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Autore: Shadygirl11    18/08/2013    2 recensioni
la storia che segue non ha una collocazione temporale precisa comunque si tratta di un futuro in cui Stefan ed Elena si sono lasciati e Damono rimane a Mistyc Falls per proteggerla, Jenna è ancora viva, detto questo, buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Damon si avvicinò a lei, ma Elena si allontanò. Non poteva cedere, non poteva farsi trasportare così da lui, se lo avesse fatto tutto sarebbe cambiato, ma più lui era con lei, più Elena si sentiva vulnerabile.

Damon le si avvicinò da dietro, mise un braccio intorno alla sua vita ed Elena sobbalzò. Fece per andarsene, ma lui la blocco prendendole il polso e si mise davanti a lei talmente in fretta che Elena quasi non se ne accorse.

"Perché scappi da me?"                              

Le disse. Elena non aveva la forza di alzare lo sguardo e guardare in quegli occhi così magnifici e profondi.

"Perché non dovrei? In fin dei conti sei sempre un vampiro, come faccio a sapere se sei sazio oppure vuoi mangiarmi?"

Era chiaramente una scusa, non poteva dirgli che invece aveva paura di quello che provava per lui, tra di loro c’era una connessione.

"Andiamo, è una scusa e tu lo sai benissimo!"

E sfoderò il suo solito sorrisetto a metà.

"Da quando hai paura dei vampiri? E, soprattutto, da quando hai paura di me?"

Si avvicinò ancora di più a lei.

"Sai benissimo che non potrei mai farti del male."

Era serio mentre lo diceva, sincero, non era il solito Damon sarcastico, ironico e sicuro di sè che ormai conosceva bene e aveva imparato ad apprezzare… Fin troppo.

"Lo so."

Rispose Elena altrettanto sinceramente. Damon si allontanò da lei.

"Ok piccola, per stasera ti lascio in pace! Se ti senti sola, pensami!"

Riecco il Damon sarcastico che Elena conosceva bene…

"Tranquillo piccolo, non ne avrò bisogno!"

"Mmh, graffiante come sempre, mi piace!"

La provocò con lo sguardo come faceva di solito, Elena aveva quasi voglia di rispondere alla sua provocazione, ma resistette.

"Buona notte Damon."

"Notte Elena."

E scomparve più rapidamente di quanto chiunque potesse fare.

Elena si ritrovò nella sua stanza mentre rifletteva su quello che era successo. Era incredibile quello che sentiva di provare per Damon in quell’ ultimo periodo, era diverso da tutto quello che aveva mai provato in vita sua. Aveva amato Stefan, ma non era la stessa cosa, non riusciva a spiegarselo, ma quando guardava Damon in quegli occhi così belli e profondi, di un azzurro talmente intenso da provocarle dei brividi al solo pensiero, era come se il mondo si fermasse.

Basta! Per quella sera si era tormentata abbastanza. Decise di andare a letto e di non pensare a niente che riguardasse i suoi sentimenti, almeno fino all’indomani.

L’odore della colazione che veniva dalla cucina la svegliò, amava alzarsi così, era come se i suoi genitori fossero ancora vivi, ma ogni volta che scendeva le scale vedeva Jenna all’opera tra i fornelli che la riportava alla realtà.

"Buon giorno Elena, vuoi fare colazione?"

"Buon giorno zia. Scusa, ma devo scappare a scuola. Prenderò un caffè lungo la strada."

Elena sorrise e diede un bacio sulla guancia della zia prima di uscire di  casa.

Mentre si avviava alla macchina, Damon comparve al suo fianco.

"Buon giorno splendore!"

"Buon giorno raggio di sole!"

Gli rispose Elena, non troppo sorpresa di vederlo lì. Ormai erano un po’ di mattine che succedeva.

"Ti ho portato il caffè, ho sentito che non hai fatto colazione."

Lei gli diede una piccola spinta sulla spalla.

"Potresti farmi il favore di non ascoltare le mie conversazioni?"

"Questo vuol dire che non vuoi il caffè?"

"No, il caffè lo prendo volentieri"

E glielo tolse dalle mani.

"Ma la prossima volta potresti anche chiedermelo."

Damon sorrise.

"Come faccio a sorprenderti, allora?"

"Credimi, la tua sola esistenza é una perenne sorpresa per me!"

Ed esplosero tutti e due in una risata genuina e tra loro continuò il botta e risposta fino all’entrata della scuola, quando arrivò il momento di salutarsi.

"Allora, vediamo… Comportati bene, stai attenta in classe e non litigare con i compagni!"

Elena rise.

"Lo farò! E tu comportati bene, non litigare e soprattutto non ammazzare nessuno!"

Damon le sorrise e poi scomparve senza che nessuno se ne accorgesse.

La giornata di Elena proseguì rapidamente e tra una lezione e l’altra le capitò spesso di pensare a Damon, a quanto stava bene con lui e a quanto avrebbe voluto approfondire la loro intesa. Una vampata di calore la pervase quando cominciò a pensare ai suoi occhi, ai suoi capelli, al suo corpo… Era incredibile che fantasticasse su di lui in quel modo, ma ormai il pensare a Damon negli ultimi tempi era quasi una costante nella sua giornata.

La sera Elena si ritrovò in camera sua, intenta ad ascoltare della musica per rilassarsi dopo quella lunga giornata, quando sulla soglia della finestra apparve Damon. Lei sobbalzò.

"Cavolo, mi hai messo paura!"

Era seduta sul letto. Lui le si avvicinò.

"Come è andata la tua giornata?"

Le chiese Damon, sedendosi accanto a lei.

"Bene, un pò stancante."

"Mi hai pensato?"

Elena abbassò lo sguardo, ripensando alle fantasie che aveva avuto su di lui durante la giornata.

"Ehi, sei diventata rossa! Cos’è, un si involontario per caso?"

Elena si allontanò, ma lui si protese verso di lei accarezzandole il mento con la mano e facendole alzare lo sguardo.

"Vediamo, che scusa ti inventi questa sera per allontanarti da me?"

Lei lo guardò negli occhi, incapace di ribattere.

"Lo sento, sai?"

"Cosa?"

Disse Elena con un filo di voce. Damon, che aveva ancora la mano sul suo viso, piano piano cominciò a farla scorrere giù, prima sul suo collo, poi sulla clavicola e poi più giù, quasi vicino al seno di Elena, che rimase lì immobile, immersa nell’indecisione di fermarlo o no. Eppure non voleva fermarlo, lo desiderava intensamente ed era talmente bello stare con lui che non voleva che finisse. Damon fermò la sua mano all’altezza del cuore di Elena, che batteva piú forte ad ogni suo movimento.

"Io lo sento sempre."

Lei cercò di rimanere in sé, ma non ci riuscì.

"Non sei tu a provocarmi questa reazione, è soltanto lo stress che provo in questo periodo. Sai, aumenta con la tua presenza."

"complimenti Elena, questa scusa è peggiore di quella di ieri sera!"

Lei trovò la forza di alzarsi dal letto e di allontanarsi da lui.

"Ok, vuoi davvero fare questo gioco con me?"

"Io non sto giocando, Damon."

Lui si alzò e la spinse delicatamente, ma con decisione, contro il muro della sua stanza.

"Bene, non sto giocando nemmeno io."

Damon le si avvicinò sempre di piú, le mise una ciocca di cappelli dietro l’orecchio con una dolcezza estrema, la guardò negli occhi e poi, inclinando la testa, si avvicinò all’orecchio di Elena. Lei sentiva chiaramente il respiro di Damon su di sé.

"Vediamo se il tuo cuoricino riesce a sopportare questo."

Le sussurò all’orecchio, poi si spostò più giù e cominciò a baciarle il collo.

Quando sentì le labbra di lui a contatto con la sua pelle le sembrò di esplodere, era in uno stato di pura estasi.

"Damon…"

Disse Elena in un gemito. Si fece trasportare dal momento e gli passò una mano fra i capelli. Lui si fermò e si riavvicinò al suo orecchio.

"Attenta piccola, il tuo cuoricino potrebbe esplodere se continui così… Che dici, questo lo reggerà?"

Lui si avvicinò ancora di più, eliminando così il poco spazio che ormai era rimasto tra i loro corpi.

"Damon… Io…"

Lui le passò l’indice sulle labbra.

"Ssh… Ferma la tua testolina, segui solo il cuore che sta per esplodere dentro al tuo petto e baciami!"

Dopo qualche secondo, le labbra di Elena erano intrecciate a quelle di Damon, finchè anche le loro lingue non si trovarono, dando vita a dei gemiti provenienti da entrambi. I loro corpi erano uniti, Elena mise le gambe intorno al bacino di lui, che la sollevò e la portò sul letto, cominciò a sbottonarle la camicetta, lei gli tolse la maglietta e si mise sopra di lui senza mai staccare i loro corpi.

"Che dici, tu lo reggi questo?"

Gli sussurò Elena all’orecchio, cominciando a baciargli il petto e accarezzand piano i suoi addominali.

"Elena…"

Disse lui piano, poi la prese per i fianchi e invertì le parti, spostandosi sopra di lei.

"Adesso tocca a me."

Le baciò il seno e le slacciò i pantaloni, poi si fermò un attimo.

"Sei sicura che vuoi che continui?"

Elena lo guardò negli occhi, poi prese la sua mano e la spostò all’altezza del suo cuore.

"Lo senti? Fai quello che dice lui!"

Il cuore le batteva talmente forte che le faceva quasi male il petto, non aveva mai provato un dolore così piacevole.

Dopo poco si ritrovarono intrecciati l’uno all’altra, si muovevano come se fossero una persona sola ed entrambi erano finalmente contenti di esprimere quello che provavano.

Quella sera, per la prima volta, Elena si addormentò serena e felice tra le braccia di Damon.

  
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