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Autore: _browns eyes_    19/08/2013    5 recensioni
Era l'ultima data del tour americano quando seppi la fatica notizia del tradimento.
Me l'ho ricordo: ero seduto accanto a Liam che leggeva i tweet dei fan mentre il mio telefono squillò: quello fu l'inizio del mio malessere, del mio dolore..
Non parlavo con nessuno, o meglio, fingevo di stare bene quando dentro mi sentivo morire.
A volte mi prendeva l'impulso di raccontarlo ai ragazzi eppure ripensandoci non credo che fosse una buona idea perché si sarebbero preoccupati e avevano già i loro casini per aggiungerne un altro.
E ora eccoci: L.A.
Ultima tappa.
Il dolore che provavo iniziava a farsi sentire con un senso di nausea che non riuscivo a sopportare;
Così una volta finito iniziai a correre sotto la pioggia fino ad un pub: "Lost"..
Non sapevo che entrato lì dentro, sarebbe stato l'inizio di un benessere..
Questo benessere aveva solo un nome:
Zoe..
oh meglio credevo che fosse un benessere.. per poi..
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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hty66

Don't leave me tonight

Nothing’s fine I’m torn
I’m all out of faith
This is how I feel
I’m cold, I’m ashamed
lying broken on the floor
-Natalie Imbruglia: Torn-

-Grazie L.A. sei stati fantastici- esclamò Niall salutando tutte le fan seguito da Zayn, Harry e Liam, invece io mi limitavo solo a sorridere. Non ero per niente di compagnia eppure riuscivo a fingere molto bene il contrario. Dopo le urla ritornammo al camerino pronti per tornare in hotel in cui avevamo prenotato due camere gigantesche: una ci stavamo io e Niall e nell’altra: Liam, Zayn ed Harry.
-è stato fantastico- disse entusiasta Zayn
-Già forse il migliore concerto di questo tour- acconsentì Liam che stava alla guida.
Io semplicemente guardavo fuori la pioggia che cadeva in quella fantastica città con la nausea salirmi sempre di più
-Liam ti puoi fermare- chiesi
-Come?-
-Fermati- ordinai mentre tutti e quattro mi fissarono sorpresi
Forse non dovevo comportarmi così, ma stavo male e non volevo che i ragazzi mi vedessero in quelle condizioni.
-Lou- cercò di parlare Liam fermandosi e una volta fermo scappai prima che qualcuno potesse fare qualcosa.

Così iniziai a correre sotto la pioggia al primo bar che trovai aperto. Lo trovai in qualche stradina sperduta. Era un piccolo pub con l’insegna “Lost” quasi a terra se non fosse per quelle viti al lato sinistro che tenevano ancora. Entrai e una ventata di fumo e di alcoolici mi venne alle narici: la mia sensazione di nausea divenne sempre più forte. Scossi la testa e mi sedetti al primo tavolo disponibile: tutti i tavoli erano circolari ed erano sparsi per tutto il locale che era abbellito con qualche pianta di salice, bonsai, e con un pianoforte all’angolo destro suonato da un vero professionista. Alzai la testa e vidi una ragazza dai capelli biondo ramato e due occhi azzurro tendenti al grigio scrutarmi per poi sorridermi gentilmente. Ricambiai ritornando al menù, anche se cercavo più o meno di guardarla senza essere notato. Ci riuscii in un certo senso perché la ragazza era seduta a tavola con due persone anziane che discutevano tra di loro. Lei era concentrata a scrivere qualcosa che la mia mente non riusciva a decifrare.
-Posso esserle utile?- chiese la cameriera con in mano un taccuino e una penna che batteva nervosamente sulla pagina.
-Si, la prego. Un gin tonico-
-Arriva subito-
Annuii semplicemente perché in quel momento volevo solo immergermi nell’alcool per dimenticare. Dimenticare quella figlia di una buona donna della mia ex, anche se era difficile, ma ci dovevo riuscire. Eppure una parte di me non voleva dimenticarla perché con lei stavo bene, inoltre, era anche il mio amore quindi sapevo che non ci riuscirei mai.

La cameriera arrivò con il mio ordine e non solo quello: un piccolo bigliettino color panna arrivò insieme ad esso. Lo presi e iniziai a girarmelo tra le dita mentre la cameriera mi porgeva il drink davanti a me. Riuscii a percepire subito l’alcool che invase le mie narici e nonostante la mia nausea forte, ne presi un sorso provocandomi un bruciore dappertutto.
-Questo è da parte di quella ragazza- mi sussurrò indicandomi la ragazza, che mi sorrise prima, e andandosene. Lo presi per l’ennesima volta e dopo un altro sorso lo aprii e iniziai a leggere:

“Ciao (:
Bel modo di iniziare una conversazione, non trovi?
In ogni caso mi chiamo Zoe”

Sorrisi e alzai lo sguardo e la vidi con la testa appoggiata sul palmo della mano con espressione annoiata alla conversazione di quelle due donne tra le quali una faceva dei segni a me incomprensibili, mentre la bionda, o meglio Zoe, sbuffò.

Scossi la testa e prendendo una penna, che per qualche strana ragione avevo nella tasca interna della giacca, risposi per poi chiamare la stessa cameriera che mi aveva servito le dissi di darlo alla ragazza lasciandole una piccola mancia per il disturbo. Lei appena arrivò il bigliettino sobbalzò spaventata. Scrutai ogni suo movimento: lo prese e leggendo le poche righe che avevo scritto sorrise e alzando lo sguardo incrociammo per la seconda volta in quella serata i nostri occhi. Lei si alzò mimando uno scusa alle due e venendo da me. Si accomodò sulla sedia davanti a me.
-Hai fatto in fretta a quanto pare- esclamai con un sorriso ironico mentre lei alzò le spalle.
-Mi chiamo Louis- mi presentai allungandole la mano che ricambiò per poi prendere un blocchetto dalla sua borsetta nera con qualche perline argentate alla destra. Iniziò a scrivere qualcosa per poi passarmelo.

“So chi sei, non sono nata ieri u.u”

Sorrisi amaramente perché la speranza che non mi conoscesse mi passò per la mente.
-Già scusami-

“Non fa nulla”

-Perché non mi parli? Non ti mangio mica- dissi mentre lei si rattristò e scrisse velocemente qualcosa per poi passandomelo e facendomi spalancare leggermente gli occhi che si posarono subito sui suoi che mi fissavano triste.
-Io.. scusami.. non lo sapevo..-

“Sono sordo-muta da quando sono nata. Non ti preoccupare.. ti posso capire.. forse è meglio se vada”

-No rimani!- esclamai prendendole il polso

“Non voglio farti pena”

-Non provo pena per te!- dissi scuotendo la testa

“Io avrei i miei dubbi u.u”

-Allora non ti fidi di me-

“Dovrei?”

-Ovvio- risi seguito da lei

“Sei ubriaco?”

-No- risi scuotendo la testa. Lei mi fissava dubbiosa e indicò il mio gin che era quasi vuoto.
-Reggo davvero bene l’alcool quindi per farmi ubriacare ce ne vuole- spiegai mentre lei mi sorrise.
Un sorriso sincero che vedevo dopo due settimane, tutti gli altri erano troppo falsi per i miei gusti, ma questo potevo percepire la sua sincerità.

“Capito Tomlinson ;)
Perché stai bevendo?
Lo sai che non va bene per la voce u.u”

-Per dimenticare-

“Qualche tua ex?”

-Si- dissi girando il gin con la cannuccia mentre la ragazza sbuffò.

“Sei di molte parole mi dicono D:
Che ti ha fatto?”

-Lo so me lo dicono tutti. Comunque mi ha tradito con il suo migliore amico- risposi con un vero di amarezza.

“Che deficiente! -.-“ “

Risi a quella frase mentre lei alzò le spalle divertita.

Mi stava facendo svagare e divertire ed era la prima volta che mi sentivo felice, sollevato senza un peso sullo stomaco, persino il senso di nausea se n’era andato. Così la guardai e sentì qualcosa al cuore come se si stava ricuocendo con ogni mossa di Zoe.
-Ti va di andare a fare un giro?- chiesi su due piedi
Lei annuì e prendendola per mano uscimmo da quello squallido bar sotto un unico ombrello, considerando che ero vento a piedi quindi era il suo. Passeggiamo per ore e ore per le vie deserte di Los Angeles e parlammo davvero tanto, nel senso figurato per lei perché ogni volta che doveva rispondermi o lo faceva gesticolando qualcosa con le mani, ma vedendo la mia espressione confusa e divertita, si fermava e scriveva sul suo blocchetto.

“Finiscila di ridere D:”

Ero piegato in due dalle risate, mi faceva male addirittura la pancia per quanto stavo ridendo. Scossi la testa e mi ripulì gli occhi che erano con qualche lacrima.
-Non posso crederci che l’hai fatto seriamente- esclamai ancora incredulo mentre lei alzò le spalle e vece un segno con la mano.
-Non centra se eri piccola o no-
Zoe sbuffò mentre io le misi un braccio intorno alla spalla
-Tu sei pazza. Ecco perché mi piaci, ragazza-

“Ragazza? Chi ti dice che sono una ragazza e non nasconda qualcosa?”

Sbattei più volte le palpebre leggendo quelle cose. Alzai lo sguardo e vidi lei che si tratteneva dal scoppiarmi a ridere in faccia per quanto fosse buffa la mia faccia. Scossi la testa e mi avvicinai a lei.
-Magari possiamo controllare- le sussurrai con un po’ di malizia mentre lei, stando al gioco, si avvicinò ancora di più tanto che sentii il suo respiro sul mio collo. Il cuore prese a battere velocemente e la voglia di baciarla mi prese completamente, infatti se non fosse per lei che mi diede uno schiaffo sulla nuca, l’avrei baciata e fatta diventare mia.
-Ahia, sei manesca- dissi massaggiandomi la testa

“Succede Tomlinson u.u
In ogni caso io sarei arrivata
Grazie per avermi accompagnata :D”

-Di nulla. Ci vediamo tanto il tuo numero ce l’ho. Mi faccio sentire appena posso- sorrisi lasciandole un piccolo bacio sulla guancia. Lei ricambiò ed annuì per poi scomparire nella sua villa beige. Iniziai a incamminare con il cappuccio della felpa che mi parava dalla pioggia, quando sentii qualcuno prendermi il polso. Mi girai di scatto e vidi Zoe che mimò uno scusa per poi posare le sue labbra sulle mie. Ero sorpreso, ma ricambiai con piacere quel bacio approfondendolo sempre di più mentre la pioggia ci cadeva addosso e il mio cuore che stava scoppiando di felicità.

“Sei fradicio. Ti va di entrare?”

Mi scrisse per messaggio. La guardai dubbiosa e di questo se ne accorse infatti riprese il telefono per poi scrivermi.

“Non c’è nessuno!
I miei sono a Santa Monica e tornano tra due giorni;
La mia domestica è andata a trovare suo marito.
Quindi siamo soli”

Sorrisi per poi annuire e seguirla dentro casa sua che era davvero bella all’interno, lei si tolse le scarpe e il copri abito che era bagnato, io, invece, la guardavo ammagliato dalla sua bellezza anche facendo cose semplici e stupide. Avevo una voglia matta di riavere quel contatto con le sue labbra soffici così la presi, nonostante fossi ancora bagnato da capo a piedi, e la baciai con amore e passione tanto che ci trasportò al divano. Iniziammo a toglierci i vestiti.
-Forse non dovremmo farlo- dissi tra i baci sentendola annuire
-Non ci conosciamo neanche eppure mi sembra di conoscerti da una vita- continuai togliendole la maglietta facendo scoprire il suo bellissimo corpo
-Ma è comunque sbagliato forse sarebbe meglio finirla qui- sussurrai a pochi centimetri di distanza mentre lei riprese a baciarmi con foga. Avevo capito la sua risposta.
Quella notte facemmo l’amore.

Ci incontrammo anche altre volte, andavamo in giro per strade di L.A. il lontano possibile dai giornalisti quindi andavamo quasi ogni sera in spiaggia: camminavamo mano nella mano, ci baciavamo ogni tanto e fissavamo il cielo coperto di stelle.
Era stata la settimana più bella della mia vita perché mi faceva stare bene, come se toccassi il cielo con un dito.

 

#Cinque mesi dopo:
Erano passati dall’incontro con Zoe, dalla nostra nottata, dalle nostre camminate lungo la spiaggia ed ora eccomi qua per le strade di Boston a camminare insieme ai ragazzi, che non sapevano nulla, senza proferire parola. Sapevo che mi odiava, ma il giorno della mia partenza ero andato ad avvisarla e a salutarla, ma la domestica mi disse che era partita con sua madre per San Francisco. Quindi forse dovrei essere io quello arrabbiato dato che non mi aveva detto niente. Eppure neanche questo mi rallegrava. Mi mancava davvero tanto e non riuscivo a credere che in una sola nottata mi ero innamorato perso di lei. Scossi la testa cercando di essere il più di compagnia possibile.
-Si certo come vuoi, tanto Louis da ragione a me. Non è vero Lou?- disse Harry mettendomi una mano sulla spalla
-Su cosa?- chiesi confuso mentre lui mi lanciò un occhiata di fuoco.
-Come su cosa? Lou ci stavi ascoltando?- domandò Harry
Io scossi la testa perché era vero.
-Lou che ti prende?- chiese Zayn
-Nulla- mentii come in tutti questi mesi.
Non volevo che si preoccupassero per me, non volevo farli stare male solo perché lo sono io.
-Senti ora basta. Tu hai qualcosa!- esclamò il riccio
-Hazza..-
-Non ci provare a dire che non hai niente perché è da cinque mesi che non sei più te stesso. Ora pretendiamo spiegazioni- sbraitò a bassa voce considerando che c’erano persone che a volte ci lanciarono degli sguardi.
-Sono serio. Non ho nulla for..- non feci neanche in tempo a finire la frase che vidi una ragazza uguale a Zoe su una macchina che si fermò a qualche metro da noi. Ero paralizzato, il cuore mi batteva forte alla vista di quella ragazza che da lontano sembrava davvero la mia bionda, ma non lo era perché sentivo la sua voce fino a qui: chiedeva di aspettarla qualche minuto per poi iniziare a camminare verso di noi. Io abbassai lo sguardo addolorato perché era convinto davvero che fosse lei.
-Lou? Ci sei?- chiese Liam sventolarmi la mano davanti agli occhi. Annuii alzando la testa e facendo un sorriso il più credibile possibile.

-Scusate- esclamò la ragazza di qualche istante fa
I miei amici la guardavano compiaciuti mentre io la guardavo neutro.
-Sei Louis Tomlinson?- mi chiese
-Si.. e mi dispiace se sei una fan non..-
-Non sono vostra fan-
-Ah.. bene.. ora scusami, ma non sono in vena di parlare o di fare qualsiasi cosa- dissi sorpassandola
-Sono la sorella di Zoe- esclamò facendomi bloccare e spalancare gli occhi.
-Come?- balbettai girandomi lentamente
-Sono sua sorella Louis e mi ha parlato così tanto di te in questi ultimi mesi-
-Ne sono contento- commentai amareggiato
-Senti..-
-No.. senti tu. Non so chi sei e sinceramente poco importa. In ogni caso vuoi che ti informi cosa ho fatto io? Ecco qua sono stato cinque mesi di merda aspettandomi un messaggio o una lettera.. insomma qualsiasi cosa che mi faceva capire che lei tenesse a me come io tenevo a lei, ma mi sbagliavo. Sono stato cinque mesi aspettandomi di tutto che non arrivava mai. Sai come ci si sente?- sbraitai con le lacrime agli occhi e le persone che mi fissavano meravigliato soprattutto i ragazzi che mi guardavano con occhi spalancati
-Di merda ecco come ci si sente- continuai
-Ha avuto una sua motivazione-
-Ossia? Dai voglio sentire la cazzata che ti inventi ora- esclamai incrociando le braccia al petto
-Tieni questa- disse avvicinandosi con una busta bianca
-No grazie. Sto soffrendo abbastanza..-
-Ti spiega tutto..-
-No.. non può farmi questo.. e non lo permetterò..- dissi scuotendo la testa e allontanandomi il più possibile da quella busta. Così cambiai strada e iniziai a camminare il più velocemente possibile.
-Dategli questa. È davvero importante- disse la ragazza ai miei amici
-Va bene- rispose Liam prendendola e iniziando a corrermi dietro.

Arrivai all’hotel con il respiro affannato, salii in camera e lanciai un urlo che avevo tenuto dentro fin troppo. Non poteva farmi stare male ancora. Mi sdraiai sul pavimento con le mani sulla faccia.
-Louis- urlarono i quattro
-Non ho voglia di parlare- dissi cercando di reprimere i singhiozzi cosa che non ci riuscii dato che iniziavano a farsi sempre più orecchiabili.
-Perché non ti sfoghi?- chiese Liam avvicinandosi a me, ma io mi sottrai da qualsiasi tocco.
-Vi prego lasciatemi solo- esclamai mentre dentro speravo che non lo facessero perché avevo bisogno di loro in quel momento e sapevo che se lo facessero, farei qualche cavolata del quale me ne pentirei per sempre.
-Ma sei impazzito o cosa? Noi non ti lasciamo in queste condizioni!- esclamò Harry sedendosi accanto a me seguito da Zayn e Niall
-A te serve qualcuno che ti aiuti a tirare fuori tutto questo dolore- disse Niall mettendo la mano sulla mia spalla. Aveva centrato il punto, ma non volevo che mi vedessero così: era come una questione di orgoglio. Così scossi la testa, in quel momento l’orgoglio poteva anche scomparire. Così tirai Niall a me e iniziai a piangere tra le sue braccia.
-Ho bisogno di voi- ammisi
-Lo sappiamo- esclamò Niall stringendomi di più e fissando i ragazzi dietro che di sicuro mi guardavano preoccupati.
-Ti va di dirci che è successo?- chiese gentilmente Harry
-L’amo. Ecco cosa è successo- esclamai mentre lo sentii annuire.

Un’ora la passavano facendo i turni: non mi lasciavano neanche un minuto da solo. Ero in sala con tutti e quattro e stavamo vedendo la tv. Avevo lo sguardo spento e improvvisamente mi venne in mente la lettera che mi scrisse Zoe. Mi girai verso Liam, perché di sicuro l’aveva presa, e lo chiamai.
-Mi dai la lettera per favore?- chiesi mentre tutti portarono di scatto lo sguardo preoccupato su di me
-Sicuro? C’è sei pronto?-
Annuii poco convinto così Liam si alzò e l’andò a prendere per poi porgermela. La guardavo titubante ed impaurito, non sapeva cosa avesse scritto e forse mi spaventava anche. 
Così la presi e mi alzai.
-La vado a leggere in camera-
-Va bene- risposero timorosi tutti

Andai in camera chiusi la porta e rigirarmela tra le mani decisi di aprirla.

“Caro Louis,
Non so proprio come iniziare.
Non sono mai stata brava a scrivere lettere, anche se scrivo molto a causa della malattia, se si può definire così, ma lettere del genere non ci riesco molto perché penso alla tua espressione durante la quale l’avrai.
Credo che sia la decima che ho scritto, o l’undicesima, ma oramai ho perso il conto. Scrivevo due righe e la stracciavo perché non mi piaceva. Eppure questa sembra la più decente tra tutte queste.
Ancora non capisco il motivo per cui ti scrivo, insomma dovrei essere furiosa con te per tutte quelle promesse che mi facevi eppure eccomi qua con carta e penna pronta a dirti cosa succederà.
Da quando ti ho visto ho sentito qualcosa di forte, qualcosa di inspiegabile, già forse pensi che è esagerato..”

-No non lo è- sussurrai con occhi che mi pizzicavano

“.. ma non è così perché sapevo che eri diverso, nonostante tutti i pettegolezzi che dicono su di te, eri diverso in ogni senso e la voglia di conoscerti mi prendeva sempre di più.
Quando mi hai sorriso sentivo il cuore esplodermi..
Cosa mi hai fatto Lou quella notte?
Mi hai fatta cadere ai tuoi piedi con un semplice sorriso.
Quando me ne stavo rientrando, mi voltai l’ultima volta vedendoti andare via e una sensazione di tristezza inizio a prendermi così ti baciai. E poi.. beh il resto è stato meraviglioso.. è stata la notte più bella della mia vita.. ogni giorno con te è stato il più bello e non mi pento per nulla..”

Sorrisi istintivamente perché anche per me lo è stata.

“..Eppure le cose non vanno come pianifichi te! Qualche giorno dopo arrivò mia madre con i risultati delle analisi..
Ti ho sempre mentito quando mi chiedevi se stavo bene..
Io non stavo affatto bene e quelle maledettissime analisi lo confermarono: avevo un tumore..”

Spalancai gli occhi che iniziavano a lacrimare, avevo persino smesso di respirare. Avevo davvero paura di andare avanti a leggere, ma dovevo farlo.

“..un tumore che secondo i medici era impossibile da curare. La mia famiglia ed io avevamo la speranza così iniziai a fare la chemio, ma fu del tutto inutile perché nel giro di un mese peggiorai sempre di più. Così quando lessi le analisi, mia mamma mi disse cosa volevo fare ed io.. non volevo, anzi non potevo farmi vedere in queste condizioni da te.
Così decisi di andarmene in un posto che non mi cercheresti mai: San Diego. Carmen mi disse che tu eri andato là e io rimasi in mobile perché non sapevo che tenessi tanto a me.. Questo mi fece rallegrare tanche che mia sorella iniziò a torturarmi con le domande e parlarle di te mi faceva stare bene.
Dovresti odiarmi per tutto quello che ti ho fatto passare..”

-Io non ti odio- sussurrai in lacrime scuotendo la testa

“..e come darti torto.. odiavo me stessa per questo..
Scusami ho promesso a me stessa di essere forte, ma non riesco.. Ho paura Lou, ho paura di tutto, ma ho paura soprattutto di perderti, ma forse è troppo tardi..
Vorrei finire con un sorriso, vorrei finire dicendo che sono felice e sto bene invece sto finendo con delle stupide lacrime che scendono senza sosta. Ma forse posso ancora finirla come voglio: TI AMO LOUIS.. amo ogni singola cosa di te, amo il tuoi occhi che mi diffondevano tanta tranquillità, devo ammetterlo anche il tuo fondoschiena è davvero imperdibile..”

Risi.

“..Amo il tuo senso dell’umorismo che mi ha fatto divertire tantissimo, amo il tuo carattere, amo il vero Louis che cerchi di nascondere con falsi atteggiamenti, ma soprattutto amo il tuo sorriso perché vivevo e vivo ancora per quello.
Quindi qualunque cosa succeda, ti prego non smettere mai di sorridere perché io vivrò per sempre in quello.
TI AMO
JE T’AIME
TE QUIERO
I LOVE YOU
ti amo in ogni singola lingua del mondo.
Addio,
 la tua
Zoe xx”

L’appoggiai sul letto e con la testa tra le mani piangevo silenziosamente.
-Ti amo anch’io- sussurrai infine tra le lacrime.

Eccomi qua con una nuova OS :)
Questa volta un po' diversa dalle altre ed è su Louis **
In ogni caso spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta u.u 
Questa è abbastanza importante e sapere cosa ne pensate mi farebbe molto piacere, quindi:
FATEMELO SAPERE: accetto di tutto :)
Ciau
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