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Autore: simplythem    18/08/2013    0 recensioni
"Wish that we could be alone now
We could find some place to hide
Make the last time just like the first time
Push a button and rewind"
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 40- Carezze

 

Guardo i campi passare velocemente dal finestrino, si alternano tra il verde delle erbe mediche, l'oro del grano maturo e il marrone dei girasoli che si stanno seccando. Il vento mi scompiglia i capelli e li manda dietro alle mie spalle ma mi accarezza dolcemente il viso con l'aria calda, allungo una mano fuori dal vetro. La macchina guidata da Louis sfreccia tra le altre in autostrada, seguita da quella guidata da Liam. La radio accesa diffonde musica allegra ed estiva e inizio a vedere l'azzurro mare e le spiagge.

Penso agli ultimi avvenimenti di questi giorni. Dopo i restanti due giorni a Londra siamo tornati nella casa qua in Italia. Arianna già dopo due giorni era molto sciolta con i ragazzi così sua madre, mia zia, ha deciso di lasciarla con noi. Tanto il posto letto c'è in quanto Tessa non si è fatta risentire.

Niall ha ritrovato l'allegria e i suoi occhi luccicano come una volta, sorride molto di più dal giorno dopo in cui ci siamo lasciati. Con Harry non ho avuto modo di parlare apertamente, nonostante sia già passata una settimana da quando siamo tornati dall' Inghilterra. Ha già guidato la macchina pure qua.

La macchina decellera e svolta al casello dove paghiamo il prezzo dell'autostrada, Louis mi prende una mano e la poggia sopra il cambio, sotto la sua. Sento le marce scalare nel motore.

Oggi è il quindici agosto e stiamo andando al mare. Le vacanze estive ormai sono agli sgoccioli e il primo settembre loro devono tornare in Inghilterra. Ricaccio dentro le lacrime mentre il cartello con il nome della località marittima in cui stiamo andando mi passa accanto.

Abbiamo deciso di passare la giornata al mare in quanto in città si muore di caldo. Indico a Louis la strada e arriviamo davanti ad uno stabilimento balneare, parcheggiamo le macchine e andiamo a sentire per un paio d'ombrelloni. Una donna bionda e dagli occhi blu ci accompagna a due ombrelloni in terza fila, molto vicini alla riva. Abbiamo a disposizione due sdraio, due sedie e due lettini. Torniamo alle macchine dove scarichiamo asciugamani, la borsa frigo e le cose che ci siamo portati dietro.

Mi sfilo il vestitino che ho addosso e l'appendo all'ombrellone verde scuro, mi spalmo la crema solare e mi faccio aiutare da Arianna a mettermela sulla schiena e ricambio il favore. Harry è andato a gonfiare il materassino e adesso sta correndo sulla spiaggia bianca verso l'acqua e si getta in mare seguito da Niall e Louis. Liam entra lentamente incitando Zayn almeno ad entrare un po'. Arianna sorride felice al sole, i suoi occhi azzurri risplendono e diventano più chiari sotto questo sole cocente. Ha un costume turchese che le sta benissimo, mentre io ne ho uno rosso entrambe a due pezzi. Ci avviciniamo anche noi alla riva dove bambini si schizzano tra loro, rimproverati dalle madri che vengono schizzate a loro volta. Gruppi di ragazzi a giocare con palloni o a galleggiare e ridere su materassini troppo piccoli per sorreggerli tutti. L'acqua mi bagna i piedi, rabbrividisco. Zayn ci chiama vicino ad un cartello, è una cartina della costa. Ci indica una strada che porta ad una caletta di roccia dove c'è scritto che l'acqua sia verde smeraldo. Ci informiamo sul costo del trasporto.

-Dunque, per sette persone noleggiamo un motoscafo e vi portiamo in venti minuti- dice un ragazzo abbronzato -La caletta è piccola e potremo riservarla solo per voi per questa giornata-

Guardiamo i prezzi e decidiamo di andarci. Per un prezzo bassissimo, ci portano la e ci riportano in spiaggia. Abbiamo una caletta meravigliosa tutta per noi.

Saliamo sul motoscafo nero, compreso il materassino gonfio. Mi siedo da una parte e osservo la spiaggia e i balneanti allontanarsi, i visi sempre più piccoli. L'acqua scorre dolcemente sotto di noi, il mare oggi è una tavola piatta e non c'è un'onda. Osservo il colore che sta cambiando da azzurro a blu scuro, immergo una mano dove la schiuma si frange. Intanto parliamo del più e meno. Harry ha gli occhi spenti e guarda il mare in lontananza. Da quel giorno in cui scoprì che io e Louis siamo tornati insieme i suoi occhi non brillano come una volta. Il verde in essi è offuscato e spesso ha le iridi contornate di rosso, che continua a giustificare come l'effetto della luce solare. Mi mordo il labbro guardandolo. I suoi ricci vengono spinti indietro dal vento provocato dallo spostamento del motoscafo. Liam e Zayn si guardano meravigliati intorno.

Gli schizzi ci arrivanno addosso ma sono un piacevole rimedio contro il sole che ci batte sulla pelle poco abbronzata. Il conducente ci fa scendere dove il livello dell'acqua ci arriva alle ginocchia.

-Scusate ragazzi ma più avanti non posso andare, rischio di incastrarmi- ci dice girandosi e ripartendo per la spiaggia. Lo ringraziamo.

La roccia sotto i nostri piedi scotta e saltellando raggiungo un punto dove è all'ombra, sotto degli alberi verdi e rigogliosi. Ci mettiamo alcuni asciugamani e la borsa frigo. Osservo la caletta: potrà contenere al massimo dieci persone. La roccia è rossa scuro, a tratti nera. L'acqua batte su questa bagnandola e rinfrescandola. Le rocce si estendono anche in altezza facendo in modo così che questa caletta possa essere raggiunta dal mare e basta. Ci sono anche rocce sott'acqua e alcune fuori, nel mezzo. Dovremo stare attenti a non ferirci, per fortuna abbiamo tutti un paio di pinne. Harry se le mette e con Liam si spingono fuori dai contorni e stanno a mollo. Li raggiunge Niall e si divertono con il materassino. Zayn è con Arianna a riva, stanno entrando lentamente. Mi metto le pinne e, camminando all'indietro, raggiungo l'acqua e mi ci tuffo dentro. La freschezza di questa mi avvolge completamente donando alla pelle una sensazione rappacificante. Louis è dietro di me e in pochi secondi mi è accanto, mi immergo completamente e grazie alla maschera esploro il fondale ricco di alghe. I pesci ci nuotano accanto.

Stiamo tutta la mattina a nuotare, quasi combattessimo contro l'aria calda e appiccicosa. Mentre gli altri escono li avverto che esco dalla caletta e guardo intorno. Mi immergo ancora e seguo le rocce finché non le supero, riesco prendendo aria e torno sotto. Svolto a sinistra superando l'ultima roccia e continuo lungo questa. Le onde si infrangono delicatamente sulla sua parete e sento sulla schiena a pelo d'acqua battere il sole. Quando torno su con la testa mi abbasso la maschera tenendola legata al collo e faccio un giro su me stessa, intorno c'è tutto mare e in lontanaza gli stabilimenti balnerari. L'acqua qui è verde chiara.

Mi appoggio a uno scoglio vicino a me, controllo sotto se ci sono ricci e lo tocco con le pinne. Muovo le braccia appena per mantenere l'equilibrio nonostante abbia i piedi saldi. Qualcosa mi struscia lungo le gambe e risale finché vedo Harry spuntare da sotto. Sussulto.

-Mi hai spaventata- gli dico. Lui ride e si sfila la maschera appoggiandola sullo scoglio, faccio lo stesso con la mia. Sfioro con la schiena lo scoglio mentre lui si appoggia, i capelli gli gocciolano sugli occhi. I suoi occhi sono dello stesso colore dell'acqua e sembra, grazie alla luce, che brillino come il mare che ci bagna. Guarda per qualche minuto davanti a sé.

-Non abbiamo avuto modo di parlare, vero?- domanda all'imporvviso.

-Vero- rispondo con una nota malinconica nella voce.

-Perché sei tornata con Louis?-

Abbasso la testa, i capelli mi gocciolano lungo la schiena.

-Non importa- dice lui, i suoi occhi si abbassano. Gli tocco un braccio.

-Per favore, torna a sorridere-

Incrocia il mio sguardo.

-Eri tu la ragione per cui sorridevo-

-I tuoi occhi sono spenti-

Una scintilla gli trapassa le iridi e per un momento sembra che sia tornata la vivacità di un tempo. Le sue labbra si curvano in un sorriso un poco sforzato, dalla bocca schiusa esce un sospiro.

-Ti prego- lo supplico con la voce incrinata.

-Io ti amo- dice. La mia pelle urta la durezza della pietra dietro di me mentre mi abbandono contro questa. Sconfortata quasi da quelle parole troppo dirette, troppo grandi, troppo profonde.

Harry perché mi ami?

-Ti ho persa e devo fare i conti con la realtà adesso- continua con la voce roca.

-Mi dispiace- dico.

Mi sposta i capelli bagnati, con il braccio tocca la mia maschera che affonda in acqua. La guardiamo toccare lo scoglio tra i nostri piedi.

Le sue mani mi catturano il viso e mi tiro indietro giusto il secondo prima che le nostre bocche si tocchino. Mi guarda con aria accusatoria e gli occhi sgranati. Ho il braccio piegato davanti al viso e senza accorgemene l'ho evitato. La sua mano è rimasta tra di noi, sospesa come fosse attaccata ad un filo. Non capisco se quelle che gli scorrono sotto gli occhi sono lacrime o le gocce d'acqua provenienti dai capelli, ma i suoi occhi mi comunicano la risposta. Mi getto contro il suo petto singhiozzante.

Il mio respiro è spezzato tra un singhiozzo e un altro, le lacrime mi rigano il volto e finiscono in acqua producendo un suono tenue. Nonostante sia bagnato il suo petto è caldo, forse per il sole assorbito. Concedo alle sue labbra di venire in contatto con la pelle della mia fronte. Così morbide e calde. Il sole ci illumina rispecchiandosi nell'acqua.

Le sue braccia mi stringono forte la schiena, sono certa adesso che quelle sul suo volto sono lacrime.

-Ho promesso a Louis che non avrei combinato guai- dico con la voce spezzata.

-Perdonami-

Ci chiamano per il pranzo e li raggiungiamo sedendoci sugli asciugamani, consumo il riso freddo che ho nel piatto nonostante ho poca fame. Non parlo per la durata del pasto ma guardo il mare alla ricerca di una risposta, di una domanda che non so neanche io qual'è.

Facciamo il bagno anche il pomeriggio e verso le sei vengono a riprenderci. Torniamo in città e verso le nove siamo a casa, metto ad asciugare il costume. Esco in giardino e mentre cammino verso il dondolo, mi sento chiamare. Harry viene verso di me.

-Puoi prendere questa bottiglia che ora veniamo anche io e Zayn?- mi domanda.

Mi fermo e me la porge.

Non so se è lui a lasciarla troppo presto o io a mancare la presa, ma casca per terra rompendosi. I vetri schizzano dalla mattonella del vialetto fin nell'erba.

Mi ricorda la fotografia sul suo comodino, sotto i vetri rotti. L'ho rivista due giorni fa per caso.

Mi chino per raccogliere i vetri ma Harry mi ferma una mano dicendo che potrei ferirmi. L'acqua scorre velocemente tra le mattonelle raggiungendo presto i nostri piedi.

Mi alzo tenendo la testa bassa.

Gli passo accanto e rientro in casa. I suoi occhi devono tornare alla loro vivacità come una volta e solo io so come fare. Salgo le scale passando accanto a Liam che si volta a guardarmi, entro in camera dove c'è Louis. Mi guarda preoccupato.

-È successo qualcosa?- domanda.

-Louis devi perdonarmi una cosa- gli dico.

-Cosa?-

Lo bacio.

Esco di camera sotto il suo sguardo interrogativo, nel corridoio trovo Harry. Ho lasciato la porta socchiusa alle mie spalle, si ferma davanti a me. I miei occhi ispezionano velocemente intorno, nessuno in vista. Metto le mani sul suo petto e lo spingo contro il muro, mi alzo sulle punte e catturo la sua bocca. Ricambia il bacio tenendomi stretta a sé.

Quando ci stacchiamo gli faccio segno con il dito di stare zitto e me ne vado, nei suoi occhi spunta una luce che illumina il verde all'interno di questi.

Torno in camera e chiudo la porta, Louis è ancora seduto sul letto. Mi inginocchio tra le sue gambe e si china a baciarmi.

-Ti perdono- soffia sulle mie labbra.

-Ti amo Louis-

-Anche io-

Mi fa sedere tra le sue gambe, uno di fronte all'altra. Sorride scostandomi i capelli dal viso, sorrido anche io. I suoi occhi azzurri cercano i miei castani.

Si fondono assieme, cercandosi insieme. Abbasso lo sguardo sulle nostre dita intrecciate e quando rialzo la testa le sue iridi cristalline mi incantano.

-Me lo hai detto per la prima volta- dice.

Esco dal vortice incantato che mi cattura ogni volta guardandolo negli occhi.

-Cosa?- domando vaga.

-Ti amo-

Mi si blocca il respiro un secondo. Amare.

-Lo so- rispondo sorridendo.

-Sei sicura di amarmi?-

-E tu?-

-Io è quasi due anni ormai-

Gli sorrido facendogli capire la risposta. Amare. Che parola grossa, qualcosa di profondamente magnifico ma tavolta distruttivo. Un amore può riempire e svuotare allo stesso tempo.

Corrisposto o no.

-Tutto bene?-

-Certo- rispondo -Ero solo immersa in dei pensieri-

-Quali?-

Mi sporgo in avanti e lo bacio passandogli la mano tra i capelli castani e morbidissimi. Le nostre lingue si incontrano allacciandosi, le labbra si carezzano. Mi tiene delicatamente i fianchi.

Quando ci stacchiamo per riprendere fiato, le nostre fronti si sfiorano. Mi lascio incantare dal suo profumo dolce, il solletichio dei suoi capelli. Mi sfiora la cicatrice sulla tempia.

-Ho capito di amarti quando ti svegliasti e chiamasti il mio nome quel giorno-

Alzo la testa e lo fisso.

-Il mio nome fra tanti, il nome del tuo migliore amico-

Lo abbraccio stringendolo a me. Rimane un secondo sorpreso poi mi stringe anche lui.

Rimaniamo a parlare un po', decidiamo di uscire a prendere qualcosa da bere. Mi metto un paio di shorts e una maglietta con una manica abbassata e le vans. Mi trucco con un poco di eyeliner e il mascara. Usciamo.

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Ciao a tutti. Scusate l'assenza di due settimane, ma come ho detto ero al mare e non avevo un pc dietro per scrivere.
Comunque grazie per le letture.
Siamo già al capitolo quaranta!


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