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Autore: Patta97    18/08/2013    1 recensioni
- Stai scherzando, spero.
- John, non è il momento di fare il saccente. Cosa sarebbe questa… pizza? Una pianta? Un frutto? O un veleno? E perché non averla mai mangiata sarebbe così grave?

Sequel di "Fantastico" e "Esperimenti". Se Sherlock e John, da piccoli, fossero stati vicini di casa?
Note: kid!Sherlock, teen!John, What if?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harriet Watson, John Watson , Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Vicini di casa. '
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Ciao! Si vede che sono affezionata a quest'idea, eh? Una delle altre piccole scene quotidiane dei due amici-vicini di casa John Watson e Sherlock Holmes.
Grazie a chi legge,
Chiara

PS Fa parte della serie "Vicini di casa".




PIZZA.




- Stai scherzando, spero.
 
- John, non è il momento di fare il saccente. Cosa sarebbe questa… pizza? Una pianta? Un frutto? O un veleno? E perché non averla mai mangiata sarebbe così grave?
 
- La pizza è un cibo molto buono di origini italiane – rivelò John non appena riuscì a smettere di ridere. – E non è che non averla mai assaggiata sia grave… è una bestemmia nei confronti della religione culinaria!
 
Sherlock fece dondolare le gambette dalla sponda del letto, accigliato e pensieroso. – John?
 
- Uh-uh?
 
- Potresti…
 
- John! John!
 
- È Harry – disse il ragazzo, sorpreso nell’udire la voce della sorella, avvicinandosi alla finestra della stanza dell’amico, aprendola. – Harry, ti avevo detto di non entrare in camera mia!
 
- Quante storie che fai! È pronta la cena, eri così entusiasta di mangiare pizza. Muoviti o si fredda.
 
- Arrivo – fece per allontanarsi dal davanzale ma ci ripensò. - Ed esci di lì o dico alla mamma che…
 
- Va bene, ho capito!
 
John sbuffò e si avvicinò nuovamente a Sherlock, il quale aveva ascoltato attento il dialogo dal suo letto. – Queste finestre vicine sono un bene per noi ma un male per i ficcanaso…
 
- Dovresti usare l’allarme anti-fratello, come me.
 
- L’allarme anti-fratello? – domandò il ragazzo, guardandolo interessato e divertito.
 
Il bambino annuì. – Sai che Mycroft è a dieta?
 
- Me lo avrai ripetuto dieci volte, tu che odi ripeterti…
 
- È che mi piace vedere tremolare il suo doppio mento quando mangio torte davanti a lui… Comunque, a questo proposito, ogni volta che esco di qui o sto dormendo lascio la porta socchiusa con sopra in bilico un cesto pieno di cupcake. Se prova ad entrare… viene sommerso da una cascata di dolcetti che non potrà mai addentare.
 
- Ha un che di diabolico – commentò John dopo qualche istante. – Io come potrei applicare questo allarme a Harry?
 
- Beh, dipende – pensò Sherlock, concentrato. – Riempi un cesto di qualcosa che non le piace e vai sul sicuro.
 
- Okay, Sher. Ho una pianta-frutto-veleno parecchio succulenta che mi attende. Vengo domani per aiutarti con i compiti di matematica.
 
I commenti acidi del bambino su come fossero inutili le moltiplicazioni seguirono John lungo il corridoio, mentre rideva.
 
 
 
- Sherlock!
 
- Jo-Jawn?
 
- Ah, sei sveglio!
 
- Sto subendo una sorta di deja-vù  al contrario. Non sono io quello che ti chiama nel cuore della notte e tu quello che… yawn… che viene svegliato per questioni futili?
 
- La mia non è una “questione futile”, piccolo abitudinario. Ti ho conservato un trancio pizza.
 
- Cibo? Sì, decisamente una cosa non inutile…
 
- Il sarcasmo non si addice a un bambino di sei anni, Sherlock. Pomeriggio mi sei sembrato così curioso che a cena ho pensato che ti avrebbe potuto fare piacere assaggiarla.
 
Sherlock, i riccioli scompigliati dal sonno e i segni del cuscino sulle guance, arrossì lievemente. – In effetti sì, sono curioso. Come me la passi?
 
- Hai ancora il tuo arpione? Vediamo di dare un senso alla sua presenza nella stanza di un seienne…
 
 
 
 
- Quindi? Com’è?
 
- È… inaspettata – considerò il bambino, la bocca piena. – C’è polpa di pomodoro, formaggio e una spezia… origano?
 
John annuì dalla sua finestra, i capelli biondi accarezzati dalla luna. – Ma è buona o no?
 
- Non esageriamo. Al momento, posso elencare tre pietanze più soddisfacenti di questa alle mie papille gustative.
 
- Io credo che non ci sia nulla più “soddisfacente” della pizza, continui ad essere blasfemo.
 
- John, ma che stai facendo a quest’or… AH!
 
- Harry! – il ragazzo scomparve dalla finestra, inghiottito dal buio della sua stanza.
 
- John! – chiamò Sherlock, piano.
Ricevendo in risposta solo frasi sconnesse ed attutite non rivolte a lui, il bambino, appollaiato su una sedia per raggiungere il davanzale, si appoggiò su questo, assopendosi di nuovo.
 
- Sherlock…
 
- J-Jawn – sbadigliò nuovamente il nome dell’amico, assonnato. – Che era successo? Avevi già messo in funzione l’allarme?
 
- Già. E Harry non ha gradito molto il secchiello pieno di fango…
 
Si guardarono e scoppiarono a ridere, soffocando il rumore nel palmo delle mani.
 
- Ti hanno già messo in punizione? – chiese Sherlock.
 
- No, fortunatamente la mia voce aveva svegliato solo lei e non mamma e papà. Si è fatta uno shampoo veloce ed è andata a letto, non credo farà la spia: so come ricattarla.
 
- Adesso chi è quello diabolico…?
 
- Il sarcasmo, Sherlock. Adesso dormo davvero, prima che Harry si svegli di nuovo.
 
- Aspetta! Prima… grazie per la pizza.
 
- Figurati – sorrise il ragazzo.
 
- Un’ultima cosa. Posso chiamarti… Jawn? Quando la situazione lo richiede.
 
- Puoi chiamarmi come vuoi, Sher. Buonanotte.
 
- Buonanotte, Jawn.
  
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