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Autore: Ortceps    18/08/2013    2 recensioni
Ed era bianco come la neve e gli occhi come il ghiaccio, quando il suo cavaliere scese si accorse che anche i suoi occhi erano bianchi, tornando al normale colore nocciola lui riuscì a concentrarsi sul resto del viso contornato dai capelli corti e scompigliati. Il riflesso che la luce colpendo il suo drago proiettava sul suo viso la rendeva ancora più bella.
Quando ruggì allora capii che aveva ragione sarei andato con loro per poter vivere ancora la vita che mi apparteneva e mi sarebbe sempre appartenuta.
STORIA CONCLUSA
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il dipinto del drago
IL DIPINTO DEL DRAGO
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Il dipinto del drago

10° Capitolo

INTRUDUZIONE
Restarono coi nani per una settimana, durante la quale si allenarono con la spada, con l’arco e nel volo, ormai Sil era al livello di Eragon (quasi), il re le diede anche vari tomi sulla storia dei nani da leggere e anche usarli per portarli alla sede dell’ordine e metterli a disposizione di futuri cavalieri; Eragon non rivelò nemmeno al suo amico il motivo di quella visita (comprensibile), Orik mostrò loro la città (più a Sil che a Eragon, avendola lui già vista); i due si trovarono bene. Era loro abitudine in quei sette giorni andare a passeggiare nei boschi, per poi tornare un’oretta dopo con i capelli scompigliati, rossi in faccia e i vestiti stracciati, quando Orik gli chiese se andavano ad allenarsi entrambi divennero rossi e cercarono di sviare l’argomento; così il re capì la relazione tra i due e non perdeva occasione per schernire Eragon. Sil durante quei giorni aveva deciso di tagliarsi i capelli lasciandoli arrivare solo fino a metà del collo, Eragon le aveva detto che stava bene, così come tutti e lei ne era felice; ora non doveva più legarseli quando combatteva e asciugarli sarebbe stato più facile.
Quando arrivò il momento di partire si salutarono tutti con rimpianto, molti abbracci furono elargiti quella mattina e qualche lacrima si insinuò nei più sensibili.

SIL
Sono già due giorni che perlustriamo la seconda metà del deserto, non dovremmo passare oltre?” Chiedo a Eragon, lui scuote la testa.
Ti ho detto che sento qualcosa, sono sicuro è vicini; ancora un giorno” è stanco, sono preoccupata per lui.
Va bene, domani però, sei stanco devi riposare” annuisce e insieme planiamo verso la sabbia.

Poco prima dell’alba sento Eragon alzarsi di scatto.
“Che c’è?” Chiedo preoccupata.
“Lo sento chiaramente, non è molto lontano, devo andare da lui!” Inizia a preparare la sella di Saphira, anch’io sistemo quella del mio compagno.
“Andrò da solo, è meglio che prima gli spieghi la situazione” lo guardo sbieco, non voglio lasciarlo da solo; alla fine annuisco vedendo la sua determunazione.
“Ma sta attento” mi sorride.
“Anche Saphira mi dice così, non è che stai diventando un drago?” Dice per spezzare la tensione.
“Io sono già un drago” dico divertita, serbando però ancora quella nota di preoccupazione nella voce.
Parte subito e dopo pochi minuti non lo vedo più; passata mezz’ora sento il rumore di ali, tipico dei draghi; un solo battito, “Non l’ha trovato Spectro, si è sbagliato”; il rumore più forte e vicino, “No lui non lo ha trovato” subito non capisco la sua frase, quando lo sento ruggire alzo gl’occhi dalla colazione e tutto mi è chiaro.
Un enorme drago cremisi si sta avvicinando molto velocemente, è il doppio di Spectro e altrettanto veloce, il mio compagno si mette sulla difensiva mostrando i denti; il drago cremisi non accenna a fermarsi, ci viene contro velocissimo, quando ci passa sulla testa Spectro deve abbassarsi per evitare i suoi artigli; atterra dietro di noi, la paura mi attanaglia lo stomaco, non possiamo niente contro di lui, ma mi costringo ad estrarre la spada e a superare Spectro che mi copre la visuale.
Il cavaliere del drago cremisi è sceso: ha la barba folta, i capelli tagliati rozzamente ma più lunghi di quelli di Eragon; “Chiara! Sali ce ne dobbiamo andare! Non credo vogliano fare amicizia” avevo la stessa medesima sensazione; non volevo scappare, il mio orgoglio me lo impediva, ma la vita di Spectro è più importante della mia e se metto in pericolo la mia anche la sua è in pericolo; rinfodero la spada e salgo sul mio compagno con mosse veloci, quando non sono ancora perfettamente in sella lui spicca in volo nella direzione in cui era volato Eragon.
Il cavaliere rosso balza subito sul suo drago e ci insegue, “Muoviti o diventerai uno scoiattolo arrosto”, “Sul serio hai intenzione di schernirmi anche mentre stiamo per morire?” “Dovrei piangere? Non credo sia adatto ad un cavaliere”, Spectro accelera l’andatura, non abbastanza perché il drago rosso si allontanasse in modo significativo, “Vuoi scappare?” sento gridarmi dietro, più che una frase sembrava un ringhio, subito seguto da una risata roca; voglio scappare? No , non voglio essere codarda, “Spectro, volagli sopra e atterra dietro di lui, non ce la faremo mai a scappare, sono troppo veloci” “Lo dici perché pensi che non riusciremo a scappare o perché sei orgogliosa?” Nonostante le sue parole fa come gli ho detto, atterrati gli rispondo “Entrambe, ma aggiungici anche un po’ di stupidità” “Sei testarda, irriverente ed estremamente orgogliosa ma non sei stupida, quindi non fare sciocchezze” “Ci proverò e … grazie”, mentre scambiavo queste parole con il mio compagno il cavaliere rosso era sceso, anch’io scivolai a terra, tenendo la mano sulla spada mi incamminai verso l’uomo che avevo davanti.
“Un nuovo cavaliere è?” Dice Murtagh.
“Sì” rispondo seria, ride della mia risposta.
“Una ragazza, umana; sono felice che tu non sia un nano, non abbiamo buoni trascorsi” la voce sembra più calma.
“Non avevamo intenzione di spaventarvi, vogliamo solo sapere chi siete” aggiunge
“Il mio nome è Sil e lui è Spectro” non distolgo lo sguardo da lui, la sua voce è rilassata ma il suo corpo è teso e pronto all’azione.
“Umh, da quanto sei nell’ordine?” Mi chiede.
“Pochi mesi” rispondo, mi sorride.
“Dov’è il tuo gedwëy ignasia?” Alzo la mano sinistra, che è appoggiata alla spada, osserva il mio palmo per poi far scorrere gl’occhi sul mio fianco.
“Quella spada … io l’ho già vista … non è possibile” dice in un sussurro roco.
“Tu!” ringhia, estrae la sua spada: rossa e corta, si avvicina con un ghigno indecifrabile sulla faccia, arretro estraendo la spada, ho paura non lo posso negare, ma devo vincere la mia paura, smetto di arretrare, anche lui si è fermato, vedo il suo drago rizzarsi un po’, sento anche la pura di Spectro, ha paura per me e io per lui, “Non fare niente Spectro, non riusciresti mai a vincere, è troppo grande” “Nemmeno tu riuscirai a vincere se non ti aiuto” “Ho più possibilità di te, sai che me la cavo con la spada” “Sta attenta, ti prego” , sorrido sfrontata al mio avversario e mi metto in guardia; incrociamo le spade, all’inizio fatico a prendere il ritmo, ma inizio a percepire i suoi movimenti, pian piano la nostra diventa una danza di lame; non fatta per uccidere ma solo per entrare in sincronia con l’avversario, la stanchezza inizia a farsi sentire e le braccia iniziano a farsi pesanti, riesco a mala pena parare le sue stoccate, il polso inizia a dolermi; un colpo ben assestato con il piatto della lama sulla mia spada ed essa vola via, indietreggio incredula, è più bravo di Eragon con la spada.
“Non avresti comunque potuto battermi”, non è stanco, la sua voce è calma.
“Perché?” Chiedo ansimando, non mi risponde ma alza la sua spada che con la punta mi tocca il collo, la sua spada rossa diventa cremisi con il mio sangue, sfiora solamente la pelle che essa già si lacera, un piccolo taglietto preannuncia la mia morte, quanto può essere crudele il mondo: essere cavaliere è la mia condanna; sorrido tristemente prima di chiudere gl’occhi, non sento nemmeno Spectro che balza su di noi colpendomi alla testa.


ERAGON
Spectro è a terra, sul suo corpo bianco risalta il sangue rosso, il drago rosso non è messo molto meglio: è a terra con una zampa piegata in modo anormale, è coperto di ferite ma cosciente, il suo cavaliere è seduto di fianco a lui, il sangue gli cola dalla testa ma la ferita è scomparsa, sembra si sia guarito con la magia e sta facendo altrettanto con il suo drago; non vedo Sil, la cerco con gl’occhi, Spectro non sembra morto, sono speranzoso ma spaventato.
“Dov’è!” Urlo a mio fratello, non mi guarda nemmeno; corro vicino a Spectro e mormoro qualche parola per guarirlo, le ferite si rimarginano ma il drago non si muove, devo trovare Sil, “Eragon! È qui”; mi precipito da Saphira, la trovo con un piccolo taglio alla gola, non è quello che l’ha ridotta in questo stato, la giro piano, un ematoma nero si sta formando alla base della testa, è piuttosto grave, la guarisco con la magia, “Resterà incosciente per qualche ora, ma non credo che sia grave, non ti preoccupare troppo; piuttosto scopri perché è accaduto” annuisco e la porto accanto a Spectro, che inizia a svegliarsi, mi dirigo verso mio fratello; è seduto con la schiena appoggiata a Castigo, ha in mano la spada di Sil, è stata la spada a causare tutto quello, “ È colpa mia ho dato io quella spada a Sil” “Eragon … nemmeno io mi sarei aspettata quella reazione da tuo fratello”.
“Perché?” Riesce a chiedermi, non so cosa rispondere.
“PERCHÉ?” Urla.
“Non pensavo che fosse così doloroso per te” ride.
“Certo, tu sei quello fortunato, l’eroe; come puoi sapere come si sente il Regicida?”

NOTE DELL’AUTRICE: Ciao a tutti, spero che il capitolo sia stato entusiasmante; Murtagh è il mio personaggio preferito quindi mi ha ferito il cuore descriverlo in questo stato; ma si rimetterà? Non so dirlo con certezza; dipende tutto da chi gli sta intorno. È la prima volta che descrivo un duello e sinceramente non so se è venuto bene quindi chiedo consiglio. Be una cosa posso dirla il nostro amico Murtagh non ha ancora finito di combinare guai; in più cos'avrà di speciale questa spada? Nel prossimo capitolo ci sarà una parte in cui ha narrare sarà il cavaliere rosso. Spero vorrete recensire.
Ciao, Chiara!

   
 
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