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Autore: Symphonia    18/08/2013    3 recensioni
Era un pacifico giorno come gli altri e Hiccup decide di andare a volare assieme a Sdentato. Tutto come al solito.
Tranne per due fattori un pò... strani.
Un particolare messaggero si dirige a casa sua e l'altro... Beh... Una strana corrente disturba il volo dei nostri due eroi e loro hanno tutta l'intenzione di seguire la sua scia, fino a scoprire che quello era niente di meno che...?
- Uhm... Era un'ideuzza che mi passava per la testa da un pò e volevo trascriverla, così, per divertimento. Non è una sottospecie di sequel mentale o roba simile (a quello ci penserà ben la DreamWorks!), ma volevo proprio togliermi lo sfizio... -
[STORIA INCOMPLETA]
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Nuovo personaggio, Sdentato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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                Erano atterrati dolcemente nei pressi del porto e camminavano vicini sui ponti, parlando del più e del meno, seguiti dai loro draghi. Nulla di strano fino a lì, era tutto come al solito. Tranne per il fatto che si sentivano osservati. Più volte da quando erano scesi a terra, Astrid buttò un occhio lì attorno, ma non vide anima viva.
Lentamente, il villaggio era andato a dormire. C’era il solito vichingo che faceva un giro di guardia con la torcia nei pressi del piazzale - nonostante non ci fosse il pericolo di altre razzie - e nulla di più. Passarono di fronte alla bottega di Skaracchio e Hic dovette fare uno sforzo enorme per non scivolare sul ghiaccio e fare la sua solita bella figura. Colpa di quella stupidissima gamba artificiale. E come al solito, Sdentato fece in modo che non cadde.
“Grazie, bello.”
“Sei un bravissimo drago, Sdentato.” si complimentò la ragazza.
Questo fece un verso compiaciuto e affiancò il padroncino, mentre l’Uncinato lo imitava e si mise alla sinistra di Astrid. Camminarono ancora per un po’, in silenzio, sotto la luna adesso timidamente nascosta dietro le nuvole. Hic alzò lo sguardo dal terreno bianco sulla ragazza bionda, che accarezzava la sua Tempestosa. Poi posò lo sguardo sulla mano libera e avvicinò la sua per prenderla. Nel momento esatto in cui gliela sfiorò, sentì qualcosa di pesante cadergli addosso e farlo ruzzolare giù per la via semighiaccata.
La neve attutì la caduta di schiena del ragazzo, che non appena senti il gelo entrargli da ogni parte del corpo riaprì gli occhi tremanti. Per un attimo pensò di essere stato investito da una valanga, dato che era coperto di bianco, ma toccandolo sentì che era troppo ruvida per essere neve. Questa aprì gli occhioni azzurrastri ed emise un rantolo. Hic tirò un sospirò di sollievo, quando vide che a cadergli addosso era stata Luminosa con le sue gigantesche ali che le facevano da guscio. Lei fissò il ragazzo, che le abbozzò un sorriso e sentendo il suo odore, si allontanò leggermente.
Tremava come una foglia. Tremavano le ali, la coda, persino la sua pelle ricoperta di scaglie. A Hic parve strano che un drago potesse soffrire così tanto il freddo, ma quando si avvicinò per calmarla, questa lo scansò con forza, cercando un riparo, forse, chissà dove. Intanto, scesero giù dalla via scavata nella neve anche Astrid, Tempestosa e Sdentato, che furono lasciati indietro. Erano arrivato fino ad uno spiazzo di terra bianca, vicina ai ponti che davano passaggi accessibili sulla scogliera e al molo. Proprio da quelle parti, giunse anche un’altra persona, di corsa ed urlando.
“Luminosa!” strillava Aura ansiosa.
Il drago bianco si voltò e si mise a correre di scatto verso la padroncina che proveniva dal basso, mentre gli altri raggiunsero Hic, che non smise ti guardare il drago. Si sentiva più rassicurato nel vedere Aura e nel farsi accarezzare da lei.
“Hiccup, va tutto bene?” domandò Astrid preoccupata, una volta tanto e attirando la sua attenzione. Gli occhioni verdi di Sdentato dietro di lei domandavano la stessa cosa.
“Ah, sì. Sono a posto tranquilli.” rispose con tono poco curante, ma sincero.
Si era solo inzuppato i vestiti, però la gamba artificiale, fortunatamente, era intatta e il colpo preso alla schiena già gli doleva meno. Tutto sommato gli era andata bene. Poteva finire su una roccia o contro una casa e farsi male sul serio.
“Sono desolata…” mormorò Aura avvicinandosi. “Sicuro di non esserti fatto niente?”
“Sono a posto, davvero.” la rassicurò, annuendo col capo.
La ragazza tirò un sospirò di sollievo. Si voltò verso il suo drago con una faccia leggermente contrariata.
“Luminosa, se vuoi combattere la tua paura del buio, devi smetterla di scendere in picchiata alla prima persona rassicurante che trovi!” la sgridò con un tono stranamente dolce però.
Probabilmente non era la prima volta che capitava, pensò Hic. Tuttavia quell’argomento stuzzicò a morte la sua curiosità. Astrid però lo precedette prima ancora che lui potesse fiatare.
“Paura del buio? Un drago?” domandò Astrid incredula.
“Ah, avuto una brutta esperienza una notte e da allora si ostina a non voler più volare quando diventa buio. Sennò ci avremmo messo meno ad arrivare e…” spiegava Aura, ma si bloccò non appena notò che i due erano insieme. L’aveva capito pure lei che era nuova, che quei due avevano un legame molto più profondo di una semplice simpatia reciproca. “Credo di aver interrotto qualcosa, quindi se non ti sei fatto male Hic, io toglierei il disturbo…” insinuò, spintonando Luminosa per il muso verso la collina.
Le due sparirono quasi subito dalla loro vista, specie la Furia Bianca per colpa delle sue squame che si mimetizzarono con l’ambiente imbiancato circostante. Tuttavia Astrid continuava a squadrarle in modo sospettoso. Poi si girò verso Hiccup che stava cercando di ripulirsi i pantaloni. Mise le mani sui fianchi e la sua faccia si tramutò in un’espressione seria. Quando Hic alzò lo sguardo, vide un bagliore di furore attraversarle gli occhi.
“Perché sta andando verso casa tua?” domandò secca.
Hic seguì con lo sguardo la scia di orme lasciate dalle due. In effetti, si stavano dirigendo verso la collina dove era ubicata casa sua. Lo sguardo con cui replicò ad Astrid era incerto, senza risposta, dubbioso e per di più aveva alzato le spalle. Proprio non sapeva che risponderle.
Questo deluse molto la ragazza, che sbuffò una nuvola bianca di condensa e incrociò le braccia al petto.
“Io sono praticamente arrivata a casa, per cui… buonanotte.” ribadì con tono più scocciato.
Alzò i tacchi e intimò a Tempestosa di seguirla. Se ne andò con passi veloci e affondamenti rumorosi nella neve. Hic non ebbe il tempo di risponderle, ma aveva capito che adesso era arrabbiata con lui e che avrebbe dovuto trovare un modo per farsi perdonare. Sospirò anche lui una nuvoletta e si diresse verso casa.

            Aprì la pesante porta di quercia e ritrovò Aura ad accarezzare Luminosa, che era in procinto di addormentarsi vicino al focolare. Il drago bianco era accucciato proprio lì davanti e sembrava una specie di enorme masso bianco con una coda dalle scintillanti sfumature aranciastre. Hic pensò, che la scena non era poi così diversa da quello che faceva lui con Sdentato, quando dormiva sul pavimento. Difatti, il drago poteva anche decidere di appendersi ad una trave e dormire a testa in giù. Neanche fosse stato un pipistrello.
“Buonasera…” mormorò con un sorriso un po’ nervoso sul volto.
“Oh, ehi… Hiccup! Come va?” domandò lei, lasciando il suo drago appisolarsi.
“Tutto a posto… Ma cosa ci fai tu…”
“E’ la buona tradizione che il capo tribù offra la sua dimora ai suoi ospiti! Non mi dirai che te ne sei dimenticato?” domandò il padre entrando in casa dietro di lui.
“Ah, no certo papà…” rispose Hic, trattenendo un sussulto. “Beh, se non c’è nient’altro io vado a dormire.” liquidò poi, salendo di fretta la scaletta che lo portava in camera sua.
“Hiccup!” lo chiamò Aura seguendolo in camera. “Spero di non averti causato problemi prima.”
“No, tranquilla. Davvero, è tutto a posto.” le disse il ragazzo, ma non riuscì a nascondere la sfumatura di sarcasmo nella voce.
Il voltò di Aura si rattristì e fece per tornarsene di sotto dove Stoick le stava preparando il letto che di solito usava Hic di sotto.
“Volevo chiederti…” la fermò Hiccup. “Hai attraversato tutto il mare fin dalla Normandia, per cui… dovresti conoscere qualche posto che non sia lontanissimo da qui.”
“Posto?” domandò lei confusa, voltandosi. Lo guardò in faccia e lo vide leggermente nervoso. Capì perfettamente quale era la ragione per cui le aveva fatto quella domanda. “Aaaah… Ma certo! Un posto! E dimmi… quanto lontano vorresti?”
“Due giorni.” rispose secco, mentre Sdentato si preparava a dormire su una trave.
“Di andata o di ritorno?”
“Uhm… a questo non ci avevo pensato…”
La ragazza sospirò e ci pensò un po’ su a braccia incrociate. Mugolò un paio di nomi incomprensibili e fece delle mappe in aria con il dito.
“Sì. C’è… un’isola lontana da qui quasi un giorno di volo, in effetti. Se si parte all’alba, si arriva prima che la luna sia già alta in cielo. Non è male come posto: non c’è neve, sulla costa è pieno di sabbia…”
“Sabbia?”
“E’ come terra o roccia tritata. Molto fine, molto morbida, ti piacerà vedrai. Però fa freddo e le onde intorno all’isola sono piuttosto alte. Ma è un buon posto per una… fuga romantica.” intuì lei, sorridendo.
Hiccup sobbalzò e divenne di colpo tutto rosso. Balbettò anche lui qualcosa, mentre Sdentato dietro faceva quel suono buffo che era la sua risata.
“Cos’hai da ridere tu?” lo rimbeccò “E ad ogni modo, non è una fuga romantica!” riferì poi ad Aura, indicandola mentre sorrideva maliziosa
“La gelosia è un buon segno.” lo informò.
Il vichingo si sentì costretto a cedere. Scrollò le spalle e sbuffò sonoramente. Si diresse verso il letto e ci si sedette sopra, fissando la candela lì vicino.
 “Se lo dici tu…” ammise infine.
La ragazza lo guardò un po’ perplessa e buttò un occhio al resto della stanza. C’erano parecchi disegni appesi un po’ ovunque e raffiguravano quasi tutti draghi o caratteristiche di draghi o ancora dei progetti. C’erano poche candele e la luce veniva prevalentemente dal focolare della stanza di sotto. Poi si volse verso Hic e vide che non era più seduto, ma stava dando una grattata a Sdentato. Poi notò che sul letto c’era qualcosa di relativamente anomalo per uno come lui.
“A cosa ti serve un elmo?” chiese.
Hic si voltò di scatto verso l’interlocutrice che stava girando e rigirando l’oggetto tra le mani, curiosa. Fece una faccia un po’ allarmata e le tolse bruscamente il copricapo dalle mani.
“Ah, questo… No, a niente di che, in realtà. Solo che è… Non ridere, ma è metà del pettorale di mia madre. Mio padre ha l’altro e…” cercò di spiegare timidamente il ragazzo.
“Che gesto dolce regalartelo.” lo troncò con tono sincero e un po’ malinconico.
“Già… Ehi, non ti fa ridere?” si stupì Hic.
“E perché dovrebbe? Me la regalasse mio padre un oggetto che era di mia madre! E raccontami, com’era la tua?” domandò ancora curiosa Aura.
“La ricordo poco, a dire il vero, ma so che era una brava persona. Oh, e che cucinava un ottimo pesce affumicato con castagne.”
I due risero insieme a quella risposta. Hiccup poteva guardò l’elmo con sguardo melanconico e non poté fare a meno di sorridere tristemente al pensiero di sua madre. Sdentato lo raggiunse e gli diede un colpetto sulla guancia. Ricevette una strofinatina sul muso. Poi il suo sguardo si posò d’istinto su quello di Aura e un’idea improvvisa lo folgorò.
“Perché sei venuta a Berk?” domandò di scatto.
La ragazza strabuzzò gli occhi e vacillò un po’ prima di rispondere. Sembrava quasi che non l’avrebbe voluta dire. Lo sguardo insistente del ragazzo la convinse a svuotare il sacco.
“E’ una vacanza.”
“Vacanza da cosa?” s’ostinò a chiedere il ragazzo. Sentiva che c’era sotto qualcosa.
“Dalla Normandia, da mio padre e… da tutto il resto.” sospirò lei.
“Quindi sei fuggita!” concluse Hic.
Aveva colto nel segno. Glielo si poteva leggere in faccia, in quei suoi occhi verdi che aveva ragione. L’espressione di Aura si tramutò da cupa e vacillante in un sorriso piuttosto nervoso.
“Non è una vera e propria fuga. E’ solo… un viaggetto in incognito, ecco tutto.” rispose bruscamente e scappò giù per la scaletta. “Buonanotte.” fu l’ultima cosa che Hic sentì dire da lei.
“Sì, buonanotte…” mormorò, fissando le scale di legno e tenendo il muso di Sdentato fra le mani, pensando a chissà cosa.


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~ ZUN-ZUN-ZUUUUUUUN!!
Ed ecco che si scopre qualcosa su Aura e anche su Luminosa. Sì lo so: è veramente strano che un drago abbia paura del buio, ma la trovavo un'idea divertente e poi volevo trovare un'espediente per far trasparire l'animo di Lumi un po' più giocoso e infantile. Credete che Astrid seguirà Hic fino alla fantomatica isola? In realtà, devo dire che la mia preoccupazione più grossa sia quella di uscire un po' da alcuni personaggi (e dire che io odio gli OOC! O.O) e il timore sinceramente mi sta uccidendo.
Quello e il mio esame di storia. In un certo senso devo però ringraziare il prof per avermelo dato, altrimenti l'idea dei Normanni non credo che l'avrei mai trovata...
Grazie per avermi seguita fino a qui, al prossimo capitolo!^^




    
   
 
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