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Autore: biberon    19/08/2013    1 recensioni
[Fiabe e favole]
C'era una volta ...
Tutti conoscerete di certo la favola di Biancaneve.
Ma se ... se per caso le cose non fossero andate proprio così?
Se per caso ... Biancaneve non fosse la cara ragazza che tutti conosciamo e la regina non fosse la perfida megera che ci hanno raccontanto?
Vi propongo questa notissma favola in una nuova chiave di lettura, da un altro punto di vista ... quella della regina.
Genere: Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dalla parte della regina
 
C’era una volta un re che aveva una moglie.

Quest’ultima voleva tanto una figlia e un giorno le nacque proprio una bella bambina, ma la regina morì di parto.

E qui entro in scena io.

Una volta vedovo, infatti, il re decise di risposarsi.

Lo conobbi a una fiera e fu amore a prima vista.

Ci sposammo e io divenni la madre di Biancaneve, una ragazzina sciattona e maleducata.

Io le insegnai a cantare, a ballare e ad essere graziosa nei modi e nell’aspetto.

Un giorno chiesi al mio specchio chi fosse la più bella del reame e lui rispose “Certo Biancaneve”

Io me la presi un po’, ma poi pensai che era giusto così, Biancaneve era davvero bella e io ne ero orgogliosa.

Un giorno il cuoco di casa, che era anche un cacciatore, mi chiese che cosa volessi per pranzo e io gli risposi “cuore di cerva lieve”.

Il vecchio cuoco-cacciatore, che era pure un po’ sordo, capì purtroppo “cuore di Biancaneve”.

Andò nel bosco e lo raccontò alla ragazza che fuggì spaventata.

Il cuoco-cacciatore prese allora il cuore di una cerva e me lo portò, credendo di ingannarmi.

Quando Biancaneve non tornò io mi preoccupai molto e chiesi al mio specchio dove mai fosse. Immaginate il mio spavento quando scoprii che era finita ospite (o prigioniera?) in casa di ben sette estranei, dei nani, mossi da chissà quali intenzioni.

Decisi di andare subito a prendere la mia bambina.

Sulla via d’andata le comprai un pettine, che però mentre andavo cadde in una pozzanghera e si sporcò tutto.

Lo scambiai allora con uno che avevo in borsa, dimenticandomi che era imbevuto di una sostanza soporifera, perché la settimana prima, durante un esperimento scientifico che avevo fatto, il pettine era finito nel miscuglio.

Sì, perché ho dimenticato di dire che io sono una scienziata.

Anche il mio vestito era tutto sporco di schizzi di fango, così comprai al volo anche un mantello con cappuccio.

Quando arrivai alla casa dei nani vidi Biancaneve affacciata alla finestra.

Dato che la ragazza era carina ma un po’ stordita non mi riconobbe e quando le regalai il pettine lo mise subito nei capelli e cadde a terra addormentata per via del sonnifero.

Io, mortificata, corsi a palazzo per cercare un antidoto, ma siccome era già tardi ed ero molto stanca per la lunga corsa, mi addormentai.

Forse il pettine aveva sfiorato anche la mia mano con il suo sonnifero.

Quando il giorno dopo tornai alla casa dei nani trovai Biancaneve di nuovo affacciata alla finestra.

Di nuovo non mi riconobbe e io, contenta di averla ritrovata sana e salva, le diedi la mia cintura in regalo, ma mentre se la metteva un gigantesco tafano la punse sul collo facendola svenire.

Io me ne andai perché sentii che stavano tornando i nani e non potevo affrontarne sette tutta da sola.

Il giorno seguente tornai per la terza volta alla casa dei nani con una mela per Biancaneve, per fare merenda.

Ancora una volta la ragazza non mi riconobbe, io ci rimasi un po’ male ma decisi di passarci sopra ancora una volta.

Quando però Biancaneve addentò la mela cadde a terra per la terza volta.

Oh! Mi ero completamente dimenticata che Biancaneve era allergica alle mele!

Tornai a palazzo all’impazzata, per cercare un dottore, ma non lo trovai allora tornai indietro, ma quando arrivai lei non c’era più: quei nani l’avevano certo rapita!

Girai dietro alla casa per cercarla e la vidi distesa dentro a una bara di cristallo, con intorno tutti i nani: l’avevano uccisa dunque!

Urlai e così i nani mi videro e cominciarono a inseguirmi.

Io scappai a palazzo a cercare rinforzi, ma non trovai nessuno, dov’erano finiti tutti quanti quando c’era bisogno di loro?

Chiesi allora al mio specchio dove fosse ora Biancaneve e lui mi rispose che un principe azzurro era arrivato a prenderla per sposarla e il matrimonio sarebbe stato il giorno dopo: l’aveva salvata da quegli orrendi nani, dunque!

Respirai sollevata, piansi di gioia e mi misi subito in viaggio per andare al matrimonio.

Ma quando arrivai e mia figlia mi vide, credendo che l’avessi avvelenata di proposito, mi fece arrestare dalle guardie del principe e da allora sono rinchiusa in questa prigione.

Ma non ce l’ho con lei, l’ho sempre saputo che era un po’ stordita.

Qui ho tanto tempo per leggere, fare i miei esperimenti e in fin dei conti non sto poi così male. 
   
 
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