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Autore: Kaleidoscope_    19/08/2013    1 recensioni
Il mio nome è Skye Everly e frequento l'ultimo anno della Rancho Bernardo High School di Poway.
La mia vita si basa principalmente sullo studio, voglio diplomarmi per poi laurearmi per avere un buon futuro. Purtroppo questo implica che la mia reputazione a scuola non sia delle migliori. Diciamo che sono la sfigata della mia classe, la secchiona, quella di cui tutti si prendono gioco.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Appena becco Jennifer la faccio fuori, questo è certo.
“Sapevo che non dovevo fidarmi di quella!” dice lui passandosi una mano tra i capelli.
“Ma dai, ragazzi! Non è mica la fine del mondo!”
Giusto, quella non è niente in confronto. Oltre al fatto di trovarmelo in stanza tra due giorni, dovrò anche sopportarmelo per un'intera serata.
“Con lui non ci vado di certo” affermo incrociando le braccia.
“Oh, la cosa è reciproca!” replica poi lui, con il suo solito fare da snob.
“Non se ne parla, andate o vi ci porto a forza di calci nel sedere!”
Mia madre non è mai stata l'educazione fatta persona effettivamente, ma ciò non lascia scappare a Mark una risata.
Alla fine dopo qualche tentennamento riesce a convincerci, così in men che non si dica mi ritrovo in auto con lui.
“Giura che non ne sapevi nulla”
“Secondo te avrei accettato di andare al ballo con uno come te?!” rispondo stizzita.
“Acida.”
“Stupido.”
Si conclude così la nostra conversazione, fino all'arrivo non si sente volare una mosca. Appena scesi dal mezzo, mi ferma.
“Ascolta, tanto per non fare i due bambini che litigano, facciamoci vedere felici di essere insieme a questo fottutissimo ballo, okay?”
Dato che la mia reputazione non è delle migliori e che non mi va di fare una scenata davanti a tutti, accetto e mi lascio prendere per mano, irrigidendomi all'istante.
All'entrata tutti ci guardano ed io arrossisco subito. Lui mi stringe più la mano e la cosa mi conforta : forse non sono l'unica ad essere nervosa qui.
Sento una marea di voci che commentano il nostro essere insieme, il mio vestito, il suo, il mio nuovo sorriso. Arrivati finalmente dentro, ci sediamo ad un tavolo.
“Vado a prendere da bere” mi dice per poi allontanarsi.
Mi alzo ancora arrabbiata e vado a cercare Jennifer. La trovo intenta a sbaciucchiarsi con il ragazzino di terza ma non tardo a tirarla via per un braccio.
La reazione di lui non è delle migliori, ma dopo una mia occhiataccia torna seduto.
“Ti rendi conto di quello che hai fatto?” le sbotto in faccia, più arrabbiata che mai.
“Che c'è di male? Abituati dato che lo avrai in stanza per un mese intero!”
“Non mi importa, meno lo vedo meglio è. E tu lo sapevi, invece mi hai fatto questo scherzo di cattivo gusto!”
“Calmati! Non ci devi mica scopare a fine serata o cose così, gli ho detto di non fare lo stronzo, me l'ha promesso. Non pensavo te la prendessi così!”
Nonostante tutto, non ho più voglia di trattenerla, così la lascio tornare dal ragazzino e torno seduta al tavolo. Passano cinque minuti prima che Mark torni.
“Bevi, ti aiuterà a passare meglio la serata”
Mi porge un bicchiere di vodka che guardo schifata.
“Potevo capire della birra...”
“A me fa schifo. Accontentati.”
Anche se non sono per gli alcolici, ho talmente tanta voglia di tirarmi su che lo bevo in un sorso.
“Non è male!” dico sorridendo.
Per un'altra ora stiamo a bere e a parlare del viaggio. Inizio a sentirmi un po' brilla, così appoggio il bicchiere sul tavolo.
Lui ridacchia e mi porge la mano.
“Ti va di ballare?” mi chiede appena parte un lento.
Perché no? Accetto subito e mi lascio trascinare nella pista.
Mi avvolge i fianchi con le sue mani ed io appoggio il collo al suo petto. La musica ci guida e mi sento al caldo, al sicuro. Non riesco a capire molto mentre mi sussurra qualcosa all'orecchio, riesco solo a fare un sorriso – alquanto ebete – mentre mi da un bacio sul collo. Non so neanche perché lo lascio fare, in questo momento ho solo bisogno di affetto, quello che mai nessuno ha saputo darmi. Noto anche piacevolmente che ha un buon profumo. Mi lascio cullare dal suo respiro, è come se mi colmasse il cuore.
La canzone presto finisce, così lui mi prende per mano e mi porta fuori, nel cortile della scuola.
“Che ci facciamo qui?” chiedo confusa.
“Vieni”
Continua a camminare, la scena deve essere buffa dato che mi reggo malapena in piedi visti i numerosi bicchieri di vodka che ho bevuto e i tacchi alti.
Finalmente, dopo pochi minuti, si ferma tra degli alberi e mi fa sedere su un asciugamano che prende da terra.
“Porti qui tutte le ragazze che ti fai?” chiedo spudoratamente, ridacchiando.
“No, ogni volta che non ho voglia di vedere nessuno, vengo qua. In realtà non ci ho mai portato nessuno”
Intorno a noi non c'è nulla, solo il suono delle cicale e qualche lucciola passante.
“Vuoi tornare a casa?” mi chiede dopo qualche minuto.
“Sto bene qui” mormoro, mentre mi volto per guardarlo negli occhi.
Lentamente, si avvicina a me e mi accarezza la guancia, strofinando il suo naso contro il mio.
Forse la solita Skye sarebbe scappata di fronte a una situazione del genere. Ma adesso sento di non essere quella Skye, date pure la colpa alla vodka, ma nulla mi ferma dall'attaccarmi alle sue labbra.
Lui ricambia subito il bacio e finiamo sdraiati l'uno sopra l'altro. Mi accarezza la schiena con le sue mani ruvide, e mentre io cerco di sbottonargli la camicia, mi ferma.
“Ferma, non puoi.”
“Perché?” chiedo ridacchiando.
“Sei mezza ubriaca, domani te ne pentiresti. Tu mi odi, finiresti per torturarti l'anima a vita se succedesse.”
“Ma-” non faccio in tempo a finire la frase che mi bacia.
Dopo essersi staccato, si rimette la giacca e mi porge la mano facendomi alzare.
“Andiamo, domani mattina dobbiamo essere presto in aeroporto”
Annuisco timidamente, ma dopo pochi passi cado a terra, stremata dalla stanchezza.
Senza dire nulla, mi prende in braccio e mi addormento, cullata dal suo profumo.
 
 
“Skye, svegliati, tra un'ora dobbiamo essere in aeroporto!”
Subito mi alzo e senza proferire parola mi fiondo sotto la doccia. Appena esco, noto qualcosa sul mio collo, una macchia rossa.
“Dannato Hoppus.” dico, dopo averlo identificato come un succhiotto.




Kaleidoscope's space:
Grazie a giulss182 ( <3 ) e a Carousel per aver recensito il capitolo precedente :)
 
 
  
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