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Autore: LovingStyles    18/08/2013    6 recensioni
Quando Nevelyn aveva varcato la soglia di casa sua per la prima volta, Harry aveva sperato che fosse l'ultima.
Ogni notte, sperava fosse l'ultima. Eppure – ogni notte – si ritrovava seduto con le gambe divaricate e il viso tra le mani, ad ascoltarla. E mentre dalle labbra di lei uscivano fiumi di parole, lui dimenticava quale fosse il confine tra la realtà e il sogno. Perché Nevelyn era entrambe le cose: lei era realtà e lei era sogno.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Nevelyn aveva varcato la soglia di casa sua per la prima volta, Harry aveva sperato che fosse l'ultima. 
Ogni notte, sperava fosse l'ultima. Eppure – ogni notte – si ritrovava seduto con le gambe divaricate e il viso tra le mani, ad ascoltarla. E mentre dalle labbra di leiuscivano fiumi di parole, lui dimenticava quale fosse il confine tra la realtà e il sogno. Perché Nevelyn era entrambe le cose: lei era realtà e lei era sogno. 
L'aveva vista, la prima volta, mentre camminava sola sul pontile della città, in una notte in cui nulla aveva limiti e contorni nitidi. L'aveva vista rannicchiarsi così vicino al vuoto, che gli era sembrato fosse sospesa in aria. Le si era avvicinato, mentre i sensi lottavano tra di loro per non perdersi nell'alcol che circolava libero nel suo corpo; le si era avvicinato e non aveva saputo distinguere se lei fosse realtà o sogno. E, a distanza di mesi, ancora non c'era riuscito. 
Anche ora che i suoi capelli biondi ricadevano sulle sue spalle fragili, appesantiti dalla pioggia che graffiava le finestre di casa sua da giorni, continuava a non riuscirci. Diede la colpa al sonno, al suo – fintamente –  inaspettato risveglio e al fatto che il suo silenzio lo stesse riempiendo di parole. 
E poi lei parlò, quando ormai era passata solo una frazione di secondo, che a lui sembròl'eterno. 
“Ho paura”, disse. 
Il suono della voce di lei arrivò ovattato alle orecchie di lui, che, sottomesso dal suo stesso corpo, si costringeva a non tornare a dormire.
Quanto avrebbe voluto essere di nuovo nel suo letto ora, a confondersi tra la fine e l'inizio di una nuova avventura. Eppure era lì, sul divano umido e spigoloso del suo appartamento nella periferia inoltrata, a passare le dita tra i capelli e poi agli angoli degli occhi, mentre la vita pian piano gli sembrava più chiara. 
“La notte mi spaventa”, continuò. 
E come ogni volta, lui batté dei leggeri colpi sulla stoffa e lei lo guardò amareggiata. 
Lei si strinse accanto a lui, intrecciò le braccia intorno alle sue ginocchia, e lui l'accolse tra le sue – come ogni notte. Si accese una sigaretta, buttò la testa all'indietro e si abbandonò alla scomodità di quel divano – come ogni notte
Espirò piccoli cerchi di fumo, mentre lentamente il suo sonno lasciava spazio ad una lucidità sconosciuta. 
Nevelyn si stese sopra di lui, non lasciando neanche per un attimo la presa delle sue braccia forti, e si accoccolò sul suo petto – come ogni notte.
Inspirò a pieni polmoni, beandosi dell'acre odore del fumo, di cui ogni parte di sé ormai era schiava, e con esso inspirò anche un unico pensiero: lui. 
Harry aveva sperato – ogni notte – che quella fosse l'ultima. Nevelyn aveva bussato alla sua porta – ogni notte – sperando che quella volta non si aprisse. 
Nevelyn aveva provato a resistere – ogni notte – al suo profumo di lenzuola appena asciugate, di pioggia estiva e di tabacco, ma non c'era riuscita. Harry aveva provato a non alzarsi – ogni notte – per aprire quella porta, consapevole che ci fosse lei dall'altro lato, bagnata dal pianto incessante del cielo anche in piena estate e spaventata dall'ignota oscurità che le occupava la mente. 
Harry non l'aveva mai capito e Nevelyn non aveva mai avuto il coraggio di spiegarglielo. 
Quella forza oscura era il pensiero di lui, nel suo letto disfatto, contornato da bottiglie ormai vuote e poggiate, solitarie, ai suoi piedi. Quella forza oscura era il pensiero di lui, a cui – ogni notte – lasciava andare sé stessa. Il pensiero della sua scusa ormai priva di senso, della paura che diceva – ogni notte – di provare, della notte scura e minacciosa che la guidava fino a lui. 
L'ultimo anello di fumo si disperse nell'aria, mentre una nuova consapevolezza affiorava nella mente di lui.
Lei – ogni notte – bussava alla sua porta e usava la sua scusa ormai priva di senso. Lei –ogni notte – si stringeva al suo corpo e si abbandonava a lui.
Lei era l'oscurità e la luce del mattino dopo, lei era le bottiglie sdraiate sul pavimento della sua stanza e lei era il suo risveglio. 

Lei era la sua realtà e lei era il suo sogno.




Ciao a tutti, questa è la mia prima storia.. Spero vi piaccia!
Lasciatemi tante recensioni così che posso migliorare!
Ciao!!
  
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