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Autore: Artemis Black    20/08/2013    1 recensioni
Quando si girò, per poco non mi prese un infarto: sembrava uno di quei modelli che sfilavano per Dolce & Gabbana, con tanto di gelatina sbrilluccicosa in testa e due fari blu al posto degli occhi.
Terra chiama Jess! Svegliati imbecille!
“Ehm, ti serve una mano?” gli chiesi, svagando con gli occhi.
Aveva due bicipiti che mi impedivano di guardarlo negli occhi.
“Signorina, non mi sembra il caso.” Rispose gentile.
“Crede che una donna non sappia riparare un qualsiasi veicolo? E’ maschilista per caso?” gli chiesi incrociando le braccia sul petto.
La stavo prendendo sul personale. Esatto.
“No, mi scusi. È che le donne solitamente non riparano motori, ma se lei è così sicura… prego!” mi disse gentilmente. [dal primo capitolo]
Piccola storia sulle avventure sentimentali di Steve Rogers :)
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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4.Damn your eyes, for getting my hopes up high, making fall in love again.

Spostai leggermente le coperte e raccolsi i miei panni sparsi sul pavimento freddo. Indossai velocemente una maglietta e andai verso la porta. Prima di uscire, gli diedi un’ultima occhiata: il suo petto si alzava e abbassava con regolarità, aveva un’espressione rilassata e quasi angelica, i suoi capelli scompigliati erano bellissimi e un ciuffo ribelle gli cadeva sul viso incorniciando il suo viso perfetto.
Chiusi leggermente la porta e andai in cucina a preparare la colazione.
Erano quasi le 9 ed era strano che Steve ancora non fosse andato a lavoro, solitamente per quell’ora era già fuori.
“Forse dovrei svegliarlo.” Pensai.
Poi ricordai la sua espressione rilassata e mi dissi che era meglio lasciarlo riposare.
Presi una coppia di uova e le aprii nella padella, poi aggiunsi della mozzarella tagliata a cubetti e cominciai a strapazzare il tutto. Poi in un’altra padella cucinai della pancetta, mentre ascoltavo della buona musica con l’ipod. Saltellai fino al frigo e presi il cartone di succo di frutta all’arancia rossa e la posai sul bancone. Mentre ballavo in mezzo alla cucina a ritmo di Panic Station dei Muse, misi le due porzioni di cibo in due piatti e versai il succo in due bicchieri.
E mentre la canzone finiva e ne iniziava un’altra, sentii una risata sommessa.
“Sei troppo buffa!” mi disse Steve avvicinandosi a me.
“Ehi! Non sono buffa!” gli dissi, mollandogli un pizzicotto sulle sue braccia nude.
Per risposta ricevetti un dolce bacio sulle labbra, poi mi sollevò da terra e mi circondò la schiena con le sue mani ed io gli allacciai le gambe alla sua.
“Hai messo la mia maglia…” disse Steve.
“Oh! Non ci avevo fatto caso…” dissi sarcastica.
Mi baciò ancora ed ancora, finchè non mi poggiò sul tavolo della cucina ed andò a prendere i piatti della colazione. Mangiammo così: io seduta sul tavolo e lui seduto sulla sedia affianco a me.
“Lo sai che ore sono?” gli chiesi.
Lui scosse la testa e mi guardò interrogativo mentre mangiava la pancetta.
“Beh solitamente vai a lavoro presto… e io non volevo svegliarti perché stavi riposando ed eri così rilassato!” gli dissi.
“O mio dio, che ore sono?” disse alzandosi di scatto e finendo velocemente la colazione.
“Le 9.30.” gli risposi mordendomi il labbro.
“Dannazione! Sono in ritardo!” disse.
Corse in bagno a farsi una doccia e a vestirsi, poi mi disse che sarebbe tornato tardi probabilmente.
“Aspetta!” gli dissi sul pianerottolo di casa.
Lui si voltò e gli presi il viso tra le mani e lo baciai delicatamente.
“Buona giornata.” Gli dissi, arrossendo.
“Buona giornata anche a te.” Mi rispose sorridendomi, poi scappò via.
 
“O mio dio!” urlai appena chiusa la porta.
Avevo un sorrisino stupido stampato in faccia e tutto mi sembrava più bello che mai!
Mi venne in mente di andare a comprare fiori e cioccolatini, poi pensai che era meglio andare a fare un salto da Victoria’s Secret ma poi finii sul divano a guardare  la tv distrattamente mentre ripensavo a quello che era successo la sera precedente.
E senza accorgermene, si fece ora di pranzo e non avendo niente in frigo, mi vestii e andai a fare la spesa.
Nel discount, riempii un carrello di roba e mentre giravo sorridente tra i scaffali, notai un uomo che mi fissava da dietro un paio di occhiali scuri. Non riuscii a riconoscerlo, poiché non mi sembrava di averlo mai visto. Aveva un berretto nero in testa e una barba piuttosto curata. Guardava verso di me mentre metteva delle mele prese a caso in una busta. Proseguii per gli scaffali e andai infine a prendere del latte.
Vicino in banco frigo c’era il tizio sospetto. Feci finta di niente e presi due bottiglie di latte, poi fu lui a presentarsi… o meglio a farmi domande.
“Lei è la signorina che va a letto con Steve Rogers?” disse spudoratamente.
“Cosa?” gli dissi, facendo l’indignata.
“Beh l’ho vista uscire dal suo appartamento. A meno che lei non sia una ladra…” disse massaggiandosi la mandibola.
“Comunque…” disse togliendosi gli occhiali “Sono Tony Stark.” Concluse con un affascinante sorriso.
“Quel Stark?” chiesi stupita.
“Ovviamente. L’unico e il solo, bimba.” Disse.
“Oh certo, mi scusi signor Stark.” Risposi stizzita.
“Chiamami Tony! E tu…?” mi chiese.
“Non so se fidarmi o no di lei, ma al momento può chiamarmi Jess.” Dissi, sfoderando un sorriso falso.
“Le serve una mano?” mi chiese indicando il carrello.
“In effetti si.” Risposi. Non ce l’avrei mai fatta a portare tutta quella roba a piedi fino a casa di Steve.
“Aumenterebbe la mia affidabilità?” chiese dispettoso.
“Probabilmente.” Risposi.
E fu così che entrai in un’auto a dir poco lussuosa e veloce. Era un’audi R8 E-Tron, completamente elettrica e “molto utile da usare per diminuire le immissioni di CO₂ e contribuire a non allargare il buco nell’ozono”, così mi disse Stark.
Mi accompagnò fin dentro casa e mi aiutò a mettere a posto le cose, o meglio, andò in giro a ficcanasare.
“Come vi conoscete tu e Steve?” gli chiesi.
“Oh bimba, non puoi saperlo: Top Secret.” Disse, con un sorriso sfrontato.
“Come la tua fama di playboy… ci sta provando con me per caso?” gli chiesi insospettita.
“In effetti è un test per capire se lei ha battuto la testa e si innamorata perdutamente di quel ghiacciolo oppure è sotto effetto di narcotici.” Disse guardandomi negli occhi.
“La sua sfrontatezza è allucinante, Tony.” Dissi stupita.
“Quindi assume allucinogeni?” mi chiese puntandomi un dito contro.
“L’unica cosa allucinante qui è il suo stupido discorso.” Gli dissi.
“Adesso ho da fare, se ti dispiace…” gli dissi, indicando con lo sguardo la porta.
“Non è sicuramente gentile e rispettosa come Steve…” affermò.
“E non sono insolente e sarcastica come te.” Affermai.
Mi guardò serio per un momento, poi si girò e se ne andò, salutandomi con un cenno della mano.
 
Erano le 22 e Steve ancora non accennava a tornare a casa.
Così mangiai la mia cena e lasciai la sua nel microonde. Optai per la maxi maglietta di Steve come pigiama mentre ero indecisa se farmi trovare nel suo letto oppure andare nel mio.
Scelsi il suo letto.
Alzai le coperte e mi ci infilai sotto. Afferrai il suo cuscino e aspirai il suo profumo fresco ed unico. Poggiai così la testa e morfeo mi accolse tra le sue braccia.
Mi svegliai solo quando sentii qualcosa accarezzarmi una guancia. Aprii lentamente gli occhi e mi ritrovai il viso di Steve a pochi centimetri dal mio.
“Non volevo svegliarti…” disse mordendosi un labbro dispiaciuto.
Quella sua espressione da cucciolo mi fece sciogliere e gli circondai il collo con le braccia.
“Io invece sono felice che tu l’abbia fatto.” Dissi e poi lo attirai a me.
Mi passò un braccio dietro le spalle e mi baciò.
Le coperte si aggrovigliavano, i nostri baci diventavano sempre più passionali fino a farci dimenticare del resto del mondo. I vestiti sparirono magicamente, lasciando spazio alla nostra pelle calda ed eccitata. Lo sentivo sussurrarmi parole dolci che le mie orecchie mai avevano udito prima. Lo strinsi e a me e sperai tutto ciò non fosse solo un sogno.
 
“Cosa?! Stark è stato qui?” mi chiese mentre mi accarezzava dolcemente i capelli.
Era mattina presto e subito dopo essermi svegliata, mi accorsi che anche Steve era sveglio così ne approfittai per parlargli del giorno precedente.
“Si. Mi ha soprannominato La signorina che va a letto con Steve Rogers.” Dissi ridendo.
“Ha oltrepassato il limite!” disse arrabbiato.
“E ci ha anche provato…” dissi per vedere la sua reazione.
“Cosa?!” scattò seduto sul letto.
“Scherzavo!” dissi ridendo.
La sua faccia stupefatta si trasformò in un ghigno crudele e cominciò a farmi il solletico e a riempirmi di baci.
“Non voglio che qualcun altro ti prenda, tu sei… mia.” Disse con un sussurro.
Quelle parole gli costavano fatica ammetterle, poiché il suo carattere un po’ all’antica lo bloccava. Sapevo che stava compiendo un enorme passo avanti stando con me.
Mi bloccai a quel pensiero: stavamo insieme?
“Qualcosa non va?” mi chiese lui. Dovevo aver lasciato trasparire quel mio dubbio perché Steve mi guardò corrucciato.
“No niente…” dissi sorridendogli.
“C’è una cosa che vorrei chiederti…” disse grattandosi la nuca.
“Cosa?” gli chiesi curiosa.
“Beh ecco, Stark ha organizzato una specie di festa d’autunno e vuole che partecipi. Perciò mi chiedevo, ti va di essere la mia dama?” mi disse.
Mi stava chiedendo di accompagnarlo ad una festa?! Seriamente?!
“Non so, ecco… come mi presenterai? Come un’amica?” gli chiesi schiettamente.
Lui abbassò lo sguardo e assunse l’espressione di chi sta pensando a come rispondere.
“No, ti presenterò come la mia ragazza.”  Disse guardandomi, con un sorriso accennato.
Ok, stavo andando in iperventilazione.
“O-ok.” Dissi sbalordita dalla risposta.
“Non va bene?” mi chiese lui.
Gli buttai le braccia al collo e lo feci sdraiare sotto di me.
“Va benissimo.” Gli dissi e poi lo baciai.
 
Steve era andato a lavoro da un pezzo, mentre io mi ero presa il computer e cercavo di imparare più cose possibili sulle feste mondane ma soprattutto su come bisognava vestirsi.
Poi qualcuno mi mandò un’e-mail sulla mia casella postale: era l’invito ufficiale al Galà d’autunno indetto dal signor Anthony Stark in persona.
Lo stampai e poi mi misi a cercare notizie sui vestiti da indossare ai galà.
Dopo aver vagabondato per alcuni siti di moda e di bon ton, decisi che non ero proprio il tipo che poteva permettersi un vestito elaborato ed adatto all’occasione. Questo mi avrebbe costretta a declinare l’invito di Steve.
Chiusi il portatile e presi il mio chiodo nero, poi uscii di casa.
Passeggiavo per le strade di New York mentre pensavo a come dire a Steve che non sarei potuta andare alla festa perché non avevo abbastanza soldi per comprarmi un vestito così elegante.
Passai addirittura davanti un negozio di Gucci e notai un bellissimo vestito color pesca in esposizione. Il prezzo era esorbitante e il mio stato d’animo fu letteralmente calpestato.
Mi chiesi anche se fossi la ragazza giusta per stare insieme a Capitan America… in fondo non ero mai stata brava in niente se non a combinare casini e a deludere le persone che amavo.
Mi sedetti su una panchina di un parco e cominciai a pensare e a pensare, tanto che non mi resi conto che il tempo passava inesorabile e che si era già fatta sera.
Sentii il cellulare squillare.
“Pronto?” risposi
“Jess dove sei?” mi chiese Steve.
“In un parco, tra la 27esima e la 15esima. Successo qualcosa?” gli chiesi.
“Non ti ho trovato a casa ed è tardi, aspettami lì. Vengo a prenderti!” mi disse.
Non feci in tempo a rispondere che già aveva agganciato.
Aspettai pazientemente seduta sulla panchina e quando arrivò, lo guardai cercarmi in mezzo alla gente e a nascondere il viso sotto un berretto degli Yankees.  Quando mi vide sulla panchina, mi rivolse un sorriso luminoso.
“Eccoti, vagabonda!” mi disse, cingendomi la vita con un braccio.
“Ehi…” risposi.
“C’è qualcosa che non va?!” mi chiese preoccupato.
“In effetti... si…” Dissi.
Lui rimase stupito e perplesso.
“Dimmi tutto.” Mi disse.
 “Non sono adatta al tipo di feste che organizza Stark. Finirei per combinare qualche macello… e poi… non ho un vestito adatto.” Dissi abbassando la testa vergognandomi come una sciocca bambina.
Lui mi guardò per un istante e poi scoppiò a ridere.
Lo guardai accigliata, perché non mi piaceva essere presa in giro.
“Che c’è da ridere?” dissi a braccia conserte.
Ghignò ancora per qualche secondo, poi buttò la testa all’indietro.
“Non sono motivi validi per disertare il mio invito.” Disse accarezzandomi il viso.
“Davvero?” chiesi stupita.
“In realtà al vestito ci avrei già pensato io… ne avevo visto uno molto bello ed ero sicuro che ti sarebbe stato bene addosso, perciò mi sono permesso di comprartelo.” Disse sorridendomi placidamente
Rimasi a bocca aperta.
“Lo hai comprato veramente?“ chiesi stupefatta.
Annuii con le testa.
“Ecco… lo vedi che sono un peso per te?!” dissi alzandomi in piedi e vergognandomi del mio stato valutario in rosso che non mi permetteva di comprarmi neanche un semplice vestito.
“Cosa? No, no! Volevo farti una sorpresa! E’ un regalo per te, tesoro.” Disse prendendomi per le spalle.
“Non lasciarti abbattere da queste piccole… idiozie! Non è un problema per me, quindi non deve esserlo per te.” Mi disse abbracciandomi.
“Devo trovarmi un lavoro.” Dissi mugugnando tra le sue braccia.
“Se è questo che vuoi, potrei aiutarti.” Disse baciandomi la fronte.
“No, credo che me la caverò da sola…” risposi.
“Beh, l’ultima volta non te la sei cavata…” disse alludendo al mio precedente lavoro.
Mi mordicchiai le unghie e lo guardai di sottecchi.
“Beh… forse hai ragione, ma devi ammettere che quel body mi stava una favola.” Dissi ammiccando.
“Si certo, ma avrei preferito  non vedertelo addosso mentre eri in mezzo a un mucchio di gente con pensieri poco casti.” Disse.
Mi prese la mano e ridemmo insieme.
Tornammo a casa e cenammo con un cartone di pizza appena sfornata, ci accoccolammo sul divano per poi finire in camera da letto.

___________________________
Buongiorno! 
Scusate per l'enooooorme ritardo, ma sono stata impegnata e in più avevo una sorta di blocco e non a decidermi su come far andare avanti la storia
Mi dispiace immensamente, ma vi promette che il prossimo capito lo pubblicherò presto (è già in cantiere).
Spero vi piaccia e recensite :)
A presto, 
Artemis Black

  
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