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Autore: Evillinnie    23/02/2008    4 recensioni
Raccolta di Flashfic sul fandom di Naruto. Pairing vari - sia yaoi che etero; alcune centric.
Season? Perché le stagioni influenzano un qualcosa di noi senza mai farsi notare.
#1. [ Neji/Hinata ] [ Wisteria ] Non voglio il ghiaccio dei tuoi occhi su di me. Mai più, nii-san.
#2. [ Sakura Centric ] [ Weak Fog ] [ A Matteo e a Jessica ] «Ancora, Sakura-chan? Ancora
#3. [ Itachi/Sasuke ] [ Odi et Amo ] [...] E non se ne faceva niente, proprio niente, del suo amore.
#4. [ Kankuro Centric ] [ Dreamer ] [ Richiesta ] Non posso sognare; non posso averli, i miei sogni.
#5. [ Sasuke/Naruto ] [ Tulips ] [ A Reki-kaasan. ] «Illuditi allora, baka.» - ghignò Sasuke, - «Illuditi a fare l’eroe.»
#6. [ Shikamaru/Ino ] [ Scacchi ] [ Richiesta ] «Sei noiosa quanto gli scacchi, Ino.»
#7. [ Naruto/Hinata ] [ Game ] [...] Giocavano alla vita, perché vivere non era permesso loro.
#8. [ Sasuke/Sakura ] [ Be in Flower ] [ Ad Alexluna ] Passavano ore a guardare quel fuori che non era nemmeno tanto bello, in silenzio.
Inseriti i ringraziamenti.
Conclusa.
Genere: Generale, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Season

N/A

Season perché le stagioni influenzano le nostre vite senza mai farsi notare.

Pairing misti, sia yaoi che etero; immagino che alcune saranno prive di pairing e quindi centric.

Non posseggo Naruto, che appartiene fermamente alla Kishimoto, ma questo avverbio potrebbe ben essere intaccato se vogliamo puntare gli occhioni su particolari personaggi. >_>

Bene, signori. Questa prima flashfic, che darà inizio ad una raccolta di un numero indefinito di flash, la dedico a quelle persone che non credono in me, che si beffano dei miei sogni, che deridono i miei scritti.

Tutta vostra.

Linnie

 

Wisteria [Neji/Hinata]

Se si piangesse durante una tormenta, le lacrime diverebbero ghiaccio e si mescolerebbero con la neve circostante - un buon nascondiglio, in verità.

Ma chi porta del ghiaccio sempre con sé non può nasconderlo, perché se lo facesse si scioglierebbe e tornerebbe sottoforma di lacrime.

E gli Hyuuga non possono permettersi di piangere

(né di nascondere i propri occhi; né, né, né)

Hinata aveva sei anni e guardava il giardino curato della sua immensa casa.

C'era il glicine che s'arrampicava fra le mattonelle grigie e antiche; c'erano i gigli e tutto ciò che rasentava il bianco.

Non c'era la neve (la neve mai, Hinata-chan, perché la neve devi essere tu) ma il freddo pungeva la pelle allo stesso modo in cui un ago penetrava nella carne.

«Hinata-chan?»

La bimba si voltò, immergendosi nella stoffa del suo kimono.

«Neji-niisan!»

La flebile voce rispettosa si nascose nel rumore del silenzio, ma Neji la colse comunque, guardando in alto.

«Tu hai paura della neve, vero?» - chiese il ragazzino, senza derisione.

Gli occhi di granito, canditi, continuavano ad andare oltre il possibile.

«Sì.»

Hinata non esitò a rispondere.

Non lo fece, perché Neji attendeva una risposta e farlo aspettare non era educato.

(Non voglio il ghiaccio dei tuoi occhi su di me. Mai più, nii-san)

Non aveva riflettuto sulla domanda posta.

«E a te, Hinata-chan, non dicono che la neve...» - la testa piegata del cugino s'inclinò ancora, - «...sei tu?»

Se la piccola Hyuuga potesse piangere liberamente, il ghiaccio dei suoi occhi diverebbe acqua e lei, in fondo in fondo, ne sarebbe stata orgogliosa.

«Sì, Neji-niisan.» - annuì ancora, stringendo i pugni per sfuggire ai suoi occhi.

«Guarda, Hinata-chan,» - perseverò lo Hyuuga, - «quella è la neve.»

Fiocchi dalla grandezza dei pugnetti di Hinata. Una pioggia bianca senza fine né inizio.

«Sembrano grosse lacrime.»

«Vedi, » Il tono del cugino si fece sottile, impalpabile, - «se ora i tuoi occhi divenissero acqua e i miei ghiaccio, arriverà il giorno in cui tu cercherai di ritornare come ora e io... come te.»

«I tuoi occhi sono acqua, nii-san?» - chiese timidamente la bambina.

Neji guardò il alto, senza rispondere.

E il giorno in cui lui cercò di ritornare acqua e lacrime e lei ghiaccio e neve arrivò senza farsi aspettare.

Fino a quel momento, la sfumatura dei loro occhi rasentava il colore dei glicini (loro unica via di mezzo comune).

  
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