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Autore: Shadygirl11    18/08/2013    0 recensioni
la storia che segue non ha una collocazione temporale precisa comunque si tratta di un futuro in cui Stefan ed Elena si sono lasciati e Damono rimane a Mistyc Falls per proteggerla, Jenna è ancora viva, detto questo, buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Elena si svegliò, ma non aprì subito gli occhi, si diede del tempo per rielaborare quello che era successo, non voleva cominciare subito ad analizzare tutto. Pian piano aprì gli occhi, preceduta dalla sua mano che cercava lui al suo fianco. Sorprendentemente, però, non lo trovò. Si alzò un po’ e vide che sul cuscino c’era un biglietto, lo aprì.

“Sono andato a fare colazione, la nostra notte insieme mi ha tolto più energie del previsto, a dopo Gilbert.”

Sul viso di Elena spuntò un sorriso, forse quella era la prima volta che vedeva la calligrafia di Damon, era molto elegante per essere di un uomo.

Lasciò i suoi pensieri vagare per un po’, poi si alzò dal letto per andare a fare una doccia. Indipendentemente da quel che era successo, sarebbe comunque dovuta andare a scuola.

Cominciò a regolare il getto d’acqua che scorreva rapido, i suoi pensieri erano come un fiume in piena, non poteva credere a quei ricordi, alle sue azioni. Le sue labbra però si schiusero in un sorriso, il cui significato non le era molto chiaro. Di una sola cosa era sicura, quel che aveva fatto con Damon non era del semplice sesso, il ricordo delle mani di lui che le accarezzavano il corpo con una dolcezza disarmante mista ad una passione quasi disperata, le faceva venire la pelle d’oca. Cominciò a far scorrere le proprie mani sul suo corpo, seguendo il percorso tracciato dalle mani di Damon e sussultò.

Uscì dalla doccia e si vestì e prima di uscire dalla sua camera posò un ultimo sguardo sul suo letto. Non lo aveva rifatto, forse perchè dentro di lei non voleva che tutto quello finisse. Si chiuse la porta alle spalle e

scendendo in cucina vide Jeremy con una tazza di caffè in mano.

"Elena, vuoi un po’ di caffè prima di andare?"

Lei in un flash ripensò al caffè che Damon le aveva portato il giorno prima, quella mattina non immaginava di certo che la giornata si sarebbe conclusa in quel modo.

"Volentieri Jer, grazie" e sorrise al fratello, uscirono di casa insieme e Jeremy si accorse dell’insolita assenza di Damon quella mattina.

"Hai litigato con Damon, per caso? Come mai non è qui con il suo solito sarcasmo a darci il buon giorno? Anzi, a darti il buon giorno."

Da quando Stefan era fuori città, Damon la teneva sotto stretta sorveglianza per proteggerla.

"Non abbiamo litigato, non so perchè non sia qui. In fondo anche lui ha una vita."

Elena ,durante tutto il tragitto per arrivare a scuola, cercò di comportarsi come al suo solito, cercando di non far trasparire i suoi sentimenti.

La campanella della prima ora segnò l’inizio della giornata. Elena entrò in classe con Bonnie e Caroline al suo fianco, decisa a non raccontare nulla di quello che era accaduto alle sue amiche, non avrebbe potuto sopportare i loro giudizi. E poi il fatto di tenere la cosa segreta la eccitava.

Le ore passarono e l’attenzione di Elena per la Bronte e per i numeri si faceva sempre più bassa, non poteva non pensare a ciò che avrebbe detto a Damon o al perchè lui non si era ancora fatto vedere. Sul suo volto dominava uno sguardo perso verso la lavagna.

Improvvisamente, la vibrazione del suo telefono nella tasca la fece sobbalzare. Senza farsi vedere dal professore, intento nella sua spiegazione, prese il telefono, sullo schermo appariva un messaggio, lo aprì.

DAMON:

“Guarda fuori dalla finestra.”

Si girò e lo vide in piedi poggiato sulla sua camaro azzurra, con il cellulare in mano, jeans, maglietta nera, giubbotto di pelle e il suo solito sorrisetto provocante e strafottente stampato in faccia. Elena gli sorrise e si tirò indietro i capelli. Il telefono vibrò nuovamente.

DAMON:

“Signorina Gilbert, dovrebbe stare attenta alla lezione, non farsi prendere dalle distrazioni, per quanto siano affascinanti.”

Elena scosse la testa ridendo rivolta verso di lui, un’altra vibrazione.

DAMON:

“Sei stupenda quando mi sorridi, appena suona la campana raggiungimi.”

Alzò gli occhi dal piccolo schermo del telefono, lo guardò e annuì.

Il professore richiamò la sua attenzione, Elena si voltò e cercò di non attirare ulteriormente gli sguardi di tutti, Bonnie e Caroline si erano girate a guardarla e lei sperava che non si fossero accorte della presenza di Damon.

Il tempo passò rapido e l’ultima campanella suonò, ora bastava solo seminare le sue amiche e finalmente avrebbe visto Damon. Mentre si avviavano verso gli armadietti, Elena le salutò e senza dare spiegazioni si affrettò ad uscire. Si avvicinò alla macchina di Damon, il vampiro le sorrideva  e lei si avvicinò avendo l’istinto di baciarlo, ma lui la fermò prima.

"Oggi abbiamo degli spettatori, sei sicura di volerlo fare?"

La ragazza si voltò e vide Caroline e Bonnie che la fissavano, distanti. "Pensavo fossero ancora dentro la scuola."

Disse Elena, voltandosi nuovamente verso Damon. Lo sguardo quasi accusatore delle sue amiche le diede fastidio, la storia tra lei e Stefan era finita da un po’ e lei e Damon si erano avvicinati molto in quel periodo, anzi, tra loro c’era sempre stato un qualcosa, una connessione, nonostante lei fosse stata restia ad ammetterlo.

"Meglio andare."

Salì in macchina seguita da Damon, sotto lo sguardo incredulo delle sue amiche.

"Allora signorina, come è andata oggi scuola?"

Damon la bacchettò col suo solito sarcasmo.

"Ti diverti, vero?" rispose lei, sorridendogli.

"Si, da morire."

Lui la guardò con la coda dell’occhio mentre guidava.

"Posso sapere dove stiamo andando?"

"E’ una sorpresa."

Rispose lui dolcemente.

Elena guardò fuori dal finestrino. Sapeva che prima o poi avrebbero dovuto parlare, parlare di loro due, parlare di quello che era avvenuto la notte prima.

"Damon, senti…"

Fece una breve pausa e lui le rispose subito

"No, so già cosa vuoi chiedermi, quello che stai per dirmi. Non parliamo ora, non pensare troppo. Ora siamo insieme e basta."

Le poggiò una mano sulla gamba ed Elena sussultò.

  
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