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Autore: IloveFUN    20/08/2013    0 recensioni
C'è posto a questo mondo per gli yogurt scaduti? Oltre al cestino dei rifiuti...
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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La campanella. La prima mancanza che si avverte è quella della campanella. Nessun indizio, nessuna fine prestabiliti per le lezioni. Tutto alla mercé dei professori. Ritardi, pause, uscite anticipate. Tutto in mano loro, il sunto di come funziona l'università. Nessun posto deciso, impossibile da cambiare. Nessun divieto di uscire durante la lezione. Nessun compito a casa da portare il giorno dopo. Niente regole. Tranne una, puntualmente inosservata, come da prassi dopo anni ed anni di onorato servizio nel mondo dell'istruzione pubblica: studiare. Sebbene tutto resti sempre in mano ai professori. In questo l'università non è molto diversa dagli anni precedenti.

Tuttavia, per chi come Sabrina vive per rispettare le regole e senza diventa uno sbandato, non c'è mondo peggiore di quello universitario. Perennemente in ritardo con gli esami, distratta a lezione e distrutta dal tirocinio, le sarebbe impossibile rimanere a galla in quel mare tempestoso che è l'aula del primo anno di Fisioterapia senza qualcuno disposto a farle compagnia in balia delle onde. Un compagno di sventure. Un amico. Un'amica: Maria. Occhi azzurri, capelli biondi, denti bianchissimi, sorriso dolcissimo. Una bambolina. Nata in Italia, figlia di due emigranti russi, padroneggia la lingua meglio di molti altri della sua generazione.  Complice la loro passione condivisa per la lettura, per J.K. Rowling e Jane Austen ad essere esatti, quando Sabrina la incontra  per caso il giorno dell'immatricolazione non ha dubbi: diverranno grandi amiche.

Poco tempo dopo, in un pomeriggio di metà novembre, mentre Sabrina è intenta a sistemare tutto il suo materiale sul banchetto, Maria la raggiunge correndo e gettandosi letteralmente a tuffo sulla sedia più vicina, inizia ad urlare.

- Non sai cosa mi è appena successo!-

- No, non lo so. - risponde Sabrina. Sono le tre del pomeriggio, mentre normalmente a quell'ora si troverebbe spaparanzata sul divano, se non fosse che le lezioni sono iniziate da un mesetto a questa parte, non solo è seduta su una scomodissima sedia pieghevole di legno, ma l'ha raggiunta dopo ben venti minuti di cammino, con tutto il pranzo ancora sul groppone. Dieci minuti. Dieci. A piedi. Come può Maria, che ogni giorno arriva in macchina, essere tanto crudele da sbatterle in faccia la sua esuberanza e voglia di fare alle tre del pomeriggio?

- Ho incontrato la Gang! - comincia l'altra, ignorando la consueta asprezza dell'amica, a cui oramai è abituata.

- Maria, quante volte ti ho detto che è ridicolo chiamarli così? - esclama ridendo Sabrina, cogliendo subito ciò a cui si riferisce. Quattro ragazzi. I più carini del corso. Hanno colpito entrambe, anche Sabrina, di solito restia a certe cose. Maria è stata capace di dare dei nomignoli ad ognuno di loro. Ed ha fatto anche una classifica. Al quarto posto c'è "Tamburello" o, meglio, Giovanni, un simpatico ragazzo dai tratti tipicamente meridionali, noto a tutti per far parte di un gruppo folkloristico in cui suona il tamburello. Al penultimo posto ecco Marco. Non sapendo nulla su di lui, Maria ha scelto di ribattezzarlo "Triangolo", essendo quest'ultimo un altro strumento a percussione, il che indica la sua vicinanza a Giovanni, e non essendosi mai esposto più di tanto il ragazzo, almeno fino a quel momento, come fa il triangolo, sovrastato dagli altri strumenti. Al secondo posto c'è "Pollice", per via della sua mania di sventolare il pollice in aria ogni dì e in ogni dove, all'anagrafe Alberto, uno sbruffone tutto muscoli e niente cervello. Il preferito di Maria, che, per quanto possieda un animo candido, in fatto di ragazzi, dimostra di avere un debole per i palestrati. Infine, nella posizione più alta del podio, acclamato a gran voce, l'unico, inimitabile, "Ciuffo". Nonostante il soprannome alquanto improbabile scelto per il ragazzo, ad essere precisi, Carlo, visto il ciuffo di riccioli che gli ricade sulla fronte, nonostante la vaga sensazione che giochi in un'altra squadra, tutte, e per tutte si intende davvero tutte le ragazze del corso, lo considerano quanto di più interessante il primo anno di Fisioterapia abbia da offrire. Ed addirittura Sabrina non resta indifferente di fronte a quel fascino, soprattutto se inconsapevole ed involuto. I quattro sventurati ragazzi, che si aggirano per i corridoi dell'università sempre assieme, insieme formano per Maria la cosiddetta "Gang del bosco".

- Dai, "Gang del bosco" è un soprannome così carino! -

- È da bambini! E dare soprannomi ad un ragazzo che ti piace è ancor più infantile! -

- Ma allora come facciamo a parlarne senza farci scoprire? - bisbiglia la biondina, arrossendo. A Sabrina scappa un sorriso. Tipico di Maria, arrossire. Vent'anni compiuti, acutezza e scaltrezza invidiabili, nonostante il colore dei capelli, che tuttavia spiega la sua fissazione per i nomignoli,  un metro e settanta di altezza, cinquanta kilogrammi di peso, non un filo di pancia o qualcosa che non fosse al suo posto e ancora arrossisce al pensiero che qualcuno possa scoprire di piacerle.

- Va bene, mi arrendo. Allora? Cos'è successo? - chiede Sabrina, sinceramente curiosa.

- Allora, ero alle macchinette con Nicola per il nostro caffè quotidiano... -

- Aspetta!  - la interrompe Sabrina - Caffè quotidiano? Ma non era successo solo due volte fino a ieri? -

- Sì! Però, Nicola mi ha chiesto di andare alle macchinette ogni giorno prima delle lezioni. Sai, lui arriva subito dopo pranzo ed il caffè dopo pranzo ci sta da dio! Ma non è di Nicola che... -

- Aspetta, aspetta! - la blocca subito Sabrina, di nuovo. - A te questa cosa non puzza? Dico, ti ha chiesto il numero e fin lì, va bene, ormai facciamo parte dello stesso gruppetto e poi avere i numeri dei colleghi è comodo, anche a me l'ha chiesto. Vi sentite ogni giorno e devi ammettere che è strano, perché già vi vedete per cinque ore il pomeriggio e per di più vi sedete vicini. Ora ti chiede anche di prendere sempre il caffè assieme alle tre, quando alle macchinette non c'è nessuno! - conclude la ragazza, prima che l'amica possa fermarla.

- Non è vero! Oggi c'era la gang e infatti... -

- Aspetta, Maria!  - ripete Sabrina, per l'ennesima volta.

- No, non aspetto un bel niente! Voglio raccontarti della gang! Non voglio parlarti di Nicola! Non ho niente da dire su Nicola! Siamo solo amici! Lui è fidanzato! Fidanzato! Ed io non mi metterei mai in mezzo! - esclama Maria tutto d'un fiato, rossa in volto ancora una volta, ma non per vergogna.

- Quindi, se mai lui non fosse fidanzato, tu, se mai lui si facesse avanti, ci staresti? - chiede Sabrina con calma, scrutando ogni piccolo particolare dell'espressione dell'amica, sperando in un qualche cambiamento che possa tradire quella bugia, quel "siamo solo amici".

- Io... -abbozza Maria. La fronte corrugata, gli occhi ridotti a fessure. Un sospiro. Una certezza.

- Ti piace. - attesta l'altra con voce atona e non necessita  di una risposta per sapere di aver ragione. In quel momento, non c'è il solito brio che segue una scoperta di questo tipo, nessun incoraggiamento, nessun consiglio, ma tanta tristezza. Sabrina riesce già a prevedere la fine di quella storia: Maria con un cuore in frantumi; Maria, l'essere più dolce e gioioso della terra, fatta a pezzi da un libertino.

- Senti, io non posso farti la morale o dirti cosa fare, almeno non nella mia condizione. Ti dico solo di prendermi come esempio. Mi è piaciuto un solo ragazzo in vita mia, lo sai, te l'ho raccontato. Tuttavia, è fidanzato. O meglio, era, fino a tre mesi fa. E mi piace anche adesso, soprattutto ora. Però, lui non mi guarda neanche perché è troppo preso da lei. E si sono lasciati! Figurati Nicola, che la sua ragazza ce l'ha ancora e se la tiene stretta! Sai come sto io. Pensa a come staresti tu, se andassi avanti così.  - continua Sabrina, a fatica, perché per quanto parlare di sé con Maria le sia più facile che respirare, non è mai semplice affrontare i propri problemi, le proprie fragilità, specialmente per una come Sabrina che cose di questo tipo le giudica troppo stupide anche solo per definirle "problemi".

- Ragazze, scusate, c'è posto?  - domanda una voce sconosciuta, alle loro spalle.

Si voltano all'unisono. Ed eccolo lì. Bello. L'unica parola capace di descriverlo è bello. Bello. Davvero. Pare uscito da un quadro antico, di quelli che si trovano sui libri e capitato per sbaglio nel nostro secolo.

Occhi. Due, per fortuna. Due occhi. Come tutti gli esseri umani, ma diversi, mai visti di così belli. Azzurri, verdi, verde acqua? Chi lo sa! Magari fosse possibile osservarli da vicino! E quel sorriso. Dipinto dagli angeli. Disceso "da cielo in terra a miracol mostrare" . No, no, Dante è troppo, non è così bello, Beatrice si rivolterebbe nella tomba. No. Questo si chiama esagerare. Eppure, se mai vi fosse una bellezza tanto prossima alla musa del poeta vate, quella sarebbe la sua.

Persa. Completamente persa. Sabrina era persa. E spiazzata. Spacciata, avrebbe aggiunto, se avesse potuto spiaccicare parola, perché per chi come unica arma per fare amicizia ha l'ironia, perdere i contatti con la realtà non è il massimo.

- Mi dispiace, ma in questa fila c'è un solo posto libero! - risponde prontamente Maria. Straordinaria Maria. Grande Maria. Santa Maria. Evita di far capire a tutti che il cervello della sua sfortunata amica è stato appena ridotto in poltiglia e le permette di rimanere ferma, immobile, inebetita.

Solo quando il ragazzo si allontana Sabrina comprende l'accaduto. Il Ciuffo, anzi, Carlo aveva appena chiesto se erano liberi i posti nella loro fila. Uno era libero. Perché Maria l'aveva mandato via? Cattiva Maria. Crudele Maria. Dannata Maria. Oh, ma certo, Carlo non era solo, con lui c'era Giovanni, i due volevano stare vicini. Ma due posti erano stati presi per altre persone. Come fare allora?

- Maria, non potremmo stringerci e liberare uno dei posti che abbiamo preso per Annalisa? - chiede subito Sabrina.

- E Annalisa dove va a finire? -

- Si siede in mezzo a te e me, ci stringiamo! -

Maria non se lo fa ripetere due volte.

- Ragazzi, abbiamo due posti liberi!  - dice, con un sorriso radioso, tanto radioso che Sabrina quasi non ne resta accecata.

I due si avvicinano, mentre Giovanni avanza, Carlo, prima di prendere posto, si avvicina a Maria.

- Maria, giusto?  - le domanda, sorridendole a sua volta e lei annuisce.

Conosce già il suo nome. Un classico. Il ragazzo più carino che si dedica all'amica. Un classico! Non a caso Sabrina l'aveva sorpreso nei giorni precedenti  a guardare nella loro direzione, ad osservare Maria. Logico!

- Grazie!  - esclama, ampliando il sorriso.

Intontita da quel tripudio di dentature perfettamente bianche e capolavori ortodontici di entrambi i ragazzi che ha di fronte, Sabrina realizza in ritardo che lo sguardo di Carlo si è spostato, così come il suo sorriso, che ora è rivolto verso un'altra direzione, la sua direzione.

- Carlo.  - si presenta, allungando la mano. E aspetta. Deve aspettare un po' perché Sabrina impiega un due o tre minuti per decidere il da farsi.

- Sabrina.  - sussurra, a labbra serrate, terrorizzata all'idea che si possano intravedere i suoi denti giallognoli, senza neanche accennare ad un sorriso o a qualsiasi altra espressione cordiale. Il ragazzo alza il sopracciglio, stranito e se ne va, mentre il professore entra in aula. Fine della pacchia. Si comincia.

- Come faceva a sapere il tuo nome?  - chiede Sabrina, in fretta, mentre il docente si prepara per la lezione.

- Te l'ho detto, ci siamo incontrati alle macchinette! Gli ho sbattuto contro. Mi ha chiesto se stavo bene, poi mi ha riconosciuto e si è presentato. Così il resto della Gang!  - racconta brevemente Maria.

- Per una volta la tua goffaggine è servita a qualcosa! -

- Sfotti pure, intanto non sono stata io a fare la figura dell'ebete davanti al Ciuffo! -

- A saperlo mi sarei tolta gli occhiali! -

- Un momento! Tu non eri quella a cui era piaciuto un solo ragazzo in tutta la vita? -

- Lui non mi piace! Ci vuole ben altro che un bel faccino per piacermi! -

- Sarà. Comunque, Mr. bel-faccino ti sta guardando! -

- Mr. bel-faccino? Cos'è un altro dei tuoi soprannomi? -

- No, no, lui resterà sempre Ciuffo! Però, davvero, ti sta fissando! -

- Dici? -

-  È completamente girato dalla tua parte. -

- No, impossibile. Starà guardando te. Insomma, non può voltarsi a guardare... me! -

- Dici? -

  
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