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Autore: sushiprecotto_chan    20/08/2013    0 recensioni
[SPOILER capitoli 612 e 615, anche nell'introduzione.]
Era passato appena un mese dalla morte di Neji – un mese, così poco, un mese. Rock Lee non aveva più energie da dare. E ancora peggio, non aveva più nulla in cui credere.
Dopo la fine della Quarta Guerra Ninja, il team Gai è a pezzi. Rock Lee vive una vecchiaia in anticipo a causa di un'emorragia e non riesce più a credere nel suo nindo, Gai non è più di alcun aiuto alla squadra e Tenten cerca di andare avanti, riuscendoci a stento. Tutti e tre hanno ben chiara l'intenzione di voler risollevare gli altri, ma il mondo di ognuno di loro è crollato e ciò in cui hanno sempre creduto ora sembra qualcosa d'insopportabile.
Possono solo sperare nella loro unione, e d'essere come un'Araba Fenice: rinascere dalle ceneri.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gai Maito, Rock Lee, Team Gai, Tenten, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Dopo la serie
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Introduzione: Era passato appena un mese dalla morte di Neji – un mese, così poco, un mese. Rock Lee non aveva più energie da dare. E ancora peggio, non aveva più nulla in cui credere.
Note: Ho scritto questa storia per Virginia Daniele, che me l’aveva chiesta sul gruppo Fanfiction su Commissione sul FacciaLibro. Mi dispiace averci messo quattro mesi a scrivertela, davvero. D: (Che per me in qualche modo sono un record POSITIVO, di solito impiego molto più tempo per scrivere storie ben più corte e meno impegnate, quindi… evvai! :D Ehm.)
Se ci ho messo tanto, tuttavia, è per una ragione. Non solo per questioni legate alla maturità e alle vacanze, ma più che altro perché ho tentato veramente di metterci il cuore in questa storia. Non a caso ho inserito nella fanfiction l’emorragia al dente di Rock Lee (che ovviamente qui è il personaggio principale, come richiesto). Volevo inserire delle esperienze mie, qualcosa di “vero”… Rendere la storia qualcosa di mio. Orbene, spero d’esserci riuscita. Anche perché l’argomento mi sta molto a cuore (è da quando ho letto i capitoli 612 e 615 che volevo scrivere qualcosa del genere ;_; Neji ;_; Il mio amato team Gai ç____ç).
Bene.
Questa storia è un po’ dedicata anche ad Angela, che mi ha dato preziosi consigli, e alla Odu.
Era da molto, molto tempo che non mi cimentavo in una long fiction. Spero vi piaccia.
 
 
 








 
 

Tutto mi ricorda te. Ma più di “tutto”, io stessa mi ricordo te.
E se non riesco a lasciarti andare è un po’ anche per questo.
Come si fa a lasciar andare un pezzo di se stessi? Tra l’altro, il pezzo migliore che ho.
(Lost Memories)
 
 
 
Everything will break
People say goodbye in their own special way
 
Everything will change
Nothin' stays the same
And nobody here's perfect

Oh but everyone’s to blame
 
All that you rely on

And all that you can fake

Will leave you in the morning

But find you in the day 
Oh you're in my veins

And I cannot get you out
 (In my Veins, Andrew Belle)

 
 
 
 

L’Araba Fenice

 
 

- Prologo -

 
 
Giravano in tondo. Ognuno di loro era un’anima sperduta che delirava nella nebbia della sua stessa confusione e che sbatteva il capo ripetutamente nell’assoluta chiarezza ed evidenza del lutto.
Solo Rock Lee esprimeva fisicamente il delirio che lo aveva preso, camminando avanti e indietro per piccoli tratti, torturandosi le mani e le bende, parendo quasi in preda alla follia.
Gai e Tenten stavano in piedi davanti alla tomba, in silenzio.
Avevano provato a continuare le loro missioni e i loro allenamenti come sempre, ed avevano disperatamente evitato – senza che l’uno lo mostrasse apertamente all’altro – di convergere in quel punto, di tornare sulla tomba di Neji dopo il funerale.
Forse per il potere derivatogli dal fatto di essere il più talentuoso degli Hyuuga, Neji, oltre alla lapide dei caduti nella Quarta Guerra, aveva avuto il suo nome inciso anche su una tomba. Il suo corpo era stato portato a casa. Grama consolazione.
“Stiamo cedendo all’omertà.” Disse Tenten, voltandosi verso Lee e il suo maestro. Il suo tono era tra il disperato e il rabbioso, e i suoi occhi erano lucidi.
“Non ci diciamo più nulla. E questo è peggio che disperarsi per la caduta di Neji e basta. Non ci siamo più di alcun aiuto, anzi ci rifiutiamo di aprirci tra di noi. È orrendo.”
Gli occhi a palla di Rock Lee erano enormi, e tutto nel suo viso comunicava stanchezza. Gai ascoltò la sua allieva con aria greve, poi le si avvicinò, mettendole una mano su una spalla.
“Saremo forti.” Le disse, guardandola negli occhi. Tenten annuì e, finalmente, pianse. Mentre le sue spalle si alzavano e poi abbassavano ritmicamente, il suo sguardo rimase fermo su Rock Lee. Lui continuò a ricambiarlo fino a che lei non ebbe finito.
   
 
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