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Autore: _Once_Upon_A_Time_    18/08/2013    0 recensioni
Ciao ragazzi..!
Questa è la mia prima FanFiction, spero vi piaccia!
Parla di una ragazza che si trasferisce a New York con il suo migliore amico gay.
Sapete.. Se devo essere sincera questa storia è un po' come vorrei fosse la mia vita dopo i 18-19 anni.. Dio, quanto vorrei andarmene da questa città!
Comunque, cliccate sul link per accedere alla mia pagina facebook di grafica per vedere la presentazione dei personaggi: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.702530949763491.1073741830.600178249998762&type=3&uploaded=17
Ciao ciao..! :P
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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POV REBEKAH

La sveglia sta suonando. ‘Sono già le 8.00?’ Svogliatamente, allungo una mano verso il comodino e spengo la sveglia. Mi strofino gli occhi e, con tutta la calma del mondo, come se ciò che è successo ieri sera non fosse successo (il che, effettivamente, è vero..) e come se non mi stessi preparando per un importante colloquio, mi alzo dal letto e mi alzo i capelli facendo un piccolo chignon improvvisato. –“Josh..!”- urlo per svegliarlo. –“Josh..?!”- urlo ancora per la risposta non ricevuta. Mi dirigo verso la sua stanza da letto e apro la porta. –“Vuoi svegliarti o no? A che ora sei torna..”- ‘Cosa?? Non è qui? E’ già uscito? O non è affatto rientrato?’ Sono troppo in pensiero. Devo chiamarlo. Ora. Prendo il cellulare e compongo il suo numero. Squilla? Squilla..! ‘Dai, Josh, rispondi!’ –“O mio dio. Josh. Dove diavolo sei??”- rispondo appena lui accetta la chiamata.
–“Scusa? Chi sei tu?”- risponde una voce femminile.
-“Sono un’amica di Josh. Lui dov’è?”- quasi urlo da quanto sono preoccupata. ‘Chi cazzo è questa qui?’
-“Oh, non mi avevi detto di avere una ragazza.. Ora capisco perché eri così strano ieri sera..”- Sembra che stia soffocando a stento una risata e non sembra essersi rivolta a me mentre parlava. –“Comunque, ‘AMICA DI JOSH’, lui è in bagno. Te lo passo appena esce. O ti richiama lui, come preferisci.”- adesso sta parlando a me. Io sono sconvolta. Non so cosa stia succedendo. –“Oh, eccolo qui.. Ehi!”- Credo le abbia strappato il telefono dalle mani.
-“Josh?”-
-“Becks..!”-
-“Tutto bene? Cosa diavolo hai fatto ieri sera? Perché non sei tornato in albergo?- il mio tono cambia da un secondo all’altro.
-“Ero ubriaco e credo di aver fatto una vera cazzata.”- si sente che ha abbassato la voce per non farsi ascoltare dalla donna che è con lui.
Sospiro per la frustrazione e poi ricomincio. -“Dove sei adesso?”-
-“Sono da qualche parte a Brooklyn.”-
-“Riesci a tornare a casa?-
-“Si, penso di si. Tu non preoccuparti per me.. Noi ci vediamo a pranzo giù al cafè. Va bene?”-
-“Sicuro?”-
-“Certo. Adesso vai a prepararti per il colloquio. In bocca al lupo.”-
-“Crepi. A dopo, allora.”- riattacco. Non ci posso credere.. Se i miei incubi sono esatti, lui è andato al letto con una tizia, una sconosciuta. Oddio. Vogliamo dire che io, Rebekah Marco, non sono andata al letto con quel gran figo di Parker.. e LUI, Josh Bell, GAY, è andato a letto con una appena conosciuta. Non credo di capire più niente. Vado a vestirmi, è meglio. Prendo dalla valigia ancora non disfatta la biancheria e dall’armadio il completo acquistato ieri mattina, le scarpe e, sempre dalla valigia, una borsa nera che è un po’ il mio passepartout. Appena finisco di farmi la doccia, mi vesto, mi lavo i denti, mi trucco più del solito   e mi faccio uno chignon degno di questo nome stavolta. ‘Non ho fatto colazione!’ Lo stomaco mi brontola e, per di più, mi sono appena lavata i denti. ‘Holiday’ dei Green Day richiama la mia attenzione e mi distrae dai miei pensieri. –“Pronto?”-
-“Tesoro..! Come stai? Ti disturbiamo?”- una voce calda e familiare mi fa sorridere al cellulare.
-“Mamma..! Ma no, non mi disturbate. Tutto bene, grazie. Voi a casa?”- E’ bello sentirla.
-“Bene bene. Oggi hai il colloquio, vero?”-
-“Oh, si. Augurami buona fortuna.”-
-“Spero tanto che tu abbia il lavoro.”- c’è una pausa di 5 secondi e poi si sente come una risatina. –“Domani, invece, che farai?”-
‘Cazzo, è vero. Angela mi aveva detto che papà e mamma sarebbero venuti a New York a farmi una sorpresa. Li voglio bene, un mondo, ma sono anche uno dei motivi per cui ho deciso di trasferirmi così lontano.’ –“Non lo so ancora.. Vedremo.. Forse potrei prendermi il week end per andare con Josh a visitare la città.”-
-“Oh, d’accordo.. Allora a dom.. dopo. Allora a dopo, si.”-
-“Ciao, mamma. Salutami papà, e Angela.”- Si è tradita da sola per un secondo.
Guardo l’orologio e sono già le 9.30. Devo essere al Repeir Plums Inc. Building alle 10.30. Mangerò qualcosa e mi rilaverò i denti. Apro il frigorifero e ci trovo solo un paio di birre e una confezione di yogurt ai mirtilli. ‘Mmh.. Adoro i mirtilli.’ La prendo, apro un cassetto, prendo un cucchiaino, mi siedo e comincio a mangiare. Nel frattempo, decido di vedere un po’ di televisione. Al telegiornale dicono di una rapina a Manhattan e di un suicidio di un famoso regista. Appena finisco di mangiare, vado in bagno e mi rilavo i denti, poi controllo se sono in ordine e prendo la borsa. Prendo le chiavi e il cellulare e scendo giù in strada a chiamare un taxi. –“Buongiorno. Mi porti al Repeir Plums Inc. Building, Manhattan.”- dico gentilmente all’autista. ‘Sta arrivando il mio momento. Devo dare il massimo.’ Penso mentre guardo l’auto scorrere tra i viali del quartiere. ‘Ieri ho mandato in bianco Parker, nonostante mi piacesse tanto. Ma non voglio andare a letto con il primo che capita. Penso che lo chiamerò visto che ci siamo scambiati i numeri.’

Arrivati di fronte all’imponente edificio di 20 piani, pago e scendo dal taxi. Rimango in piedi e immobile davanti a quel maestoso edificio facendomi abbracciare dai rumori della metropoli. ‘Ce la puoi fare!’
Entrata nell’edificio, mi sono ritrovata davanti un ampia hall, moderna e sui toni del bianco e dell’azzurro. A destra c’era un salottino, a sinistra una reception e al centro un ampia scalinata di cristallo. ‘Wow’
Mi dirigo verso la reception e noto di mio malgrado che le impiegate qui sembrano tutte delle bionde alte 2 metri.. ‘Oddio. Sembra di essere in Cinquanta Sfumature di Grigio..’
-“Salve, sono Rebekah Marco. Ho un colloquio con Kara Plum tra 10 minuti.”- osservo la bionda con gli occhi azzurri e con due tacchi chilometrici.
-“Certo, Miss Marco.”- dice dopo aver controllato qualcosa sul suo computer. –“Vada al quindicesimo piano e attenda lì. Una nostra segretaria la verrà a chiamare.”- mi sorride gentilmente indicandomi la scalinata.
-“Grazie.”- ricambio il sorriso e mi dirigo verso la spettacolare scalinata di cristallo. ‘Fa quasi paura guardare in basso.’ Salgo al piano superiore e svolto a destra entrando in ascensore. C’è un’altra biondona accanto a me nell’ascensore che mi sorride gentilmente.
-“A che piano va?”- mi chiede altrettanto gentilmente.
-“Al quindicesimo, grazie.”- Preme il pulsante dell’ascensore per me. Quando le porte si aprono, ci sorridiamo a vicenda ed esco. Mi ritrovo davanti a un ampio pavimento trasparente che mi permette di vedere tutto ciò che succede al piano sottostante. Poi guardo in alto e il soffitto è un grande specchio. ‘Oh. Ho capito. Si può vedere quello che c’è sotto, ma non quello che c’è sopra.. Quindi quelli del quattordicesimo piano non possono vedere me, ma possono vedere quelli sotto di loro.’
Avanzo verso un ingresso ovale dove si trova un salottino e una reception. Mi siedo. Dopo nemmeno 3 minuti, un’altra bionda si avvicina a me.
-“Miss Marco?”- mi sorride gentilmente come tutte le altre bionde. Io annuisco. –“Prego, mi segua.”-  Mi porta verso un ampio corridoio e avanziamo fino ad arrivare alla fine, dove si trova una porta di vetro con un disegno a fiori molto elegante. La bionda bussa e all’ ‘avanti’ della donna dall’altra parte della porta entra e mi presenta. –“Miss Plum, lei è Rebekah Marco, qui per il colloquio da assistente.”- sorride ad entrambe e mentre esce dalla stanza mi sussurra un ‘buona fortuna’. Stringo la mano alla bellissima donna difronte a me e mi accomodo sulla poltroncina di pelle azzurra.
-“Allora, Miss Marco.. Iniziamo dalle presentazioni. Io sono Kara Plum e sono la caporedattrice, nonché creatrice di questa rivista. Lei è qui per il posto da assistente, no? Io pretendo il massimo dalle mie assistenti. Dato che questa rivista è di fama internazionale, ho bisogno che tutti i miei impiegati, dal primo all’ultimo, siano efficienti nel proprio lavoro. Sarà molto difficile, sa? Dovrà svolgere compiti molto difficili in un tempo molto ristretto, a volte. E’ disposta a tutto questo, signorina?”- passa subito al punto, senza mezzi termini.
-“Oh, si. Sono molto intraprendente e, mi sembra scontato dirlo, ma sarebbe un onore lavorare con lei.”- dico con il fiato corto, come se avessi appena fatto una corsa.
-“Per me..”- tossisce, mormora queste parole e tossisce ancora. –“Ci sono centinaia di ragazze che vorrebbero essere qui al suo posto. Perché dovrei scegliere lei?”-
-“Sono molto brava nel contrattare con le persone, sono molto svelta nelle cose che faccio e le faccio anche nel migliore dei modi. Adesso sono qui davanti a lei e già mi vedo a lavorare per lei. Mi creda quando le dico che esaudirei ogni sua richiesta a lavoro. Insomma, una volta ho girato mezza Roma per trovare un vecchio cantante che si era ritirato.. Nessuno sapeva dov’era e io, in mezza giornata ho attraversato mezza Italia e l’ho trovato. Allora, lavoravo per un telegiornale locale della mia città.”- ‘Respira.’
-“Oh, si, giusto. Lei è italiana. Da quanto vive a New York?”-
-“In realtà solo da ieri..”-
-“Oh, parla benissimo l’inglese. Complimenti. Ci servirebbe una che impara alla svelta, ma forse questa poca conoscenza della città non sarebbe di grande aiuto.”- abbasso lo sguardo.-“Dove si vede da qui a cinque anni?”- cambia subito argomento.
-“Spero sinceramente di diventare qualcuno, qualcuno che sia un modello e sia di ispirazione per le ragazze, come lei, insomma.”-
-“Bene. Senta, come le ho già detto, questo lavoro non sarà affatto facile. Spero che sia una che non ama molto la routine, perché in questo lavoro c’è sempre qualcosa di nuovo da fare.”-
-“Oh, è uno dei motivi per cui mi sono trasferita a New York.. Per non essere monotona e per non seguire la solita routine.”-
-“Sa, è pieno qui di ragazze come lei.. Ragazze appena trasferitesi che sognano di diventare modelle, attrici, cantanti, creatrici di una rivista.. Lei sembra non avere molto chiare le idee su quello che vuole fare, nonostante sia totalmente decisa a lavorare qui..”- ‘Merda. Io voglio lavorare qui. Ma ha ragione.’ –“E sarebbe magnifico se fossi proprio io a farla diventare una donna importante, a farle capire che strada seguire. Sarebbe davvero stupendo se lei volesse prendere ispirazione da me mentre lavorerà qui.”- Mi sorride. ‘O mio dio! Un po’ vanitosa, ma che importa..! Forse ce l’ho fatta!’ –“Facciamo così: la farò richiamare nel week end per farle sapere con certezza se lavorerà per me o meno. Mi faccia solo dire che ha ottime possibilità..”- ci alziamo e ci stringiamo la mano. Sto sorridendo, ma sto ancora tremando. –“Arrivederci.”-
-“Arrivederci, Miss Plum.”- Esco dalla stanza e ‘o. mio. dio.’ È stato estenuante. Sembrava dirmi ‘che diavolo ci fa questa qui?’ e un minuto dopo sembrava mi dicesse ‘sei la candidata ideale..!’.
Oltrepasso la reception e la bionda che mi ha accompagnato prima mi sorride.

Davanti all’ingresso dell’edificio mi fermo e sorrido passandomi una mano sulla fronte. Poi mi arriva una chiamata. –“Pronto?”-
-“Sono Josh. E’  mezzogiorno, hai finito?”- Ha la voce speranzosa, che dolce.
-“Si, poco fa.”-
-“E allora??”-
-“Forse ce l’ho fatta..!”- si sente che sta sorridendo con me al telefono.
-“Fantastico! Adesso dove sei? Io sono in hotel.”-
-“Si, ti raggiugno subito al cafè.”-
-“Ok, ciao.”- e riattacca.
‘Dovrei chiamare i miei..?’ mentre chiamo un taxi chiamo mio padre. –“Papà? Sono Rebekah!”
-“Ehi, tesoro..! Che succede?”-
-“Ho fatto il colloquio!”-
-“Da come parli sembra sia andato molto bene!”-
-“Si, forse mi prendono..!”-
-“E’ stupendo, tesoro..! Sara?! Rebekah forse lavorerà a Flawless..!”- sta parlando con la mamma.. ‘Spero davvero di farcela.’ –“Quando sarà certo?”-
-“Mi avviseranno entro domenica.”- nel frattempo entro in un taxi e dico all’autista di portarmi aCrown Heights.
-“Spero davvero che tu ce la faccia, tesoro. Ma ricordati che saremo fieri di te, in ogni caso: sei diventata una donna indipendente ormai..!”- sorrido.
-“Adesso devo andare papà. Vi chiamerò, ok?”-
-“Certo, ciao.”-
-“Ciao.”- ‘ho sempre avuto un bellissimo rapporto con mio padre, stavo sempre con lui quand’ero piccola.. Pensavo anche che fossi nata da lui.’ Il ricordo mi fa ridere e l’autista mi guarda dallo specchietto retrovisore. Non ci faccio caso.
Passiamo dal ponte di Brooklyn, come tante altre volte, ma adesso è la prima volta che me ne accorgo. ‘Wow’ Il traffico non lo rende meno spettacolare.

 
-“Ehi.”- Josh alza una mano per farsi vedere e mi sorride calorosamente appena mi siedo.
-“Ciao.”- ricambio con lo stesso sorriso.
-“Tutto bene?”-
-“Si, si. E’ andata meglio di quanto pensassi. Ha detto che ci sono ottime probabilità che mi assumano. Insomma, se non è una frase fatta è un buon segno, no?”-
-“Assolu..”- non fa in tempo a parlare, che lo blocco.
-“Adesso basta distrazioni, caro. Niente più giochetti per farmi dimenticare quello che hai combinato. Ora mi dici che è successo.”-
Sembra aver paura. Anche io avrei paura di me stessa in questo momento.
La cameriera però interrompe la mia sfuriata. –“Che cosa ordinate?”-
-“Fish and chips e una coca.”- Josh mi guarda e poi rivolge lo sguardo alla cameriera dai lunghi capelli biondi. ‘Ne ho fin sopra ai capelli delle bionde per oggi.’
-“Anche per me, grazie.”-
-“Subito.”- dice e si volta per allontanarsi.
Giro la testa e lo guardo torva. ‘Mi dici che hai fatto, Josh??’
-“Senti, non guardarmi così.”- alza le mani in segno di difesa.
-“Ah, no? Come dovrei guardarti allora?”-
-“Ho sbagliato. Lo so. Volevo scappare via da quella casa prima che Meg si svegliasse, ma era già sveglia quando mi sono alzato.”-
-“Tutto qui? Volevi filartela? Ma che diavolo hai in testa? Sei gay, cazzo!”- Il volume della mia voce aumenta dempre si più.
-“Abbassa la voce, per favore.”- ‘Perché Josh? Perché?’ –“Ero ubriaco fradicio, tanto da non riuscire a dirle di no. La mia testa diceva una cosa e la mia bocca un’altra. Non volevo farlo. Non ricordo nemmeno tanto di ieri sera, solo tante, troppe tette.”- fa una faccia disgustata. E, nonostante sia furiosa, non posso non trattenere una risata.
-“Stai bene? Dimmi solo questo.”- Ho cambiato totalmente tono.
-“Si, si sto bene. Mi dispiace averti fatta preoccupare.”-
-“Dispiace anche a me.”-

La cameriera arriva e ci serve i piatti. Mentre mangiamo quel pesce che da di frittura, parliamo e sparliamo, tipico nostro dopo una litigata.
-“Allora? Che hai fatto oggi?”- gli chiedo, curiosa, tra un boccone e l’altro.
-“Sono andato dallo zio Thomas. Ha un’agenzia di modelli e modelle. Sai, non lo sapevo..! Credevo facesse l’avvocato..”- c’è un pizzico di euforia nella sua voce. –“Indovina chi ho incontrato lì.”-
-“Non lo so. Chi?”-
-“Mich.”- Lui sorride e annuisce, come se dicesse ‘Eh, già.’
-“No.. NO. Non ci credo.”-
-“Si, invece. Lavora lì a quanto pare.”-
-“E gli hai chiesto come ha fatto a trovarti su facebook?”-
-“Ha detto che gli è bastato scrivere Josh, Italia e The Vampire Diaries.”- alza le mani come per dire ‘Non chiederlo a me..!’ –“Si, lo so. Ha capito che ero italiano dall’accento, nonostante non sia italiano al 100%. Ma la cosa più sconcertante è: sembro così tanto un fanatico di The Vampire Diaries? Da cosa l’avrà capito??”-
-“Oh, sai.. Forse è la mia sconvolgente somiglianza a Nina Dobrev..!”-
-“Modestamente a parte.”- e scoppiamo a ridere entrambi. –“Però, tieniti forte. C’è di più!”-
-“Cosa? Cosa?”- il mio udito è allerta.
-“Ho incontrato..”- tira fuori qualcosa dalla tasca della giacca. Sembra un fogliettino con su scritto qualcosa. –“Jensen Ackles. Il solo e unico.”-
Ho la bocca spalancata, gli occhi spalancati, sono così.. sconvolta! ‘L’ha davvero incontrato? O. MIO. DIO. Quanto volevo essere lì al suo posto: LO AMO, LO AMO E LO AMO.’
-“Becks, bevi un po’ di cola e respira.”- fa uno di quei sorrisi che si fanno per ‘scusarsi’. E intanto, mentre sono ancora immobile e scandalizzata, lui mi porge il foglietto con su scritto il suo autografo. –“L’ho fatto fare per te! Non sapevo che il caro e vecchio zio Thomas avesse un’agenzia di tale importanza..!”- Josh sta parlando da solo, perché io davvero sono ancora lì, immobile, incapace di assorbire quella notizia. Poi, all’improvviso, mi alzo e corro ad abbracciarlo. Lui è sempre lì per me. Ha pensato a me, anche davanti alla bellezza incredibile di Jensen. Oh, quanto lo adoro.

-“Grazie, grazie di cuore.”- gli sorrido e quasi non mi scende una lacrimuccia. ‘Oh, lo so. Penseranno tutti che sia una cretina, per pensare queste cose, ma non ci posso fare niente. Queste piccole cose, per me sono grandi, enormi, giganti. Lui è uno dei miei idoli. A questo mondo, Josh è sempre stato l’unico in grado di capirmi e non prendermi per una pazza scatenata. Gli voglio un bene dell’anima.’
-“Prego.”- mi sorride dolcemente.
-“Posso tenerlo vero?”- Afferro il bigliettino e lo sventolo un pochino.
-“Ovvio. Te l’ho detto. E’ per te.”- sorridiamo, sorridiamo e sorridiamo. –“Mi ha detto di salutarti e ha detto anche che se non fosse sposato e non avesse una figlia ci farebbe un pensierino su di te, dato che gli ho fatto vedere una tua foto.”- Scoppiamo a ridere. ‘Lo ha detto davvero. Come direbbe Miss Anastasia Steele: la mia dea interiore sta saltando dalla gioia.’

Dopo, abbiamo continuato la chiacchierata, insomma.. sembra davvero essersi rilassato al pensiero di Mich. Mi ha raccontato che hanno legato subito. E poi, la notizia bomba. Mich, sembra aver proposto allo zio di Josh di farlo lavorare con loro. ‘Wow. Josh un modello.’ Gli brillano gli occhi quando lo racconta. Si vede che l’idea gli piace. Ha detto che forse ha trovato un lavoro anche lui. Sono tanto felice per lui. ‘Questo pranzo sembra essere infinito!’
-“Forse Angela aveva ragione.”- intervengo riferendomi alla telefonata di ieri di mia sorella.
-“Riguardo a cosa?”-
-“Ai miei. Verranno davvero domani, penso. Mia madre stava per dirlo stamattina, ma poi si è corretta..!”-
-“E non vuoi che vengano a trovarti?”-
-“Non lo so. Li voglio molto bene, lo sai, ma mi sono allontanata per avere un po’ di spazio tutto mio e non sono passati neanche due giorni.”-
-“Sicura che sia solo questo?”-
-“Ecco.. Non voglio che mi vedano come una fallita.. Ci sono probabliltà che rimanga disoccupata se non mi assumono. E non voglio che mi dicano ‘Avevamo ragione, visto?’. Sarebbe umiliante.”- la mia faccia è totalmente schifata e disgustata all’idea.
-“Ehi. Non sono passati neanche due giorni. L’hai appena detto.”- appoggia una mano sulla mia.
-“Ma tu hai avuto un lavoro, così dal niente.”-
-“Non è ancora sicuro. E poi sono sicuro che avrai il posto di assistente. Sarebbero dei grandissimi idioti a non darlo a te.”- ‘Lui mi incoraggia sempre. Ho già detto che gli voglio un bene dell’anima?’
-“Ti voglio bene.”-
-“Anche io te ne voglio.”-
Ci alziamo dalle sedie e dopo un’ora e mezza, usciamo dal cafè e ci dirigiamo nella nostra stanza d’hotel. Vogliamo riposare un po’. Così stasera potremmo uscire, questa volta senza commettere l’errore di lasciare da solo Josh con degli alcolici. E così, tornati in camera, io vado a spogliarmi e a mettere una t-shirt per dormire più comoda e Josh si butta sul suo letto così com’è e comincia a dormire dopo nemmeno 2 minuti.

Davanti allo specchio del bagno, mentre mi sciolgo i capelli, rifletto un po’, rifletto su quanto sono stata fortunata 8 anni fa a finire nella 1a E della mia scuola media, così da poter conoscere quella persona stupenda che è Josh.







*Angolo dell'autrice
Allora? Come vi è sembrato questo capitolo? Recensite, recensite..!
Solo così potrò migliorarmi..!

Comunque spero che vi sia piaciuto..! *____*
Alla prossima!
 
  
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