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Autore: KatnisslovesPeeta    18/08/2013    7 recensioni
E se Katniss fosse nata ai nostri tempi? Come sarebbe stata la sua vita?
Katniss si trova alle superiori, Gale è il suo migliore amico, Peeta una persona che ha fatto
parte del suo passato, ma che non fa più parte del suo presente. Almeno fino ad oggi.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Che cosa?! - rispondo senza nemmeno pensarci.
Lui ha lo sguardo basso e fissa il marciapiede come se si vergognasse di guardarmi. 
Questo non è il Gale che conosco, quello vero mi avrebbe preso in giro per tutto il tragitto da casa a scuola, avrebbe fatto battute ironiche su me e Peeta, magari avrebbe pure gridato ad alta voce questo  stupido pettegolezzo per farmi sentire in imbarazzo. Perché si comporta così? 
- Non ti mordo mica se mi guardi - gli dico ironica e lui sembra riprendersi di colpo.
- Non ho paura di te, vorrei solo una risposta - 
Non voglio stare assieme a nessuno e prima di oggi nessuno ha mai voluto stare assieme a me perché dovrebbe essere diverso? Ho la mia famiglia a cui pensare e mi basta, non ho bisogno di nessun ragazzo che mi giri intorno.
- Gale... Non ha senso, io non ho bisogno di te e tu non hai bisogno di me, perché cambiare le cose? - li domando, anche se non vorrei davvero una risposta. 
- Katniss, qui non si tratta se hai bisogno o no di una persona! Qui si parla di se quella persona ti piace! - risponde alzando la voce e gesticolando, una cosa che fa spesso quando è nervoso. 
Non capisco più cosa gli prende, il suo comportamento è completamente diverso, sembra un'altro.
- Allora te lo dico chiaro e tondo, non mi piaci e non voglio stare con te va bene?! - gli rispondo, rovinando tutto come al mio solito. Lui si irrigidisce quando sente le mie parole, il suo sguardo si fa serio e io per un secondo provo un po' di paura per quello che potrebbe succedere ora.
- Okay, ho capito, non dovevo fare quella domanda! - sbotta e attraversa la strada per poi entrare in casa sua. 
Io continuo a camminare lentamente, non ho voglia di fare finta che vada tutto bene. Questo vuol dire che io e Gale non siamo più amici immagino. Non ho mai pensato a questa possibilità, quando abbiamo incominciato a diventare amici era perché ci aiutavamo a vicenda con la scuola, era una cosa normale cominciare a socializzare. 
Alzo gli occhi dal marciapiede e mi accorgo di essere arrivata a casa, una piccola casetta color rosa pallido a due piani e con poche finestre.
Entro dentro e vengo subito accolta da un rantolo di Ranuncolo, un bruttissimo gatto randagio che Prim ha adottato non molto tempo fa. Mi guarda con gli occhi ridotti a due fessure mentre li passo accanto e mi dirigo in cucina, dove so di trovare Prim. Infatti eccola là, mentre sta mescolando con un mestolo di legno, della zuppa di verdura. I capelli biondi sono stretti in due trecce e la parte dietro della camicetta è immancabilmente fuori dalla leggera gonna che indossa. 
- Ciao paperella - gli dico, infilandoli la coda nella gonna.
- Ciao Katniss, non indovinerai mai quanto ho preso nel compito di inglese! - esclama lei fremendo dalla voglia di raccontare.
- Ah non lo so, dimmelo tu - gli rispondo sedendomi al tavolo della cucina.
- 10! Era il miglior voto della classe e così mi sono alzata la nota finale di due punti - dice sorridendo in modo così dolce e ingenuo che mi fa sorridere.
- Bravissima paperella! - gli dico abbracciandola. 
Va solo in seconda media ma si occupa quasi di tutto lei: cucina, stira, lava, pulisce e puntualmente ogni mattina fa il suo letto. Io cerco sempre di aiutarla ma lei si ostina a cucinare appena arriva da scuola per avere già tutto pronto. Mi sento in colpa perché non ha vissuto una vera infanzia, è dovuta crescere così in fretta e fare cose che altri alla sua età non hanno mai fatto.
- Torno subito, così se hai bisogno ti aiuto con i compiti.- le grido mentre salgo al piano di sopra. 
Vado in bagno e slego la mia treccia, ormai praticamente disfatta, tolgo i vestiti e faccio un doccia fredda che dura almeno dieci minuti. Mi metto l'accappatoio e torno nella mia stanza. Prendo a caso dei vestiti puliti dal mio armadio, in disordine come al solito. In quel momento sento qualcuno chiamarmi. 
Mi affaccio alla finestra che da sul retro, da cui posso vedere il giardino della casa di Gale.
- Katniss! - sento chiamare per l'ennesima volta. 
Gale è nel mio giardino, sotto la mia finestra e cerca di attirare la mia attenzione.
- Cosa vuoi Gale? - gli chiedo senza alzare la voce per non farmi sentire da Prim. 
- Ho bisogno di parlarti! - risponde 
- Adesso non posso vai via! - rispondo spazientita. Se adesso vuole scusarsi, deve sapere che è troppo tardi.
Lui sospira, e piega la testa da un lato.
- È importante! - esclama.
- ...Va bene! Aspetta arrivo io, tu non muoverti e non fare rumore chiaro? - chiudo la finestra e indosso i vestiti che ho scelto.
Scendo le scale in fretta, saltando dagli ultimi quattro scalini e mi fiondo fuori dalla porta di casa. Vado sul retro e vedo Gale, con le mani in tasca che guarda ancora la finestra della mia stanza. 
- Gale! Accidenti, vieni qui! - esclamo dal lato della casa.
Lui mi raggiunge correndo e si ferma di fronte a me.
- Prim ti ha visto? - gli chiedo sospettosa. Non voglio che nessuno, nemmeno mia sorella, si faccia strane idee su me e Gale.
- No no! Adesso però fammi parlare - dice sfiorandomi il braccio e guardandomi dritto negli occhi. 
Il vento passa tra i miei capelli umidi e io non riesco a non rabbrividire di freddo nella leggera canottiera e i corti pantaloncini che indosso. Mi stringo le braccia al petto. 
- Mi dispiace se sono stato così duro, ma non voglio che tu ti metta con uno sfigato come Mellark. - 
- Mi stai dicendo che volevi metterti con me per non farmi stare con Peeta?!- esclamai in un misto di rabbia e sorpresa.
- Non capisci! - dice stringendo i pugni - non voglio che ti metta con lui perché ci tengo a te! - risponde e con foga prende il mio viso tra le mani e preme le sue labbra sulle mie. 
Sono talmente scioccata che non reagisco. Me ne sto lì impalata senza oppormi o protestare.
Gale lascia il mio viso e corre verso la staccionata che salta abilmente dopo avermi gridato
- Ci vediamo a scuola! -
Ancora stordita torno lentamente in casa restando appoggiandomi alla porta per qualche secondo.
Gale mi ha dato un bacio contro la mia volontà! Senza il mio permesso, così perché gli andava, non mi piace questa cosa. Cosa li dirò domani a scuola? Lui come si comporterà?
Scaccio queste domande dalla testa e corro in camera di Prim.
Mi affaccio alla porta e la guardo per qualche istante mentre scrive su un quaderno seduta alla sua piccola scrivania.
- Ehi paperella, hai bisogno di una mano con i compiti? - le chiedo raggiungendola.
- No grazie, ho quasi finito tutto, mi mancano solo degli esercizi di inglese.- risponde appoggiando la penna sul quaderno.
- Va bene, io sono in camera mia se hai bisogno. - li faccio una carezza ed esco socchiudendo la porta.
Cammino nel corridoio e sospiro ricordandomi che dovrei fare anche i miei di compiti. Non sono mai stata brava a scuola, ma soprattutto non mi sono mai impegnata come avrei dovuto fare. Prim invece si impegna tantissimo, studia, svolge i suoi compiti con ordine e precisione. Punta già ad una borsa di studio perché sa che non possiamo permetterci una buona università. È il suo unico modo per uscire da questa vita fatta da piccole rinunce, troppo grandi per dei bambini.
 
Sono sdraiata sul mio letto e non riesco ad addormentarmi.
Questa sera mia madre è tornata stanca come sempre e non ha stirato ne ha fatto la cucina, non ha avviato la lavatrice o ha steso i panni ad asciugare. Mi chiedo se sappia che è un disastro come madre. Non riesco a perdonarla, non ce la faccio. Io e Prim non abbiamo passato dei bei momenti quando lei si è lasciata andare. Io ho cercato lavori su lavori e ho lasciato perdere completamente la scuola, Prim ha badato da sola alla casa per mesi dimenticandosi di verifiche e interrogazioni.
Adesso si è un po’ ripresa e ha ricominciato a lavorare in farmacia, ma aiuta poco in casa e si prende a malapena cura di Prim.
Respiro a fondo e cerco di passare oltre.
Mi torna in mente Peeta Mellark. Una parte di me vorrebbe ancora averlo come amico, l’altra capisce che è una sciocchezza e che non potrà mai succedere dopo che l’ho sbattuto contro un muro e gli ho parlato con la mia massima educazione.
Mi addormento pensando ad un modo per parlare di nuovo con Peeta e magari, scusarmi per tutto.

Ciao a tutti! Eccomi qua come promesso!
Mi sono impegnata molto per questo capitolo 
ma è stato veramente difficile da scrivere!
Non fatevi problemi a correggere i miei
possibilissimi errori di grammatica e
se vi va lasciate una recensione!
Jennifer
  
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