Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Caesar    23/02/2008    2 recensioni
Tu arderai in questa buia notte, mia stella.
E le stelle, Tom, prima o poi, si spengono –.
Genere: Generale, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The Nameless

Capitolo I:

- Tom Riddle is dead -

Fu un lampo a squarciare violentemente il nero della notte.

Un fugace schizzo di luce in quella notte senza luna.

Scure nubi occupavano il cielo, simili ad ali nere tese ad oscurare Selene, e c’erano tuoni.

Scuotevano la terra. Rimbombi di pesanti martelli calati con forza sul ferro incandescente.

O almeno, Tom Riddle la vedeva così.

Camminava lento, circondato dall’oscurità.

Come avvolto in quel manto, di un colore così cupo.

Avrebbe voluto ridere, se solo non sentisse così freddo dove avrebbe dovuto esserci il cuore.

Eppure, anche alzando la mano pallida e poggiandola sul petto, Tom non sentiva niente.

Se non freddo. Quel gelo che aleggia come arsenico nell’aria. O nel cuore, a preferenza.

Ma doveva sentire qualcosa. Doveva.

Un battito sordo e muto, forse. Ma un battito.

Invece, niente. Nulla.

O sì, ci sarebbe stato da ridere.

Udiva ancora, come in un debole ma cupo eco, quelle parole.

- Nessun Riddle, prima di lei, ha mai frequentato questa scuola –

Buffo il destino.

Macabro, a volte.

Beffardo, sempre.

Sembra osservarti, dall’alto dei cieli sereni.

Quando sollevi il capo, a osservare le stelle. Allora lo vedi.

Il suo viso, formato da miriadi di diamanti incastonati nel nero della notte.

Il suo ghigno sprezzante, arrogante. E se la ride, osservandoci, come noi osserviamo le formiche.

Insetti. Non siamo che questo.

Vuote, inutili marionette che si muovono sul volgare palcoscenico delle nostre meschine certezze.

Alla nostra morte, sarà come se nessuno di noi fosse mai esistito.

Ed è questo che brucia dentro.

Questa certezza, che ci fa sentire morti, mentre ancora respiriamo.

Cadaveri che camminano.

Perché, qualsiasi nostra volontà, verrà stroncata.

Da lei, dalla Signora in nero.

Armata di falce, viene descritta.

Avvolta un cupo mantello scuro, il cappuccio calato ad oscurare il volto.

Iridi di brace ad osservare impietosi le sue vittime.

Ma la verità è diversa.

Splendida, con i capelli neri come la notte.

La pelle perlacea, le labbra rosse come fuoco.

E occhi suadenti, due schegge d’ossidiana dai riflessi del sole morente.

Danza, in una musica forse macabra. Ma ammaliante.

E’ ingannatrice, la Nera Signora.

Oh sì.

Eppure, ad ognuno di noi è concessa l’opportunità di fare qualcosa per non cadere nel nero oblio della memoria.

C’è chi sa coglierla, e chi No.

Tom aveva sempre sentito quel fuoco dentro.

Quella necessità di fare qualcosa per non essere dimenticato.

Ma ora sentiva solo gelo.

- Nessun Riddle, prima di lei, ha mai frequentato questa scuola –

Eccolo, il diabolico eco che porta via la speranza.

Ladro infame, non ne aveva il diritto.

Ma l’aveva fatto.

E ora, in quei sotterranei bui e freddi, si poteva osservare solo lo spettro di colui che fu Tom Riddle.

Appariva come una statua di cera, immobile e dai tratti freddi, illuminato fiocamente da torce appese ai muri umidi.

I capelli scuri gli sfioravano delicatamente la pelle diafana, mossi da una brezza inesistente.

Le iridi – profonde pozze d’inchiostro intrappolate tra i ghiacci - fissavano il nulla. Il vuoto.

Sembrò ardere per un istante, il fuoco, in qualche recondito antro di quei occhi bui.

Ma forse, fu solo il riflesso delle fiamme.

Le stesse che si alzarono alte, quando il vento freddo incalzò.

Danzarono nell’ombra, come lingue ardenti.

Tornarono presto a languire tranquille, prima di spegnersi.

Il vento sibilava, gelido, sollevando il mantello scuro di Riddle e facendolo oscillare sinuoso alle sue spalle.

Ma Tom non sentiva niente, se non quel gelo che gli attanagliava il cuore, in una morsa ferrea.

Perché, lui lo sapeva, Tom Riddle era morto.

Ucciso, da poche parole.

Che però risuonavano come affilati pugnali, mentre squarciavano violenti l’aria per andare a conficcarsi cinici nel suo cuore di ghiaccio.

- Nessun Riddle, prima di lei, ha mai frequentato questa scuola –

Ancora, quell’eco che gli martellava incessantemente le orecchie.

Che lo uccideva, lentamente.

Fu un battito cupo quello che sentì.

Un battito sordo e muto, che ricordava l’eco dei tacchi di un boia al patibolo.

Tom Riddle era morto.

Che lo pubblicassero i giornali. Che lo urlassero la gente.

Non importava. Poiché dalle sue ceneri, Tom sarebbe rinato, come una fenice.

Ci fu un lampo, poi un tuono.

Infine, un fulmine, come a suggellare la promessa che Tom si fece, in quella fredda notte.

Lord Voldemort si avviò con passo deciso verso i sotterranei, presto ghermito nelle tenebre.

Lord Voldemort. Tom Riddle, mai più.

Ci fu un nuovo lampo, poi solo tempesta.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Caesar