10°
Capitolo
Restarono coi nani per una settimana, durante la quale si
allenarono con la spada, con l’arco e nel volo, ormai Sil era
al livello di
Eragon (quasi), il re le diede anche vari tomi sulla storia dei nani da
leggere
e anche usarli per portarli alla sede dell’ordine e metterli
a disposizione di
futuri cavalieri; Eragon non rivelò nemmeno
al suo amico il motivo di quella visita (comprensibile),
Orik mostrò
loro la città (più a Sil che a Eragon, avendola
lui già vista); i due si trovarono
bene. Era loro abitudine in quei sette giorni andare a passeggiare nei
boschi,
per poi tornare un’oretta dopo con i capelli scompigliati,
rossi in faccia e i
vestiti stracciati, quando Orik gli chiese se andavano ad allenarsi
entrambi
divennero rossi e cercarono di sviare l’argomento;
così il re capì la relazione
tra i due e non perdeva occasione per schernire Eragon. Sil durante
quei giorni
aveva deciso di tagliarsi i capelli lasciandoli arrivare solo fino a
metà del
collo, Eragon le aveva detto che stava bene, così come tutti
e lei ne era
felice; ora non doveva più legarseli quando combatteva e
asciugarli sarebbe
stato più facile.
Quando arrivò il momento di partire si salutarono tutti
con rimpianto, molti abbracci furono elargiti quella mattina e qualche
lacrima
si insinuò nei più sensibili.
“Sono già due
giorni che perlustriamo la seconda metà del deserto, non
dovremmo passare
oltre?” Chiedo a Eragon, lui scuote la testa.
“Ti ho detto che
sento qualcosa, sono sicuro è vicini; ancora un
giorno” è stanco, sono
preoccupata per lui.
“Va bene, domani
però, sei stanco devi riposare” annuisce
e insieme planiamo verso la
sabbia.
“Che c’è?” Chiedo preoccupata.
“Lo sento chiaramente, non è molto lontano, devo
andare
da lui!” Inizia a
preparare la sella di
Saphira, anch’io sistemo quella del mio compagno.
“Andrò da solo, è meglio che prima gli
spieghi la
situazione” lo guardo sbieco, non voglio lasciarlo da solo;
alla fine annuisco
vedendo la sua determunazione.
“Ma sta attento” mi sorride.
“Anche Saphira mi dice così, non è che
stai diventando un
drago?” Dice per spezzare la tensione.
“Io sono già un drago” dico divertita,
serbando però
ancora quella nota di preoccupazione nella voce.
Parte subito e dopo pochi minuti non lo vedo più; passata
mezz’ora sento il rumore di ali, tipico dei draghi; un solo
battito, “Non l’ha trovato
Spectro, si è sbagliato”;
il rumore più forte e vicino, “No
lui non
lo ha trovato” subito
non capisco la
sua frase, quando lo sento ruggire alzo gl’occhi dalla
colazione e tutto mi è
chiaro.
Un enorme drago cremisi si sta avvicinando molto
velocemente, è il doppio di Spectro e altrettanto veloce, il
mio compagno si
mette sulla difensiva mostrando i denti; il drago cremisi non accenna a
fermarsi, ci viene contro velocissimo, quando ci passa sulla testa
Spectro deve
abbassarsi per evitare i suoi artigli; atterra dietro di noi, la paura
mi
attanaglia lo stomaco, non possiamo niente contro di lui, ma mi
costringo ad
estrarre la spada e a superare Spectro che mi copre la visuale.
Il cavaliere del drago cremisi è sceso: ha la barba
folta, i capelli tagliati rozzamente ma più lunghi di quelli
di Eragon; “Chiara! Sali ce ne
dobbiamo andare! Non
credo vogliano fare amicizia” avevo la stessa
medesima sensazione; non
volevo scappare, il mio orgoglio me lo
impediva, ma la vita di Spectro è più importante
della mia e se metto in
pericolo la mia anche la sua è in pericolo; rinfodero la
spada e salgo sul mio
compagno con mosse veloci, quando non sono ancora perfettamente in
sella lui
spicca in volo nella direzione in cui era volato Eragon.
Il cavaliere rosso balza subito sul suo drago e ci
insegue, “Muoviti o diventerai uno
scoiattolo arrosto”, “Sul serio hai intenzione di
schernirmi anche mentre
stiamo per morire?” “Dovrei piangere? Non credo sia
adatto ad un cavaliere”,
Spectro accelera l’andatura, non abbastanza perché
il drago rosso si
allontanasse in modo significativo, “Vuoi
scappare?” sento gridarmi dietro, più
che una frase sembrava un ringhio, subito seguto da una risata roca;
voglio
scappare? No , non voglio essere codarda, “Spectro,
volagli sopra e atterra dietro di lui, non ce la faremo mai a scappare,
sono
troppo veloci” “Lo dici perché pensi che
non riusciremo a scappare o perché sei
orgogliosa?” Nonostante le sue parole fa come gli
ho detto, atterrati gli
rispondo “Entrambe, ma aggiungici
anche
un po’ di stupidità” “Sei
testarda, irriverente ed estremamente orgogliosa ma
non sei stupida, quindi non fare sciocchezze” “Ci
proverò e … grazie”,
mentre scambiavo queste parole con il mio compagno il cavaliere rosso
era
sceso, anch’io scivolai a terra, tenendo la mano sulla spada
mi incamminai
verso l’uomo che avevo davanti.
“Un nuovo cavaliere è?” Dice Murtagh.
“Sì” rispondo seria, ride della mia
risposta.
“Una ragazza, umana; sono felice che tu non sia un nano,
non abbiamo buoni trascorsi” la voce sembra più
calma.
“Non avevamo intenzione di spaventarvi, vogliamo solo
sapere chi siete” aggiunge
“Il mio nome è Sil e lui è
Spectro” non distolgo lo
sguardo da lui, la sua voce è rilassata ma il suo corpo
è teso e pronto
all’azione.
“Umh, da quanto sei nell’ordine?” Mi
chiede.
“Pochi mesi” rispondo, mi sorride.
“Dov’è il tuo gedwëy
ignasia?” Alzo la mano sinistra, che
è appoggiata alla spada, osserva il mio palmo per poi far
scorrere gl’occhi sul
mio fianco.
“Quella spada … io l’ho già
vista … non è possibile” dice
in un sussurro roco.
“Tu!” ringhia, estrae la sua spada: rossa e corta,
si
avvicina con un ghigno indecifrabile sulla faccia, arretro estraendo la spada, ho paura non lo
posso negare, ma
devo vincere la mia paura, smetto di arretrare, anche lui si
è fermato, vedo il
suo drago rizzarsi un po’, sento anche la pura di Spectro, ha
paura per me e io
per lui, “Non fare niente Spectro,
non
riusciresti mai a vincere, è troppo grande”
“Nemmeno tu riuscirai a vincere se
non ti aiuto” “Ho più
possibilità di te, sai che me la cavo con la
spada” “Sta
attenta, ti prego” , sorrido sfrontata al mio
avversario e mi metto in
guardia; incrociamo le spade, all’inizio fatico a prendere il
ritmo, ma inizio
a percepire i suoi movimenti, pian piano la nostra diventa una danza di
lame;
non fatta per uccidere ma solo per entrare in sincronia con
l’avversario, la
stanchezza inizia a farsi sentire e le braccia iniziano a farsi
pesanti, riesco
a mala pena parare le sue stoccate, il polso inizia a dolermi; un colpo
ben
assestato con il piatto della lama sulla mia spada ed essa vola via,
indietreggio
incredula, è più bravo di Eragon con la spada.
“Non avresti comunque potuto battermi”, non
è stanco, la
sua voce è calma.
“Perché?” Chiedo ansimando, non mi
risponde ma alza la
sua spada che con la punta mi tocca il collo, la sua spada rossa
diventa
cremisi con il mio sangue, sfiora solamente la pelle che essa
già si lacera, un
piccolo taglietto preannuncia la mia morte, quanto può
essere crudele il mondo:
essere cavaliere è la mia condanna; sorrido tristemente
prima di chiudere
gl’occhi, non sento nemmeno Spectro che balza su di noi
colpendomi alla testa.
ERAGON
Spectro è a terra, sul suo corpo bianco risalta il sangue
rosso, il drago rosso non è messo molto meglio: è
a terra con una zampa piegata
in modo anormale, è coperto di ferite ma cosciente, il suo
cavaliere è seduto
di fianco a lui, il sangue gli cola dalla testa ma la ferita
è scomparsa,
sembra si sia guarito con la magia e sta facendo altrettanto con il suo
drago;
non vedo Sil, la cerco con gl’occhi, Spectro non sembra
morto, sono speranzoso
ma spaventato.
“Dov’è!” Urlo a mio fratello,
non mi guarda nemmeno;
corro vicino a Spectro e mormoro qualche parola per guarirlo, le ferite
si
rimarginano ma il drago non si muove, devo trovare Sil, “Eragon! È qui”; mi
precipito da Saphira, la trovo con un piccolo
taglio alla gola, non è quello che l’ha ridotta in
questo stato, la giro piano,
un ematoma nero si sta formando alla base della testa, è
piuttosto grave, la
guarisco con la magia, “Resterà
incosciente per qualche ora, ma non credo che sia grave, non ti
preoccupare
troppo; piuttosto scopri perché è
accaduto” annuisco
e la porto accanto a Spectro, che
inizia a svegliarsi, mi dirigo verso mio fratello; è seduto
con la schiena
appoggiata a Castigo, ha in mano la spada di Sil, è stata la
spada a causare
tutto quello, “ È colpa
mia ho dato io
quella spada a Sil” “Eragon … nemmeno io
mi sarei aspettata quella reazione da
tuo fratello”.
“Perché?” Riesce a chiedermi, non so
cosa rispondere.
“PERCHÉ?” Urla.
“Non pensavo che fosse così doloroso per
te” ride.
“Certo, tu sei quello fortunato, l’eroe; come puoi
sapere
come si sente il Regicida?”
NOTE
DELL’AUTRICE:
Ciao a tutti, spero che il capitolo sia stato entusiasmante; Murtagh
è
il mio personaggio preferito quindi mi ha ferito il cuore descriverlo
in questo
stato; ma si rimetterà? Non so dirlo con certezza; dipende
tutto da chi gli sta
intorno. È la prima volta che descrivo un duello e
sinceramente non so se è
venuto bene quindi chiedo consiglio. Be una cosa posso dirla il nostro
amico
Murtagh non ha ancora finito di combinare guai; in più
cos'avrà di speciale questa spada? Nel prossimo capitolo ci
sarà una parte in cui ha narrare sarà il
cavaliere rosso. Spero vorrete recensire.
Ciao, Chiara!