 

non appena la porta si chiuse Aya si dirise vero un letto

“scusate, ma io sono stanca”

“non ti preoccupare, noi… andiamo a prendere una boccata d’aria in balcone!” disse Akito, uscendo con Sora dalla finestra.

 

“senti, io…” Yusuke si fermò: Aya si era infilata nel letto, e aveva spento la luce

“non so cosa mi sia preso prima, scusa. Bè… buonanotte” disse, totalmente inespressiva

probabilmente Yusuke era ancora in piedi, in mezzo alla stanza, perché non sentiva alcuno rumore. Dopo qualche secondo però ipotizzò che lui se ne fosse andato: non sentiva niente, la camera sembrava deserta si rigirò parecchie volte nel letto, ma poi, non sapendo darsi pace, si mise a sedere, cercando di sfruttare la luce fioca dei lampioni esterni. Dopo aver messo a fuoco sussultò: il viso di Yusuke stava a mezzo centimetro dal suo, e la distanza stava diminuendo velocemente. Sentì le labbra del ragazzo appoggiarsi sulle sue, e le sue braccia stringerla a sé.

Dopo qualche minuto però lui si staccò, per qualche secondo: gusto il tempo per dirle

“non chiedermi più scusa, non voglio che la mia ragazza lo faccia!”

se solo ci fosse stata la luce avrebbe visto il volto di Aya in un’espressione sorpresa, ma conoscendola lo immaginava. Così accarezzò la sua guancia, e la attirò nuovamente a sé.

Fine

  
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