Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Effie__Pn    18/08/2013    1 recensioni
Questa storia nasce da un'immagine, che ha stuzzicato la mia fantasia.
E se Gale e Madge fossero stati sorteggiati al porto di Katniss e Peeta?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Madge Undersee, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Madge non riusciva a staccare gli occhi dalla propria immagine riflessa nello specchio. Cinna le aveva fatto indossare un abito lungo fino ai piedi e fermato su una spalla da una grande spilla d’oro con sopra inciso il simbolo del Distretto 12. Il vestito era di un materiale leggerissimo, dai colori cangianti. Rosso scuro all’altezza del petto, per poi passare all’arancione cupo fino a cadere nel giallo. Dal fondo della gonna partiva un complicato arabesco di fili intrecciati, rossi come il sangue. Nell’insieme, Madge sembrava una fiamma. Piccola, tremula, ma al tempo stesso leggera, piena di vita, affascinante. Affascinante. Già. Haymitch le aveva detto che sarebbe piaciuta al pubblico, ma ora ne era davvero convinta. Scostò una ciocca di capelli biondi dalla fronte. Una parte di essi era raccolta, mentre il resto scendeva morbido sulle spalle, intrecciati con fili d’oro per renderli più lucenti. Madge brillava di luce propria.

***

Gale si stava fissando allo specchio con aria perplessa quando entrò Portia, la sua stilista. “Oh, stai benissimo- gli disse la donna- farai davvero colpo”
“Non ne sono poi così sicuro.”
Indossava una tunica a mezze maniche lunga fino ai piedi, color arancio scuro. Poggiato sulle spalle aveva un mantello che cadeva pesantemente a terra. Il mantello era fissato su una spalla da una spilla d’oro con inciso il simbolo del suo Distretto, ed era rosso cupo, con un complicato intreccio di fili arancioni e dorati. Il tutto faceva sembrare Gale una fiamma: forte, vigoroso, potente e oscuro.
Oscuro. Era così che si sentiva.
Sui capelli scuri aveva una sottilissima corona d’alloro fatta di bronzo.
Ma tuttavia non era convinto che quell’abbigliamento fosse una scelta saggia, così domandò a Portia:
“Da dove avete preso l’idea di questo costume?”
“Vedi,qualche millennio fa- rispose Portia - un popolo che viveva oltre l’Oceano creò un vastissimo impero, e chiamò la sua capitale Roma. I Romani (questo era il loro nome) erano abili strateghi militari e avevano un esercito imbattibile, per l’epoca. Il loro impero durò secoli, e trovò spazio per le arti più raffinate, oltre a quella militare. Gli abiti che indosserete tu e la tua compagna ricalcheranno il loro stile. Lo chiamano “stile impero”.
Noi vogliamo farvi apparire forti, come lo erano loro.”
“E perché il fuoco. Non dovremmo essere vestiti da minatori?”
“I minatori estraggono il carbone, e il carbone viene bruciato. Voi rappresentate l’essenza stessa del vostro Distretto. Voi siete l’energia.”

***
Madge stava aspettando Gale accanto al carro contrassegnato con il simbolo del loro Distretto. Gli altri Tributi erano come lei incollati ai carri, e nell’aria c’era tensione. La porta di un ascensore si aprì, rivelando Gale in tutta la sua statura. Madge arrossì quando lo vide, avvolto da un pesante mantello che gli dava un’aria di superiorità. Lui si diresse subito verso il loro carro, visibilmente teso.
“Ciao- le disse – Stai benissimo.” Era vero. Madge era splendente nel suo abito “stile impero”.
“Grazie.” La ragazza divento rossa come il proprio vestito. “Anche tu. Voglio dire, sei bellissimo. Cioè, stai benissimo.”
“Grazie.” Era arrossita o era solo una sua impressione?
Per fortuna Cinna li raggiunse proprio quando la situazione si stava facendo imbarazzante.
Lo stilista andò dritto al punto.
“Voglio che sorridiate, che salutiate il pubblico. Ma non sbilanciatevi troppo. Dovrete sembrare anche pericolosi. Tutto chiaro?”
Gale e Madge annuirono.
“Bene, si comincia.”

***
L’inno nazionale di Panem suonava dagli altoparlanti mentre il primo carro usciva nel tramonto dell’Anfiteatro Cittadino. Gale e Madge sarebbero stati gli ultimi.
Quando il loro carro si mosse, Madge sussultò.
“Ho paura- sussurrò a Gale – E se non piacessimo?”
“Tranquilla, piacerai di certo. Sei fantastica con quel vestito.”- le rispose Gale.
La luce del Sole morente li investì mentre varcavano la soglia, grida di ammirazione si levavano dagli spalti.
In pochi secondi tutta l’attenzione del pubblico era rivolta sui tributi del Distretto 12. Sembravano due fiamme, affascinanti e letali. Migliaia di occhi li fissavano, migliaia di mani si tendevano per toccarli.
Gale per un secondo rimase impassibile, ma poi cominciò a reagire, salutando la folla con un sorriso luminoso, ma distaccato, quasi annoiato. Madge, dal canto suo, aveva già fatto perdere la testa a decine di uomini e donne della Capitale con il suo incantevole sorriso, incorniciato dai motivi fiammanti del suo abito.
I carri rallentarono e si disposero per ascoltare il discorso del Presidente Snow, che da tempo immemore governava Panem e tutti loro.

***

“Ottimo lavoro, ragazzi, davvero un ottimo,ottimo, ottimo lavoro!”- trillò Effie Trinket non appena i ragazzi scesero dal carro.
“Ben fatto.”- si limitò a dire Haymitch.
Gale sentiva su di sé gli sguardi degli altri tributi. Lo sapevano, sapevano che lui e Madge avevano catalizzato tutta l’attenzione dei Capitolini. Ed erano arrabbiati.
Perfetto. Gale incrociò lo sguardo del tributo maschio del Distretto 2, vestito con un’armatura dorata con tanto di elmo alato. I suoi occhi lampeggiavano di odio.

***

“Sono pessimo, lo so. Ma cosa posso farci? Io li DISPREZZO. Non posso far finta di essere contente di essere qui”.
Gale stava discutendo con Haymitch. In teoria, avrebbero dovuto preparare l’intervista. In teoria. In pratica stavano discutendo da un’ora.
“Tu devi solo rispondere alle domande con un sorriso. Ti costa tanto?”- sbraitò Haymitch.
Gale non rispose. Era troppo stanco per rispondergli.
Negli ultimi tre giorni lui e Madge avevano affrontato l’addestramento assieme agli altri Tributi. Haymitch aveva chiesto loro di tenersi lontano dalle cose in cui avevano già esperienza. Gale quindi aveva evitato le trappole, la botanica e il tiro con l’arco. In quello non era bravo come Katniss, ma era migliore degli altri Tributi.
Madge purtroppo non sapeva fare quasi nulla. Aveva una buona mira, e con una fionda era capace di far male. Ma non di uccidere. I coltelli la spaventavano, e non riusciva a scagliare una freccia. Gale aveva cercato di insegnarle a fare delle trappole, ma senza successo. In compenso, si era rivelata abile nel distinguere le piante commestibili da quelle velenose. Aveva una buona memoria, ma la memoria aiuta poco quando si è un Tributo negli Hunger Games.Gale era preoccupato per lei, anche se a questo punto dello show, avrebbe dovuto pensare solo a se stesso.
“Ci rinuncio- disse Haymitch – Fa quello che vuoi, rispondi come ti pare. Ma non venire a lagnarti da me se poi non ottieni sponsor.
"E’ difficile che non ottenga sponsor" pensò Gale.
Ed era vero. Aveva ottenuto un 10 alla sessione privata con gli Strateghi, un voto che avevano ottenuto solo i Favoriti. Aveva sicuramente attratto gli occhi di qualche sponsor.

***
Madge era esausta, dopo aver passato l’ultima ora ad andare su e giù per la stanza con delle scarpe infernali che le aveva dato Effie. Erano altissime e molto scomode, ma a detta di Effie erano indispensabili.
La ragazza era preoccupata. Aveva ottenuto un 6 all’addestramento, e solo grazie alla sua buona mira con la fionda. Un punteggio intermedio come quello le avrebbe consentito di passare inosservata agli occhi degli altri tributi, ma non le avrebbe procurato nessuno sponsor. Cercò di scacciare via l’angoscia, concentrandosi sul dolore che le attanagliava i piedi.
Gale aveva cercato di aiutarla, durante l’addestramento, ma lei non era capace di fare quasi nulla.
Niente da fare, il peso dallo stomaco non se ne andava.
Tra pochi giorni sarebbe morta. Forse proprio il giorno dopo. Questo pensiero la sconcertava. Possibile che non potesse  fare nulla per cercare di sopravvivere?
Gale le aveva detto di reagire, di non disperarsi.
“Ebbene, se devo reagire, reagirò”- mormorò tra sé e sé.

***
“Ed ecco, dal Distretto 12, l’incantevole Madge Undersee!!”
La voce di Caesar Flickerman, lo storico presentatore degli Hunger Games, rimbombava nelle orecchie di Madge, mentre si alzava e si dirigeva verso il centro del palco.
“Benvenuta Madge. Sei bellissima, stasera”
“G-g-grazie Caesar.”
“Ooh, qualcuno qui è emozionato. Tranquilla, Madge, non ti mangerò! Allora, parlaci di te. Vieni dal Distretto 12, ma non sembri una del... come lo chiamate? Giacimento?”
“Sono.. sono la figlia del sindaco Undersee.”
“Aah, ecco spiegato. Ora, Madge, parliamo della tua sfilata sul carro. Eri davvero meravigliosa con quel vestito. Siete d’accordo con me?”- disse Caesar rivolgendosi al pubblico.
La folla esplose in applausi e grida.
Madge risentì la voce di Haymitch, quando nel treno le disse: “Visto? Tu piaci, carina. Evita di frignare, e forse riuscirò a procurarti qualche sponsor.”
Quell’intervista era la sua ultima occasione per ottenere un’aiuto.
“Grazie, grazie a tutti, davvero.”- disse con un sorriso, sperando che fosse abbastanza affascinante.
“Parliamo ora del tuo punteggio, Madge. Un sei. Non è molto, ma non è nemmeno poco. Cosa ci dici in proposito?”
Madge decise di giocare quella domanda a suo favore.
“Mah, chissà. Forse valgo solo un sei, o forse no. Forse ho nascosto le mie abilità. O forse no. Lo scoprirete presto.” Concluse questa frase con un sorriso, il più ammaliante possibile, che fece ammutolire la sala.
"Ci sono riuscita. Ho fatto colpo." Il peso che le bloccava lo stomaco stava lentamente svanendo.
“Ora, prima che scada il tuo tempo, ho un’ultima domanda. C’è qualche ragazzo, nel Distretto 12, che aspetta il  tuo ritorno?”
"Oh. Oh no. Questo di certo non lo dico a VOI" pensò Madge.
Ma non poteva non rispondere, e doveva essere certa di aver colpito gli sponsor. Così decise di dire la verità.
“C’è un ragazzo, del quale non dirò MAi il nome, per il quale ho una cotta da un po’. – ridacchiò, cercando di sembrare frivola – Ma spesso lui mi tratta male. Non so davvero cosa fare.” Pronunciò questa frase con un aria corrucciata, come una bambina che non poteva ottenere il giocattolo che desiderava.
Qualcuno dal pubblico gridò: “NON TI MERITAA!”
Caesar scoppiò a ridere, e il segnale acustico segnò la fine dell’intervista. Madge tirò un sospiro di sollievo mentre tornava al suo posto. Era riuscita a fare colpo senza esporsi troppo. O quasi. Il fatto che tutta Capitol City sapesse che aveva una cotta le dava fastidio.

***
“Benvenuto Gale. Benvenuto.” Caesar accolse Gale.
Portia gli aveva fatto indossare dei semplici pantaloni neri, una camicia bianca, e una cravatta nera appositamente allentata. Le maniche della camicia erano tirate su, per dare un effetto ancora più trasandato. Ma a giudicare dai fischi di approvazione del pubblico, quella scelta era stata perfetta.
“Allora, Gale. Tu, a differenza della tua compagna di Distretto, hai il tipico aspetto “da Distretto 12”. Non è uno schianto?”
Il teatro venne quasi giù dagli applausi, mentre decine di Capitolini piangevano per il loro amore non corrisposto.
Gale non si degnò nemmeno di rispondere. Si limitò solo ad un mezzo sorriso, quasi un ghigno.
“Parlaci del tuo addestramento. Hai ottenuto un bel 10, un voto insolito per il tuo Distretto.”
Il disprezzo di Gale per quella gente cresceva sempre più. “Credo che sottovalutiate il nostro Distretto. Le difficoltà ci temprano. E non abbiamo niente da perdere.”
Non era vero. Lui aveva tutto da perdere. Sua madre. I suoi fratelli. Katniss.
Katniss. Non pensava a lei da tempo. Era troppo preoccupato a cercare di sopravvivere.
“Bene, mi piaci così. Intimidatorio.”
Caesar Flickerman era un idiota.
“Ora, Gale, parliamo di te. Hai una ragazza che ti aspetta a casa?”- disse Caesar.
Dove voleva arrivare, quell’insopportabile Capitolino?
“Come?”- gli rispose Gale, alzando un sopracciglio, come se fosse del tutto indifferente all’argomento.
“Andiamo, Gale. Sei un bel ragazzo, ci sarà qualcuno di speciale per te. O magari tu sei speciale per qualcuno.”
“Se sono speciale per qualcuno, non lo so e non voglio saperlo. Ma per me... c’è qualcuno di speciale. E’ la mia amica, la mia compagna, la mia confidente. Più di questo non vi dirò.”
“Beh, sono certo che l’interessata capirà subito che stai parlando di lei. Non vuoi dirci nemmeno il suo nome?”
Gale iniziò a sudare. Avrebbe dovuto rivelare il nome della ragazza che occupava i suoi pensieri davanti a tutta quella gente? MAI.
“No, non lo dirò. Buona sera.” Il segnale suonò e Gale tornò al suo posto senza aggiungere altro.

***

Una volta tornati nell’appartamento, Effie e Haymitch diedero la buonanotte e si ritirarono nelle loro stanze.
Gale e Madge rimasero soli.
“Sei stata molto brava nella  tua intervista, Madge.” – disse Gale.
“Grazie. A-anche tu.”
Passò un minuto di silenzio imbarazzante.
“E così... sei innamorato di Katniss.”
“Come.. come hai fatto a capirlo?”
“La tua amica, la tua compagna, la tua confidente. Chi altri può essere?!”
“Già.. chi altri può essere?”- mormorò Gale.
“Bene. Buonanotte, Gale.”
Madge si voltò e si diresse verso la sua stanza.
“E tu? Chi è che ti tratta male, chi è quello per cui hai una cotta?”
La ragazza si fermò, senza voltarsi, il vestito d’organza dorata che ondeggiava.
“Tu.” Le spalle ebbero un fremito, mentre Madge proseguiva verso la sua stanza.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Effie__Pn