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Autore: yourloveisalie_    20/08/2013    5 recensioni
Secondo Italo Svevo l’uomo inetto è un uomo incapace di agire perché frenato dalle proprie paure.
Ed è così che è solito definirsi Christian: inetto.
Grazie al suo lavoro e alla vita perfetta donatagli fin dalla giovane età dal suo infinito albero genealogico, Christian crede di superare questo suo grande difetto.
Rebecca, invece, è una giovane ragazza di diciotto anni con una vita problematica a cui farebbe volentieri a meno. Ma quando conosce Christian, il quale riesce a vedere solo le cose positive della realtà perché ricoperto da banconote, capisce che la vita è uno splendido dono e non vale la pena buttarlo via.
All’apice del loro rapporto i problemi sembrano non esistere più e perfino Christian pensa di aver perso la sua inettitudine grazie a Rebecca. Ma tale pensiero viene respinto quando varie vicissitudini portano Christian a combattere faccia a faccia con il suo essere inetto
E sarà un duello decisivo perché, si sa, è sempre difficile liberarsi della nostra parte peggiore.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Benvenuti in un nuovo viaggio. Siete pronti? Io un po’ si e un po’ no.
Prima di iniziare dico solo di fare attenzione a cosa leggete: questa è una storia romantica ma anche drammatica. Soprattutto drammatica. Se ci sono cose che possono alterarvi, bhè, non dite che non vi avevo avvertito.
Il rating è arancione anche se forse doveva essere rosso. Non mi sono sentita di metterlo rosso perché non so se ne sarò poi all’altezza. In ogni caso me lo farete sapere e io modificherò il rating ;)
Chi mi conosce sa che le storie che narro sono tratte da fatti realmente accaduti ma i nomi sono stati modificati per privacy. Pertanto ogni nome è inventato dalla sottoscritta e qualsiasi riferimento a persone è puramente casuale.
Bene, ho detto anche questo. Penso che sia tutto.
Abbiate pietà di me perché è la prima volta che scrivo qualcosa di serio a cui tengo particolarmente.
Ah, e sappiate che da settembre gli aggiornamenti forse saranno mensili, cioè un capitolo ogni mese. Mi dispiace ma la scuola richiede il suo tempo…
Lasciate tante recensioni e buona lettura.
Baci!
 



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PROLOGO




 

Ricorda che l'amore a volte può far male
ma del mio tu non ti devi preoccupare
perché non puo' finire.
Come l'acqua dentro il mare





 


Rebecca Rinaldi, diciassette anni e una vita da schifo.
Un metro e sessantadue per cinquantaquattro chili di puro mistero.
E’ così che erano soliti definirla gli amici. Un mistero.
Entrare nel cuore e nella quotidianità di quella ragazza era complicato quanto un compito in classe a sorpresa di matematica.
Eppure Rebecca non si sentiva così. Lei si definiva normale. Piuttosto era il mondo in cui viveva a non essere normale: un padre venuto a mancare da dieci anni e una madre appena trentasettenne troppo giovane per occuparsi di sé stessa, figuriamoci della figlia.
Il padre, Marco Rinaldi, era morto quando Rebecca era poco più di una bambina e, nonostante tutto questo tempo, ancora non si erano scoperte le cause della sua morte.
O meglio, qualcuno non voleva raccontarle.
Infatti, quando Rebecca cercava di parlarne con la madre, quest’ultima cambiava argomento o si cimentava in cucina. Cosa alquanto strana visto che Laura, la mamma, era negata con il cibo.
Tuttavia Rebecca non diede mai troppo peso alla situazione perché pensava che il ricordo del marito nuocesse gravemente alla madre ed evitava di parlarne.
Dopo la morte di Marco, la vita delle due donne sprofondò a picco, i problemi economici sembravano irrisolvibili e i debiti spuntavano fuori come funghi.
Laura, invece di fermarsi un momento e cercare di risolvere almeno in parte la questione, non faceva altro che scappare. Come se scappare fosse servito a qualcosa…
Rebecca glielo rinfacciava sempre alla madre e la madre non faceva che infuriarsi. Per questo tra loro non ci fu mai un vero rapporto famigliare, anzi, per Rebecca la mamma era da evitare come la peste.
Più le stava lontano, meglio si sentiva.
Ora però, in macchina, con il vento che le scompigliava i lunghi capelli neri, Rebecca era costretta a stare nello stesso posto della madre e cercava in tutti i modi di non incrociare il suo sguardo con quello di Laura fingendo di essere altamente interessata al paesaggio fuori dal finestrino.
Era settembre e l’estate stava scomparendo del tutto ma il clima restava sopportabile.
Laura non era riuscita a trovare un lavoro a Napoli e a pagare l’affitto del loro piccolo appartamento. Erano praticamente state cacciate e, come al solito, avevano deciso di scappare piuttosto che fermarsi ed affrontare faccia a faccia il problema.
Per Rebecca quella era ormai un’abitudine.
Impacchettare le sue cose, abbandonare la scuola attuale, gli amici trovati e partire verso una nuova città.
- Vedrai che ti troverai bene in questa nuova scuola a Roma - disse Laura, distraendo la figlia.
Rebecca sbuffò e si girò ancora di più verso il finestrino.
Non rispose perché quella era la solita battuta riciclata che la madre usava ogni volta che erano in viaggio. E poi non sentiva proprio che le cose avrebbero preso il verso giusto, a Roma.
Ogni volta che trovava degli amici, che iniziava rapporti stabili, arrivava la madre e faceva crollare il suo castello di speranze e false illusioni.
Rebecca ci era abituata, ecco perché tutti la vedevano fredda come un ghiacciolo.
Ora basta, pensò, sono stanca di continuare a sperare.
Si rigirò ancora sul sedile di quel catorcio fino a trovare una posizione comoda e chiuse gli occhi.
Forse il sonno l’avrebbe aiutata e l’avrebbe anche un po’ preparata ad affrontare la nuova realtà cui stava per andare incontro.
 

*

 
 
 
 
Christian Bianchi, un uomo di ventotto anni, alto, moro, ricco e bello.
La perfezione in persona, praticamente (se escludiamo il vizio del fumo…).
Non solo sapeva attirare le donne con il suo fascino, i suoi occhi azzurri e quel sorriso mozzafiato, le donne erano attratte da lui soprattutto per il suo portafogli.
La cosa avrebbe giovato a qualsiasi altro uomo ma non a Christian. Lui non era uno sciupa femmine, cioè, gli sarebbe piaciuto esserlo ma ogni volta con una ragazza dotata di un bel lato B e un seno parlante gli si avvicinava lui diventava improvvisamente…stupido.
No, stupido no. Un giovane professore di ventotto anni che ha passato la sua giovane vita sui libri non lo si può definire stupido.
Piuttosto…inetto.
Si, inetto era l’aggettivo giusto.
Un po’ come tutti i protagonisti dei romanzi di Italo Svevo.
Come se la sua vita fosse proprio uno di quei racconti e lui un burattino i cui fili erano tirati dallo stesso Svevo.
Come ogni professore che si rispetti, lui adorava quel celebre uomo così importante nella letteratura italiana, però quel suo essere inetto non gli piaceva per niente perché lo faceva diventare stupido e lui stupido non era.
Il lavoro lo aiutava molto a combattere quel suo difetto: negli ultimi anni era riuscito ad aprirsi di più con i suoi studenti e a diventare un professore migliore.
Forse il più acclamato di tutto l’istituto.
O magari di tutta Roma, perché no.
Christian sbuffò soddisfatto allo schermo del suo portatile, poi lo spense e si alzò dalla sedia per sdraiarsi sulla poltrona a leggere un libro.
Per capire meglio i ragazzi del suo liceo, il professore vagabondava spesso su internet e seguiva blog dove giovani problematici con mille domande in testa mettevano per iscritto i loro problemi e cercavano di aggiustarli.
Forse Christian poteva definirsi anche un tipo strano, e forse lo era. Ma una mania simile porta solo risultati positivi quando il tuo mestiere consiste nel saper parlare e farti capire dai giovani.
Tra una settimana sarebbe ricominciata la scuola e il professore non sapeva ancora come avrebbe accolto la sua nuova classe. Ma sapeva che l’ispirazione gli sarebbe venuta a tempo debito.
Spensierato, prese una copia de La Divina Commedia e l’aprì, iniziando a leggere.
Aveva in mente una sorpresa che sarebbe sicuramente piaciuta ai suoi cari studenti del 4°C.










Ok, lo so, è un capitolo molto breve. Ma non posso mica scrivere tutta la storia subito nel prologo!
Dovrete aspettare un pochino per leggere qualcosa di più ed entrare ufficialmente nella storia.
Spero che per ora questo piccolo assaggio vi abbia incuriosito e vi sia piaciuto.
Fatemi sapere!



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