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Autore: Lila_88    24/02/2008    2 recensioni
Kate e Sawyer riescono a liberarsi degli altri. I due troveranno il modo per chiarire i loro sentimenti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate, Sawyer
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHIARIMENTI

Stavano camminando nella foresta da molto, ormai. Il buio stava calando sopra le loro teste. Da qualche ora Karl non era più con loro. Kate e Sawyer non si erano più parlati. Fra loro solo un grande imbarazzo.
Kate rifletteva sul loro ultimo scambio di parola. Lui l’aveva accusata di avere dei sensi di colpa per aver fatto l’amore con lui. Ma lei era troppo confusa per ribattere. Troppe cose erano accadute nelle ultime 48 ore. Lasciare Jack era stato molto traumatico, per lei. Pensare che forse non l’avrebbe mai più rivisto le faceva chiudere lo stomaco. Lei non lo amava, di questo ne era certa, ma lui era stato una figura fondamentale, da quando erano finiti su quella maledetta isola. E Sawyer? Lui, lo amava? Forse. Non lo sapeva neanche lei, a dire la verità. Quando lo picchiavano davanti ai suoi occhi, lei aveva gridato: “Lo Amo!!”, ma solo perché quella tortura avesse fine. Ma poi molte cose erano successe. Erano venuti, lo avevano portato via per fargli chissà che cosa. Quando lui era tornato, era molto cambiato. Più docile, spaventato, impaurito. Quasi stentava a riconoscerlo. E poi, quello che era successo tra loro.. Era amore? O solo paura di morire? O un modo per tirarlo fuori da quello stato di torpore in cui era caduto, come lui credeva? Non sapeva dare una risposta. Il suo cuore non ne era capace. Da una parte sentiva un’innegabile attrazione per lui, dall’altra aveva paura. Perché lui era un truffatore, un ladro, uno meschino, senza cuore. Non aveva mai amato e forse non era in grado di farlo. Eppure, in quei momenti di intimità, lei lo aveva visto affettuoso, premuroso, come se a lei tenesse veramente.  A quale parte di lui doveva dar retta? Chi era veramente James Ford?
Dietro di lei, anche Sawyer era immerso nei propri pensieri. Si sentiva in qualche modo usato. Ironia della vita! Lui di solito era quello che usava le persone, le truffava e poi spariva. Stavolta, stava dall’altra parte del fiume. Lui amava veramente Kate. L’aveva capito, perché lei aveva fatto in modo di far affiorare la sua umanità. Standole vicino, aveva riflettuto, l’aveva osservata, amandola in silenzio. E si era illuso, in quella sola notte di intimità, che anche lei lo amasse. Ma poi aveva letto paura e senso di colpa, nei suoi occhi. Povero scemo! Lei non lo amava. E lui, per la prima volta nella sua vita, era rimasto attorcigliato nella tela dell’amore senza sapere come uscirne.
-    Len.. Kate, si sta facendo buio, fermiamoci. Ripartiremo domani appena fa giorno.
A Kate non era sfuggito il fatto che lui si fosse fermato dal chiamarla “Lentiggini”, come era invece solito fare. E non le era neanche sfuggito il tono di voce freddo, quasi scostante. Ciò quasi la feriva. Per quanto le desse fastidio la sua abituale vena ironica, questa durezza le dava ancora più noia. Lo osservò accendere un piccolo fuocherello. I suoi occhi non mostravano emozione. La stava ignorando.
-    Sawyer?
Solo allora, lui alzò lo sguardo per incontrare i suoi occhi. Ma fu solo un attimo. Lui li riabbassò sulla fiamma che era riuscito ad accendere.
-    Che cosa c’è?
-    Io.. No, niente..
Voltandole le spalle, l’uomo si sdraiò, senza proferire più parola. Kate si inginocchiò, puntando gli occhi sulla schiena di Sawyer. Lui sembrava arrabbiato, ferito. Possibile che lui, tanto insensibile a tutto ciò che lo circondava, fosse rimasto tanto deluso da lei? Si sdraiò, ma non riuscì a prendere sonno. Aveva bisogno di chiarimenti, di capire che cosa provava lui e di quello che provava lei stessa. Credendolo addormentato, lei si inginocchiò, e gli si avvicinò. Sbirciando oltre le spalle di Sawyer, vide che in effetti si era addormentato. Titubante, incerta se svegliarlo o meno, posò una mano sulla spalla dell’uomo. Due secondi dopo, si trovava sotto di lui, con i polsi stretti dalle sue mani, fissando un Sawyer particolarmente spaventato.
Era bastato un tocco a farlo scattare, a causa dei suoi nervi tesi. A stento si era addormentato, ma il suo sonno era molto leggero, a causa della sua agitazione. Tutto si aspettava, fuorché di trovarsi lei, sotto di lui. Cercando di calmare i battiti del suo cuore, la liberò dalla sua presa ferrea, posando le mani ai lati della testa di lei.
-    Sei impazzita?!
-    Scusa.. Io non volevo spaventarti. Mi dispiace.
-    Che cavolo ti è preso? Adesso soffri anche di sonnambulismo?
-    N- no, io in realtà non riuscivo a dormire.
-    E hai pensato di svegliare anche me?
-    Ecco.. Io... Scusa, puoi alzarti? Così torno al mio posto e non ti disturbo più...
Scostandosi da lei, lui la fece passare, ma prima che lei potesse sfuggirgli, le prese un braccio.
-    Aspetta! Che cosa volevi? Non mi hai risposto.
Kate cercò di divincolarsi, ma poi si arrese. Magari era il caso di cogliere la palla al balzo e chiarire una volta per tutte. Smettendo di lottare, lei lo guardò negli occhi.
-    Voglio parlare.
-    Di che cosa?
-    Di noi due.
-    Pensavo avessimo già chiarito.
-    No, forse per te è tutto chiaro, ma non per me.
-    Allora spara.
-    Voglio sapere che cosa ti hanno fatto.
-    Quando?
-    Quando sono venuti a prenderti. Quando sei tornato eri diverso. Che ti hanno fatto?
-    Niente!
-    Non è vero! Io l’ho vista, la tua cicatrice!
-    Quale cicatrice?
Sapendo che lui avrebbe continuato a negare, lei gli strappò la camicia, mettendo a nudo il suo torace.
-    Questa! Non l’avevi prima che ti portassero via. Che cosa ti hanno fatto?
-    Mi sono fatto male da solo.
-    No, non è vero. Sembra che tu abbia subito un’operazione, come se ti avessero aperto con un bisturi. Voglio sapere che significa e perché dopo tu sei cambiato così tanto!!
-    Non posso dirtelo!
-    Si che puoi, adesso siamo liberi!! Voglio saperlo, tu me lo devi!
-    Smettila, pensa agli affari tuoi!
-    (Iniziando a piangere) Come puoi pretendere che io ti ami?!? Come credi che io possa fidarmi completamente di te se tu non ti confidi?! Non so niente di te! Tu non parli, non ti esprimi. Voglio sapere che ti è successo, perché non sai quanto fossi angosciata per te, mentre tu non c’eri! Quanta voglia avevo di rivederti!! Non sai il sollievo quando ho visto che eri ancora vivo... ma mi hai ferito, quando mi hai trattato male!
Stupito dalla sua reazione, Sawyer cercò di stringerla a sé, ma lei si oppose. Insistendo, lui riuscì nel suo intento, mentre lei si abbandonava al suo abbraccio.
-    E va bene. Quando ho aperto gli occhi, ero legato, sopra un tavolo operatorio.  Mi hanno fatto un’iniezione sul petto.  E poi il bisturi. Mi hanno aperto il torace. E’ l’ultima cosa che ricordo. Poi buio assoluto. La volta successiva, quando mi sono svegliato, avevo un cerotto sul torace. A quel punto è entrato Ben, con una piccola gabbia. Dentro c’era un coniglio. Ben l’ha costretto a saltare. Un secondo dopo il coniglio era morto. Ben mi ha spiegato che il coniglio aveva un pace – maker. Ben mi ha detto che me ne era stato messo uno anche a me. Mi ha messo un orologio che controllava i miei battiti. Se fossi arrivato a 140 battiti, sarei morto. Un modo per farmi stare buono, insomma. Ma non bastava certo quello a placarmi del tutto e lui lo sapeva. Mi ha detto che se avessi fatto una sola parola con te di quello che era successo in quella stanza... loro avrebbero fatto la stessa cosa a te. E’ per questo che non potevo dirti niente. Non potevo rischiare che ti succedesse qualcosa per causa mia. In realtà non mi hanno messo niente. Me lo hanno spiegato quando mi hanno fatto vedere che non eravamo sulla “nostra” isola. A te cosa hanno fatto?
-    Mi hanno portato da Jack affinché lo supplicassi di operare Ben.
-    E tu l’hai fatto?
-    Si, mi hanno costretto. Ti avrebbero ucciso, se io non l’avessi fatto!
-    Ci hanno usati, a loro piacimento, a quanto pare.
Kate rifletté sulle parole di Sawyer. Lui aveva voluto proteggerla. Quindi lui teneva a lei. Doveva essere stato orribile credere di avere un pace- maker nel petto, con la possibilità di morire ad ogni accelerazione dei battiti cardiaci. E lei ringraziò il cielo che in realtà lui non l’avesse.  
-    Scusa..
-    Di che cosa?
-    Di averti trattato male e non avere avuto fiducia in te e...
-    Non importa. Non mi devi nessuna scusa. Non sta scritto da nessuna parte che devo esserti simpatico.
-    Sawyer, mi riferivo anche a prima. Non mi sono spiegata. Hai frainteso.
-    Riguardo a che cosa?
-    A quello che è successo tra noi... tu hai frainteso quello che penso.
-    Perché, non è stato solo uno sbaglio per te?
-    No, non lo è stato... io.. per me non sei stato solo un passatempo. Per me è stato importante.
Quasi in imbarazzo, ma ancora troppo confuso e deluso, Sawyer cercò di nascondere i suoi sentimenti .
-    E cosa ti fa credere che non lo sia stato per me?
-    Sawyer, non credi che sia il caso che ci parliamo in tutta sincerità?
-    Forse l’ho appena fatto...
-    No, non ci credo. Tu parli con la voce della ripicca.
-    Non mi conosci!
-    Ti conosco abbastanza bene da sapere che non sei sincero, in questo momento.
Sawyer la guardò con disappunto. Non gli piaceva che qualcuno lo capisse così bene. Si sentiva scoperto.
-    Bene. Se mi conosci così bene, allora, che cosa penso veramente?
-    Questo non lo so, ma so che per te non è stato una cosa da niente. Se così fosse, perché eri deluso dal sentire che per me non era significato niente?
-    Senti, non sono dell’umore giusto per farmi psicanalizzare da te, ok?
-    Sai che cosa ti dico? Sei proprio un bambino!! E io che mi ero illusa di contare qualcosa per te!
-    Potrei dire la stessa cosa io, dolcezza.
-    Ma tu conti per me. Sawyer, per me non è stato solo sesso. Prima ero molto confusa, ma adesso ho avuto modo di riflettere e ho capito che mi sento attratta da te, e non solo fisicamente. Io... non sono sicura di amarti, ma potremmo almeno provare... Lascia perdere. E’ evidente che a te non interessa.
Kate, si voltò, con l’intenzione di allontanarsi il più possibile da lui. Tuttavia fu tirata indietro dal braccio muscoloso di Sawyer, che la fece voltare verso di sé per baciarla. Dopo la fine del bacio, Kate lo guardò negli occhi.
-    Dimmi che cosa provi per me..
-    Io... io ti amo
-    Io...
-    Lo so. Ma aspetterò. Tutta la vita, se sarà necessario.
-    Parlami di te.
-    Non credo che questo potrebbe aiutarti ad amarmi, anzi...
-    Ti prego...
-    Bene. Che sono un truffatore lo sai già... non sono una brava persona. Ho usato molte persone.
-    Scommetto che qualcosa di buono l’hai sicuramente fatto, nella tua vita.
-    Beh, sono stato in prigione, mi ci ha mandato la mia ex, perché l’avevo coinvolta in una truffa. Mentre ero dentro, mi è venuta a trovare. Nel frattempo aveva avuto una bambina... La mia bambina...
Kate lo guardò, leggermente scioccata.
-    Tu- tu hai una figlia?
-    Si, ma l’ho vista solo in fotografia. Ho detto alla madre che non volevo saperne niente. Non sono un tipo di persona che è in grado di diventare genitore. Credevo che non contasse niente per me, ma poi non riuscivo più a togliermi quell’immagine dalla mia mente. Allora quando ho avuto i miei soldi riguardo all’ultima truffa a cui ho partecipato, ho fatto aprire un conto a suo nome e li ho versati tutti lì. Ma ho fatto in modo che non sappia mai da chi sono arrivati quei soldi.
-    Sawyer, è stato un bel gesto, ma non vorresti vedere un giorno tua figlia, dal vivo?
-    No. Non voglio che entri a far parte del mio mondo. Che sappia che genere di persona è suo padre. E’ meglio che non mi conosca.
-    Non credo che non vorresti vederla..
-    Ci ho pensato e si, vorrei vederla, ma non posso.
-    Come si chiama?
-    Clementine.
-    E’ un bel nome. Clementine Ford, suona bene.
-    Porta il cognome di sua madre.
-    Ma potrebbe portare il tuo, un giorno.
Sawyer fece un sorriso storto. La sua espressione era malinconica. Aveva una bambina, che molto probabilmente non avrebbe mai incontrato. Le labbra di Kate si posarono dolcemente sulle sue.
-    Sono sicura che avrai modo di incontrarla, un giorno. Ed io sarò lì con te, quando accadrà.
Abbracciandola, la baciò con tutto se stesso.

  
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