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Autore: Lennyk192    19/08/2013    0 recensioni
Raccolta dei momenti significativi della vita di Aud e Zane nel mondo demoniaco.
Dal testo: "Aud chiuse gli occhi e respirò a fondo, per calmarsi, come se stesse rivivendo quel momento.
Poi si lasciò andare, come sempre, avventurandosi nella mente dell'uomo prescelto. Questa volta, però, lei desiderava davvero svolgere quell'incarico. Desiderava rivederlo, anche solo per un pò"
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From beneath you it devours'
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Safe with me



La folla attendeva impaziente l'imminente annuncio del loro Signore.
Quella notte, i suoi guerrieri avevano radunato tutti i membri del clan e le loro famiglie nella grande piazza del quartiere, l'ordine era stato quello di recarvisi il più in fretta possibile perché presto Dahak sarebbe arrivato con delle novità.
Suo padre, un ex demone mercenario caduto in miseria, era uscito malvolentieri dalla locanda in cui solitamente perdeva i sensi a seguito del troppo consumo di birra.
Il vecchio diceva che una cosa buona, in fondo, l'avevano fatta anche gli umani, creando quella bevanda.
Lei l'aveva scortato in piazza cercando di non farlo crollare al suolo, poiché quel gesto sarebbe stato interpretato come una grave mancanza di rispetto più che di giudizio. Gli sguardi contrariati e disgustati di chi stava loro intorno, la fecero arrossire appena, ma resistette a testa alta fino a che la nube violacea che avvolgeva il Signore dei demoni della rabbia non diede segno dell'arrivo di Dahak.
Il suo sguardo era duro e crudele, esattamente come lo ricordava.
L'aveva visto solo una volta quando era piccola e sua madre Marcy le stava insegnando le arti della seduzione mentale, che ogni succubo deve iniziare a conoscere dai tredici anni di vita. Lei ne aveva sedici, adesso.
Era una neonata, rispetto a tutti gli altri membri del clan. 
Il demone di nome Kegan, per esempio, che troneggiava accanto a lei in quel momento, ne dimostrava circa diciotto ma in realtà era già centenario.
Inoltre era un succubo, un tipo di creatura odiata da tutti perché troppo a stretto contatto con i sentimenti umani.
Essere considerata una "mammoletta" nel suo mondo era il suo pane quotidiano. Sua madre era crudele e dal cuore di pietra, oltre che bellissima, e aveva servito fedelmente Dahak fino ai trecentoquattro anni d'età, poi le aveva "passato il testimone", con sguardo sprezzante e colmo di odio, dicendole che non avrebbe mai corrotto per il suo Signore tante anime umane quante ne aveva irretite lei in passato.
Una famiglia amorevole, la sua.


Ripensando a quella donna, Aud fece una smorfia, portando i suoi occhi viola ad osservare curiosa il giovane che affiancava il "grande capo". Era biondo, con il viso tumefatto e diversi lividi e graffi sul torace nudo. Studiava la folla di esseri davanti a lui come se fosse un agnello in una gabbia di lupi affamati.
Un agnello con le zanne pronto a sbranare tutti, pensò il succubo.
Sembrava una preda appena catturata, ma emanava forza e rabbia in modo quasi doloroso.
Non l'aveva mai visto prima.
Doveva essere umano.
Aud provò, senza ascoltare minimamente le parole del suo Signore, a raggiungere la sua mente. Sarebbe stato divertente confonderlo un pò e riuscire a scoprire qualcosa su di lui. Ma niente. Il vuoto totale. Era più potente di chiunque altro e lei era troppo giovane per affrontarlo.
Il pensiero di ciò che era davvero la colpì prima che Dahak lo annunciasse.
"Posso dirmi lieto e fiero di presentare al clan...mio figlio!"


                                                                                                                               ***


Nei tre giorni successivi Aud tentò più volte di avvicinarsi al nuovo arrivato, ma uno dei guerrieri riusciva sempre a fermarla prima che potesse anche solo salutarlo.
"E' impegnato nell'addestramento, non ha ancora bisogno di te" le disse uno dei vampiri di guardia al campo armi. Alec, così si chiamava il figlio di Dahak, era poco distante e atterrava Kegan con un pugno micidiale.
Si voltò per gettarle uno sguardo e la inchiodò per un attimo, prima che riprendesse la lotta.
"Ma se vuoi intrattenere me intanto, metterò una buona parola con il piccolo" proseguì il tale davanti a lei con fare lascivo. Gli occhi gli brillavano di fame e malizia e Aud fu costretta ad indietreggiare, per la propria sicurezza.
"Ma anche no! Preferisco aspettare qualcuno che valga il mio tempo" fu la risposta acida.
Non appena quelle parole lasciarono la sua bocca, una mano callosa e terribilmente grande le afferrò la gola con violenza, mozzandole il respiro.
Tutto il suo sarcasmo finì sotto le suole dei costosi stivali al ginocchio che indossava.
Mai offendere un vampiro.
"E se tu non avessi più tempo?"
Il fiato bollente dell'uomo le colpì l'orecchio facendola ribollire di rabbia. Si sentiva sempre così impotente rispetto agli altri. In quel momento lo era davvero.
"Ho sete"
Una voce roca, arrabbiata e affannata la riportò con i piedi per terra. Letteralmente, perché il vampiro abbassò il braccio e allentò di poco la presa sulla sua gola. Aud si voltò e notò che il giovane demone si era avvicinato a loro e guardava con sfida l'essere davanti a lei.
In un secondo si ritrovò a terra, rantolante, in cerca d'ossigeno.
Il vampiro era responsabile delle necessità del figlio di Dahak ed era sparito per procurargli ciò che voleva.
Un paio di anfibi impolverati occuparono la sua visuale, poi ci furono solo due occhi dallo straordinario colore grigio-verde e una domanda.
Che lei non capì.
Scosse la testa confusa. "Come?"
Alec sbuffò contrariato. "Stai bene?" ripeté laconico, quasi lo chiedesse per educazione che per vero interesse.
Non se ne era mai preoccupato nessuno. Che fosse vero o no. Che...dolce.
Recuperando un pò d'orgoglio e buonsenso, si sollevò da terra e si spolverò i pantaloni cacciando via le briciole della sua paura.
"Sto alla grande, come sempre"
Lui la guardò dal basso prima di alzarsi e regalarle un ghigno sarcastico. "Non sembrava proprio"
Bastardo.


Aud ridusse la bocca ad una linea a sottile e severa, pronta a dare il peggio di sé, quando vide il vampiro di prima tornare con una brocca piena d'acqua ghiacciata.
Guardava lei e Alec con lo stesso odio.
"Non l'avrai avvelenata, vero?" chiese con sospetto, incrociando le iridi rosse.
Quello impallidì, per quanto fosse possibile diventare più cerei di così, e si affrettò a negare. Vide Alec sorridere divertito alla sua uscita infelice e prendere una gran sorsata. Lo liquidò con un cenno, prima di riportare la sua attenzione su di lei.
"Mi chiamo Aud e sono un..." lo anticipò velocemente per paura che la mandasse via.
"Non m'interessa" la interruppe lui. Lei nascose in fretta l'espressione ferita del suo volto e mandò giù l'ennesimo boccne amaro.
Ecco che cominciava a trattarla come spazzatura. Imparava presto, il principino.
Fece per andarsene, ma la voce di lui la raggiunse prima che le lacrime le riempissero gli occhi.
"Sono Alec, ma immagino che tu lo sappia già"
Si voltò confusa e lo vide sorridere appena. Era un sorriso triste, non arrivava agli occhi. Falso, ma gentile.
"Ho fatto le mie indagini, in effetti" mormorò prudente.
"Perché?"
"Perché ero incuriosita"
"Da me?" sollevò un sopracciglio, incrociando le braccia al petto.
I muscoli del braccio guizzarono elastici sotto il suo sguardo e lei si sforzò di non sbavare.
"Nessuno di noi aveva capito cosa fossi, il primo giorno che sei arrivato. Non sapevamo che Dahak avesse...altri figli"
"E cos'hai scoperto, a parte il mio nome?" sembrava nervoso, mentre lo chiedeva. Infastidito.
Aud sorrise civettuola e si sedette sulla staccionata accavallando le lunghe gambe. Lui non parve interessato, perciò decise di parlare.
"Dunque...combatti in un modo che qui non si è mai visto, senza uno stile preciso, come se non ti fossi mai addestrato prima. Questo, per il figlio del capo, è a dir poco sospetto. Non ti trasformi mai, neanche quando ti ritrovi in fin di vita e in questa forma sei più forte rispetto a tutti gli altri. Se devo aggiungere qualcos'altro al tuo profilo non hai che da chiedere, demone. Sono pettegola e tutti mi odiano, ma prendono dannatamente sul serio ciò che dico"
Lo degnò appena di uno sguardo e si accorse che ribolliva di rabbia. Qualcosa lo aveva offeso.
"Alec..?"
"Tutto quello che devi sapere su di me...è che sono.dannatamente.umano!" ringhiò tra i denti prima di lasciarla sola.

                           
                                                                                                                                               ***


Aud si sistemò una ciocca di capelli rosso fuoco dietro l'orecchio, prima di lanciare un altro sguardo nervoso alle sue spalle. Le era sembrato di udire un suono di passi dietro di lei, nel buio. Qualcuno la stava seguendo... o era solo paranoica?
Da giorni aveva la sensazione che qualcuno la spiasse. Eppure, stranamente, la cosa non l'aveva mai turbata prima di allora. Era sempre in compagnia e i demoni che frequentava erano minacciosi quanto sembravano, dunque migliori di qualunque guardia del corpo si potesse assoldare.
Quella sera, invece, era diverso. Percepiva un senso di oscura minaccia aleggiarle intorno.
Rimpianse di aver deciso di percorrere quella strada da sola. I prati poco curati, lungo il tragitto che conduceva all'edifìcio diroccato che era casa sua da qualche anno, erano stranamente deserti. Nel luminoso chiarore lunare vide qualcosa muoversi nei cespugli alle sue spalle.
Accelerò e si ritrovò quasi a correre per sfuggire a quell'invisibile minaccia, i tacchi che picchiettavano sull'asfalto.
Qualcuno interruppe la sua fuga piantandosi davanti a lei, quasi comparendo dal nulla.
Un paio di occhi rossi e furiosi la fissavano dall'alto e il suo cuore perse un battito: era il vampiro di quella mattina.
Quello che lei aveva provocato e che probabilmente era venuto a vendicarsi della figuraccia fatta davanti al figlio del capo. Fece per parlare e, seppur controvoglia, scusarsi.
Non fu possibile.


Un dolore lancinante la colpì alla tempia destra, facendola gemere, prima che l'equilibrio diventasse precario e le gambe smettessero di sorreggerla a dovere. Barcollò di lato e si scontrò con un torace e un paio di braccia possenti che l'avvolsero tenendola ferma.
Altri sei vampiri erano comparsi sulla strada e la circondavano, ghignando malevoli.
Urlando, lottò per liberarsi dalla presa, ma fu inutile.
Era sempre stata così debole...
Il suo divincolarsi non fece che innervosire il vampiro, che uno dei suoi sottoposti aveva chiamato Reed mentre lo incoraggiava ad ucciderla, il quale le sferrò un pugno sulla mascella per farla zittire, un attimo prima di snudare le zanne affilate e affondarle nel suo collo.
Lo strappo della carne cedevole fu ancora peggio del morso in sé e Aud si ritrovò a gridare con tutto il fiato che aveva.
Qualche demone marciò loro accanto senza curarsi della scena, di lei, del suo sangue che le correva lungo il corpo.
I succubi venivano spesso uccisi in modo brutale, perché tutti i demoni che si invaghivano di loro credevano di essere così speciali da meritare di tenersi le donne come amanti fisse, fino a farle innamorare. Ma questo accadeva di rado.
Nemmeno sua madre aveva mai amato suo padre. Ne era semplicemente affascinata. Lui era potente, quando si conobbero e lei se n'era invaghita.
Ma niente amore. Anzi...
Contrariamente al suo codice, Aud si ritrovò a pregare e supplicare che qualcuno venisse ad aiutarla, ma causò solo l'ilarità dei passanti.
Quando le forze cominciarono ad abbandonarla, avvertì appena le mani di un vampiro addentrarsi sotto la sua camicetta, all'altezza della vita.
Ne fu talmente disgustata da rischiare di vomitare.
Prima che potesse strappargliela via, però, qualcuno lo spintonò violentemente facendogli mollare la presa.


Stordita, si ritrovò a tamponarsi la ferita al collo, da cui ancora perdeva sangue scarlatto. Alla vista della sua mano macchiata di rosso quasi svenne, ma si sforzò di restare lucida per assistere alla fine di quel gruppo di sanguisughe e ciò che vide la stupì.
Reed non si curava più del suo ruolo di servitore, mentre colpiva Alec con tutta la forza di cui era capace.
La testa del ragazzo scattò indietro a seguito di un colpo particolarmente violento, ma a Aud parve di vederlo sorridere prima di restituire il pugno e conficcare un paletto del diametro di almeno cinque centimetri nel cuore del vampiro.
Il corpo parve prosciugarsi velocemente, i lineamenti dell'assassino che era stato si raggrinzirono, mentre la lotta riprendeva senza di lui.
Improvvisamente, uccidendo uno dei nemici e voltandosi ad affrontarne un altro, il succubo vide Alec fermarsi e portarsi le mani al volto. Si copriva gli occhi, come se bruciassero, e quell'attimo di debolezza gli costò l'essere atterrato e colpito più volte.
Aud riuscì a intravedere solo una sagoma rossa spostarsi da sotto il vampiro che si ritrovò a tirare pugni al vuoto.
Poi avvertì una presenza.
L'essere appena comparso alle sue spalle aveva lunghe corna e artigli che fuoriuscivano dalle mani. I suoi muscoli sembravano più definiti e i bei lineamenti di Alec sembravano più selvaggi e molto meno umani.
Era il mezzosangue più imponente che lei avesse mai visto, sicuramente perché era figlio di un Signore.
Si liberò velocemente di tutti, ma una volta finito
invece di esultare, come lei aveva visto fare a tutti gli altri guerrieri innumerevoli volte, ciò che gli uscì dalla gola fu un lamento strozzato. Un singhiozzò si liberò anche dalla sua gola e le lacrime offuscarono la sua vista a quel suono.
Aud faticò ad alzarsi per raggiungerlo, zoppicando.
Lui era in ginocchio adesso, la testa fra le mani, che poi allontanò studiandole quasi disgustato.
Quando la sua piccola mano pallida si posò sulla sua spalla, si voltò lentamente, quasi vergognoso. E lei capì.
"E' stata la tua prima volta?" sussurrò accarezzandogli dolcemente il braccio in tutta la sua lunghezza.
Annuì piano mentre riacquistava le sembianze di un ragazzo.
Non sapendo cosa fare, lei lo abbracciò passandogli le dita tra i capelli biondi, dove una ferita si stava rimarginando.
"Sono...un demone" lo sentì dire con voce roca, rabbiosa. Sapeva di essere diverso, ma non così tanto. Probabilmente pensava che la forza fosse il suo unico talento.
Aud sorrise, indulgente, conoscendo bene la sensazione di disgusto per se stessi.
"Mi hai salvata. Grazie" si limitò a rispondere.
Era l'unico che l'avesse mai fatta sentire al sicuro da quando era nata.
L'unico demone che avesse mostrato dei sentimenti, a parte lei.
Forse non sarebbe stata più l'unica "anormale" d'ora in poi.

  
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