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Autore: PennarelliScarichi    18/08/2013    2 recensioni
Chiudo il mobiletto e mi ritrovo la mia immagine allo specchio: i miei capelli biondo cenere sono un po' disordinati,ho gli occhi stanchi.
Forse troppo stanchi per una ragazza della mia età.
Mi porto una ciocca di capelli dietro alle orecchie e sorrido:
in passato odiavo il mio sorriso, ma adesso no.
Adesso mi fa capire che sto bene.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Oggi il cielo è stranamente oprrimente.
Mi soffoca, soffoca i miei pensieri e non mi lascia libera.
Mi tocco i capelli biondi che sto facendo allungare: sono una di quelle donne che passa tutta la vita a cercare di allungare ogni minima ciocca, poi una mattina si sveglia,decide di tagliarli cortissimi e passa il resto della settimana a piangere per l'errore commesso.
Per adesso mi sfiorano le spalle,mi piacciono,devo essere sincera.

Giro lo sguardo verso il letto, ancora disfatto: stanotte l'ho sognato.
Sognavo che andavamo al mare,di nuovo, ed io combattevo con le onde: ad un certo punto una di queste mi si scaraventa sul petto, mi buttava a terra, togliendomi il fiato.
Lui non mi salvava.
Lui non c'era più ed io venivo risucchiata dal mare blu.

Allontano questo pensiero,adesso non mi va di essere triste.
Mi alzo, mi avvio verso il bagno e mi metto a frugare tra le medicine.
' Mi serve un'aspirina' dico a me stessa,come se dovessi giustificarmi.
Chiudo il mobiletto e mi ritrovo la mia immagine allo specchio: i miei capelli biondo cenere sono un po' disordinati,ho gli occhi stanchi.
Forse troppo stanchi per una ragazza della mia età.
Mi porto una ciocca di capelli dietro alle orecchie e sorrido:
in passato odiavo il mio sorriso, ma adesso no.
Adesso mi fa capire che sto bene.
Adesso  mangio tanta insalata, guardo tanti film e leggo.
Leggo qualsiasi cosa, dai romanzi rosa alle indicazioni dei medicinali.
Cavolo,la mia aspirina.
Appoggio la pasticca sulla lingua,senza acqua.
La ingoio,con difficoltà,e mi guardo di nuovo allo specchio.

Sto bene.
Non dipendo da nessuno. Non più.
Non mi servono tanti uomini per essere felice, non mi serve nessun altro che pensi che io sia carina.
Perchè io sono il tipo di persona che,se si sente dire da qualcuno “ehy,sei carina”, allora si sente in dovere di volergli bene. Di regalargli qualcosa, di donare qualche pezzo di sé.
Ed è un errore,lo so,ma io sono fatta così.
Per me il difficile non è il dare,ma il ricevere.
E seguendo questa logica, mi sono abbandonata a troppe mani,a troppe labbra che avevano sussurrato “ehy sei carina”,ma che non lo pensavano veramente.
Adesso no,però, le uniche braccia sono le sue.

Quei giorni ormai sono lontani, ho solo pochi ricordi, non molto nitidi.
Ricordo i lunghi viaggi con i miei genitori, le lunghe litigate e i momenti in cui mi immergevo nella musica: ogni volta che iniziavano a discutere,io mettevo le cuffiette.
E li osservavo.
Così mio padre, rosso in viso, cominciava a cantare “Sing to me, sing to me I don’t want to wake up on my own anymore”
dei The Smiths, e mia mamma con le braccia per aria rispondeva con “Oh life,oh life please don't pass me by” dei Green Day.

Ricordo il mio carattere,che forse era la cosa peggiore.
Avevo paura di disturbare così tanto una persona con la mia presenza,che ad un certo punto della conversazione inventavo scuse terribili per andare a casa.Scusa, ho mal di testa devo tornare a casa.”Ma sei sicura di non poter rimanere?”Devi proprio andare?”Sì,ho così tante cose da fare,mi dispiace!”

e poi mi ritrovavo a casa. Sempre con lo stesso soffitto,sempre con le stesse canzoni tristi e senza aver sfiorato mani, incontrato occhi o riso fino alle lacrime.

Adesso sto bene.
Adesso sono tornata in discoteca,anche se il dolore ai piedi è rimasto lo stesso.
Adesso ho preso quella casa in montagna che mi piaceva tanto, e spesso ci passo settimane intere a bere tè caldo e a leggere.
Adesso se una persona mi chiede di rimanere, io rimango. 
Adesso se qualcuno che non è lui mi dice che sono carina, io sorrido, ma non mi concedo.
Adesso faccio viaggi, prendo treni e visito il mondo.
Adesso rido,fino alle lacrime, anche per cose stupide.
Adesso il mio cuore esplode quando le sue labbra piene si aprono in un sorriso.
Adesso sono felice quando le sue mani mi sollevano da terra, e i suoi riccioli mi fanno solletico al viso.

Mi guardo bene allo specchio: gli occhi sono stanchi,i capelli sono disordinati,la giornata è opprimente,ma sorrido.
E mi rendo conto di stare davvero bene.
     
  
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