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Autore: AintAfraidToDie    18/08/2013    1 recensioni
Se avessi dovuto scegliere tra la vita o la morte, avrei sicuramente optato per la prima. Eppure capitava, in certi determinati momenti della mia adolescenza, che la possibilità di cessare di vivere prendesse le forme della scelta più giusta da fare. Ma poi arrivò lui.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Buried Myself Alive
Genere: Introspettivo; Romantico; Triste
Rating: Giallo
Avvisi: OneShot
Riassunto: Se avessi dovuto scegliere tra la vita o la morte, avrei sicuramente optato per la prima. Eppure capitava, in certi determinati momenti della mia adolescenza, che la possibilità di cessare di vivere prendesse le forme della scelta più giusta da fare. Ma poi arrivò lui.


Buried Myself Alive “


Se avessi dovuto scegliere tra la vita o la morte, avrei sicuramente optato per la prima. Eppure capitava, in certi determinati momenti della mia adolescenza, che la possibilità di cessare di vivere prendesse le forme della scelta più giusta da fare. Non potendomi catalogare per ovvie e cementificate motivazioni all’interno del circolo delle “persone normali” mi ero sempre detta che tutto ciò derivasse dalla mia più che spiccata negatività e secolare depressione. Ma poi tutto cambiò. Ma poi arrivò lui.

Lui era un ragazzo di quelli che non ti fa innamorare né al primo sguardo, né alla prima chiacchierata. Lui era un ragazzo di quelli che all’apparenza non hanno niente di speciale,  se non la loro evidente timidezza. Non saprei specificare il momento, l’attimo, il secondo in cui finalmente - o purtroppo - sono riuscita a guardarlo, a guardarlo veramente, per la prima volta. So solo che da quel momento è cambiato tutto.        
O perlomeno tutta me stessa.

***

Cosa ci faccio qui?

Come mai?

 Chi sono io? ..

Un’idiota, sicuramente.

Mi sento ansimare in un orecchio ed il mio delirio mentale si stoppa in un attimo; tempo due secondi e riconnetto il cervello, capendo tutto. Capisco la mia nudità, capisco tutto il sudore e l’odore di ormoni che aleggia nell’aria viziata all’interno di questa polverosa macchina. Capisco questo suo sguardo, capisco queste sue mani sul mio seno, capisco il bacio con la lingua che mi da.

Eppure perché mi sembra di non capire mai un cazzo?


“ Amore.. “ sussurra appena, fissandomi negli occhi. “ Tutto bene? ”

“ Sì.. mi ero un attimo persa. ”


Persa. Persa all’interno delle mie membra stanche, persa all’interno di un sospiro, persa in una realtà sovrannaturale che non mi sembra vera. Anzi, non può esserlo. Lui che mi chiama “amore”, lui che mi accarezza piano, lui che invece di limitarsi a toccarmi la pelle arriva fino all’anima. E la colpisce, la colpisce ripetutamente, fino a farla sanguinare.  Rivoli di sangue già coagulato che scivolano pian piano al mio interno, facendosi spazio, devastando tutto. Quel tutto che lui dice di adorare, ma che io ho paura di logorare. Quasi come se fossi una gomma da cancellare, che vien pian piano consumata per eliminare gli errori altrui, ortografici e non.

Amore,

amore,

amore..

Ma in fondo cos’è, quest’amore? Vorrei che lui me lo chiedesse, adesso. Mentre mi tocca con una frenesia quasi inaudita, mentre continua ad infliggere colpi. Colpi violenti quasi quanto la mia bronchite, direi.  So già come gli risponderei; un discorso fatto e rifatto, dentro la mia mente.


Non lo so, amore mio, gli direi.

Sono arida quasi quanto te, in fondo.

Eppure ho trovato la forza di guardarti dentro, di esplorare il tuo abisso.

E si sa, quando guardi dentro il buio anche il buio guarda dentro te.


Mi sono scoperta, sì. Forse è questo l’amore: aprirsi all’altro mettendo da parte la paura di soffrire e di cadere nel vuoto; il vuoto che si creerebbe se tutto andasse a puttane. A volte mi domando se tutto - tutto cosa, poi? -  è finto, se magari esiste solo nella nostra immaginazione. Dolore, ansia, felicità, rabbia..

Eppure il suo cuore pulsa forte, ed il mio fa uguale. Eppure la sua mano intrecciata con la mia riesce quasi a farmi piangere. Eppure il suo corpo è caldo, il suo fiato è corto e la sua fronte bagnata.  È unito a me e niente sembra poter essere più perfetto di questo momento idilliaco.  Vorrei potergli dire che lo amo, che è tutto per me, ma forse rovinerei quest’attimo a cui finalmente sembra non mancare niente. Vorrei che lui dicesse di amarmi, che morirebbe per me.

Ma forse anche tu hai le mie stesse paure, amore.  

Ma forse morti lo siamo già da un bel po’, insieme.


Chi lo sa, amor mio?


Lo guardo negli occhi e vedo un fuoco che riesce a scaldarmi anche le ossa. Gli guardo le mani e penso che sono le uniche a cui permetterei di farmele spezzare, quelle stesse ossa bollenti.  E forse proprio questo vuol dire amare; e forse proprio questo vuol dire annullarsi per qualcuno.

Tutto, tutto. Puoi farmi quello che vuoi, se prometti di restare.

Completo black out. Come se svenissi, come se cascassi in terra senza trovare niente a cui appoggiarmi. Una discesa a tutta velocità senza appigli e senza curve. A dritto, trecento kilometri orari e nessuna cognizione dello spazio e del tempo. Cosa ci sarà alla fine? Un muro contro il quale schiantarsi e ridursi in poltiglia, oppure uno spesso e morbido materasso pieno di piume di oca?

Alla fine è vero, è molto più facile farsi del male piuttosto che darsi un bacio. Accoltellarsi a vicenda fino al dissanguamento, essere masochisti fino allo spasimo. Io vorrei poter dire di non aver mai fatto soffrire nessuno, di non essere mai stata una stronza. Mentirei. Difficile contare le volte in cui mi sono fatta così tanto schifo da voler vomitare il mio cuore ed il mio cervello nel cesso, durante notti di paura. Durante notti in cui nessuno era al mio fianco. Nessun abbraccio, nessun bacio, nessuna carezza. Il nulla. La solitudine.  La convinzione che l’unica cosa che fosse veramente vera a questo mondo fosse il dolore.

Il dolore di sentirsi fuori posto ovunque andassi, con chiunque, in qualsiasi momento.
Senza te, amore mio.

E avrei voluto scappare. Forse vorrei scappare anche da qui, da questa macchina, da questo calore. Da questi occhi.

“ Chiudili, ti prego, perché ci sto affogando dentro. “


Non respiro. Non respiro. Non respiro.

Vorrei chiedere se anche a lui manca l’aria. Vorrei avere il permesso di aprire il finestrino, nonostante sia dicembre inoltrato.  Ma lui mi tocca, io lo tocco, e la nostra carne sembra fondersi in un qualcosa di così sublime che per l’ennesima volta confonderà i miei pensieri, alimenterà il fuoco che mi porto dentro ed incollerà la mia bocca alla sua. Senza vie di scampo. Dove cazzo è l’uscita d’emergenza?


“Dimmelo. Dimmi che noi due non saremo mai infelici.”






Note:
Ho scritto questa serie di riflessioni oggi, dal nulla. Era una vita che non riuscivo a scrivere qualcosa di decente, o che perlomeno mi piacesse almeno un po’ (anche se, come al solito, cado sul personale).
Quello che volevo esprimere è che, nonostante tutto, l’amore è bello e può far veramente risorgere una persona. Adesso l’ho capito anche io e sto bene, davvero. Anche se a volte la paura mi opprime, ora sono felice.

Grazie di aver letto,



AintAfraidToDie
  
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