Anime & Manga > Pokemon
Ricorda la storia  |      
Autore: Blue Eich    18/08/2013    7 recensioni
Il verde, a quel punto, le schermò la vista. Ella sentì il fruscio di qualcosa di leggero che le veniva adagiato sul capo. Quando il palmo si tolse da davanti ai suoi occhi color del cielo, abbassando lo sguardo vide che Drew le stava sistemando un velo addosso. Era un velo da sposa, in garza di seta, che arrivava addirittura fino alla fine della sua esile schiena ed era così trasparente che si riusciva a scorgervi attraverso.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drew, Harley, Lucinda, Solidad, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~Voile, bouquet, parfait!~

116p53p

 

Le parole della conduttrice, limpide e squillanti, risuonarono nell’arena: «Signore e signori, ebbene, la vincitrice della Coppa Adriano di quest’anno è… Vera di Petalipoli!»

Gli applausi e fischi del pubblico riempirono il silenzio sovraccarico di tensione che aveva regnato fino a poco prima.

«Abbiamo vinto…» mormorò Vera, come in trance, perché non riusciva a capacitarsi che fosse vero. «Abbiamo vinto, Glaceon, abbiamo vinto!» ripeté, con un sorriso di gioia pura e spontanea sulle labbra. I suoi occhi luccicavano d’emozione.

Il Pokémon Nevefresca, che si trovava al centro del campo con il corpo indolenzito e pieno di ammaccature, ricambiò il sorriso e si voltò per correrle incontro. Vera accarezzò ripetutamente il suo manto fresco e lo elogiò sottovoce.

Piplup invece chinò il capo, avvilito.

Lucinda cercò di forzare un mezzo sorriso, senza muoversi dalla sua postazione. Teneva le braccia sui fianchi, strette alla gonna a campana con le pieghe del suo abito. «Sarà per la prossima volta» si disse, scacciando velocemente via una lacrima dalla guancia con l’indice inguantato di bianco, perché non poteva mostrarsi triste. Doveva prendere un respiro profondo, ricomporsi e far finta di essere felice, andando a congratularsi con la sua migliore amica per la vittoria. Senza alcuna remora né tanto meno invidia nei suoi confronti. Era il suo turno di essere forte, così pensò, mentre si avviava con passi placidi dall’altra parte del campo, con il suo piccolo compagno stremato stretto tra le braccia.



«Ancora non ci credo…» fu il sussurro di Vera, mentre sfiorava col polpastrello uno dei nastri del Fiocco, posato sul suo grembo. All’apparenza poteva sembrare un Fiocco come tutti gli altri che avrebbe aggiunto nel suo cofanetto, ma per lei rappresentava qualcosa di più. Il solo guardarlo la riempiva di fierezza, come se fosse arrivata in cima alla vetta di una montagna e stesse ammirando la splendida vista dall’alto, sentendo ripagate tutte le proprie fatiche.

D’un tratto, qualcuno bussò con gentilezza alla porta della sua camera.

Chi poteva essere? Ripose il suo prezioso premio sull’orlo del comodino, accanto alla bandana e ai guanti, per poi alzarsi. «Chi è?»

«Prova a indovinare.»

Sentì un piccolo tuffo al cuore: era lui.

«Drew!» esclamò, aprendo la porta. «Eccoti, finalmente…»

Drew le dedicò un sorriso caldo e spontaneo. Vera si sporse audacemente in avanti per abbracciarlo, senza esitazione; aveva bisogno di sentirlo vicino, di azzerare le distanze.

«La Principessa di Hoenn stavolta ha trionfato, eh?»

«Sì…» Appoggiò la testa al suo petto, il giusto per inebriarsi del suo profumo di rose. «Mi sono allenata tanto e alla fine ci sono riuscita!»

«Sei stata brava, i miei complimenti…»

I loro occhi si catturarono a vicenda, come stregati. Il tempo sembrò rallentare perché non aveva più importanza, mentre i battiti dei loro cuori invece accelerarono. Drew cominciò lentamente ad avvicinare il proprio viso a quello di Vera, per cogliere l’attimo.

Quando ormai c’erano solo pochi millimetri a distanziarli e stava per avvenire la magia, un battito di mani violento tanto da sembrare uno scoppio li riportò al mondo reale.

«Ma che teneri i nostri piccioncini!»

Avrebbero riconosciuto quella voce tra mille. Certo, perché non esisteva nessun altro al mondo – o almeno così speravano vivamente – con una voce tanto irritante.

Vera avvampò, stringendo d’impulso le dita sulla giacchetta di Drew e voltando il capo verso il corridoio. «T-Tu che ci fai qui?!»

Da dietro l’ondulata chioma di Harley, appoggiato alla parete a braccia conserte da chissà quanto tempo, uscì anche Solidad. L’espressione di quest’ultima era piuttosto in contrasto con l’irritazione che causava la vista di quella del suo accompagnatore: aveva l’effetto calmante del Rintoccasana di un Chimeco.

«Volevamo complimentarci per la tua vittoria, Vera» disse, porgendo educatamente la mano.

Vera si allontanò definitivamente da Drew per stringerla. «Grazie, ragazzi!»

«Anche l’anno scorso meritavi di vincere tu, anziché quella Miss Perfettina!» commentò Harley, con le sopracciglia aggrottate e una smorfia pungente come una spina del suo Cacturne.

Drew storse il naso: per la prima volta – che di sicuro sarebbe stata anche l’ultima – si trovava d’accordo con quello svampito su qualcosa e ciò lo disgustava. Tuttavia scelse di restare in silenzio.

«Almeno hai tenuto alto l’onore di Hoenn!» proseguì Harley, dando a Vera una pacca amichevole e un po’ troppo forte su una spalla. Poi avvolse lei e il suo rivale in un abbraccio. Un abbraccio decisamente imbarazzante. «Siete proprio carini insieme.»

Provò a strapazzare la testa di Drew e arruffargli i capelli con un’innocenza e una naturalezza del tutto fuori luogo, come se fossero amici da sempre. Drew, con i denti digrignati e sentendo tingersi le proprie guance di un umiliante rossore, gli torse con un brusco scatto il polso.

Vera assistette alla scena con un sorrisetto di disagio, mentre Harley mugugnava dal dolore.

«Sarà meglio andare…» intervenne Solidad, cosicché Drew in automatico lo mollasse.

«Ammettilo che volevi stritolarmi! Non è stato per nulla carino, sai?»

«Su, andiamo. Vera e Drew vorranno restare da soli

Sì, perché Solidad sapeva. Trascinò via Harley per un orecchio, che ovviamente protestava a gran voce come un bambino.

 

Appena la porta della camera si chiuse, lasciandoli finalmente in intimità, Drew si aprì la giacca e tirò fuori un bouquet di rose rosse. Lo porse a Vera con un sorriso galante e magnetico, che alle sue fan avrebbe fatto decisamente girare la testa. Gli serviva a mascherare l’agitazione, ad apparire sicuro di sé.

Vera ne rimase incantata e se lo portò vicino al viso per lasciarsi catturare da quel profumo familiare, dolce, che respirò a pieni polmoni. «Grazie, è stupendo.»

Per un po’ ci fu silenzio, ma non un silenzio tagliente o d’imbarazzo. Un silenzio sereno, di due persone che stavano bene insieme anche senza dover parlare per forza.

Finché Drew, a un certo punto, prese un respiro profondo. «Vera?»

«Sì, che cosa c’è?»

«Alzati… Devo parlarti, è importante.»

Vera fece come le era stato detto. Stette a fissarlo con sincera curiosità, stringendo ancora il mazzo floreale.

A quel punto lui le schermò la vista; sentì il fruscio di qualcosa di leggero che le veniva adagiato sul capo. Quando il palmo si tolse da davanti ai suoi occhi color del cielo, abbassando lo sguardo vide che Drew le stava sistemando un velo addosso. Era un velo da sposa, in garza di seta, che arrivava addirittura fino alla fine della sua esile schiena ed era così trasparente che si riusciva a scorgervi attraverso.

Alzò lentamente la testa, a bocca semiaperta per lo stupore. Era tutto così perfetto che le sembrava di essere in un sogno.
«Drew…» farfugliò, aprendo di poco la bocca, rapita da quell’atmosfera e con le guance imporporate dall’emozione. Non poteva crederci che finalmente stesse succedendo e per di più in un modo così romantico.

«Vera… Vuoi essere la mia ragazza?»

Eccola, la domanda che da quasi due anni avrebbe voluto sentire. Drew intrecciò le sue mani alle proprie, fissandola intensamente in attesa di una risposta.

Vera era così felice che temeva di piangere. «Sì… Certo che sì!»

Si sporse per appoggiarsi alla sua vita e chiuse gli occhi, cominciando ad avvicinarsi, con la testa leggermente inclinata. Non esisteva più niente, solo quelle labbra calde e un poco umide, che volevano conoscersi, assaporarsi. Drew azzardò darle un morso lievissimo sul labbro inferiore e la sentì ritrarsi di scatto per un momento, perché non se lo aspettava. Probabilmente, il suo cuore aveva fatto un piccolo tuffo dalla sorpresa, ma ritrovò in fretta la calma e i suoi muscoli tornarono distesi.

Si distanziarono per riprendere fiato, perché a entrambi mancava il respiro. Non sapevano dire quanto tempo, esattamente, fosse durato quel bacio. Le loro fronti erano accaldate, come se fossero appena usciti da una sauna.

La testa di lei era schiacciata sotto il mento di lui. Rimaneva immobile, come se quello fosse un nascondiglio perfetto per non essere costretta a guardarlo.

«Drew?» lo chiamò, in quello che sembrava tanto un mugugno un po’ timido, senza ancora muoversi.

«Cosa c’è? Per caso non ti è bastato?»

«M-Ma cosa dici!» squittì, avvampando come un peperone. Se imbarazzare Vera fosse stato uno sport, Drew ne sarebbe stato l’indiscusso campione mondiale. «Tra un po’ comincia la festa per la fine della Coppa Adriano… Ci andiamo?»

Drew fece spallucce, in segno che non gliene importava granché. Durante occasioni del genere era solito allenarsi, invece di partecipare ai festeggiamenti. Ma adesso aveva una fidanzata – ancora con il velo trasparente a ornarle i capelli – ed era quasi scontato che dovessero andarci insieme. Dovere di fidanzato. «Se proprio devo.»
«Sì, devi.»
«Altrimenti?» la provocò, attorcigliandosi con un sorrisetto una sua ciocca color nocciola sul dito.

«Altrimenti…» Vera si prese alcuni secondi per pensare a una minaccia sufficientemente convincente. «Non ti parlo più!» improvvisò, con un tono che sapeva tanto di capriccioso, spingendolo via.
«Sopravviverò.»
«E non ti bacio più!» aggiunse, piantando le braccia sui fianchi, testarda.
«Oh, allora dovrò assolutamente accontentarti.»

Ridacchiò sottovoce. E la sua risata, candida e innocente, era uno dei suoni più piacevoli al mondo per le orecchie di Drew.



 


Angolo Autrice
list-image

Heyo!~
Ho passato l'intero pomeriggio su questa shot, sono soddisfatta.
Nasce tutto dall'idea che Lucinda finito il Pokémon World Tournament a Unima dice di voler partecipare alla Coppa Adriano di Johto... Ed è lì che si trova Vera secondo l'anime! Vendettaaah~
Mi sento potente XD
Spero che vi sia piaciuta e che recensirete. Bye!
-H.H.-
 
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Blue Eich