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Autore: _E r i e    18/08/2013    1 recensioni
| sentimentale, what-if | Alpha, Gamma | spin-off di Codename: Bloody Mary di Bloody Alice |
« Dov’è che andiamo di preciso, koala? » chiedo ad Alpha, che sta finendo di ammanettarmi alla portiera. Lui mi fissa con un’espressione che invidierebbe anche il giocatore di poker più esperto del mondo, dopo di che si decide a darmi una risposta « Langley, Virginia ».
[...] « Sono duemilaseicento miglia! » 
[...] « Duemilaseicentoundici miglia, Chisaku. » mi corregge con atono. 
{Hazel}
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alpha, Altri, Gamma
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: Hazel
Titolo: 2611
Sottotitolo:[from USA with love]
Genere: sentimentale, malinconico, comico (?)
Avvertimenti: wtf— possible OOC, What if?
Rating: arancione che forse diventerá rosso, ma Rosie spera di no.
Pairing: yaoi, het. Alpha/Gamma e accenni ad altre coppie.
Note: questa fic è uno Spin-off della fic "Codename: Bloody Mary" di Bloody Alice, e per questo vorrei ringraziare la sopracitata autrice per avermi dato il permesso di usare la sua fic come contesto per questa storia. La mia fic è ambientata circa due anni prima degli eventi che vengono narrati nella fic di Alicchan.
Note2: il POV (point of view) è di Gamma.


 

*** *** *** 

 



2611
 [from USA with love]
Edited by Hazel ©
 

 

Route 1
A bordo di una Chevrolet azzurro cielo.

 

Viaggiare è camminare verso l'orizzonte.
[Luis Sepúlveda]

 

Diciassette luglio.
Ci sono molte cose di cui sono da sempre stato sicuro, prima di questo giorno. Innanzitutto so di essere la persona più bella dell’intero continente americano, a dispetto di quello che alcuni si ostinano a dire sui giapponesi.
In secondo luogo, sono perfettamente a conoscenza del fatto che rubare e imbrogliare le persone non è affatto una cosa carina, ed è anche contro la legge, ma io l’ho fatto comunque, perché mi divertiva, e perché tanto nessuno mi ha mai preso.
Sono troppo agile e furbo, io. E troppo intelligente.
Un’altra cosa di cui sono sicuramente sicuro è la seguente: il passato è passato, per questo non torna nel presente a scassarti i cosiddetti quando meno te lo immagini.
Indovinate un po’: in meno di una settimana le ultime tre cose che vi ho elencato e di cui sono praticamente certo si sono rivelate false.
Diciamo poi che la parte più traumatica di tutta la storia non è stata propriamente all’inizio. Mettermi contro qualcuno più forte di me è praticamente una routine, solo che un mese prima mi sono messo contro la persona più sbagliata che potessi scegliere e mi sembra anche inutile dire che ora quell’amore di persona sta cercando la mia testa … senza nient’altro attaccato.
Considerate poi che sono ricercato dalla CIA –o forse dall’FBI, non ricordo- per un sacco di motivi che eviterò di elencare, poiché risulterebbe troppo noioso per me.
In totale, non solo una specie di gangster/mafioso mancato mi cerca, ma in questo preciso istante sono stato appena sbattuto in un’auto da una vecchia conoscenza che credevo –speravo- addirittura di aver dimenticato.
Che poi da quando Alpha è un agente della CIA? E, soprattutto, da quando può permettersi una Chevrolet C6? Di quel ridicolo colore azzurro cielo, poi.
Ah, dimenticavo di dirvi che mi ha anche ammanettato.Oh, sì, è entrato nel bar in cui stavo tranquillamente facendo colazione come ogni povero ricercato prima di un’altra giornata di fuga, mi ha afferrato per un polso e trascinato fuori dal locale: “Tu vieni con me.” mi ha sillabato e mi ha messo sull’auto con la grazia che distingue tutti gli elefanti indiani di mezza età.
Ed ecco che a sole dieci miglia da Los Angeles inizia la mia avventura a bordo di un’auto sportiva diretto a …
« Dov’è che andiamo di preciso, koala? » chiedo ad Alpha, che sta finendo di ammanettarmi alla portiera. Lui mi fissa con un’espressione che invidierebbe anche il giocatore di poker più esperto del mondo, dopo di che si decide a darmi una risposta « Langley, Virginia ».
Lo squadro da capo a piedi e non smetto di farlo nemmeno quando si mette alla guida « Sono duemilaseicento miglia! » gli urlo. E tra l’altro deve anche spiegarmi perché mi ha ammanettato –anche se ripensando alla mia fedina penale credo di avere una risposta.
« Duemilaseicentoundici miglia, Chisaku. » mi corregge con atono.
Noto con piacere che si ricorda il mio nome –beh, in fondo non sono il tipo di persona di cui ci si scorda facilmente.
Alpha guida per chissà quanto, senza una singola sosta –ma non gli viene mai fame o sete?-, senza dire una parola, guardando la strada, senza degnarmi della minima attenzione.
Nessuno può ignorarmi!Se non avessi le mani bloccate, avrei già preso la pistola per sparargli, il suo volto inespressivo mi dà i nervi. Nonostante questo, tutto sommato, adesso che ha ventitre anni è quasi migliorato, è quasi più carino. Però non lo ricordavo così, da piccolo ogni tanto sorrideva. Chissà che gli è successo nei sette anni in cui non ci siamo visti; sette anni sono tanti e la gente cambia. Basta guardare dove sono finito io e dove invece è finito lui.
Io non lo so come sono arrivato a fare quello che faccio praticamente ogni giorno. Me lo sono chiesto spesso, ma non ho trovato una risposta. Direi che in fondo poi questo viaggio capita un po’ a fagiolo: ho duemilaseicentoundici miglia per rifletterci su, id est un sacco di tempo.

 
Solo dopo cinque noiosissime ore di viaggio Hikaru si degna di parlarmi, anche se non mi guarda: in un certo senso gli sono grato, poiché anche se è impossibile resistere alla mia bellezza, preferirei non morire con lui in un incidente stradale.
« Mary mi ha detto dov’eri. » mi rivela, senza dare nemmeno un po’ di emozione alla shockante verità. Lo osservo.
Cosa? Chi? Quando? Eh?
Starà sicuramente scherzando. « Ma parli di quella Mary? Insomma, Mary O’Connel, la sanguinaria Mary, quella Mary che mi aveva giurato che per nulla al mondo mi avrebbe tradito e … ».
Sul volto di Alpha compare quasi un’espressione divertita –giuro, appena mi toglie queste manette gli tiro uno schiaffo!- « Seriamente? Lei ce l’ha detto appena l’abbiamo presa. Non gliel’avevamo nemmeno chiesto e lei ha cantato. » mi risponde, sempre più divertito.
Ma proprio ora doveva riscoprire l’uso dei muscoli facciali?
« Mary » mormoro solo, sconvolto.
Mary. Mary. Oh, Mary … quella puttana!
« E adesso è al fresco, immagino. » buttò lì, ora sono curioso di sapere se è ancora viva o meno, così posso decidere se ri-stilare o meno la lista “Persone da uccidere in futuro, si spera, molto prossimo”.
Lui non mi risponde subito, mi ignora del tutto e guarda assorto la strada semi-deserta. Aggiungerò anche lui alla lista, se continua così.
« Lei … » inizia, ma lascia cadere subito la frase. Ma che cazzo, vuole fare il misterioso e creare un momento di suspense?
Sbuffo. « Lei cosa? È morta, è viva, si è sposata, ha figli, ha vinto alla lotteria … dimmelo, maledizione! » sbotto e mi viene da incrociare le braccia al petto, solo che non ci riesco.
« È viva. » mi risponde calmo, poi continua « Ti ha fatto un favore. » continua. Ah, sì, bel favore farsi trovare dalla CIA, davvero.
« Rischiavi l’ergastolo, ma lei ha detto che avresti collaborato. » dice all’improvviso « Come ha deciso di fare lei. » spiega.
« Come prego? » domando sempre più sconvolto. Devo essermi perso un sacco di cose dall’ultima volta in cui l’ho vista –okay, non l’ho solo vista, quella ragazza mi ha praticamente salvato la vita, anche se mi rode ammetterlo.
Hikaru preme di più sull’acceleratore, ma non risponde. Né ora né per il resto del viaggio.
 

Sono circa le undici di sera quando Alpha ferma la macchina nel parcheggio di un motel semi-deserto. Personalmente, io non mi fiderei a lasciare un’auto sportiva in un posto così. Lui non fiata e scende dalla macchina, poi apre la portiera trascinando con essa anche me, togliendomi una manetta.
Faccio per tirargli un calcio, ma lui mi blocca e mi sbatte sulla fiancata dell’auto senza la minima grazia. Dopo di che mi ammanetta nuovamente.
Fantastico. Superlativo.
Appena entriamo nella stanza mi dà il permesso di andare al bagno –oddio, credo dovrei ringraziare Vostra Altezza per la magnanimità- dopo di che mi ammanetta al letto senza fiatare. Fa un caldo assurdo e ringrazio il cielo che Hikaru mi abbia lasciato il tempo di spogliarmi, perché se indossassi più dei boxer temo che morirei.
Visto che lui non si decide a parlare, gli chiedo cosa avrebbe deciso di fare Mary e cosa le ha fatto pensare che mi sarebbe piaciuto essere trasportato per miglia da un agente della CIA dritto nella tana dei lupi.
« Ti spiegherò tutto quando arriveremo a Langley. » dice soltanto, atono.
Tento, per quanto posso, di sistemarmi meglio sul letto, sbuffando « Morirò di noia prima di arrivare! Ci sono ben duemilaseicento miglia tra noi e la Virginia! ».
« Duemilaseicentoundici. » mi corregge di nuovo lui mentre si sdraia sull’altro letto e mi viene voglia di liberarmi e saltargli addosso.
Per picchiarlo, s’intende.



 

Viaggiare è camminare verso l'orizzonte, incontrare l'altro, conoscere, scoprire
e tornare più ricchi di quando si era iniziato il cammino.
[Luis Sepúlveda]




 




 
/Sul ciglio della strada/
/god come suona male questa frase/
Hello New Yor— no, sbagliato posto— popolo di efp
Questo che avete letto è il primo capitolo della prima storia qui, su efp, che scrivo da sola. Pensavo peggio, sinceramente, invece non è poi così male *ride (?)*.
All’inizio la fic doveva essere ambientata in Italia e doveva essere una RanTaku, ma alla fine è uscito questo –mi chiedo ancora come sia possibile. Spero di non aver reso Gamma troppo OOC, non piace rendere i personaggi OOC, eppure mi capitava spesso nelle mie vecchie fan fiction.
Inoltre, la mia amatissima beta –Leylaaaa *si accascia al suolo e piange*- è in vacanza, quindi questa volta mi sono affidata solo a word. Se ho fatto qualche errore di grammatica ditemelo, nonostante l’italiano sia la mia seconda lingua madre, non lo conosco bene come l’inglese *risata imbarazzata*.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto il capitolo.
Bye,
Hazel.

  
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